X Acoustic Guitar InternationalMeeting - Dismamusica
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Supplemento editoriale a DISMAMUSICA MAGAZINE-Organo Ufficiale Associazione <strong>Dismamusica</strong><br />
Anno IX - N. XXXIV - Direttore Responsabile Gianni Cameroni<br />
X <strong>Acoustic</strong> <strong>Guitar</strong> <strong>InternationalMeeting</strong><br />
SARZANA 16 • 20 maggio 2007
COLOPHON<br />
Catalogo Ufficiale<br />
X <strong>Acoustic</strong> <strong>Guitar</strong><br />
International Meeting<br />
Supplemento editoriale a<br />
<strong>Dismamusica</strong> Magazine<br />
Anno IX - numero 34<br />
Redazione: S&G Partners srl<br />
Via Bainsizza, 30 - 20039 Varedo - MI<br />
tel 0362 583672 - fax 0362 544356<br />
www.sgstudio.it<br />
Direttore Responsabile:<br />
Gianni Cameroni<br />
Direttore Editoriale:<br />
Cristiano Cameroni<br />
Progetto grafico e impaginazione:<br />
S&G Partners srl<br />
Stampa: Emme K srl<br />
Fino Mornasco (CO)<br />
Hanno collaborato a questo numero:<br />
Alessio Ambrosi • Massimiliano Antonioli<br />
• Anna Cristofaro • Alessandro De<br />
Cristoforis<br />
Avventura a Sarzana<br />
3.<br />
di Alessio Ambrosi e Gianni Cameroni<br />
La parola del Sindaco<br />
di Alessandro de Cristoforis<br />
4.<br />
L’angolo dei bambini<br />
6.<br />
di Cristiano Cameroni<br />
Ritorno alle origini<br />
8.<br />
di Cristiano Cameroni<br />
A tu per tu con Paolo Giordano<br />
10.<br />
di Alessandro de Cristoforis<br />
La cartina del X AGIM<br />
11.<br />
a cura della redazione<br />
L’anima della didattica<br />
15.<br />
di Massimiliano Antonioli<br />
La lingua franca della liuteria<br />
16.<br />
di Massimiliano Antonioli<br />
Passeggiando fra gli stand<br />
18.<br />
a cura della redazione
Per il suo decimo compleanno la nostra manifestazione si meritava un<br />
regalo particolare e la realizzazione di questo catalogo è un premio che,<br />
d’accordo con gli amici di <strong>Dismamusica</strong>, abbiamo deciso di consegnare ad<br />
“un’avventura” iniziata, con molto coraggio, dieci anni fa.<br />
Chi l’avrebbe detto che, anno dopo anno, sarebbe stato possibile costruire<br />
uno dei più importanti e stimati appuntamenti internazionali di chitarra acustica,<br />
capace di richiamare all’interno della mura cinquecentesche della Fortezza Firmafede<br />
di Sarzana migliaia di appassionati, incantati ad osservare da vicino i migliori tra<br />
musicisti, liutai, produttori e distributori di chitarre rigorosamente con cassa armonica di legno (con<br />
qualche eccezione!)?<br />
Noi sì. Con un po’ di spavalderia e anche molta paura, avevamo intuito l’esistenza in Italia di uno<br />
spazio per la creazione e la crescita di una manifestazione musicale e fieristica totalmente acustica,<br />
in grado di presentare novità e meraviglie in campo artistico e di mercato. Soprattutto avevamo captato<br />
“l’orgoglio acustico” che, con qualche vena malinconica, brillava negli occhi di tanti innamorati<br />
ed addetti ai lavori faticosamente impegnati nell’emergere, ma pronti a seguire un progetto serio di<br />
affermazione.<br />
Questo catalogo vuole dare a musicisti, organizzazioni chitarristiche, giornalisti, espositori, produttori<br />
e distributori la consapevolezza di essere in ottima salute e la sua distribuzione in tutta Italia darà<br />
testimonianza di queste liete riflessioni oltrechè stimolo per un costante lavoro di crescita insieme.<br />
Grazie agli amici di <strong>Dismamusica</strong>, agli inserzionisti, a tutti i partners e benvenuti<br />
al decennale dell’<strong>Acoustic</strong> <strong>Guitar</strong> International Meeting!<br />
Molti mi<br />
Alessio Ambrosi<br />
conoscono come il portavoce<br />
ufficiale di DISMAMUSICA, l’associazione<br />
italiana di riferimento nel mondo dello strumento musicale.<br />
Ma da alcuni anni mi si trova “stampato” sui cataloghi di SHG a Milano (per il vintage<br />
e la liuteria elettrica) e, ora, anche sul catalogo dell’<strong>Acoustic</strong> <strong>Guitar</strong> International Meeting di<br />
Sarzana, nel regno della chitarra acustica.<br />
“Ma quanti cappellini hai?”, comincia a chiedermi chi mi incontra…<br />
Facile rispondere: uno. Quello di DISMAMUSICA: un’associazione al servizio dello strumento musicale<br />
in senso lato, che mette a disposizione l’appoggio del suo staff di comunicazione anche ai<br />
settori della liuteria acustica ed elettrica e anche (molti hanno già ricevuto il primo numero di AIARP<br />
Notizie) al settore del pianoforte acustico.<br />
Quando ho incontrato Alessio Ambrosi a Milano (l’idea è nata proprio durante l’ultimo SHG), di<br />
fronte all’idea di realizzare il catalogo di Sarzana, non ho saputo fare altro che aderire con entusiasmo.<br />
Ora voi che visitate la Fortezza Firmafede avete tra le mani una pubblicazione ricca di<br />
interviste, completa di una cartina e corredata di notizie sui prodotti, sull’offerta, sui<br />
personaggi...<br />
