MISCELLANEA 2004 2005.pdf - Liceo Ginnasio Statale Orazio di ...
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<strong>di</strong> poter rafforzare la nostra azione <strong>di</strong>dattica, <strong>di</strong> rendere più solida l’acquisizione<br />
dei contenuti proposti non solo ricorrendo alla continua (e a volte,<br />
purtroppo, inutile) ripetizione <strong>di</strong> essi ma ancorandoli all’utilizzo <strong>di</strong> un determinato<br />
passaggio logico necessario per trasformare la lettura <strong>di</strong> un dato<br />
da informazione a padronanza: si potranno <strong>di</strong>menticare alcune nozioni legate<br />
al quid <strong>di</strong> quanto imparato ma non il quomodo e soprattutto il cur <strong>di</strong><br />
ciò che è stato oggetto <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o. È, inoltre, comunemente riscontrabile<br />
come l’acquisizione <strong>di</strong> padronanze abbia un ruolo rassicurante, in quanto<br />
risultato stabile <strong>di</strong> un impegno conoscitivo, e sia in grado <strong>di</strong> motivare interessi<br />
personali, promuovendo la curiositas, alla base <strong>di</strong> ogni investigazione,<br />
lettura e interpretazione del reale.<br />
Abbiamo cercato, quin<strong>di</strong>, <strong>di</strong> <strong>di</strong>mostrare come nella <strong>di</strong>dattica progettuale<br />
la componente metacognitiva non sia solo un proce<strong>di</strong>mento a senso unico,<br />
rivolto alla promozione <strong>di</strong> processi <strong>di</strong> appren<strong>di</strong>mento degli alunni ma una<br />
possibilità offerta al docente <strong>di</strong> poter controllare e intervenire costantemente<br />
nella sua azione <strong>di</strong>dattica, <strong>di</strong> riprogettarla o meglio riqualificarla. È preferibile<br />
parlare <strong>di</strong> riqualificazione, ossia l’opportunità <strong>di</strong> mantenere quanto già<br />
svolto orientandolo nella prospettiva <strong>di</strong> un possibile miglioramento, dopo<br />
aver in<strong>di</strong>viduato i cosiddetti punti <strong>di</strong> forza e <strong>di</strong> debolezza del proprio agire<br />
<strong>di</strong>dattico.<br />
In<strong>di</strong>ssolubilmente legata alle <strong>di</strong>namiche <strong>di</strong> ogni azione progettuale è la<br />
prospettiva dell’agire in fieri, del pensare in termini <strong>di</strong> <strong>di</strong>venire, <strong>di</strong> pianificare<br />
la fattività operativa in modo teleologico, cioè <strong>di</strong> orientare le nostre<br />
azioni, scegliendo e apportando mo<strong>di</strong>fiche, al raggiungimento dell’obiettivo<br />
<strong>di</strong> produzione. L’orientamento è sempre preceduto dall’analisi della componente<br />
situazionale, dalla valutazione dei fattori noti, dalla considerazione<br />
delle possibili variabili e da tutti gli elementi esterni <strong>di</strong> incidenza: è possibile<br />
così, in<strong>di</strong>viduarlo nelle fasi <strong>di</strong> verifica e nel monitoraggio dell’azione progettuale.<br />
In tale fase l’orientamento costituisce indubbiamente un aspetto<br />
consequenziale dell’articolazione strutturale del progetto; tuttavia esso, attuando<br />
un ripensamento e un riadeguamento in termini <strong>di</strong> scelte selettive, in<br />
quanto operate fra altre proposte <strong>di</strong> pari efficacia realizzativa, evidenzia un<br />
orientamento <strong>di</strong> tipo decisionale, originato dalla propensione, spesso spontanea,<br />
verso deliberazioni che rivelano, pur nella volontà <strong>di</strong> perseguire<br />
quanto appare razionalmente elemento ottimizzante, la natura più autentica<br />
delle nostre attitu<strong>di</strong>ni.<br />
La scoperta delle proprie inclinazioni, non può maturarsi solo in risposta<br />
a suggestioni emotive, ma sostanziarsi sulla conoscenza delle proprie ca-<br />
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