MISCELLANEA 2004 2005.pdf - Liceo Ginnasio Statale Orazio di ...

stessa sensazione che provò quando andava a prenderla al liceo del suo
quartiere. Arrivato a destinazione, scese dalla moto e si trovò davanti ad una
villa gigantesca. Arrivato alla porta, suonò il campanello, e dopo poco si
trovò davanti una persona che aveva dimenticato: il padre di Carol.
– Buonasera signor Santos, come sta?
Il signore lo guardò con aria minacciosa e si passò la mano sui suoi
lunghi baffi neri, tipico dei messicani. Carol era mezza brasiliana e mezza
messicana, ma non sembrava aver ripreso dal papà.
– Ah... tu devi essere Ben, l’ex ragazzo di mia figlia. Cosa vuoi?
Poco dopo arrivò anche la madre di Carol, una bellissima signora, che
era sempre stata gentile con lui.
– Ciao Ben, come stai? Accomodati, mia figlia arriverà a momenti.
Il ragazzo si sedette in salotto e aspettò ansioso la ragazza.
Si trovava in una situazione molto imbarazzante perché stava seduto sul
divano e, di fronte a lui, il signore e la signora Santos che lo fissavano senza
batter ciglio.
Ad un tratto Ben guardò verso le scale e vide Carol: bellissima come
sempre. Non era né truccata, né vestita in modo particolare, ma il ragazzo
rimase incantato dal suo magico sorriso.
– Ciao Ben. Andiamo?
Arrivati al molo, i due salirono sulla barca dello zio di Carol e si sedettero
sul bordo della prua.
– Ti ricordi quando venivamo qua da bambini? Io ero già cotto di te e
ogni volta che passavi arrossivo come un pomodoro. Poi al college decisi di
provarci con te e tu...
Ben si girò a guardarla e non oppose resistenza al bacio K.O. che gli
diede Carol. La luna si specchiava nel mare dando un’atmosfera romantica
a tutta la barca, dove i due continuavano ad “amoreggiare” fino a tarda
notte.
La mattina dopo i due uscirono dalla barca e Ben esclamò:
– Se tuo padre non mi ammazza adesso allora possiamo anche sposarci!
– Scapperei in cima al mondo con te anche senza il permesso di mio
padre, capito signor Harper?
Ben accompagnò Carol davanti casa e la lasciò sul vialetto con un bacio
e il suo numero di telefonino, esclamando: – Mi raccomando, chiamami – e
partì a razzo con la sua moto.
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