E naturalmente, essendo un catalogo, avete nomi e riferimenti degli espositori.<br />
Non solo. Questo, per voi, è gratis grazie agli inserzionisti, che verranno poi<br />
visti in tutta Italia perché spediremo questo stesso catalogo, come allegato,<br />
a tutti i lettori di <strong>Dismamusica</strong> Magazine. Anche a questo serve un’associazione<br />
di riferimento…<br />
Gianni Cameroni
Incontriamo il Sindaco Massimo Caleo nel suo<br />
ufficio, nel sontuoso palazzo comunale di Sarzana,<br />
dopo che un acquazzone ha reso tersa e frizzante<br />
una giornata iniziata sotto il segno della pioggia.<br />
Ci aspettavamo un po’ di anticamera, come di solito<br />
accade quando si chiede spazio per un’intervista<br />
a un Primo Cittadino, ma abbiamo dovuto attendere<br />
meno del canonico quarto d’ora accademico.<br />
Massimo Caleo ha volentieri risposto alle nostre domande sull’<strong>Acoustic</strong> <strong>Guitar</strong><br />
International Meeting, ma ha voluto far precedere ogni dichiarazione da un suo<br />
personale saluto ai visitatori che affolleranno le sale della Fortezza Firmafede. “Il<br />
turismo culturale di alto livello”, ha aggiunto, “come quello rappresentato dagli<br />
appassionati di musica che vengono in occasione del Meeting, è certamente una<br />
importante ricchezza per la nostra città. E sono veramente lieto di poter idealmente<br />
accogliere ogni visitatore dandogli il mio personale benvenuto in una cornice<br />
così suggestiva e prestigiosa come la Fortezza Firmafede”.<br />
Il Sindaco ha anche commentato l’importanza di eventi di cosi ampio spessore<br />
culturale, sia per l’intensa attività di incontri e convegni che si sviluppa attorno<br />
al Meeting, sia per la grande quantità di concerti che ogni anno Alessio Ambrosi<br />
riesce a inanellare attorno all’evento espositivo. “Quello che ci conforta”, ha detto<br />
a questo proposito, “è la qualità di quanto l’amico Ambrosi ha fatto in questi<br />
anni, una qualità riconosciuta dai maggiori estimatori e critici musicali, una qualità<br />
che, credo, ci invidia tutta Italia”.<br />
Parlando del valore della musica, il sindaco di Sarzana ha poi sottolineato come<br />
la sua diffusione, soprattutto tra i giovani, possa contribuire in modo significativo<br />
a migliorare i rapporti tra le persone, “...in quanto la musica”, ha detto, “porta<br />
con sé un linguaggio di pace e di invito alla civile convivenza, nel rispetto delle<br />
persone e nella gioia sia dell’ascolto che della produzione, che nessun’altra disciplina<br />
può vantare”.<br />
L’amministrazione comunale di Sarzana, attraverso il Sindaco, plaude dunque<br />
a questo evento culturale e musicale, che giunge quest’anno all’importante traguardo<br />
della sua decima edizione. u
Il mio primo incontro con Cristina<br />
Benefico è un incontro… telefonico.<br />
Lei a Lerici, io a Milano, siamo<br />
costretti per motivi di tempo a rinunciare<br />
all’intervista “di persona” e a scegliere la<br />
soluzione più informale del colloquio via telefono.<br />
Forse però è un bene; perché in questo<br />
modo, quasi stessi ascoltando la radio,<br />
vengo colpito innanzitutto dalla sua voce.<br />
Una cantante nel regno della chitarra<br />
Cristina Benefico è una cantante. Anzi, ad<br />
essere precisi occorre dire che è una cantante<br />
raffinata. E forse un osservatore superficiale<br />
potrebbe pensare che questa condizione<br />
basti a spiegare il tono particolare della sua<br />
voce, così dolce e così diretto. Se si ascoltano<br />
fino in fondo le sue parole, però, si sente<br />
con chiarezza che la sua è una voce buona,<br />
che trasmette emozioni e messaggi positivi<br />
e che, sia questo puro “mestiere” o qualità intrinseca<br />
della persona, è capace di incantare.<br />
Mi sbaglierò; ma l’incanto che Cristina trasmette<br />
è a mio parere uno dei motivi dell’enorme<br />
successo che ha accompagnato,<br />
l’anno scorso, il debutto del Kids’ Corner, il<br />
laboratorio/nursery da lei ideato e dedicato<br />
ai più piccoli visitatori dell’<strong>Acoustic</strong> Gui-<br />
tar International Meeting. Forti dell’esperienza<br />
acquisita e degli entusiastici<br />
consensi raccolti, gli organizzatori hanno<br />
deciso di riproporre anche quest’anno<br />
l’esperienza, aggiungendo nuovi<br />
obiettivi rispetto a quelli dell’anno<br />
scorso e ampliando il programma delle<br />
attività in vista del più alto<br />
numero di partecipanti attesi<br />
nel fine settimana. Sulla<br />
base di queste premesse,<br />
note a tutti attraverso il<br />
circostanziato programma<br />
della manifestazione, chiedo<br />
a Cristina di raccontare<br />
nel dettaglio la storia<br />
di quest’idea.<br />
La parola a Cristina<br />
“Avevamo notato”, racconta<br />
Cristina, “che nella fortezza<br />
Firmafede, in occasione<br />
dell’<strong>Acoustic</strong> <strong>Guitar</strong><br />
International Meeting, si<br />
aggiravano parecchi bambini.<br />
