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MISCELLANEA 2004 2005.pdf - Liceo Ginnasio Statale Orazio di ...

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ATTACCO ALLE NAVI<br />

Io ero davanti a tutti e vi<strong>di</strong>, alla fine, là, davanti a me, le navi. I primi<br />

scafi neri, puntellati sulla terra, e poi a per<strong>di</strong>ta d’occhio, navi,navi,navi fino<br />

alla spiaggia e al mare, migliaia <strong>di</strong> alberi e <strong>di</strong> chiglie, prue puntate verso<br />

il cielo fino a dove si poteva guardare. Le navi. Nessuno può capire cosa<br />

è stata quella guerra per noi Troiani senza immaginare il giorno in cui le<br />

vedemmo arrivare. Erano più <strong>di</strong> mille, in quel pezzo <strong>di</strong> mare che era nei nostri<br />

da quando eravamo bambini, ma mai avevamo visto solcato da qualcosa<br />

che non fosse amico, e piccolo, e raro. E adesso era oscurato fino all’orizzonte<br />

da mostri venuti da lontano per annientarci. ripensando a quella battaglia<br />

mi giunge alla mente un pensiero, ricordo me e i giovani maschi <strong>di</strong> Troia,<br />

vestiti con le armi più belle, uscire dalla città, marciare verso la pianura, e<br />

giunti al mare, cercare <strong>di</strong> fermare quella flotta, terrorizzante a colpi <strong>di</strong> pietre,<br />

la pietre della spiaggia. Le tiravamo capite? Mille navi e noi con le nostre<br />

pietre. Rimasi per qualche minuto immobile, Ettore <strong>di</strong>menticando, paura e<br />

dolore, scatenò l’esercito, ed esso <strong>di</strong>venne mare in tempesta per quelle navi.<br />

Scalavamo le chiglie, con le fiaccole in mano, per dar fuoco a tutto. Ma gli<br />

Achei si <strong>di</strong>fendevano duramente. C’era Aiace, ancora lui, a incitarli e a guidarli.<br />

Era a poppa su una nave, e uccideva chiunque riuscisse a salire o anche<br />

solo ad avvicinarsi. In una mano teneva la spada <strong>di</strong> Diomede presagli una<br />

volta morto, e nell’altra una scure enorme molto affilata. Io puntai dritto<br />

contro <strong>di</strong> lui e quando fui abbastanza vicino mirai e sferrai la lancia. La punta<br />

<strong>di</strong> bronzo volò in alto ma mancò il bersaglio e colpì uno scu<strong>di</strong>ero, Licofrone.<br />

Vi<strong>di</strong> Aiace rabbrivi<strong>di</strong>re. Spaventato fuggì, ed io salii insieme ad Ettore su una<br />

nave lanciandoci all’inseguimento. Con le fiaccole in mano cominciammo a<br />

dar fuoco alle vele piegate, ed è in quelle fiamme che io ricorderò Ettore, lo<br />

sconfitto, lo dovete ricordare in pie<strong>di</strong>, sulla poppa <strong>di</strong> quella nave circondato<br />

dal fuoco. Ettore il morto trascinato da Achille per tre volte intorno alle mura<br />

della sua città, lo dovete ricordare vivo, e vittorioso, e splendente nelle sue<br />

armi d’argento e <strong>di</strong> bronzo. Le navi presero fuoco una ad una e inseguendo<br />

ancora Aiace, scendemmo dalla nave e ci imbattemmo contro Achille.<br />

Gridava, Patroclo, davanti a tutti, splendente nelle armi <strong>di</strong> Achille. Lo<br />

vedemmo tutti e come tutti anch’io ebbi paura. Marciava a gran<strong>di</strong> passi<br />

verso <strong>di</strong> noi, l’esercito ormai era in rotta. Ettore era l’unico che non <strong>di</strong>mostrava<br />

timore, e anzi volle affrontare Patroclo nelle vesti <strong>di</strong> Achille. Io dovetti<br />

trattenerlo e gli urlai contro: «Che cosa fai Ettore? Vuoi morire?», e lui<br />

rispose subito: «Se morirò, morirò combattendo!!!». Io replicai: «Se Vuoi<br />

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