MISCELLANEA 2004 2005.pdf - Liceo Ginnasio Statale Orazio di ...

Subito il ragazzo afferrò la chitarra e si mise a seguire la base di “Buffalo
soldier” senza sbagliare neanche una nota. Era bravissimo con la “slide”;
suo padre Leonard gli aveva insegnato a suonare e gli aveva trasmesso la
passione per il soul. – Ben, non suonare mai più in macchina – gli disse
Juan – altrimenti mi fai rilassare troppo e finiamo addosso ad un lampione.
Arrivati a casa, Benjamin scese dalla macchina e mentre l’amico parcheggiava
la sua Cadillac lo salutò ed entrò in casa. Non era una bella casa
ma, anche se era limitata nei confort, rimaneva accogliente.
Dopo cena, si sedette sotto la veranda di casa e si mise a pensare alla
sua opera: stava scrivendo una canzone ma non sapeva cosa buttar giù. Era
intenzionato a scrivere un brano per poter sfondare nella musica e aveva
pensato di scrivere una denuncia contro il mondo di oggi. Si accese una
sigaretta e pensò al titolo. Dopo poco un colpo di reni lo staccò dalla sedia e
lo mise in piedi: I CAN CHANGE THE WORLD WITH MY OWN TWO
HANDS.
– Sì, con quello che sta accadendo in Vietnam, sicuramente è un ottimo
titolo – pensò Ben e, dopo questa gran conquista, se n’andò a letto.
La mattina dopo si alzò, con il rintocco di una sveglia particolare: Juan
era tornato dalla sua corsetta mattutina e gli aveva portato la colazione.
– Buongiorno pigrone! Sono le sette e mezzo e ti devi preparare altrimenti
farai tardi a lavoro.
– Per fortuna che ci sei tu, mamma Juan, altrimenti non saprei come
fare.
– Ah ah ah... spiritoso. Preferisce la versione maggiordomo, signorino
Harper?
I due, finita la colazione, si diressero verso il negozio di dischi che avevano
in comproprietà.
– Juan, ieri ho trovato il titolo alla mia canzone: I can change the world
with my own two hands.
– Uno dei tuoi nuovi successi. Bello, mi piace.
– Sarà una minaccia contro la guerra del Vietnam.
– Ottimo! Gli farai barba e capelli a Bruce Springsteen!
– Gli faremo... tu sarai il mio manager. Non è così?
– Certo. Basta che ti ricorderai di me. Ora però scendi dalle nuvole
perché siamo arrivati.
Quel giorno, Beaumont street era invasa di gente, per il mercato della
domenica. Il signor Jefferson, il vero padrone del locale del negozio, li
stava aspettando davanti alla saracinesca. Era molto arrabbiato dall’aspetto
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