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MISCELLANEA 2004 2005.pdf - Liceo Ginnasio Statale Orazio di ...

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Mio papà ha fatto rifare l’archivio della parrocchia <strong>di</strong> Bancora <strong>di</strong> Trieste.<br />

Dicendo che praticamente mia nonna materna, atea ma ufficialmente cattolica,<br />

spaventata che questa sua nipotina morisse non battezzata, <strong>di</strong> nascosto<br />

dai genitori mi aveva portato a Bancora e mi aveva fatto battezzare: questo<br />

non era niente vero. Mio papà poi pagando fior <strong>di</strong> quattrini ha dovuto far<br />

rifare un anno intero <strong>di</strong> battesimi <strong>di</strong> quella parrocchia per mettermi dentro<br />

l’archivio.<br />

Quin<strong>di</strong> siete scappati da Firenze, avevate un’informazione su Stia Vallucciole.<br />

Come avevate saputo <strong>di</strong> questo posto?<br />

Siamo scappati da Firenze come Ebrei. Allora il Franco Mori che poi è<br />

<strong>di</strong>ventato <strong>di</strong>rettore della clinica neuro-psichiatrica che allora era innamorato<br />

<strong>di</strong> me e mi stava appiccicato, un giorno faceva il servizio militare, in quel<br />

momento, e venne a sapere che quel pomeriggio avrebbero cominciato a<br />

fare un retata degli ebrei a Firenze. Venne a casa nostra non trovò né mio<br />

papà né me e lasciò un biglietto nella cassetta delle poste: “scappate, oggi<br />

prima retata”, e basta. Si capì subito io gli telefono e gli <strong>di</strong>co dove an<strong>di</strong>amo?<br />

E lui mi <strong>di</strong>ce senti in Casentino a Stia c’è la balia che mi ha allattato,<br />

vai a nome mio dalla mia balia. Abbiamo preso quattro cose, abbiamo<br />

portato via i gioielli <strong>di</strong> mia mamma che c’erano ancora, un po’ <strong>di</strong> sol<strong>di</strong>, i<br />

piatti d’argento <strong>di</strong> casa che poi abbiamo dovuto vendere e così coi piatti<br />

d’argento, abbiamo preso il treno e siamo andati a Stia, dove il parroco <strong>di</strong><br />

Prato Vecchio...<br />

Prato Magno o Prato Vecchio?<br />

No, Prato Magno è l’altro. È la montagna da dove io vedevo poi bombardare<br />

la Val d’Arno. E naturalmente il parroco <strong>di</strong>ce no qui a Prato Vecchio<br />

non potete stare. Si andò su in un posto alla Consuma, il valico. Un mezzadro<br />

che aveva un campo alla Consuma ci affittò una camera, se nonché<br />

questo vecchio <strong>di</strong> sessant’anni, io ne avevo <strong>di</strong>ciotto <strong>di</strong>ciannove, si innamorò<br />

<strong>di</strong> me e cominciò a tentare <strong>di</strong> mettermi le mani addosso, anche brutalmente,<br />

e allora mio papà lo affrontò.<br />

Lei doveva avere vent’anni, vero?<br />

Io sono del novembre del ’23 e nel ’44 avevo vent’anni. Praticamente<br />

questo intendeva mettermi le mani addosso, io lo <strong>di</strong>ssi a papà guarda che<br />

– 205 –

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