Quasi tutti, però,<br />
avevano un’aria annoiata,<br />
perché erano costretti a<br />
di Cristiano Cameroni<br />
seguire i propri genitori lungo il percorso<br />
della mostra e non potevano toccare<br />
nulla… Così, un po’ per offrire<br />
un servizio alle famiglie in visita e un<br />
po’ per rispondere ad una nostra esigenza…<br />
pedagogica, abbiamo inventato<br />
il Kids’ Corner. Lo scopo era quello<br />
di creare un’occasione di contatto fra<br />
i bambini e la chitarra; e sulla base dei<br />
risultati dell’anno scorso devo dire che<br />
siamo riusciti a centrare l’obiettivo”.<br />
La voce all’altro capo del filo ha un<br />
attimo di esitazione; ne approfitto<br />
per chiedere come funzioni, sotto il<br />
profilo strettamente logistico, il<br />
laboratorio.<br />
Piccoli strumenti<br />
per grandi numeri<br />
“L’attività”, mi risponde<br />
Cristina, “è organizzata<br />
all’interno di un<br />
piccolo spazio attrezzato.<br />
Il Kids’ Corner è dotato<br />
di alcune chitarre didattiche<br />
di misura ridotta, di alcune<br />
chitarre-giocattolo e di un<br />
piccolo strumentario che<br />
comprende triangoli, maracas, legnetti, altre<br />
percussioni. Accanto a queste attrezzature<br />
musicali ci sono poi fogli da disegno, pennarelli<br />
e matite colorate; e quest’anno ci saranno<br />
anche materiali da manipolare, come il pongo.<br />
In sostanza c’è tutto l’occorrente per allestire<br />
e far funzionare un laboratorio creativo<br />
per i più piccoli che coinvolgerà anche quest’anno<br />
i bambini di età compresa fra i due e<br />
i dodici anni”.<br />
Approfitto ancora una volta della pausa per osservare<br />
che si tratta di una “forbice” piuttosto<br />
ampia, e che quindi non deve essere facile approntare<br />
un programma che possa garantire a<br />
tutti un ampio coinvolgimento. È chiaro a tutti,<br />
credo, che un gioco pensato per un bambino<br />
di due anni è del tutto inadatto alle aspettative<br />
di un ragazzino di seconda media.<br />
“Certo”, replica Cristina, “la flessibilità dei<br />
maestri che lavorano nel Kids’ Corner è messa<br />
a dura prova. Anche perché l’affluenza è<br />
piuttosto elevata. L’anno scorso abbiamo registrato,<br />
nelle giornate di sabato e di domenica,<br />
più di ottanta partecipanti. Ma, come si<br />
dice, abbiamo fatto di necessità virtù; e abbiamo<br />
agito in modo mirato su ciascun gruppo<br />
di bambini differenziando contemporaneamente<br />
le attività”.
Dalla forma alla sostanza<br />
Sono incuriosito e vorrei porre un’altra domanda<br />
alla mia interlocutrice. Decido invece<br />
di aspettare, e la risposta arriva da sola: “In<br />
pratica succede più o meno così: al loro arrivo,<br />
i bambini vengono accolti da una persona che<br />
li indirizza alternativamente verso il maestro<br />
di chitarra o verso la sezione del laboratorio<br />
dedicata alla manipolazione… In altre parole,<br />
se il nuovo arrivato ha un’età compatibile<br />
con quella del gruppo che sta lavorando con<br />
il maestro di chitarra, viene inserito nel gruppo,<br />
viceversa gli vengono proposte attività<br />
di disegno o di manipolazione<br />
propedeutiche all’incontro con lo<br />
strumento. Al cambio del turno<br />
il panorama si inverte: chi<br />
disegnava prende in mano gli<br />
strumenti, chi suonava si sposta<br />
alle matite… Con questo sistema,<br />
ciascuno ha modo di apprendere<br />
alcune nozioni di base<br />
sulla chitarra (come il nome delle sue<br />
diverse parti e dei materiali con cui è costruita)<br />
e di provare direttamente a mettere le mani<br />
sullo strumento. In pratica, si passa dalla conoscenza<br />
della forma ad un primo approccio<br />
concreto allo strumento che suona”.<br />
Una gratificazione per tutti<br />
La solidità di questo meccanismo è già stata<br />
sperimentata l’anno scorso con esito più che<br />
positivo: chi c’era ricorda senz’altro la simpatica<br />
mostra di disegni realizzati dai bambini<br />
che i responsabili del Kids’ Corner hanno allestito<br />
in maniera del tutto estemporanea all’interno<br />
dell’area-laboratorio. È ancora Cristina<br />
a parlarne: “In realtà l’idea della mostra è stata<br />
un po’ una sorpresa anche per noi… eravamo<br />
partiti al buio e non ci aspettavamo certo una<br />
risposta così entusiasta; quest’anno ci aspettiamo<br />
una conferma, e speriamo di poter allestire<br />
una seconda mostra. In ogni caso, al di<br />
là del risultato… pittorico, il Kids’ Corner garantirà<br />
a tutti i partecipanti una gratificazione<br />
importante, sia dal punto di vista formale sia<br />
sotto il profilo della spettacolarità”.<br />
Questa volta non riesco a trattenere la curiosità<br />
e chiedo a Cristina di “svelare il mistero”.<br />
“In realtà non c’è nessun mistero”, risponde lei.<br />
“Semplicemente, i nostri insegnanti prepareranno<br />
insieme ai bambini un piccolo brano abbastanza<br />
facile da poter essere montato in poco<br />
