MISCELLANEA 2004 2005.pdf - Liceo Ginnasio Statale Orazio di ...
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mentarie egli si lasciò andare, come facevano i più che si toglievano la vita, ad<br />
adulare Nerone, Tigellino o qualunque altro; ma vi descrisse accuratamente la<br />
vita scandalosa del principe, citando con i loro nomi giovani corrotti e donne <strong>di</strong><br />
malaffare, e, per filo e per segno, l’enormità <strong>di</strong> ogni <strong>di</strong>ssolutezza del principe;<br />
quin<strong>di</strong>, postovi il sigillo, mandò ogni cosa a Nerone.<br />
Spezzò poi l’anello del sigillo, perché non dovesse più tar<strong>di</strong> servire a provocare<br />
altre vittime”.<br />
(Annales, L.XVI, cap. 19, traduzione <strong>di</strong> Mario Stefanoni)<br />
Questa uscita <strong>di</strong> scena è consona al personaggio, <strong>di</strong> cui Tacito ci ha<br />
consegnato un mirabile ritratto “paradossale”, come <strong>di</strong> uno scettico gaudente<br />
e raffinato che rivela insospettabili doti <strong>di</strong> governo e <strong>di</strong> energia nel comando<br />
militare. Ma questo tipo <strong>di</strong> suici<strong>di</strong>o fa in realtà da contraltare alla ambitiosa<br />
mors degli altri congiurati, per es. <strong>di</strong> Seneca. Infatti se sul piano artistico Tacito<br />
celebra gli exitus inlustrium virorum, conferendo ad essi quella finezza<br />
<strong>di</strong> rappresentazione psicologica e quello stile fatto <strong>di</strong> potenti scorci, <strong>di</strong> ellissi<br />
e <strong>di</strong> concisione nelle acute sententiae, sul piano ideologico lo storico in realtà<br />
anche nell’Agricola esprime il suo aperto <strong>di</strong>ssenso rispetto a scelte che non<br />
con<strong>di</strong>vide: poiché c’è sempre un legame tra le scelte della vita e della morte,<br />
lo stoicismo nell’età imperiale era <strong>di</strong>ventato, anche grazie alla setta dei Sestii,<br />
la filosofia degli oppositori del regime, senatori scontenti, che rimpiangevano<br />
la Libertas repubblicana per conservatorismo, ed avevano creato il<br />
mito politico ed umano <strong>di</strong> Catone Uticense (come risulta chiaro dal poema<br />
lucaneo 3 della Pharsalia). Costoro filosofeggiavano, e all’occorrenza congiuravano<br />
contro il tiranno, per poi suicidarsi e proporsi come martiri del<br />
regime. Tacito ritiene sterile e velleitario questo tipo <strong>di</strong> opposizione, capace<br />
<strong>di</strong> produrre danni alla res publica, a cui i congiurati sottraevano contributi <strong>di</strong><br />
3 Come altri poeti ed intellettuali contemporanei Lucano, nipote <strong>di</strong> Seneca, si era lasciato<br />
lusingare dal programma neroniano <strong>di</strong> rinascita delle humanae litterae e dal mecenatismo dell’imperatore;<br />
<strong>di</strong> questa illusione rimane traccia nell’elogio <strong>di</strong> Nerone che ricorre nei libri iniziali<br />
del Bellum Civile, poema noto anche col titolo <strong>di</strong> Pharsalia. Successivamente gli aspetti illiberali<br />
e maniacali <strong>di</strong> Nerone gli alienarono questi consensi, e Lucano stesso esprime la sua avversione<br />
all’impero facendo <strong>di</strong> Catone Uticense il vero e proprio eroe positivo della storia del I sec.<br />
a.C., mentre in luce sfavorevole appaiono Cesare e in qualche misura Pompeo: da qui nasce la<br />
lunga tra<strong>di</strong>zione che accompagnando la fortuna del poema lucaneo, straor<strong>di</strong>naria per tutto il<br />
Me<strong>di</strong>oevo, giunge fino a Dante che <strong>di</strong> Catone fa il severo custode del Purgatorio: eppure si<br />
trattava <strong>di</strong> un pagano e <strong>di</strong> un suicida! Quanto a Lucano, entrò anche lui nella congiura dei Pisoni<br />
(64 d.C.) e Tacito ne rievoca la morte, macchiata dalla vergogna <strong>di</strong> una denuncia fatta dal poeta<br />
a carico della propria madre, nel vano tentativo <strong>di</strong> sfuggire così alla repressione neroniana ed<br />
alla propria fine.<br />
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