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antiaccademica ed “eterodossa” o “esoterica” della storia? Come giudicare il cammino dell’umanità, se ogni accadimento fosse davvero il risultato dell’agire di forze occulte? Una lettura chiara e ordinata delle fonti documentarie che si accompagni ad un’indagine intellettualmente onesta e non viziata da tesi pregiudiziali, svela, però, quasi sempre l’artificio e il falso che allignano dietro ogni tesi illusoriamente sensazionalistica. 4 Alla creazione di miti è, poi, funzionale in primo luogo quella di documenti falsi. Non v’è bisogno di ricordare quanto il campo delle ricerche storiche abbondi notoriamente delle opere di abilissimi falsari (talvolta anche insospettabili). 5 Ciò è perché, come nota Eco, commentando una 4 Un famoso esempio di quanto andiamo dicendo è l’assassinio del presidente Kennedy (a Dallas, 21 novembre 1963). Decine di pubblicazioni, inchieste televisive e alcuni film fortunati (tra cui ricordiamo quello di Oliver Stone, JFK-Un caso ancora aperto, 1991, ispirato dall’indagine del procuratore distrettuale di New Orleans Jim Garrison, poi pubblicata col titolo JFK Sulle tracce degli assassini, trad. di Claudio Mussolini, Sperling & Kupfer, Milano 1992³; segue le conclusioni di Garrison anche Gianni Bisiach, Il Presidente, la lunga storia di una breve vita, Newton Compton, Roma 1990; per le varie teorie del complotto vd. anche Guido Gerosa, La tragedia di Dallas, Mondatori, Milano 1972) hanno messo in crisi i risultati del Rapporto Warren, l’inchiesta ufficiale commissionata dalla presidenza Johnson (che ha ispirato il famoso saggio di William Manchester, Morte di un presidente, trad. di Laura Grimaldi e Vincenzo Mantovano, Mondadori, Milano 1967), facendo prevalere nella pubblica opinione la tesi della cospirazione (dovuta alla CIA, alla mafia italoamericana, ai circoli anticastristi, a uomini d’affari di New Orleans e addirittura al presidente Lyndon B. Johnson, tutti agenti in sinergia o alternativamente) su quella del gesto isolato di uno squilibrato mitomane. Addirittura non è mancato chi, speculando su curiose coincidenze riscontrate nelle morti violente dei presidenti americani eletti negli anni terminanti con lo zero a partire dal 1840, non ha escluso né la reincarnazione né l’azione di oscure forze extraumane (Pierfrancesco Prosperi, La serie maledetta, Armenia Editore, Milano 1980, pp. 148-152). Recentemente, però, un ampio e assai documentato saggio di Diego Verdegiglio (Ecco chi ha ucciso Kennedy, Mancosu Editore, Roma 1998) ripropone molto seriamente la tesi che Lee Harvey Oswald abbia agito effettivamente da solo, facendo luce e dando una accettabile risposta a tutte le presunte incongruenze rilevate dalle indagini precedenti (pp. 403-405). 5 Di celebri falsificazioni, svelate dall’acribia degli studiosi, è piena la storia. Si pensi, ad esempio, al caso dell’archeologo Helbig e della celebre fibula Praenestina, considerata lungamente uno dei primi documenti della lingua latina, prima che Margherita Guarducci ne dimostrasse la falsità (falsità ormai accettata dalla recente manualistica, vd. La letteratura latina, storia letteraria e antropologia romana: profilo e testi, a cura di Maurizio Bettini e altri, vol. I Dalle origini alla crisi della repubblica, La Nuova Italia, Firenze 1996, rist., p. 23). Nell’ambito del nazismo famoso è l’inganno in cui cadde il settimanale «Stern» con i falsi diari di Hitler (la più costosa frode nella storia dell’editoria fu opera del falsario Konrad Kujau, che rivendette per nove milioni di marchi i “diari” al reporter di «Stern» Gerd Heidemann, appassionato cacciatore di cimeli nazisti; ma non è escluso che lo Junkers 352 che all’alba del 21 aprile 1945 cadde nella foresta di Heidenholz, presso il confine cecoslovacco, contenesse l’archivio personale di Hitler, e anche i suoi diari autentici: vd. l’avvincente ricostruzione della vicenda in Robert Harris, I diari di Hitler, trad. di Luca Vanni, Mondadori, Milano 2001), cui attribuì veridicità –36–

