MISCELLANEA 2004 2005.pdf - Liceo Ginnasio Statale Orazio di ...
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“sapienz- a-more”) che si riposa infine sulla salda sicurezza fonetica ma<br />
anche semantica <strong>di</strong> “virtute”. Sono questi, infatti, i tre fondamenti della<br />
religione cristiana, che hanno il loro principio rispettivamente nel<br />
Figlio, nello Spirito Santo e nel Padre.<br />
v. 105: tra feltro...: l’espressione è in stretta <strong>di</strong>pendenza dalla “nazione” (nascita)<br />
del Veltro: se si propende per l’ipotesi <strong>di</strong> un personaggio<br />
proveniente da umili origini, o ad<strong>di</strong>rittura al più povero tra i poveri,<br />
Gesù Cristo, il “feltro” sarà il panno <strong>di</strong> lana non tessuto, indumento <strong>di</strong><br />
scarsissimo valore destinato ai meno abbienti; se invece si pensa ad un<br />
imperatore, il “feltro” costituisce la fodera dell’urna che contiene il<br />
risultato <strong>di</strong> un’elezione; se, infine, il Veltro viene assimilato a papa Benedetto<br />
XI, trevigiano, o al veronese Cangrande della Scala, il termine<br />
può valere come una connotazione geografica (tra Feltre e Montefeltro).<br />
Ultima ipotesi, anche dal punto <strong>di</strong> vista della verosimiglianza, quella<br />
che vede nel Veltro lo stesso Dante; e tuttavia anche per lui si è trovato<br />
un “tra feltro e feltro” la cui plausibilità trovo invero alquanto opinabile.<br />
Il feltro, infatti, sarebbe rappresentato dal materiale <strong>di</strong> cui è tessuto<br />
il berretto dei Dioscuri, sotto il cui segno (i Gemelli), Dante ha avuto<br />
“nazione”. Resta, comunque, la suggestione <strong>di</strong> cui il Poeta ha circonfuso<br />
questi splen<strong>di</strong><strong>di</strong> quanto enigmatici versi, tesi e vibranti <strong>di</strong> una forza<br />
profetica che <strong>di</strong>ce tutta la protesta e la speranza <strong>di</strong> un cristiano deluso<br />
ma <strong>di</strong>speratamente aggrappato ad una fede incrollabile.<br />
v. 106: <strong>di</strong> quella umile...: quasi automaticamente, Dante si ritrova a citare<br />
Virgilio (“humilemque/ videmus Italiam”, Aen. III, 522-3); tuttavia, il<br />
testo latino viene completamente rielaborato dal Poeta italiano, che<br />
impronta <strong>di</strong> un significato morale, e forse anche sociologico, quanto in<br />
origine aveva valenza esclusivamente geografica, anzi, più precisamente,<br />
corografica (Virgilio si riferiva infatti alla bassezza delle coste<br />
italiche). L’Italia è, attualmente, “povera”: in senso morale, perché è<br />
stata abbandonata dall’imperatore e quin<strong>di</strong> degradata, essa che era pur<br />
sempre “il giar<strong>di</strong>n dello imperio” (Purg. VI, 105), a “nave sanza nocchiere<br />
in gran tempesta/ non donna <strong>di</strong> province, ma bordello”(Purg. VI,<br />
77-78). In senso sociologico, perché l’affermarsi della rapace classe<br />
mercantile, arricchitasi a <strong>di</strong>smisura, ha provocato un sempre maggior<br />
impoverimento <strong>di</strong> chi già era povero, anche istillando in lui l’esigenza<br />
<strong>di</strong> “falsi bisogni”.<br />
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