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MISCELLANEA 2004 2005.pdf - Liceo Ginnasio Statale Orazio di ...

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furono infilzati dalle lance dei Mirmidoni, scu<strong>di</strong> vennero fracassati, spade<br />

infilzate nei corpi dei nemici, inoltre si levarono al cielo urli <strong>di</strong> dolore da<br />

parte dei feriti. Io atterrato dovetti combattere con lancia e spada e mi feci<br />

largo nella mischia, mentre Ettore uccideva eroi come pochi. Subii una<br />

botta in testa e svenni ma ricordo prima <strong>di</strong> aver visto Ettore scontrarsi con<br />

Aiace, i due combatterono con le dure spade e i gran<strong>di</strong> scu<strong>di</strong>, ma quando il<br />

protettore <strong>di</strong> Troia inciampò su una pietra, il Greco lo ferì a un braccio<br />

impedendogli <strong>di</strong> sollevare il suo pesante scudo, ma in quel momento Diore<br />

figlio <strong>di</strong> Amarinceo scagliò una lancia nel braccio <strong>di</strong> Aiace che cadde a terra<br />

in ginocchio urlando <strong>di</strong> dolore, ma prima che Ettore potesse decapitarlo<br />

alzò la spada e i due valorosi principi continuarono il duello anche se feriti.<br />

In un’altra mischia Diomede faceva strage, infatti uccise Toante e Idomeneo<br />

infilzandoli con due lance, Xiode e Xanto figli <strong>di</strong> Aimello il vecchio, uno<br />

facendogli sentire la fredda lama in bocca e l’altro trapassandolo da parte a<br />

parte della testa con una freccia raccolta per terra; poi c’era anche Agamennone<br />

re dei re che uccise il grande O<strong>di</strong>o signore degli Alizoni e tutti i suoi<br />

quattro scu<strong>di</strong>eri, ferendoli alla gola o al petto per farli accasciare a terra per<br />

poi darli il colpo <strong>di</strong> grazia infilzandoli con la lancia o con la spada. In quel<br />

momento stavamo perdendo e tutti i principi che sfidavano i nostri riportavano<br />

gloriose vittorie. Inoltre c’era Achille che come un aquila si gettava su<br />

eroi Troiani e in pochi secon<strong>di</strong> li uccideva e li faceva cadere nella polvere<br />

sotto i colpi della sua splen<strong>di</strong>da spada.<br />

Tutto era perso, e se non fosse stato per tutti gli arcieri alle torri saremmo<br />

stati uccisi nel giro <strong>di</strong> poche ore. Quando riaprii gli occhi era notte<br />

fonda e mi trovavo nella pianura con tutti i morti della battaglia: tra loro<br />

vi<strong>di</strong> anche il mio amico Festo ucciso da Menelao, ma vi<strong>di</strong> anche una gambiera<br />

<strong>di</strong> Aiace e capii che fortunatamente era morto sotto i colpi <strong>di</strong> Ettore<br />

ma riconobbi anche i volti dei nostri principi più forti, e tirando un sospiro<br />

<strong>di</strong> sollievo non vi<strong>di</strong> né Ettore né il coraggioso Sarpedonte, mi alzai e mi<br />

accorsi <strong>di</strong> essere sbalor<strong>di</strong>to a tal punto <strong>di</strong> rimanere in pie<strong>di</strong> con <strong>di</strong>fficoltà<br />

tuttavia mi incamminai zoppicando verso le mura della mia città e quando<br />

le sentinelle mi videro e fecero aprire le porte mi fu riservato un trattamento<br />

speciale; nonostante fosse notte fonda una volta entrato mi vennero incontro<br />

Creusa che piangendo mi baciò, Pandaro che mi <strong>di</strong>ede una pacca al braccio<br />

e mi sussurrò: “Oggi non ho mantenuto fede al nostro giuramento <strong>di</strong> proteggerti...<br />

perdonami”, Julo che saltando <strong>di</strong> gioia mi strinse forte, e gran parte<br />

dell’esercito che dagli angoli della città avevano sentito il mio ritorno, e<br />

urlavano: “Enea, come mai sei tornato? Forse non ti volevano nell’al<strong>di</strong>là!!!”,<br />

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