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MISCELLANEA 2004 2005.pdf - Liceo Ginnasio Statale Orazio di ...

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uscivano dalle tende, ma io rapido li uccidevo tutti, Pendoro, Sabo, Xanto,<br />

Balio, tutti, nessuno mi poteva fermare. Ulisse fuggiva, non aveva il coraggio<br />

<strong>di</strong> affrontarmi, allora pensai <strong>di</strong> andare dai miei uomini per soccorrerli.<br />

Trovai Paride che nascosto sotto un cavallo morto scagliava frecce verso<br />

Teucro, e quest’ultimo, al sicuro nella torre <strong>di</strong> pietra cercava in tutti i mo<strong>di</strong><br />

<strong>di</strong> uccidere Ettore che stava sconfiggendo Aiace. Paride inoltre <strong>di</strong>sse: «Male<strong>di</strong>zione,<br />

ha ucciso e sta continuando a uccidere i nostri migliori soldati,<br />

senza contare che mira ad uccidere Ettore, qualcuno deve fermarlo».<br />

A quelle parole, misi la spada nel fodero, raccolsi tre lance e mi misi lo<br />

scudo sulle spalle. In quel modo corsi verso Teucro, e in corsa gli scagliai<br />

contro una lancia, poi raggiunsi le scale della torre e scagliai la seconda<br />

lancia infilzando un soldato, che rimase attaccato al muro; salii le scale e<br />

trovai Echepolo e Antiloco, uno lo uccisi trafiggendolo con la lancia, l’altro<br />

decapitandolo con il bordo dello scudo. Salii ancora e trovai Teucro che mi<br />

aspettava, mi coprii con lo scudo, e accovacciandomi mi avvicinai, sentivo<br />

il rumore e lo scontro delle frecce infrangersi sul mio scudo <strong>di</strong> bronzo. Poi<br />

quando ebbe finito le frecce, mi scagliò addosso le lance e i giavellotti. Non<br />

potevo continuare così, sarebbero arrivate altre guar<strong>di</strong>e e mi avrebbero<br />

ucciso alle spalle, allora con un guizzo raccolsi per terra un pugnale; era<br />

molto piccolo ma affilato come pochi, e lo lanciai nel petto <strong>di</strong> Teucro, ruotò<br />

nell’aria e si fermò nel petto dell’arciere. Una volta colpito, si inginocchiò.<br />

E sputando sangue capii che <strong>di</strong> lì a poco sarebbe morto. Provò a raccogliere<br />

una lancia, ma la forza lo abbandonò, allora mi cercò con lo sguardo, e<br />

preoccupato non mi vide. Io nascosto <strong>di</strong>etro una colonna uscii e con la<br />

spada lo decapitai. Così morì Teucro, le sue frecce non avrebbero più ucciso<br />

nessun Troiano, e le sue vittime furono ven<strong>di</strong>cate.<br />

Mi affacciai dalla torre e con la spada alta, feci capire ai Troiani che<br />

adesso avevano una preoccupazione alle spalle in meno, ma quando mi<br />

girai, vi<strong>di</strong> un esercito che marciava qui, erano forse cinquemila. Finalmente<br />

capii, erano i Lici appena giunti dall’ovest in soccorso <strong>di</strong> Glauco. Sapevo<br />

che ci avrebbero aiutato, ma non immaginavo, che avrebbero mandato un<br />

tale esercito in così poco tempo. Prima <strong>di</strong> scendere, vi<strong>di</strong> gli effetti della nostra<br />

invasione, c’erano migliaia <strong>di</strong> cadaveri per terra, il terreno era <strong>di</strong>ventato<br />

rosso, inoltre vi erano piantate lance e frecce. Scesi dalla torre, e all’entrata<br />

mi <strong>di</strong>ressi verso i Lici, e <strong>di</strong>ssi a tutto l’esercito: «Siete più che i benvenuti.<br />

Io sono Enea secondo generale. Vi avverto subito, vi <strong>di</strong>spiacerà sapere che<br />

il vostro capo Sarpedonte è morto». A quel punto si avvicinò un ragazzo,<br />

avrà avuto forse più <strong>di</strong> vent’anni e mi <strong>di</strong>sse: «Io sono Elo, soldato fedele <strong>di</strong><br />

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