MISCELLANEA 2004 2005.pdf - Liceo Ginnasio Statale Orazio di ...

d’ira, minacciando inoltre di partire da un momento a l’altro, per fare ritorno
nella sua terra fertile di Ftia, cominciammo a nutrire qualche speranza
di vittoria, pregando gli dei di far terminare la guerra il prima possibile,
nessuno di noi Troiani desiderava altro... ma non dovevamo dimenticare che
con Achille c’era Patroclo, il suo cugino preferito ma soprattutto il suo migliore
amico, capace di spronarlo e di incitarlo per la battaglia in qualsiasi
momento. A quel punto c’era chi proponeva di distruggere l’accampamento
degli per farli scappare, ma c’era chi come me, come Ettore, o come Sarpedonte
consigliava di non attaccare, ma, la voglia di scacciare il nemico era
troppa, quindi si armò l’esercito per un eventuale attacco.
Però, i Greci anticiparono i nostri tempi... infatti all’alba del quarto
giorno il loro esercito si fece trovare pronto per un grande attacco, seppur
senza Achille infuriato, Aiace morto, Diomede ferito e impossibilitato di
combattere, ma sempre con Ulisse, che combatteva per incoraggiare i compagni,
Agamennone, Menelao, e altri valorosi principi. Per evitare un altro
bagno di sangue, Paride coraggiosamente propose un duello tra lui e Menelao,
e al vincitore sarebbe andata Elena; inoltre, se avesse vinto il greco,
Troia avrebbe dovuto pagare un caro prezzo in tessuti, animali, gioielli, oro,
e altro. Se invece avesse vinto Paride, gli se ne sarebbero tornati a casa, dichiarando
pace. In quel momento Paride era stato molto coraggioso ma
anche molto ingenuo.
Ulisse e Ettore segnarono il luogo dove si sarebbe tenuto il duello, e
una volta designato il campo, iniziò lo scontro: io mi trovavo tra le prime
file, e se pur da lontano potei assistere a quell’incontro.
Iniziò Paride, che lanciò la sua lancia contro Menelao, la lancia si infilò
proprio al centro dello scudo di Menelao, e quest’ultimo scagliò la lancia
contro Paride che si protesse con lo scudo, però il colpo fu terribile lo scudo
si squarciò e volò via... allora i due sguainarono le spade e Paride riportò
subito la peggio, infatti non poteva competere con un esperto di armi come
Menelao; i primi colpi furono fatali per il figlio di Priamo che in meno di
pochi minuti cadde a terra, ferito al braccio ed al ginocchio. Ma ebbe la
forza di alzarsi e con un pugno sul naso di Menelao riuscì ad allontanarsi e
barcollando arrivò alle gambe di Ettore, e sputando sangue chiese l’aiuto
del fratello; allora infuriato Menelao si avvicino urlando «Dove credi di
andare, razza di farabutto!!! Il duello non è concluso!!!», Ettore si mise in
mezzo, ed estraendo la spada disse «Beh ora è concluso...» e non fece
neanche in tempo a finire la frase che il corpo di Menelao giaceva a terra
senza vita poiché era stato infilzato da Ettore e tutte le viscere si riversarono
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