MISCELLANEA 2004 2005.pdf - Liceo Ginnasio Statale Orazio di ...
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Finora abbiamo quindi chiarito la correlazione fra alcuni aspetti del metacognitivismo e le fasi che contraddistinguono la didattica progettuale, tanto che, considerata l’evidente connessione di queste strategie, si potrebbe parlare di una vera e propria metaprogettualità. È possibile stabilire un’ulteriore relazione fra le competenze acquisibili attraverso l’applicazione di uno stile di apprendimento metacognitivo e quelle conseguibili attraverso la realizzazione di azioni didattiche progettuali. Prendiamo ora, brevemente, in considerazione come ad alcuni obiettivi più specifici della didattica metacognitiva corrispondano alcune delle competenze maturate attraverso l’attuazione delle diverse fasi procedurali costitutive di ogni operazione progettuale. Agli obiettivi metalinguistici, ad esempio, corrisponde lo sviluppo delle competenze linguistiche, agli obiettivi metagenetici quello delle competenze documentarie, a quelli metalogici, infine, l’implementazione delle competenze procedurali. Forniamo alcune esemplificazioni: se per obiettivo metalinguistico intendiamo la consapevolezza, da parte dell’alunno, nell’utilizzare i linguaggi specifici delle discipline o determinati registri espressivi, assumendo come proprie le ragioni di tale scelta, analoga consapevolezza del processo attuato genera competenze comunicative, padronanza, cioè nell’utilizzo degli strumenti linguistici, aspetto imprescindibile di ogni fase progettuale. Facendo riferimento agli obiettivi metagenetici come la possibilità di ricostruire le fonti da cui si originano i processi conoscitivi attuati, si ha modo di riscontrarli nelle competenze documentarie, nelle competenze cioè che abilitano l’alunno a rintracciare le informazioni, i materiali originari e spesso costitutivi del progetto stesso. Gli obiettivi metalogici sostanziano ogni operazione metacognitiva, in quanto impongono una riflessione sui passaggi logici attuati, ben espressi nelle competenze procedurali che attestano l’attenzione sulle singole fasi del progetto, evidenziandone i motivi della scelta e i risultati raggiunti sul piano delle acquisizioni personali cognitive e su quello operativo. Prima di concludere, tuttavia, si impone necessariamente una riflessione che centri l’attenzione su uno degli aspetti più problematici della didattica metaprogettuale: la difficoltà dell’interazione di un versante teorico della didattica (concetti, costrutti, principi) e di un versante metodologico di processi cognitivi e operativi. Si tratta, in altri termini, di stabilire un giusto rapporto tra le discipline, facendo riferimento al costrutto epistemologico e storico di esse, e i contesti di apprendimento, caratterizzati dagli stili e dalle tecniche di apprendimento. –32–
Facciamo riferimento, quindi, alla contrapposizione spesso dualistica che si viene a creare tra una didattica concettuale, che si propone come “modello esperto” per lo sviluppo dell’attività didattica, e la didattica metacognitiva che non si qualifica come “modello di progettazione”, ma come un insieme di operazioni finalizzate a promuovere processi autorisolutivi (l’apprendimento non si identifica, cioè, nella conoscenza intesa come acquisizione dei concetti fondamentali, ma nell’acquisizione graduale della possibilità stessa di apprendere, trasferendo ciò che è noto in altri contesti operativi). Il problema è, quindi, nell’accettazione o meno di “modelli culturali referenziali” come possibile interpretazione dei fenomeni del reale o nella valorizzazione della diversità cognitiva, che implica l’assenza di un modello unitario o di criteri ispiratori comuni, nella convinzione che solo la consapevolezza delle operazioni mentali e dei contenuti conoscitivi elaborati possa produrre apprendimenti significativi, ossia conoscenze durature. Ci chiediamo, dunque, se un apprendimento come quello metacognitivo, finalizzato a promuovere processi autoriflessivi in tutti i settori disciplinari, possa ritenersi veicolare alla costruzione unitaria dei saperi o possa incorrere nel rischio di elaborare informazioni ricollegabili fra di loro in modo analogico, ma frammentario, per quanto riguarda, ad esempio, l’aspetto diacronico della disciplina. Credo, dunque, che una delle possibili strategie risolutive sia quella di cercare di operare una mediazione fra le due differenti proposte didattiche: quella della didattica per concetti e quella della didattica metaprogettuale. È necessario ristabilire, infatti, il ruolo referenziale della disciplina, sia pure nell’essenzializzazione dei suoi nuclei costituivi, inserendola