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MISCELLANEA 2004 2005.pdf - Liceo Ginnasio Statale Orazio di ...

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ciando a ragionare come Paride, pensai che nonostante tutto l’uomo debba<br />

sempre ragionare con il cervello e non con il cuore, nonostante l’amore sia<br />

una delle cose più belle del mondo.<br />

Io stesso feci scatenare una specie <strong>di</strong> guerra tra famiglie per sposare<br />

Creusa, infatti sia da bambini l’uno era innamorato dell’altra e quando crescemmo<br />

desiderammo sposarci, ma suo padre l’aveva promessa ad un principe<br />

<strong>di</strong> cui nessuno conosceva il nome; naturalmente Creusa voleva sposare<br />

me ma la cosa <strong>di</strong> prospettava molto <strong>di</strong>fficile poiché il padre non voleva<br />

darla in sposa a me, ma dopo anni <strong>di</strong> corteggiamento dovette arrendersi<br />

perché si accorse che tra me e Creusa c’era più che amore. Ma il principe a<br />

cui era stata promessa Creusa si rivoltò. E così la mano <strong>di</strong> Creusa si decise<br />

nel più brutale dei mo<strong>di</strong>, con un duello all’ultimo sangue tra me ed il principe<br />

<strong>di</strong> origine Achee; nel duello si potevano utilizzare una lancia, una<br />

spada, uno scudo ma nessuna armatura, entrambi eravamo appiedati ma<br />

nonostante ciò ricordo che per tutto il duello combattemmo con molto ardore.<br />

Naturalmente vinsi io, altrimenti non potrei raccontarvelo, ma se non<br />

fosse stato per la mia rapi<strong>di</strong>tà, probabilmente ora mi troverei nell’oltretomba,<br />

rimpiangendo la mia giovinezza e la forza.<br />

Quel giorno faceva molto caldo, e il terreno sul quale combattemmo era<br />

pieno <strong>di</strong> sassi appuntiti e <strong>di</strong> sabbia, il mio avversario era molto più forte <strong>di</strong><br />

me e me ne accorsi quando scagliò la sua lancia che si schiantò contro il<br />

mio scudo piegandolo in due, poi sguainò la spada e urlando si <strong>di</strong>resse<br />

verso <strong>di</strong> me, io con la lancia in una mano e con la spada nell’altra mi feci<br />

coraggio e così cominciammo a batterci come veri leoni che si contendono<br />

il corpo <strong>di</strong> una preda morta. Ci fu un gran frastuono, ogni mio colpo andava<br />

a vuoto e riuscivo a parare i suoi con <strong>di</strong>fficoltà; lui era molto abile e riusciva<br />

a schivare i colpi della mia lancia. Riportai <strong>di</strong>verse ferite e privo <strong>di</strong><br />

forze azzoppato, mi accasciai al suolo, e quando il principe stava per darmi<br />

il colpo <strong>di</strong> grazia, alzò le braccia e scoprì il petto, io rapido agguantai spada<br />

e lancia lo trapassai uccidendolo. Cadde per terra ma prima <strong>di</strong> morire lesto<br />

gli sussurrai all’orecchio «Perdonami...avrai un rito funebre degno <strong>di</strong> un re».<br />

E lui piano piano mi rispose «Ti ringrazio Enea figlio d’Anchise... Sanuel<br />

nono <strong>di</strong> Meri<strong>di</strong>o ti saluta». Ormai credo che Voi da soli abbiate capito che<br />

Sanuel e Teodos furono fratelli, e quando sentii pronunciare il nome del<br />

nuovo generale dell’esercito acheo mi si gelò il sangue: e capii il perché<br />

fosse venuto qui, voleva uccidermi per ven<strong>di</strong>care la morte del fratello<br />

seppur quin<strong>di</strong>ci anni dopo. Aveva ritardato il suo arrivo probabilmente per<br />

raccogliere più uomini possibili, e per <strong>di</strong>struggere oltre a me tutti i Troiani.<br />

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