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MISCELLANEA 2004 2005.pdf - Liceo Ginnasio Statale Orazio di ...

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asterebbe il confronto con Cesare, che esalta la morte eroica dei suoi milites<br />

ancor più che quella degli ufficiali e dei condottieri, o il raffronto con la novella<br />

Libertà <strong>di</strong> Verga, ispirata alla strage <strong>di</strong> Bronte del 1860, in cui lo scrittore,<br />

senza parteggiare per i rivoltosi, ne rappresenta con straor<strong>di</strong>naria efficacia<br />

la protesta sociale, la furia omicida e il successivo smarrimento, ed infine<br />

la condanna da parte della giustizia “borghese”, da parte dei “cappelli”:<br />

gli assassini <strong>di</strong> un tempo sono <strong>di</strong>ventati vittime e Verga fa propria la loro<br />

protesta: “Perché mi condannate? Ma se c’era la libertà!” Ma questa è una<br />

rappresentazione letteraria con<strong>di</strong>zionata da milleesettecento anni <strong>di</strong> storia,<br />

dallo sviluppo del capitalismo, del liberalismo e della democrazia, dalla lotta<br />

<strong>di</strong> classe. Nell’ottica <strong>di</strong> Tacito, invece, da quando c’è l’impero, i citta<strong>di</strong>ni romani<br />

sono <strong>di</strong>ventati “fango”, una massa anonima, priva <strong>di</strong> or<strong>di</strong>ne e <strong>di</strong> valori,<br />

facile preda delle passioni e dei bisogni elementari: che questa folla viva o<br />

muoia, sembra importare poco a Tacito, che la <strong>di</strong>sprezza profondamente. Ora<br />

la politica è agita nel palazzo, tra cortigiani servili, delatori e tiranni folli e<br />

crudeli, secondo gli schemi propri del <strong>di</strong>spotismo <strong>di</strong> ogni età, ed è dunque<br />

l’in<strong>di</strong>vidualismo quello che conta. Per questo la storiografia tacitiana si nutre<br />

<strong>di</strong> biografia, procede per potenti ritratti psicologici e conferisce vera drammaticità<br />

solo alla morte in<strong>di</strong>viduale, quella che esce dall’anonimato.<br />

È la morte terribile <strong>di</strong> Agrippina, quella <strong>di</strong> Britannico, giovinetto fiero<br />

ed innocente, è il suici<strong>di</strong>o eroico della liberta Epicari, più virile, lei donna e<br />

già schiava, che non tanti citta<strong>di</strong>ni romani, senatori ed aristocratici, piegati<br />

alla delazione dalla paura e dalle torture: mentre il poeta Lucano, appartenente<br />

alla potente famiglia degli Annei e nutrito <strong>di</strong> filosofia stoica, arriva a<br />

denunciare ad<strong>di</strong>rittura sua madre, nella vana speranza <strong>di</strong> aver salva la vita,<br />

Epicari invece, benché il suo corpo sia tutto slogato, per non tra<strong>di</strong>re i congiurati<br />

e dubitando <strong>di</strong> se stessa, trova la forza <strong>di</strong> impiccarsi con una fascia al<br />

sostegno della lettiga in cui è adagiata.<br />

Memorabile è soprattutto il suici<strong>di</strong>o <strong>di</strong> Petronio, arbiter elegantiarum.<br />

“Per caso in quei giorni Cesare s’era recato in Campania e Petronio, che s’era<br />

spinto fino a Cuma, venne colà trattenuto; egli non sopportò l’idea <strong>di</strong> starsene più<br />

a lungo sospeso tra timore e speranza. Tuttavia non si tolse la vita con precipitazione,<br />

ma, secondo il suo capriccio, si fece tagliare le vene, poi richiudere, poi<br />

aprire <strong>di</strong> nuovo, mentre conversava con gli amici, non già su argomenti austeri o<br />

tali che gli procurassero fama <strong>di</strong> grande fermezza; né dagli amici egli voleva sentire<br />

nulla che trattasse dell’immortalità dell’anima o delle massime dei filosofi,<br />

ma solo poesie leggere e versi scherzosi. Ad alcuni schiavi fece dare delle ricompense,<br />

ad altri bastonate; si mise a tavola e si abbandonò al sonno, affinché la<br />

morte, sebbene imposta, sembrasse fortuita. Nemmeno nelle <strong>di</strong>sposizioni testa-<br />

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