MISCELLANEA 2004 2005.pdf - Liceo Ginnasio Statale Orazio di ...

ATTO II - SCENA XIII
Lucy, Mardock
MARDOCK: Mia cara moglie il mio temperamento troppo compassionevole
non mi ha permesso di trattare quella ragazza come si meritava e
hai potuto sospettare che tra noi due ci fosse qualcosa.
LUCY: Infatti mio caro ero molto perplessa.
MARDOCK: Se nelle sue parole ci fosse qualcosa di vero suo padre non mi
avrebbe ridotto in questo stato.
LUCY: Sono felice di sentirti dire queste parole... Io ti amo talmente che
vorrei piuttosto vederti impiccato anziché nelle braccia di un altro!
MARDOCK: Dunque sopporteresti di vedermi pendere dalla forca!
LUCY: Non potrei certo vivere fino a vedere quel giorno!
MARDOCK: Vedi, mia Lucy, nel bilancio dell’amore sei tu in debito verso
di me. Rendimi invece tuo debitore a vita aiutandomi... Se non lo farai
il signor Peacock e tuo padre mi renderanno subito impossibile la fuga.
LUCY: So per certo che mio padre si è fatto una gran bevuta con i suoi prigionieri
e immagino che ora si stia riposando in camera sua. Se riesco
a procurarmi le chiavi, potrò scappare con te?
MARDOCK: Insieme ci sarebbe impossibile nasconderci!
LUCY: Anche se non mi ami abbi riconoscenza per me: quella Polly non
riesco a togliermela dalla testa...
MARDOCK: Smettila adesso di pensare a lei e cerca piuttosto di aiutarmi
ad uscire di qui.
ATTO III - SCENA I
Lockit e Lucy
LOCKIT: È chiaro, bastarda, che sei tu la complice della sua fuga.
LUCY: Ma Mr. Peacock e sua figlia Polly sono stati qui a trovarlo e quelli
certo conoscono i meandri di Newgate come se vi fossero nati. Perché
dovreste sospettare solo di me?
LOCKIT: Non mi imbrogli con queste parole.
LUCY: Che io possa finire sul rogo se so qualcosa!
LOCKIT: Se ti scaldi d’animo così facilmente dovrò sospettare la tua colpevolezza.
LUCY: Cosa potrei fare per convincervi che non è così?
LOCKIT: Se almeno avesse dato una buona mancia forse saresti riuscita a
fare un affare migliore del mio.
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