MISCELLANEA 2004 2005.pdf - Liceo Ginnasio Statale Orazio di ...
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Di non minore interesse le interpretazioni “sopra le righe”, formulate<br />
peraltro da personaggi autorevolissimi, come Ungaretti, che vede nel<br />
Veltro l’età dell’oro; Salvadori, che lo identifica con la povertà espressa<br />
come valore dagli or<strong>di</strong>ni men<strong>di</strong>canti; Filomusi Guelfi, secondo il quale<br />
esso simboleggerebbe lo Spirito Santo.<br />
Come si vede, malgrado l’autorevolezza e l’indubbio acume <strong>di</strong> molte<br />
delle ipotesi riportate, nessuna <strong>di</strong> queste si rivela pienamente persuasiva.<br />
Il vero nucleo del problema sta nell’impossibilità, malgrado tutto,<br />
<strong>di</strong> pervenire ad una qualsivoglia interpretazione puntuale senza provare<br />
un sottile senso <strong>di</strong> colpa: trattandosi, infatti, <strong>di</strong> una profezia post<br />
eventum, lo stesso Dante non poteva certamente riferirsi ad avvenimenti<br />
o persone ben precise, a meno che non coltivasse dentro <strong>di</strong> sé un’aspettativa<br />
nei confronti degli uni o delle altre. E davvero scommettere sulle<br />
speranze <strong>di</strong> Dante sembra quasi invaderne prepotentemente l’universo<br />
morale. Tutto ciò che, secondo me, è lecito pensare riguarda più che<br />
altro quell’atmosfera <strong>di</strong> attesa, talvolta sotto forma messianica, che<br />
pervadeva i tempi <strong>di</strong> Dante, specialmente nell’ambito popolare: basti<br />
ricordare l’impatto prodotto dalla pre<strong>di</strong>cazione francescana, oppure<br />
l’immensa popolarità del movimento gioachimita, che, contro le leggi<br />
dell’incipiente “capitalismo” tanto temuto da Dante, parlavano <strong>di</strong> rinnovamento<br />
in termini sia coscienziali, sia sociali, sia religiosi. Questa è,<br />
dunque, la speranza-profezia <strong>di</strong> Dante: un Rinnovamento totale, una<br />
palingenesi che, partendo dal centro propulsore, quell’Italia così bisognosa<br />
<strong>di</strong> aria pulita, si <strong>di</strong>ffonda in tutto il mondo, riportandolo ai valori<br />
del cristianesimo primitivo.<br />
v. 103: peltro: con proce<strong>di</strong>mento metonimico, Dante così in<strong>di</strong>ca la moneta,<br />
composta da una lega <strong>di</strong> stagno, argento e piombo. Sembra quasi <strong>di</strong><br />
sentire il suo <strong>di</strong>sprezzo <strong>di</strong> intellettuale “puro” verso qualcosa che invece<br />
è risultato <strong>di</strong> una commistione <strong>di</strong> materiali: la moneta, vessillo ed orgoglio<br />
del potente capitalismo comunale, rappresenta per il Poeta il<br />
simbolo della decadenza morale e del degrado <strong>di</strong> una società che, persi<br />
i valori basilari, non può che sperare nel “Veltro”, restauratore dell’Or<strong>di</strong>ne<br />
<strong>di</strong>vino.<br />
v. 104: sapienza...: Dante indugia con un certo compiacimento su questo<br />
trinomio, i primi due membri del quale rappresentano un crescendo<br />
musicale (sostenuto sia dalla <strong>di</strong>eresi <strong>di</strong> “sapienza” sia dalla sinalefe<br />
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