significativa rassegna di falsi storici (come il racconto di Cosma Indicopleuste, la lettera del Prete Gianni, i manifesti dei Rosa-Croce, i Protocolli dei Savi Anziani di Sion, etc.), il falso possiede a prima vista un’irresistibile potere di suggestione per la sua apparente verosimiglianza, che viene incontro a determinate attese dei singoli e della società, anche se il lento e costante lavoro di verifica del sapere riesce a smascherarlo. 6 Avviene, poi, che, per rispondere alla richiesta del favoloso da parte di certo pubblico ingenuo, a determinati miti, con ingegnose variazioni sul addirittura il famoso storico sir Hugh Trevor-Roper, pagandone un po’ lo scotto in termini di reputazione. Anche nell’ambito del fascismo si ipotizza oggi (per la verità, molto arditamente) l’esistenza di un carteggio segreto tra Mussolini e Churchill, proseguito fin durante la repubblica di Salò (quando l’uomo di Predappio, ridotto ormai a vassallo di Hitler, aveva perso ogni ipotetico potere di mediazione), così come negli anni Cinquanta si favoleggiò del ritrovamento dei “diari” del Duce (dovuti invece alla penna delle vercellesi Rosa e Amalia Panvini, che ne patirono le inevitabili conseguenze giudiziarie: sulla vicenda vd. Andrea Bedetti, I diari di Mussolini, in «Historia», n. 438, agosto 1994, pp. 10-19). Ha mostrato di credere all’esistenza dei diari del Duce e del fantomatico carteggio lo storico Renzo De Felice, a cui però la prematura morte ha impedito di concludere le preannunciate ricerche in proposito: vd. Renzo De Felice, Rosso e Nero, a cura di Pasquale Chessa, Baldini & Castoldi, Milano 1995³, pp. 144-148. Sul carteggio Churchill-Mussolini: Franco Bandini, Il carteggio delle illusioni, in «Storia Illustrata», n. 237, agosto 1977, pp. 56-65; Fabio Andriola, Mussolini-Churchill carteggio segreto, Edizioni Piemme, Casale Monferrato 1996 (secondo l’autore il carteggio, continuato fino al 21 aprile 1945, sarebbe stato consegnato a Umberto II di Savoia dal capitano di P. S. Aristide Tabasso, che durante la guerra fu agente dell’Intelligence Service); Roberto Festorazzi, Churchill- Mussolini le carte segrete, Datanews Editrice, Roma 1998 (che indica nell’ex partigiano e ingegnere Luigi Carissimi Priori il custode del carteggio). Era e resta invece scettico Frederick W. Deakin, È tutto falso, parola di Winston!, in «Storia Illustrata», n. 343, giugno 1986, pp. 8- 18; anche Antonio Spinosa, Churchill. Il nemico degli italiani, Il Giornale - Biblioteca Storica, Milano 2001, pp. 290-291, sfata la fantasiosa ipotesi che Churchill sia venuto, dopo la guerra, sul lago di Como per recuperare le fantomatiche carte. Ma un telegramma inedito di Mussolini, spedito alla fine di maggio 1940 a Vittorio Emanuele III, dimostrerebbe che il Duce teneva contati riservati con gli inglesi: vd. Giovanni Carioti, Mussolini-Churchill, un nuovo indizio, in «Corriere della Sera», 20 maggio 2005. In un suo recentissimo romanzo Folco Quilici immagina che un aereo SM. 75 GA, precipitato nel lago Bajkal, trasportasse i diari e le carte segrete di Mussolini da affidare all’imperatore del Giappone, tramite l’ambasciatore Hidaka, alla vigilia del crollo della RSI: La fenice del Bajkal (Mondadori, Milano 2005) di Quilici è la storia dello sfortunato tentativo di recupero messo in atto da una spedizione italiana (sul romanzo vd. Corrado Ruggeri, L’aereo che doveva salvare Mussolini. Un mistero sepolto in fondo al lago, in «Corriere della Sera», 1° dicembre 2005). 6 Umberto Eco, La forza del falso, in Sulla letteratura, Bompiani, Milano 2002, pp. 318- 323. Nel romanzo Il pendolo di Foucault il semiologo ha svelato l’inanità logica e sostanziale che sussiste dietro l’ipotesi della grande congiura universale e del sapere esoterico segretamente tramandato dall’antichità. Vd. anche le riflessioni di Eco sulla sindrome del complotto, sempre palesatasi nella storia dell’umanità e ultimamente riguardo al terrorismo islamico, nell’intervista di Gianni Riotta, Il Grande Vecchio alleato di Osama, in «Corriere della Sera», 12 luglio 2005. –37–

significativa rassegna <strong>di</strong> falsi storici (come il racconto <strong>di</strong> Cosma In<strong>di</strong>copleuste,<br />

la lettera del Prete Gianni, i manifesti dei Rosa-Croce, i Protocolli<br />

dei Savi Anziani <strong>di</strong> Sion, etc.), il falso possiede a prima vista un’irresistibile<br />

potere <strong>di</strong> suggestione per la sua apparente verosimiglianza, che viene<br />

incontro a determinate attese dei singoli e della società, anche se il lento e<br />

costante lavoro <strong>di</strong> verifica del sapere riesce a smascherarlo. 6<br />

Avviene, poi, che, per rispondere alla richiesta del favoloso da parte <strong>di</strong><br />

certo pubblico ingenuo, a determinati miti, con ingegnose variazioni sul<br />

ad<strong>di</strong>rittura il famoso storico sir Hugh Trevor-Roper, pagandone un po’ lo scotto in termini <strong>di</strong><br />

reputazione. Anche nell’ambito del fascismo si ipotizza oggi (per la verità, molto ar<strong>di</strong>tamente)<br />

l’esistenza <strong>di</strong> un carteggio segreto tra Mussolini e Churchill, proseguito fin durante la repubblica<br />