tempo. Il pezzo sarà costituito da una sezione<br />
di base suonata dall’insegnante e da una serie<br />
di interventi aggiuntivi che potranno essere<br />
suonati dai bambini usando le<br />
posizioni più semplici e le corde<br />
vuote. L’esperimento raggiungerà<br />
l’apice nel pomeriggio di domenica,<br />
quando tutti i bambini<br />
saranno invitati a salire sul palco<br />
dell’<strong>Acoustic</strong> <strong>Guitar</strong> International<br />
Meeting per ricevere l’attestato<br />
di frequenza. Qui, quasi a fare<br />
da “apertura” per il grande concerto finale,<br />
la piccola orchestra di chitarre proporrà<br />
al pubblico il breve pezzo preparato nel laboratorio,<br />
condividendo in questo modo il palcoscenico<br />
con i grandi artisti che calcheranno le<br />
scene la sera del 20 maggio”.<br />
Un “grande” ricordo<br />
Mentre Cristina parla, si ha l’impressione<br />
che sia già lì, sul palco live, e che ci stia<br />
semplicemente descrivendo le cose in tempo<br />
reale. Quel che è certo, al di là dell’entusiasmo<br />
contagioso che anima le sue parole,<br />
è che un’esperienza di questo tipo segnerà<br />
senz’altro i piccoli protagonisti del Kids’<br />
Corner, che ricorderanno a lungo di essersi<br />
esibiti accanto ai più grandi chitarristi del<br />
mondo. E che in futuro, imbracciando una<br />
chitarra, non potranno fare a meno di ripensare<br />
con un sorriso alla cinque giorni di<br />
Sarzana… u
N<br />
on capita molto spesso di intervistare<br />
contemporaneamente più interlocutori.<br />
Così, quando finalmente riusciamo<br />
a fissare un incontro con Max Ormea e<br />
Roberto Sanlorenzo, sono in lieve imbarazzo.<br />
Non so bene a chi rivolgere le mie domande<br />
e nutro anche qualche dubbio sulla possibilità<br />
di “catturare” con successo tutte le affermazioni<br />
attribuendole alla persona giusta. Bastano<br />
però poche parole per capire quanto io sia<br />
fuori strada. Sia Max che Roberto mi riservano<br />
un’accoglienza straordinaria, quasi fossimo<br />
vecchi amici; e per quanto la voce tranquilla<br />
li accomuni nel manifestare immediatamente<br />
un senso di calma e di sicurezza profonda, la<br />
loro diversa personalità emerge con chiarezza<br />
da ogni singola espressione. Davvero, mi stavo<br />
perdendo in un bicchier d’acqua.<br />
La ricerca della felicità<br />
Rincuorato da quest’inizio, chiedo quali sono<br />
gli obiettivi del seminario Essere Suono che i<br />
due musicisti tengono in Fortezza fra sabato<br />
e domenica.<br />
“La finalità ultima”, racconta Roberto Sanlorenzo,<br />
“è la ricerca della felicità. E non solo<br />
nei confini del nostro seminario, ma in tutta<br />
la vicenda umana di un musicista. Io e Max<br />
siamo amici da tanti anni; abbiamo suonato<br />
moltissimo insieme, abbiamo lavorato sulla<br />
meditazione e sul respiro. E ci siamo accorti<br />
che queste esperienze cambiavano il nostro<br />
modo di suonare. Eravamo sempre più capaci<br />
di esaminare le nostre emozioni. Riuscivamo<br />
ad osservare il nostro vissuto –che è fatto<br />
di corpo, sensazioni ed emozioni– per trasformare<br />
questa ricchezza in espressione. Attraverso<br />
la meditazione siamo riusciti ad osservare<br />
con un occhi nuovi tutto ciò che il<br />
mondo esterno provocava in noi. Abbiamo<br />
visto cambiare il nostro modo di esprimerci,<br />
e abbiamo visto che questo influiva moltissimo<br />
anche sulle aspettative che il pubblico<br />
nutriva nei nostri confronti”.<br />
Perché Sarzana<br />
Max annuisce e si dichiara completamente<br />
d’accordo; in questa sorta di bolla di tranquil-<br />
lità che si è venuta a creare intorno a noi riesco<br />
ad intravedere quanto concreto sia questo<br />
tipo di approccio e quanto superficiale sia,<br />
per contrasto, la realtà frenetica nella quale<br />
siamo abituati a muoverci. Ed è proprio pensando<br />
a questo contrasto che rivolgo a Max la<br />
seconda domanda: “Ascoltando le vostre parole<br />
è tutto chiaro; ma la stessa tranquillità,<br />
che mi pare propedeutica a qualsiasi meditazione,<br />
si potrà trovare anche all’<strong>Acoustic</strong> <strong>Guitar</strong><br />
International Meeting? Voglio dire, la presenza<br />
di migliaia di visitatori non rischierà di<br />
disturbare il vostro lavoro? E quindi, se me<br />
lo permettete... perché avete scelto di venire<br />
proprio a Sarzana con questa proposta?”<br />
La domanda è provocatoria, ma Max non<br />
perde il suo bon ton, e mi risponde così: “Il<br />
primo motivo è semplicissimo: siamo a Sarzana<br />
perché Alessio Ambrosi, quando gli<br />
abbiamo lanciato questa proposta, ha su-<br />
bito detto di sì, aderendo con quell’entusiasmo<br />
che è tipico della curiosità e dell’interesse.<br />
Bisogna dare atto ad Alessio di avere colto<br />
l’aspetto innovativo della nostra proposta nonostante<br />
lui non nutra, a quel che ne so, un<br />
interesse particolare nei confronti del pensiero<br />
