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MISCELLANEA 2004 2005.pdf - Liceo Ginnasio Statale Orazio di ...

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la “ratio superior”, la luce <strong>di</strong>vina. La reminiscenza platonica <strong>di</strong>venta in<br />

Agostino un ricordarsi <strong>di</strong> Dio. Il fascino <strong>di</strong> scavare nel profondo alla ricerca<br />

della propria identità ha contagiato nel tempo scienziati, teologi e letterati<br />

oltre che i filosofi. Tutti hanno riconosciuto, ognuno nel suo campo, il carattere<br />

creativo, costruttivo della memoria; essa non è solo un grande magazzino<br />

cui attingere, ma ha una valenza <strong>di</strong>namica del tutto originale. Basti<br />

pensare a Proust e al suo cammino alla ricerca del tempo perduto o allo<br />

stesso Freud quando riconosce alla memoria una funzione terapeutica per il<br />

suo valore <strong>di</strong> verità. Infatti: “nella memoria l’uomo conserva tutte quelle<br />

promesse o potenzialità che sono state tra<strong>di</strong>te o perfino <strong>di</strong>chiarate fuori<br />

legge dall’in<strong>di</strong>viduo maturo e civile, ma che una volta nel suo passato nebuloso<br />

furono realizzate e non sono state mai completamente <strong>di</strong>menticate...”.<br />

Per questo il recupero, l’esplorazione del profondo significa scoperta <strong>di</strong> verità<br />

rigorose “il cui peso dovrà alla fine infrangere la cornice entro la quale<br />

esse furono confinate”. Voglio davvero ricordare? In genere il passato conta<br />

perché ha un significato per me e tuttavia quando provo a “ricostruirmi” incontro<br />

necessariamente gli altri, cosicché <strong>di</strong>venta inevitabile il confronto<br />

con la memoria collettiva, quella che si espande nel più vasto ambito storico-sociale.<br />

J. Chesneaux afferma che la memoria collettiva, il richiamo<br />

alla storia, operano in rapporto col futuro: “il rapporto <strong>di</strong>alettico tra passato<br />

e futuro fatto <strong>di</strong> continuità e <strong>di</strong> rottura, <strong>di</strong> coesione e <strong>di</strong> lotta, è la trama<br />

stessa della storia...”.<br />

Facciamo i conti, dunque, col nostro passato, non chiu<strong>di</strong>amo le porte<br />

della memoria, affrontiamo a livello in<strong>di</strong>viduale e sociale quello che siamo<br />

stati e quello che siamo, perché solo nella consapevolezza sono possibili le<br />

scelte coraggiose.<br />

Come voglio che parlino <strong>di</strong> me? Se questa domanda banalmente semplice<br />

se la fossero posta in passato e se la ponessero oggi i responsabili del<br />

destino dei popoli forse la Luce <strong>di</strong> cui parlava Agostino avrebbe la meglio<br />

fin negli angoli più bui della nostra memoria.<br />

DIMMI CHE SOGNI FAI E TI DIRÒ CHI SEI<br />

Tra la vita e il sogno c’è una relazione forte, come <strong>di</strong> parentela. Gli uomini<br />

lo hanno sempre saputo. Spesso illusione, a volte messaggio che contiene<br />

in sé una sapienza nascosta, il sogno rappresentava già per i Greci una<br />

sorta <strong>di</strong> sfida davanti alla quale i poteri dell’intelletto mostrano <strong>di</strong> essere<br />

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