MISCELLANEA 2004 2005.pdf - Liceo Ginnasio Statale Orazio di ...

La sua è quindi una Roma al di fuori del tempo storico, forse a metà tra
la fantasia e l’inconscio; Fellini non vuole riprodurre fedelmente la situazione
dell’epoca, piuttosto si interroga su come poteva figurare l’umanità
prima della venuta di Cristo ed è forse proprio l’impossibilità di dare una risposta
corretta che ha portato Fellini a parlare di fantascienza: l’ambizione di
Fellini è quindi quella di indagare le “psicologie precristiane”. Il paganesimo
è sicuramente riscontrabile nei toni caldi con i quali è “dipinto” questo film,
nel buio che onnipresente campeggia in ogni singola inquadratura (fatta sola
eccezione per il momento del commiato dei figli e dell’affrancamento degli
schiavi), buio che forse indica un’assenza, l’assenza del cristianesimo.
LA MORTE E LA DECADENZA COME TEMI DOMINANTI
Ciò che maggiormente colpisce del film è la sua tragica riflessione sulla
morte. L’immagine che ne deriva non è certo quella di una morte vista come
delicato e sommesso congedo dalla vita (il suicidio dei coniugi patrizi dopo
l’affrancamento dei servi e l’allontanarsi dei loro figli) ma, piuttosto, come
corruzione e disfacimento della carne (esemplari, in tal senso, la figura di
Eumolpo e il finto funerale di Trimalchione). Questo senso di fine e di
morte non è contrastato dalla gioia e dall’amore dei protagonisti, che invece
si abbandonano ad un sentimentalismo dubbio e malizioso.
Pertanto l’immagine conclusiva, che vede i personaggi intenti a cibarsi
dei morti e la fuga di Encolpio, non assume un significato liberatorio, ma fa
riferimento alla sola istintività.
ATTUALIZZAZIONE DEL ROMANZO
Si può forse sostenere che esiste un collegamento tra quella società e
quella contemporanea a Fellini (gli anni ’60/’70)? A questa domanda è lo stesso
regista a dare la risposta: “L’analogia dunque c’è (tra la contemporaneità e
il mondo descritto nel Satyricon film). Anche ora siamo una società in frantumi,
in attesa di qualcosa. Allora questo qualcosa fu Cristo che apparve per dire
parole assolutamente nuove, inaudite, e, considerando la mentalità, i costumi
della gente a cui si rivolgeva, quasi incomprensibili, paradossali, assurde”.
Il regista di Rimini arriverà addirittura ad associare le figure di Encolpio
e Ascilto a due hippies, dato il loro stile di vita “sgangherato”.
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