yoga e della meditazione in genere. In secondo<br />
luogo direi che fra la nostra proposta e<br />
il Meeting si è creato da subito un sentire comune<br />
molto positivo... La manifestazione di<br />
Sarzana ha sempre saputo curare tutti i dettagli<br />
comunicando allo stesso tempo l’energia<br />
potente che le deriva anche dalla location.<br />
A questo proposito mi piace ricordare la risposta<br />
che Alessio mi diede quando gli chiesi<br />
perché mai insistesse tanto con la Fortezza<br />
Firmafede. Ricordo che mi disse esattamente<br />
che il luogo che ospita l’<strong>Acoustic</strong> <strong>Guitar</strong> International<br />
Meeting deve essere un posto<br />
memorabile”.<br />
Il valore dell’autenticità<br />
Alle parole di Max fa eco Roberto: “Se<br />
posso aggiungere qualcosa, direi che Sar-
zana può essere descritta con quattro immagini.<br />
A Sarzana io ho potuto vedere, in tutti<br />
i partecipanti, una profonda ricerca dell’autenticità.<br />
Che, naturalmente, si accompagnava ad<br />
un forte entusiasmo. Sono valori che, insieme<br />
al senso di appartenenza ad una famiglia comune,<br />
provocano nelle persone un’inquietudine<br />
positiva che le spinge a cercare nuove esperienze<br />
abbandonando del tutto la paura. Ecco, Sarzana<br />
per me significa questo; e non ti nascondo<br />
che tutto ciò esercita su di me un fascino non<br />
comune, perché la ricerca autentica dell’esperienza<br />
è l’aspetto più importante anche del<br />
nostro modo di porci nei confronti della musica<br />
e del mondo. Ricorderò infine che la radice<br />
sanscrita della parola yoga è yug, che significa<br />
–per l’appunto– unione”.<br />
Parlando di quest’anno<br />
Devo confessare che le immagini<br />
proposte da Roberto hanno davvero un forte<br />
potere evocativo. Mi vedo già fra i corridoi<br />
della Fortezza, circondato da persone buone.<br />
Ho quasi timore di rompere l’incantesimo<br />
con le mie parole, ma tant’è, l’intervista va<br />
fatta. E allora, con uno scarto brusco, chiedo a<br />
Max di parlare di ciò che si farà nel corso degli<br />
incontri di Essere suono.<br />
Max non ha esitazioni: “Quest’anno alzeremo<br />
un po’ il tiro rispetto a quanto abbiamo<br />
proposto nel 2006. Divideremo le due giornate<br />
fra seminari, meditazione e incontri con<br />
i musicisti. E dico incontri proprio perché non<br />
si tratta esattamente di concerti. Nei concerti<br />
normali il pubblico ha un ruolo passivo, quasi<br />
si trovasse di fronte a professionisti che, nel<br />
tempo stabilito, riversano a comando suoni<br />
capaci di suscitare emozioni preconfezionate.<br />
Noi vogliamo invece che chi partecipa<br />
riscopra un ruolo attivo; quindi pensiamo a<br />
questi incontri come ad una celebrazione... un<br />
momento nel quale tutti, musicisti e pubblico,<br />
vengono messi sullo stesso piano per poter<br />
partecipare della medesima esperienza”.<br />
Far crollare le barriere<br />
“Esatto”, commenta Roberto. “I nostri incontri<br />
con i musicisti saranno preceduti da un’introduzione<br />
alle tecniche yoga; e questa fase propedeutica<br />
favorirà la formazione di un clima<br />
amichevole in cui il grande esperto riuscirà a<br />
condividere il suo essere suono con tutti i presenti.<br />
Naturalmente per poter arrivare a questo sarà<br />
necessario far crollare delle barriere importanti,<br />
come il senso di rispetto che chiunque nutre<br />
nell’avvicinare uno strumento sconosciuto<br />
in presenza di un maestro di livello mondiale.<br />
L’anno scorso alcuni dei partecipanti non osavano<br />
quasi prendere in mano il sitar in quanto<br />
non erano capaci di suonarlo e<br />
temevano di urtare la sensibilità<br />
del maestro... Ma il nostro modo<br />
di agire non prende in considerazione<br />
gli aspetti tecnici, che hanno un ambito<br />
specifico; a noi interessa provocare delle esperienze<br />
perché maturino in capacità espressive.<br />
Il nostro modo di procedere è preso a prestito<br />
da quello dei grandi maestri spirituali, che non<br />
impongono una dottrina in modo cattedratico,<br />
ma fanno sorgere domande profonde che<br />
coinvolgono tutta la persona. Ecco, nell’invitare<br />
ai nostri seminari dei grandi musicisti è<br />
come se portassimo lì dei diapason potentissimi<br />
che faranno risuonare gli altri diapason che<br />
si sono raccolti intorno a loro”.<br />
Ancora una volta, l’immagine usata da Roberto<br />
è molto bella; ed è anche molto calzante,<br />
perché anche solo ascoltando le parole degli<br />
organizzatori di Essere Suono ci si sente contagiati<br />
e pronti a vibrare sulla stessa lunghezza<br />
d’onda.<br />
Ripenso per un attimo ai corridoi della Fortezza,<br />
alle facce intente a cercare, con lo strumento<br />
giusto, la strada di una vita. Per riuscire<br />
infine, come dicono Max e Roberto, a<br />
rompere la barriera ed essere suono. u<br />
Che differenza c’è tra uno scooter italiano e qualsiasi altro scooter economico?<br />
