MISCELLANEA 2004 2005.pdf - Liceo Ginnasio Statale Orazio di ...
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<strong>di</strong> istruirlo ed iniziarlo ai significati profon<strong>di</strong> della visione, <strong>di</strong> agevolare<br />
la realizzazione della volontà <strong>di</strong>vina. Tuttavia nel nostro caso si tratta <strong>di</strong><br />
qualcosa <strong>di</strong> ben più articolato <strong>di</strong> una visione, come abbiamo avuto<br />
modo <strong>di</strong> chiarire più sopra; si tratta <strong>di</strong> un vero e proprio viaggio, del<br />
corpo oltre che dell’anima e con la partecipazione attenta ed attiva, e<br />
non estatica, del pellegrino. Questo fondersi <strong>di</strong> valori e significati<br />
implica necessariamente l’impossibilità, per Dante, <strong>di</strong> rappresentare se<br />
stesso ed il suo Docente come figure piatte, senza spessore: entrambi<br />
sono autentici, <strong>di</strong>segnati a tutto tondo, dotati <strong>di</strong> una propria personalità.<br />
Solo a questo punto, dopo aver chiarito i motivi storico-culturali e letterari<br />
della presenza <strong>di</strong> Virgilio nella Divina Comme<strong>di</strong>a, possiamo parlare<br />
<strong>di</strong> allegoria: come innumerevoli generazioni <strong>di</strong> studenti hanno appreso,<br />
senza troppa convinzione, sui banchi del liceo, Virgilio ipostatizza la<br />
Ragione, “summa” delle potenzialità intellettuali dell’uomo, che si è<br />
espressa gran<strong>di</strong>osamente nell’antichità e che nel me<strong>di</strong>oevo, grazie alla<br />
me<strong>di</strong>azione <strong>di</strong> San Tommaso, ha ricomposto la sua integralità con l’in<strong>di</strong>spensabile<br />
apporto della fede: tuttavia bisogna sfuggire alla tentazione<br />
<strong>di</strong> esaurire il ruolo (anzi: i “ruoli”, come apparirà nei suoi svariati interventi<br />
e come cercherò <strong>di</strong> volta in volta <strong>di</strong> chiarire) del Poeta latino nella<br />
esclusiva species allegorica, da considerare invece solo e sempre come<br />
complementare ad una figura autentica, con tutte le sue prerogative<br />
umane, con tutte le sue movenze intellettuali e con tutto il suo sommesso<br />
iter emotivo, uscita dallo scalpello poetico <strong>di</strong> Dante come una<br />
scultura finita, levigata dal dolore e polita con la pomice <strong>di</strong> una tragica<br />
consapevolezza.<br />
Eppure Benedetto Croce ha potuto pensare che questo scorcio del primo<br />
canto, questo “avvio”, sia “stentato”, a causa <strong>di</strong> un uso pesante dell’allegoria,<br />
per l’idealismo crociano “assassina” della poesia. Interpretazione<br />
da tempo superata: era sin troppo facile accorgersi che la complessità<br />
concettuale dei simboli <strong>di</strong> questa prima parte <strong>di</strong> canto si sposa<br />
perfettamente con l’altissimo valore poetico delle allegorie.<br />
omo...omo: da notare il chiasmo, imperfetto per la mancanza del verbo nella<br />
prima tranche della frase.<br />
v. 68: parenti...lombar<strong>di</strong>: Virgilio “latineggia” con grande <strong>di</strong>sinvoltura: qui<br />
si rifà a “parentes”, con il significato <strong>di</strong> “genitori”. In quanto a “lombar<strong>di</strong>”,<br />
si tratta <strong>di</strong> un evidente anacronismo: al tempo <strong>di</strong> Virgilio, infatti,<br />
Mantova era compresa nella Gallia cisalpina, mentre nel 1300 essa rien-<br />
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