MISCELLANEA 2004 2005.pdf - Liceo Ginnasio Statale Orazio di ...

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Né per la deportazione né per lavoro? No, aveva già sessant’anni. Questo era primi di Luglio fine Giugno del ’44. Mio papà che era del ’82 aveva già più di sessant’anni. Siamo usciti insieme facendo finta di non conoscerci, ognuno ha preso un tram diverso e ci siamo ritrovati a casa un’altra volta. Lì a Firenze avevamo una casa che dava sulla ferrovia, gli Americani ci hanno bombardato e poi hanno combattuto strada per strada. Una notte sentiamo urlare, era l’alba, era un gruppo di Tedeschi in ritirata che stavano violentando una ragazza nella casa di fronte. Nel buio della notte sentivi questa che urlava, ci siamo affacciati, mio papà che sapeva il tedesco capì che in ritirata stavano violentando così per sfizio. Mi prese, e dice adesso passano il portone e allora mi portò in terrazza e mi fece mettere di fuori oltre una colonna. Mi disse di rimanere lì, dopo o vieni a casa o vai dai vicini e io sono rimasta qualche momento attaccata di fuori per vedere se venivano e se suonavano. Ma a proposito di lingua tedesca, lei diceva, raccontando dell’eccidio che i nella canonica i Tedeschi si sono seduti a tavola, e lei li ha serviti... Praticamente loro sono arrivati, sono venuti da noi, hanno ordinato il pranzo e hanno voluto che le due donne della parrocchia li servissero, vedi l’ufficialità. Li ho serviti e siccome capivo e parlavo il tedesco ero quasi bilingue. Ho dovuto servire a tavola mentre capivo quello che facevano, ho dovuto resistere a questi che raccontavano che avevano ammazzato un bambino, che avevano violentato una ragazza prima di ammazzarla. Io che capivo benissimo, molto meglio di adesso, e io imperterrita ho avuto la forza di non tradirmi. Ci sono stati dei processi, qualcuno è stato denunciato? Era la migliore sezione delle SS, la Hermann Goering, la crema delle SS. A me un ragazzino che non avrà avuto nemmeno diciotto anni ci ha portato via tutti i soldi che avevamo, cinque lire ci ha lasciato. La tragedia, mio papà parlava perfettamente tedesco io anche molto bene, capivo quello che si dicevano. A parte la paura di come si muore il dramma era questo, capivo ma dovevo fare finta di niente. Lei è rimasta in contatto con qualcuno dei superstiti negli anni successivi? Ma superstiti non ce ne sono stati, solo il parroco e la nipotina. Poi io non – 208 –

ho avuto più il coraggio di andare, vorrei andare ma credo di disperarmi troppo. A Firenze poi quanti anni è rimasta? Mio papà poi ha comprato casa si è risposato, io ho la tomba a Firenze. Lei ha mai letto mai qualcosa delle stragi toscane,è riuscita a farsi un’idea al di là della sua storia privata di quello che è accaduto? Mio papà era ispettore delle Assicurazioni Generali e girava tutta la Toscana. Un giorno tornò sconvolto quasi piangeva perché attorno a Lucca fecero un altro eccidio e però quello è stato molto reclamizzato. Sarà stato Sant’Anna di Stazzema... Sì, e mio papà dice tu non sai che non siamo i soli che anche a Sant’Anna hanno fatto una strage. Ma in moltissimi luoghi ci sono una quantità infinita di episodi di violenza. Anche in Emilia a Marzabotto, ma quello si conosce perché è molto reclamizzato. Però di Stia nessuno sa quasi niente. Infatti è molto importante che lei lo racconti. Lo sa quanti morti ci sono stati? Ma io credo un centotrenta, cento quaranta in tutta la vallata. Sì, e duecentoottantanove in tutta l’area del Falterona... È probabile, gli unici sopravvissuti eravamo io, mio padre, la perpetua, il parroco e la sua nipotina perché noi passavamo ed erano tutti morti. In questi anni ha cercato di dimenticare, o comunque che sentimenti prova nei confronti di questo passato così terribile? Io ringrazio Dio che a quattordici anni mi ero fissata in testa che avrei fatto il medico, perché lavoravo talmente tanto e quando facevo il medico lì dovevo stare, lì dovevo vedere cos’era e cosa scrivevo di ricette perciò tornavo a casa mangiavo e mi buttavo a dormire, qualche volta mi invitava qualcuno a cena. Tutte queste cose sono venute fuori inaspettatamente – 209 –

ho avuto più il coraggio <strong>di</strong> andare, vorrei andare ma credo <strong>di</strong> <strong>di</strong>sperarmi<br />

troppo.<br />

A Firenze poi quanti anni è rimasta?<br />

Mio papà poi ha comprato casa si è risposato, io ho la tomba a Firenze.<br />

Lei ha mai letto mai qualcosa delle stragi toscane,è riuscita a farsi un’idea<br />

al <strong>di</strong> là della sua storia privata <strong>di</strong> quello che è accaduto?<br />

Mio papà era ispettore delle Assicurazioni Generali e girava tutta la<br />

Toscana. Un giorno tornò sconvolto quasi piangeva perché attorno a Lucca<br />

fecero un altro ecci<strong>di</strong>o e però quello è stato molto reclamizzato.<br />

Sarà stato Sant’Anna <strong>di</strong> Stazzema...<br />

Sì, e mio papà <strong>di</strong>ce tu non sai che non siamo i soli che anche a Sant’Anna<br />

hanno fatto una strage.<br />

Ma in moltissimi luoghi ci sono una quantità infinita <strong>di</strong> episo<strong>di</strong> <strong>di</strong> violenza.<br />

Anche in Emilia a Marzabotto, ma quello si conosce perché è molto reclamizzato.<br />

Però <strong>di</strong> Stia nessuno sa quasi niente.<br />

Infatti è molto importante che lei lo racconti. Lo sa quanti morti ci sono stati?<br />

Ma io credo un centotrenta, cento quaranta in tutta la vallata.<br />

Sì, e duecentoottantanove in tutta l’area del Falterona...<br />

È probabile, gli unici sopravvissuti eravamo io, mio padre, la perpetua, il<br />

parroco e la sua nipotina perché noi passavamo ed erano tutti morti.<br />

In questi anni ha cercato <strong>di</strong> <strong>di</strong>menticare, o comunque che sentimenti prova<br />

nei confronti <strong>di</strong> questo passato così terribile?<br />

Io ringrazio Dio che a quattor<strong>di</strong>ci anni mi ero fissata in testa che avrei fatto<br />

il me<strong>di</strong>co, perché lavoravo talmente tanto e quando facevo il me<strong>di</strong>co lì<br />

dovevo stare, lì dovevo vedere cos’era e cosa scrivevo <strong>di</strong> ricette perciò<br />

tornavo a casa mangiavo e mi buttavo a dormire, qualche volta mi invitava<br />

qualcuno a cena. Tutte queste cose sono venute fuori inaspettatamente<br />

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