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MISCELLANEA 2004 2005.pdf - Liceo Ginnasio Statale Orazio di ...

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officia e negotia che invece Agricola, e Tacito stesso, avevano continuato a<br />

prestare all’impero, <strong>di</strong>mostrando quale debba essere la condotta <strong>di</strong> un uomo<br />

onesto e <strong>di</strong> un onesto funzionario al tempo della <strong>di</strong>ttatura.<br />

Dunque se è vero che – imposta o scelta – la morte, o l’uccisione pro<strong>di</strong>toria,<br />

assumono una innegabile grandezza artistica e morale nelle pagine<br />

degli Annales, soprattutto in quelle riservate alla congiura <strong>di</strong> Pisone, è innegabile<br />

che il suici<strong>di</strong>o <strong>di</strong> Petronio, <strong>di</strong>staccandosi dall’enfasi drammatica <strong>di</strong><br />

chi filosofeggia morendo, incarna una parte delle riserve dello storico,<br />

emerse molto chiaramente proprio nell’elogio del suocero Agricola. 4 Era<br />

stata d’altronde la posizione ideologica dello stesso Tacito, il quale aveva<br />

servito l’impero anche sotto la tirannia <strong>di</strong> Domiziano, senza lasciarsi contaminare<br />

dai crimini e dai delitti che la caratterizzavano.<br />

Quando alla fine del Settecento la borghesia conquista, dopo il potere<br />

economico, anche quello politico, la letteratura e le arti interpretano in<br />

modo nuovo il tema della morte. Dapprima nell’ambito del neoclassicismo,<br />

poi con la rivoluzione romantica ed infine con il trionfo del romanzo in tutta<br />

la sua ricca tipologia, questo tema subisce una rivisitazione in chiave via via<br />

più moderna e più vicina alla nostra sensibilità; l’arte si accompagna necessariamente<br />

all’evoluzione del costume e dell’immaginario collettivo: basti<br />

pensare agli eroi romantici del suici<strong>di</strong>o, quali Werther e Ortis, alle morti<br />

e<strong>di</strong>ficanti <strong>di</strong> Adelchi ed Ermengarda nel Manzoni, alle impassibili ed agghiaccianti<br />

descrizioni della fine <strong>di</strong> papà Grandet in Balzac, <strong>di</strong> Madame<br />

Bovary in Flaubert e <strong>di</strong> Nana in Zola, o allo splen<strong>di</strong>do romanzo già profondamente<br />

“esistenzialistico” <strong>di</strong> Tolstoi: La morte <strong>di</strong> Ivan Illich, su cui si<br />

sarebbe sviluppata la riflessione <strong>di</strong> Heidegger.<br />

Nell’area tedesca dello Sturm und Drang il dolore cosmico e il <strong>di</strong>sgusto<br />

per il filisteismo <strong>di</strong> una società, ancora largamente feudale nel suo assetto,<br />

inducono al suici<strong>di</strong>o “anime belle”, tormentate dall’anelito all’infinito, pur<br />

in assenza <strong>di</strong> motivazioni politiche – ed è il caso <strong>di</strong> Werther –, mentre<br />

in Italia Ortis si uccide anche in conseguenza <strong>di</strong> “una delusione storica”.<br />

Nei romanzi epistolari <strong>di</strong> Goethe e <strong>di</strong> Foscolo, come poi nelle Canzoni<br />

4 Si tratta della monografia intitolata appunto Agricola, in cui la critica ha riconosciuto il<br />

genere misto della biografia e dell’elogio funebre: quello che Tacito fa del proprio suocero, con<br />

intenti anche <strong>di</strong> apologia personale, rispetto a coloro (e dovevano essere molti!) che con l’avvento<br />

<strong>di</strong> Traiano intendevano far pagare a Tacito il suo attivismo politico a fianco <strong>di</strong> Domiziano,<br />

o<strong>di</strong>oso tiranno, in un’epurazione dei ranghi amministrativi e delle carriere militari che appariva<br />

nella logica della transizione ad un regime imperiale “illuminato”.<br />

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