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MISCELLANEA 2004 2005.pdf - Liceo Ginnasio Statale Orazio di ...

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la vita terrena in una prospettiva <strong>di</strong> autoaffermazione e <strong>di</strong> perpetuazione del<br />

proprio ricordo nelle opere nobili realizzate; assumono invece posizioni più<br />

tra<strong>di</strong>zionaliste il clero e quella fetta della popolazione che non accetta <strong>di</strong><br />

rinnegare il culto cattolico, la presenza delle tombe nelle chiese, il fasto lugubre<br />

dello stile funerario barocco, e il memento mori delle epigrafi, dei riti<br />

espiatori e del sistema delle indulgenze.<br />

Un’eco <strong>di</strong> questo <strong>di</strong>battito si avverte nel carme de I Sepolcri <strong>di</strong> Foscolo,<br />

la cui filosofia è tutta mondana ed antiascetica, avendo ere<strong>di</strong>tato il pensiero<br />

materialistico ed ateo <strong>di</strong> La Mettrie, Holbach ed Helvétius, per il quale<br />

l’anima non sopravvive al corpo e la tomba dunque non serve al morto, ma<br />

al vivo, nutrendo in lui “l’illusione” <strong>di</strong> una sopravvivenza del proprio valore<br />

in<strong>di</strong>viduale nella storia e nella poesia.<br />

Non sapendo rassegnarsi al “nulla eterno” 5 a cui in termini materialistici<br />

si riduce la morte, l’uomo deve ritornare al culto del sepolcro, come<br />

nodo d’affetti per cui si vive “con l’amico estinto e l’estinto con noi”, con la<br />

donna amata e con il “passegger solingo” che ode il sospiro che dal “tumulo<br />

a noi manda natura”.<br />

Il pensiero della morte si trasforma perciò in una vigorosa riaffermazione<br />

della vita e dei suoi valori, investiti da un sentimento mitizzante tutto<br />

foscoliano: l’“armonia del giorno”, “la bella d’erbe famiglia e d’animali”,<br />

lo “spirto delle vergini Muse e dell’amore”, la danza delle Ore future con<br />

il loro corteo <strong>di</strong> speranze e promesse. La critica ha infatti osservato che<br />

dall’ardua tessitura concettuale del carme è possibile enucleare una serie <strong>di</strong><br />

petrarcheschi Trionfi, sottratti all’ispirazione profondamente cristiana tipica<br />

del Me<strong>di</strong>oevo: il Trionfo della morte sulla vita (vv. 1-20), quello del sepolcro<br />

sulla morte (vv. 21-210), del tempo sul sepolcro (vv. 211-235), della<br />

poesia eternatrice sul tempo (vv. 236-275). In definitiva sul nucleo originario<br />

del pensiero materialistico si riafferma una concezione idealistica, che<br />

rimanda soprattutto a Vico e al suo culto <strong>di</strong> Omero e del poeta-vate (cfr.<br />

Asor Rosa e Pagliaro). Il carme si chiude infatti con l’immagine del cieco<br />

cantore che abbraccia le urne nella Troade “inseminata” e con l’esaltazione<br />

del sangue <strong>di</strong> Ettore versato per la patria. Presto tutta una generazione <strong>di</strong> patrioti,<br />

a partire da Mazzini, riconoscerà il carattere risorgimentale <strong>di</strong> questa<br />

poesia che il pathos civile e politico sottrae all’ambito dell’autobiografismo,<br />

facendone un modello <strong>di</strong> arte impegnata.<br />

5 Sonetto Alla Sera <strong>di</strong> Foscolo: “Vagar mi fai co’ miei pensier su l’orme / che vanno al<br />

nulla eterno”.<br />

– 153 –

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