in una precisa struttura diacronica, a cui accostarsi tramite uno stile cognitivo capace di promuovere un apprendimento consapevole, significativo e di lunga durata, pensabile, progettabile e applicabile in contesti operativi concreti. L’introduzione di prassi didattiche, alternative alle metodiche tradizionali, avviene spesso, purtroppo, in modo poco sistematico, producendo l’avvicendamento e spesso la sovrapposizione di tecniche di apprendimento utilizzate in modo settoriale e pertanto limitanti in quanto raramente riconducibili, da parte dell’alunno, ad una finalità unitaria, quale la trasmissione dei saperi. In conclusione, dunque, l’operazione ultima, l’elaborazione di un prodotto, sia esso il risultato di una azione conoscitiva o l’attuazione di azioni concrete, non sarà valutabile per se stessa, ma soltanto insieme con tutti i processi cognitivi attivati nel continuo e costante confronto, però, con la disciplina oggetto di studio. –33–
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Facciamo riferimento, quin<strong>di</strong>, alla contrapposizione spesso dualistica<br />
che si viene a creare tra una <strong>di</strong>dattica concettuale, che si propone come<br />
“modello esperto” per lo sviluppo dell’attività <strong>di</strong>dattica, e la <strong>di</strong>dattica metacognitiva<br />
che non si qualifica come “modello <strong>di</strong> progettazione”, ma come<br />
un insieme <strong>di</strong> operazioni finalizzate a promuovere processi autorisolutivi<br />
(l’appren<strong>di</strong>mento non si identifica, cioè, nella conoscenza intesa come acquisizione<br />
dei concetti fondamentali, ma nell’acquisizione graduale della<br />
possibilità stessa <strong>di</strong> apprendere, trasferendo ciò che è noto in altri contesti<br />
operativi). Il problema è, quin<strong>di</strong>, nell’accettazione o meno <strong>di</strong> “modelli culturali<br />
referenziali” come possibile interpretazione dei fenomeni del reale o<br />
nella valorizzazione della <strong>di</strong>versità cognitiva, che implica l’assenza <strong>di</strong> un<br />
modello unitario o <strong>di</strong> criteri ispiratori comuni, nella convinzione che solo la<br />
consapevolezza delle operazioni mentali e dei contenuti conoscitivi elaborati<br />
possa produrre appren<strong>di</strong>menti significativi, ossia conoscenze durature.<br />
Ci chie<strong>di</strong>amo, dunque, se un appren<strong>di</strong>mento come quello metacognitivo, finalizzato<br />
a promuovere processi autoriflessivi in tutti i settori <strong>di</strong>sciplinari,<br />
possa ritenersi veicolare alla costruzione unitaria dei saperi o possa incorrere<br />
nel rischio <strong>di</strong> elaborare informazioni ricollegabili fra <strong>di</strong> loro in modo<br />
analogico, ma frammentario, per quanto riguarda, ad esempio, l’aspetto <strong>di</strong>acronico<br />
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Credo, dunque, che una delle possibili strategie risolutive sia quella <strong>di</strong><br />
cercare <strong>di</strong> operare una me<strong>di</strong>azione fra le due <strong>di</strong>fferenti proposte <strong>di</strong>dattiche:<br />
quella della <strong>di</strong>dattica per concetti e quella della <strong>di</strong>dattica metaprogettuale. È<br />
necessario ristabilire, infatti, il ruolo referenziale della <strong>di</strong>sciplina, sia pure<br />
nell’essenzializzazione dei suoi nuclei costituivi, inserendola in una precisa<br />
struttura <strong>di</strong>acronica, a cui accostarsi tramite uno stile cognitivo capace <strong>di</strong><br />
promuovere un appren<strong>di</strong>mento consapevole, significativo e <strong>di</strong> lunga durata,<br />
pensabile, progettabile e applicabile in contesti operativi concreti. L’introduzione<br />
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e spesso la sovrapposizione <strong>di</strong> tecniche <strong>di</strong> appren<strong>di</strong>mento utilizzate in modo<br />
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dell’alunno, ad una finalità unitaria, quale la trasmissione dei saperi. In conclusione,<br />
dunque, l’operazione ultima, l’elaborazione <strong>di</strong> un prodotto, sia<br />
esso il risultato <strong>di</strong> una azione conoscitiva o l’attuazione <strong>di</strong> azioni concrete,<br />
non sarà valutabile per se stessa, ma soltanto insieme con tutti i processi<br />
cognitivi attivati nel continuo e costante confronto, però, con la <strong>di</strong>sciplina<br />
oggetto <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o.<br />
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