<strong>di</strong> Salò (quando l’uomo <strong>di</strong> Predappio, ridotto ormai a vassallo <strong>di</strong> Hitler, aveva perso ogni<br />

ipotetico potere <strong>di</strong> me<strong>di</strong>azione), così come negli anni Cinquanta si favoleggiò del ritrovamento<br />

dei “<strong>di</strong>ari” del Duce (dovuti invece alla penna delle vercellesi Rosa e Amalia Panvini, che ne<br />

patirono le inevitabili conseguenze giu<strong>di</strong>ziarie: sulla vicenda vd. Andrea Bedetti, I <strong>di</strong>ari <strong>di</strong><br />

Mussolini, in «Historia», n. 438, agosto 1994, pp. 10-19). Ha mostrato <strong>di</strong> credere all’esistenza<br />

dei <strong>di</strong>ari del Duce e del fantomatico carteggio lo storico Renzo De Felice, a cui però la prematura<br />

morte ha impe<strong>di</strong>to <strong>di</strong> concludere le preannunciate ricerche in proposito: vd. Renzo De<br />

Felice, Rosso e Nero, a cura <strong>di</strong> Pasquale Chessa, Bal<strong>di</strong>ni & Castol<strong>di</strong>, Milano 1995³, pp. 144-148.<br />

Sul carteggio Churchill-Mussolini: Franco Ban<strong>di</strong>ni, Il carteggio delle illusioni, in «Storia Illustrata»,<br />

n. 237, agosto 1977, pp. 56-65; Fabio Andriola, Mussolini-Churchill carteggio segreto,<br />

E<strong>di</strong>zioni Piemme, Casale Monferrato 1996 (secondo l’autore il carteggio, continuato fino al 21<br />

aprile 1945, sarebbe stato consegnato a Umberto II <strong>di</strong> Savoia dal capitano <strong>di</strong> P. S. Aristide Tabasso,<br />

che durante la guerra fu agente dell’Intelligence Service); Roberto Festorazzi, Churchill-<br />

Mussolini le carte segrete, Datanews E<strong>di</strong>trice, Roma 1998 (che in<strong>di</strong>ca nell’ex partigiano e ingegnere<br />

Luigi Carissimi Priori il custode del carteggio). Era e resta invece scettico Frederick<br />

W. Deakin, È tutto falso, parola <strong>di</strong> Winston!, in «Storia Illustrata», n. 343, giugno 1986, pp. 8-<br />

18; anche Antonio Spinosa, Churchill. Il nemico degli italiani, Il Giornale - Biblioteca Storica,<br />

Milano 2001, pp. 290-291, sfata la fantasiosa ipotesi che Churchill sia venuto, dopo la guerra,<br />

sul lago <strong>di</strong> Como per recuperare le fantomatiche carte. Ma un telegramma ine<strong>di</strong>to <strong>di</strong> Mussolini,<br />

spe<strong>di</strong>to alla fine <strong>di</strong> maggio 1940 a Vittorio Emanuele III, <strong>di</strong>mostrerebbe che il Duce teneva<br />

contati riservati con gli inglesi: vd. Giovanni Carioti, Mussolini-Churchill, un nuovo in<strong>di</strong>zio, in<br />

«Corriere della Sera», 20 maggio 2005. In un suo recentissimo romanzo Folco Quilici immagina<br />

che un aereo SM. 75 GA, precipitato nel lago Bajkal, trasportasse i <strong>di</strong>ari e le carte segrete<br />

<strong>di</strong> Mussolini da affidare all’imperatore del Giappone, tramite l’ambasciatore Hidaka, alla vigilia<br />

del crollo della RSI: La fenice del Bajkal (Mondadori, Milano 2005) <strong>di</strong> Quilici è la storia dello<br />

sfortunato tentativo <strong>di</strong> recupero messo in atto da una spe<strong>di</strong>zione italiana (sul romanzo vd.<br />

Corrado Ruggeri, L’aereo che doveva salvare Mussolini. Un mistero sepolto in fondo al lago,<br />

in «Corriere della Sera», 1° <strong>di</strong>cembre 2005).<br />

6 Umberto Eco, La forza del falso, in Sulla letteratura, Bompiani, Milano 2002, pp. 318-<br />

323. Nel romanzo Il pendolo <strong>di</strong> Foucault il semiologo ha svelato l’inanità logica e sostanziale<br />

che sussiste <strong>di</strong>etro l’ipotesi della grande congiura universale e del sapere esoterico segretamente<br />

tramandato dall’antichità. Vd. anche le riflessioni <strong>di</strong> Eco sulla sindrome del complotto, sempre<br />

palesatasi nella storia dell’umanità e ultimamente riguardo al terrorismo islamico, nell’intervista<br />

<strong>di</strong> Gianni Riotta, Il Grande Vecchio alleato <strong>di</strong> Osama, in «Corriere della Sera», 12 luglio 2005.<br />

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