Nessuna! Entrambi ti portano dove vuoi andare!<br />
Ma...allora...perchè te lo sei comprato?<br />
I T A L I A N S T Y L E : P E R G O D E R T I L A V I T A !<br />
ITALIAN SOUND:<br />
per godere la tua musica!<br />
w w w . s r - t e c h n o l o g y . c o m
Roberto Fontanot indossa una maglietta<br />
arancione e un paio di jeans.<br />
La sua stretta di mano è decisa; e<br />
lo sguardo acuto, che si muove rapidamente<br />
da un punto all’altro della stanza passando<br />
dal sorriso alla concentrazione, denota<br />
in lui una vivacità intellettuale ed una<br />
curiosità fuori del comune. Non si stanca<br />
di osservare che “la vita non è abbastanza<br />
lunga per poter andare a fondo di tutti i<br />
progetti”, e a chiedergli un’intervista si ha<br />
quasi l’impressione di rubargli del tempo<br />
prezioso. Riusciamo comunque a sottrargli<br />
una mezz’ora abbondante durante il <strong>Guitar</strong><br />
Festival di Soave perché ci parli del suo<br />
personalissimo cammino di ricerca.<br />
La curiosità: un modo di essere<br />
“Se vogliamo cercare un punto d’inizio del<br />
mio percorso,” esordisce Roberto, “dobbiamo<br />
risalire al mio modo di essere, che si riflette<br />
da sempre su tutto ciò che faccio. Io<br />
sono fondamentalmente una persona molto<br />
curiosa. Di scoprire il perché delle cose,<br />
di trovare una spiegazione –e spesso una soluzione–<br />
ai problemi che incontro strada facendo.<br />
In questo mio bisogno di conoscere, che<br />
ha tutte le caratteristiche di una passione<br />
sfrenata, sono guidato da un metodo scientifico<br />
estremamente rigoroso ed obiettivo.<br />
Sono un meccanicista, e affronto ogni nuova<br />
domanda cercando di inserirla in un rapporto<br />
causa-effetto che possa darmi un quadro<br />
sufficientemente preciso della situazione”.<br />
Ci fermiamo per qualche istante a<br />
salutare i componenti del Bermuda<br />
<strong>Acoustic</strong> Trio che sono<br />
venuti a salutare Roberto,<br />
quindi il discorso prosegue:<br />
“Con queste premesse,<br />
il motivo che mi<br />
ha spinto ad approfondire<br />
in maniera scientifica<br />
i problemi della fisica<br />
del suono è improvvisamente<br />
chiaro. Mi sono imbattuto in<br />
situazioni che non mi soddisfacevano<br />
e ho tentato di trovare soluzioni oggettivamente<br />
buone. In questo mi hanno aiutato<br />
le collaborazioni internazionali attraverso<br />
le quali ho conosciuto le persone giuste –<br />
chitarristi, liutai, fisici. Loro mi hanno insegnato<br />
soprattutto a pormi le domande giuste...<br />
ecco tutto”.<br />
10<br />
Roberto Fontanot è, insieme al prof. Antonio Selmo, il relatore di un seminario estremamente<br />
innovativo nel campo della liuteria per chitarra acustica. Gli abbiamo chiesto di raccontarci le sue idee.<br />
di Alessandro De Cristoforis<br />
Fra costruzione e riparazione<br />
“In questo,” domando mentre Roberto si<br />
concede un breve intervallo, “non sei stato<br />
ostacolato dal tuo doppio ruolo di costruttore<br />
e di riparatore?”,<br />
“Tutt’altro!”, esclama Fontanot. “Come costruttore<br />
devo moltissimo alla mia attività<br />
di riparatore, che mi ha insegnato<br />
a progettare prevedendo i problemi<br />
più comuni in modo<br />
da prevenirli. E come riparatore<br />
devo molto al Roberto<br />
Fontanot costruttore,<br />
che mi ha regalato<br />
tecniche di intervento e<br />
una visione delle cose che<br />
non avrei mai immaginato.<br />
Diciamo pure, con un termine<br />
scientifico che mi è molto<br />
caro, che c’è come una osmosi tra<br />
le due parti della mia attività. È una dialettica<br />
fondamentale, decisiva; e ti dirò di<br />
più... a mio modo di vedere, questo aspetto<br />
manca soprattutto ai grandi produttori, i<br />
cui reparti di produzione comunicano molto<br />
poco con i laboratori dedicati alla riparazione.<br />
Ed è un vero peccato...”.<br />
Mentre fisso sulla carta le ultime parole di<br />
Roberto, mi sorge spontanea un’altra domanda:<br />
“In che modo la trasmissione di<br />
queste esperienze ha seguito l’impostazione<br />
del metodo scientifico?”.<br />
La necessità dell’analisi<br />
“Il punto,” mi risponde soddisfatto Fontanot,<br />
“è proprio qui. Perché non mi bastava<br />
avere fatto tesoro delle preziosissime osservazioni<br />
che i musicisti più preparati e i ricercatori<br />
più autorevoli mi avevano regalato<br />
col passare degli anni. Occorreva trovare<br />
il sistema di raccogliere in modo sistematico<br />
tutte quelle informazioni; e con la parola<br />
sistematico intendo dire che bisognava<br />
tradurre le singole osservazioni in un linguaggio<br />
matematico, razionale, misurabile<br />
e riproducubile... Era necessario inventare<br />
un sistema che permettesse di analizzare in<br />
modo estremamente accurato le caratteristiche<br />
fondamentali di una chitarra e trasformarle<br />
in un modello matematico complesso<br />
