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MISCELLANEA 2004 2005.pdf - Liceo Ginnasio Statale Orazio di ...

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Ma il tema davvero emergente in tutte le ricostruzioni dei fatti della<br />

primavera-estate del ’44 in Toscana, e non solo quin<strong>di</strong> nella minoranza <strong>di</strong><br />

azioni classificabili come rappresaglie, è senza dubbio quello del complesso<br />

rapporto tra Resistenza e popolazioni civili. Su questo punto sembra essere<br />

molto problematico il raccordo delle memorie personali e private con i<br />

para<strong>di</strong>gmi del <strong>di</strong>scorso politico collettivo e istituzionale. Si è parlato <strong>di</strong><br />

“memorie <strong>di</strong>vise, segmentate e conflittuali” (cfr. Contini, 1997) ed è abbastanza<br />

noto, anche grazie al lavoro <strong>di</strong> Portelli sulla memoria delle Fosse<br />

Ardeatine, 8 che le rappresaglie o comunque le ritorsioni praticate su larga<br />

scala contro le popolazioni civili hanno prodotto o allargato la frattura tra<br />

queste e le forze partigiane. Certamente la ricerca <strong>di</strong> colpevoli, la possibilità<br />

<strong>di</strong> reperire e materializzare una responsabilità, costituisce un meccanismo<br />

antichissimo <strong>di</strong> allentamento della tensione. Spiega, dalla parte delle vittime,<br />

un inesplicabile che inesplicabile non è affatto, se guardato dalla parte<br />

della strategia militare del terrore, come quella che si abbatte in Toscana<br />

nel ’44. L’argomento è impervio: al <strong>di</strong> là del fatto che i Partigiani fossero a<br />

volte protagonisti <strong>di</strong> imprudenze o <strong>di</strong> atti dalle conseguenze non adeguatamente<br />

previste (come pure in qualche occasione è avvenuto), resta il dato<br />

certo che le rappresaglie tedesche prescindevano <strong>di</strong> norma da una effettiva<br />

attività partigiana nei confronti delle truppe occupanti. La Toscana del ’44<br />

non potrebbe <strong>di</strong>mostrarlo più chiaramente: si trattava, infatti, <strong>di</strong> punire le<br />

popolazioni civili in genere sia per l’ostilità anti-tedesca che per il sostegno<br />

“eventuale” offerto alla lotta partigiana e <strong>di</strong> farlo magari preventivamente, e<br />

con l’unica variabile della misura del terrore da praticare.<br />

Attorno alla memoria della Resistenza – come è noto – si è combattuta e<br />

si combatte un’aspra contesa per il senso, la cui complessità stratigrafica – si<br />

<strong>di</strong>rebbe – mostra in quanti e quali mo<strong>di</strong> possa essere declinato il concetto<br />

generale <strong>di</strong> Resistenza. 9 Specularmente sono complesse le memorie, quelle<br />

<strong>di</strong> entrambe le parti, e particolarmente lo sono quelle dell’uomo comune –<br />

collocato in quella sorta <strong>di</strong> “zona grigia” <strong>di</strong> cui parla Primo Levi – che non si<br />

riconosce nei gran<strong>di</strong> miti fondativi e collettivi della Repubblica. 10 A questa<br />

zona ed al suo spazio incerto, come una sorta <strong>di</strong> terra <strong>di</strong> nessuno tra due riconoscibili<br />

territori appartiene probabilmente questa memoria <strong>di</strong> Ida.<br />

8 A. PORTELLI, L’or<strong>di</strong>ne è già stato eseguito, Roma, Donzelli, 2000.<br />

9 C. PAVONE, Una guerra civile. Saggio storico sulla moralità nella Resistenza, Torino,<br />

Einau<strong>di</strong>, 1991.<br />

10 Cfr. BATTINI-PEZZINO, op.cit., pp. XII-XIV.<br />

– 213 –

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