MISCELLANEA 2004 2005.pdf - Liceo Ginnasio Statale Orazio di ...
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Così l’“autore” è per il Poeta, in senso attivo, il promotore <strong>di</strong> un’esperienza,<br />
nel caso <strong>di</strong> Dante quella intellettuale-poetica; in senso passivo,<br />
è colui che è depositario <strong>di</strong> auctoritas, cioè, come si trova scritto nel<br />
Convivio, “persona degna <strong>di</strong> essere creduta e obe<strong>di</strong>ta” (IV, vi, 5).<br />
v. 86: tu...tolsi: sempre nel segno <strong>di</strong> una sincera ma non sprovveduta captatio<br />
benevolentiae, Dante sottolinea la sua ammirazione per Virgilio<br />
solennizzando ancora, se ce ne fosse bisogno, l’incontro con l’anafora<br />
“tu...tu”.<br />
v. 87: lo bello stilo: Dante, non senza orgoglio e quasi a guadagnarsi la considerazione<br />
<strong>di</strong> Virgilio, cita latentemente le proprie canzoni allegoricodottrinali,<br />
laddove si valeva dello stile “tragico”, il più nobile, quello<br />
riservato agli argomenti più elevati.<br />
v. 88: ve<strong>di</strong>...volsi: finalmente, dopo essersi in qualche modo <strong>di</strong>chiarato<br />
meritevole <strong>di</strong> aiuto, Dante avanza nei confronti <strong>di</strong> Virgilio la richiesta<br />
che gli urgeva dentro: quella <strong>di</strong> essere liberato dal pericolo incombente,<br />
la “bestia”. Non c’è bisogno <strong>di</strong> argomentazioni retoriche, della ricostruzione<br />
dei fatti, della descrizione fenomenologica: la “bestia”, cioè il<br />
peccato, nella sua patente irrazionalità, parla da sé.<br />
v. 89: saggio: per Dante, uomo del suo tempo e quin<strong>di</strong> aderente alla sua<br />
Weltanschauung, la personalità del poeta coincide con quella del saggio<br />
per eccellenza, <strong>di</strong> colui che vede più in là rispetto agli altri (in fondo, è<br />
la concezione baudelairiana del poeta-veggente): nel Convivio “saggio”<br />
è Giovenale, nella Vita Nuova Guinizelli, nell’Inferno Omero, <strong>Orazio</strong>,<br />
Ovi<strong>di</strong>o, Lucano, nel Purgatorio Stazio.<br />
v. 90: le vene e i polsi: giustamente celebre per la sua efficacia, l’espressione<br />
rappresenta, dal punto <strong>di</strong> vista retorico, una metonimia: Dante<br />
qualifica in un attimo (non c’è tempo da perdere, ed egli ne ha già speso<br />
tanto nella pur necessaria celebrazione del poeta mantovano!) l’intera<br />
realtà del il suo stato psico-fisico, allo scopo <strong>di</strong> guadagnarsi la simpatia,<br />
e quin<strong>di</strong> l’aiuto, <strong>di</strong> Virgilio.<br />
v. 91: a te...: in quel “conviene” c’è tutta la saggezza <strong>di</strong> Virgilio, ma anche il<br />
suo ruolo, a Dante ancora non noto, <strong>di</strong> esecutore della volontà <strong>di</strong>vina:<br />
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