che permettesse di studiare fin nei<br />
minimi dettagli l’essenza dello strumento<br />
originale. È stato così che, insieme a tre<br />
ingegneri elettronici provenienti da settori
diversissimi, abbiamo cominciato a lavorare<br />
ad un sistema di misurazione e di analisi<br />
che rappresenta quanto di più sofisticato c’è<br />
in circolazione. Il progetto è stato condotto<br />
presso i laboratori dell’università di Padova,<br />
e con il sostanziale contributo delle apparecchiature<br />
che sono disponibili per chi,<br />
come me, lavora in quel contesto. Abbiamo<br />
usato sistemi di ripresa del suono capaci<br />
di frequenze attorno ai 120.000 Hz... ti<br />
puoi immaginare a quale livello di precisione<br />
siamo arrivati. Naturalmente occorreva<br />
dotarsi di un sistema in grado di generare<br />
una sollecitazione meccanica ugualmente<br />
precisa e riproducibile sui diversi strumenti<br />
a cui avremmo lavorato –e su questo punto<br />
abbiamo collaborato intensamente con<br />
Giovanni Unterberger, fino ad arrivare alla<br />
soluzione attuale”.<br />
La lingua franca<br />
“Fatto questo”, continua il mio interlocutore,”<br />
abbiamo codificato un grande numero<br />
di parametri per descrivere nei dettagli<br />
tutte le caratteristiche acustiche dello strumento.<br />
Una serie di impronte digitali, diciamo,<br />
che una volta catturate ci permettono<br />
di risalire in qualunque momento all’identità<br />
di quello strumento. Ora, tutto questo<br />
lavoro rappresenta a mio parere un traguardo<br />
importantissimo: per la prima volta esi-<br />
ste una lingua franca in grado di comunicare<br />
con precisione scientifica il valore delle<br />
soluzioni adottate nella costruzione degli<br />
strumenti musicali di liuteria”.<br />
Le applicazioni possibili<br />
Mi prendo la libertà di osservare che non<br />
tutti possono permettersi un impianto di<br />
analisi da 120.000 Hz...<br />
“Certo,” continua Roberto. “Ed è per questo<br />
che abbiamo prodotto una versione consumer<br />
dello stesso progetto, che funziona con<br />
normali componenti hi-fi e garantisce una<br />
accuratezza pari al 95% di quella ottenuta<br />
in laboratorio. A questo punto, le ricadute<br />
possibili sono tantissime... Pensiamo a cosa<br />
possa significare, per un liutaio, la possibilità<br />
di archiviare per sempre le impronte digitali<br />
di uno strumento che, una volta costruito,<br />
verrà venduto... Oggi, i piccoli artigiani<br />
lavorano praticamente a memoria, confrontando<br />
le caratteristiche dei loro strumenti<br />
appena finiti con l’immagine mentale di<br />
quelli realizzati dieci o venti anni prima.<br />
Con il nostro sistema, che presenterò nei<br />
seminari di questi giorni, uno strumento<br />
venduto è sempre disponibile, nella lingua<br />
franca dell’analisi scientifica, per poter essere<br />
confrontato con i suoi successori. Aiutando<br />
l’artigiano a crescere sempre nella direzione<br />
più opportuna...” u<br />
Mercoledì 16 Maggio - dalle 15.00 alle 18.00<br />
La fisica acustica per comprendere e migliorare la produzione.<br />
Giovedì 17 maggio - dalle 15.00 alle 18.00<br />
Realizzare ed utilizzare un laboratorio acustico da “liuteria”.<br />
Venerdì 18 Maggio - dalle 15.00 alle 18.00<br />
Sistemi di amplificazione per strumenti acustici.<br />
imp Pubbl Sarzana 27-04-2007 15:26 Pagina 1<br />
11
Il nome di Paolo Giordano è da sempre<br />
legato in modo particolare all’<strong>Acoustic</strong><br />
<strong>Guitar</strong> International Meeting.<br />
La brochure di quest’anno dice di lui che è<br />
uno dei più grandi chitarristi acustici italiani,<br />
conosciuto e stimato in tutto il panorama internazionale<br />
della chitarra; e a questa presentazione<br />
non occorre aggiungere altro, se non<br />
il fatto che Paolo è anche una persona aperta,<br />
cordiale e molto profonda soprattutto dal<br />
punto di vista umano.<br />
Gli appuntamenti che lo vedono protagonista<br />
quest’anno riveleranno molte delle sfaccettature<br />
della sua personalità artistica. Paolo<br />
sarà infatti presente presso lo stand della<br />
Martin, di cui è apprezzatissimo endorser<br />
ufficiale; inoltre lo si potrà ascoltare in concerto<br />
domenica 20; infine sarà data occasione<br />
a chi lo desidera di assistere ad un suo<br />
workshop nell’ambito del Corso di Formazione<br />
Didattica e tecniche per Chitarra acustica<br />
in programma mercoledì 16.<br />
Parlando del Meeting<br />
Coinvolto com’è in tutte o quasi le iniziative<br />
che prenderanno corpo in questi giorni,<br />
Paolo ha il privilegio di vedere l’<strong>Acoustic</strong><br />
<strong>Guitar</strong> Meeting da molte angolazioni diverse;<br />
ed è proprio facendo leva su questa sua<br />
veste di osservatore d’eccezione che gli chie-<br />
diamo di parlarci di quello che l’<strong>Acoustic</strong><br />
<strong>Guitar</strong> Meeting rappresenta ai suoi occhi.<br />
“Sarzana”, dichiara Paolo “è un’isola felice. Il<br />
