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MISCELLANEA 2004 2005.pdf - Liceo Ginnasio Statale Orazio di ...

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v. 23: pelago: latinismo (dal neutro pelagus)<br />

v. 24: si volge: nel De rerum natura (II, 1) Lucrezio scrive: “Dolce è mirar<br />

da ben sicuro porto / l’altrui fatiche all’ampio mare in mezzo”.<br />

Ma Dante non conobbe il grande poeta latino, sprofondato nell’oblio<br />

comminatogli dal Me<strong>di</strong>oevo cristiano da cui lo avrebbe tratto alla luce<br />

Poggio Bracciolini nel 1417.<br />

guata: intensivo <strong>di</strong> “guardare”, risponde bene all’espressione <strong>di</strong> sentimenti<br />

“intensi”, qui variamente qualificati: “paura”, “compunto”, “lago del<br />

cor”, “tanta pièta”, “lena affannata”; nell’opera si trova sempre a fin <strong>di</strong><br />

verso, in rima.<br />

v. 25: fuggiva: un’espressione efficacissima, allo stesso tempo poetica e realistica<br />

nell’in<strong>di</strong>viduare lo stato d’animo <strong>di</strong> sospensione, <strong>di</strong> trepidazione<br />

(chi non l’ha mai provato?) che permane anche dopo il raggiungimento<br />

della salvezza; un’immagine molto simile si trova in Purg. II, 12: “che<br />

va col core, e col corpo <strong>di</strong>mora”.<br />

v. 26: si volse a retro: nonostante il soggetto dell’azione sia un ente spirituale,<br />

l’immagine si evidenzia per la sua plasticità: Dante sente forte<br />

l’esigenza <strong>di</strong> fermarsi a riflettere sul “passo” che è stato il luogo del suo<br />

passato <strong>di</strong> peccatore e che tanto influisce sul destino morale dell’umanità.<br />

Da questo momento <strong>di</strong> acuta contemplazione prende le mosse la<br />

consapevolezza della profon<strong>di</strong>tà della sua esperienza: vale la pena<br />

osservare a fondo la realtà della vita passata nell’errore, imprimersi<br />

bene nella mente la negatività del passato per concepire un nuovo progetto<br />

per il futuro. Ma il pellegrino Dante ancora non sa (a <strong>di</strong>fferenza <strong>di</strong><br />

Dante-narratore) che ben altro percorso necessiterà alla palingenesi<br />

della sua anima, ora che è stato scelto da Dio come promotore <strong>di</strong> quella<br />

µετα´ νοια (conversione) che porterà il mondo sulla “retta via”.<br />

v. 27: che...viva: l’ambiguità semantica e sintattica del verbo “lasciare”<br />

rende problematica l’interpretazione del passo; alcuni ritengono <strong>di</strong> poterlo<br />

rendere con “(passo) che non nessun vivente lasciò mai” (ma così<br />

l’umanità appare invischiata nel peccato senza possibilità <strong>di</strong> redenzione,<br />

a <strong>di</strong>spetto della venuta <strong>di</strong> Cristo). Il Pagliaro ha proposto <strong>di</strong> intendere<br />

“passo” non come “selva” ma come luogo <strong>di</strong> passaggio dalla selva al<br />

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