fatto che sia cresciuta a dismisura è un merito<br />
di cui bisogna dare atto agli organizzatori;<br />
grazie a loro questa manifestazione,<br />
oggi, è davvero capace di portare all’attenzione<br />
di tutto il Paese il mondo affascinante<br />
della chitarra acustica. A questo però, che è<br />
un dato oggettivo, vorrei<br />
aggiungere qualche<br />
osservazione personale.<br />
E citerò il caso di<br />
un mio allievo a cui da<br />
anni continuavo a ripetere:<br />
‘vieni a Sarzana!’;<br />
e lui non trovava<br />
mai il tempo di venire.<br />
Ebbene, l’anno scorso<br />
è finalmente venuto, ed<br />
è rimasto letteralmente<br />
folgorato! Camminava<br />
fra gli stand quasi<br />
attonito, era estasiato<br />
dal clima che si respirava qui, e l’unica cosa<br />
che mi ha detto quando ci siamo rivisti è stata:<br />
‘Paolo, ma io dove sono stato tutti questi<br />
anni? Come facevo a non conoscere questo<br />
mondo?’. D’altra parte sono sicuro che questa<br />
stessa esperienza è comune a molti altri,<br />
1<br />
di Alessandro De Cristoforis<br />
proprio perché l’<strong>Acoustic</strong> <strong>Guitar</strong> International<br />
Meeting è davvero qualcosa di unico nel<br />
nostro Paese. Il clima che si respira in questi<br />
giorni, con la gente che si mette a suonare<br />
sull’erba, con i concerti continui, con questo<br />
grande senso di libertà che si coglie, è un clima<br />
da evento degli Anni Settanta, è qualcosa<br />
di raro e di prezioso che ogni volta ti sorprende<br />
come un regalo inaspettato”.<br />
A proposito<br />
di quest’anno<br />
L’entusiasmo di Paolo<br />
si contiene a fatica; gli<br />
chiediamo quali siano<br />
le aspettative che nutre<br />
nei confronti di questa<br />
edizione, e la risposta<br />
è fulminea: “L’<strong>Acoustic</strong><br />
<strong>Guitar</strong> International<br />
Meeting è sempre<br />
una grande conferma.<br />
Da Sarzana non ci si<br />
aspetta niente, perché<br />
questi giorni sono davvero un grande regalo:<br />
non stai più nella pelle perché vuoi sapere<br />
cosa ci sarà, chi incontrerai, anche se<br />
sai che sarà bellissimo. E l’unico rammarico<br />
che ti resta è che dopo qualche giorno<br />
tutto questo finisce... Ci vorrebbero non<br />
uno, ma due o tre <strong>Acoustic</strong> <strong>Guitar</strong> Meeting<br />
sparsi per tutta Italia, in modo da diffondere<br />
ulteriormente questi messaggi bellissimi.<br />
La chitarra acustica ha bisogno di essere<br />
proposta anche in altri settori, perché<br />
non gode della stessa notorietà della chitarra<br />
elettrica, ma è un mondo davvero infinito<br />
e sempre sorprendente”.<br />
L’emozione delle Martin<br />
Le parole di Paolo fluiscono decise, sincere;<br />
lui stesso, nella sua qualità di insegnante e<br />
di musicista in vista, si batte in continuazione<br />
per dare maggiore visibilità alla chitarra<br />
acustica; il suo stesso ruolo di dimostratore<br />
ufficiale Martin è, a nostro parere, un mezzo<br />
per raggiungere un pubblico ampio con un<br />
messaggio forte e autorevole.<br />
“Sicuramente questo ruolo, di cui sono grato al<br />
distributore italiano della Martin, Eko, mi dà<br />
la possibilità di contattare un numero elevatissimo<br />
di persone e di trasmettere loro il mio entusiasmo.<br />
E ti dirò di più: essere stato chiamato<br />
a suonare queste chitarre è stato per me un<br />
grande onore, perché questi strumenti rappresentano<br />
la storia della chitarra acustica in Italia<br />
e nel mondo. Una storia gloriosa che ci auguriamo<br />
possa continuare a svilupparsi sempre<br />
di più, insieme alla musica e insieme alle manifestazioni<br />
come il Meeting.” u
Davide Mastrangelo collabora da dieci anni con<br />
l’<strong>Acoustic</strong> <strong>Guitar</strong> International Meeting. Chitarrista<br />
raffinato, insegnante “per vocazione”, è il fondatore<br />
del Centro Studi Fingerstyle di Bibbiena, in provincia<br />
di Arezzo; un luogo dove sono disponibili una biblioteca e<br />
una mediateca interamente dedicate alla chitarra fingerstyle<br />
e dove si organizzano concerti, seminari e workshop su<br />
questo argomento. Il suo ruolo a Sarzana è fondamentale: a<br />
lui si deve infatti l’organizzazione di tutta la parte didattica<br />
della manifestazione. Come coordinatore, è lui a stabilire le<br />
impostazioni di base dei corsi di formazione che precedono<br />
il momento espositivo. Ed è quasi inevitabile che la nostra<br />
prima domanda verta su questo punto. Dopo le<br />
rapidissime presentazioni, e dopo l’altrettanto<br />
rapido passaggio dal “lei” al “tu”, gli chiediamo<br />
di illustrare quali siano gli obiettivi del corso di<br />
formazione in programma quest’anno dal 16 al<br />
18 maggio.<br />
L’impostazione globale<br />
“Lo scopo dei corsi,” spiega Davide, “è quello<br />
di portare a Sarzana i più grandi maestri<br />
internazionali della chitarra per metterli<br />
a contatto con il pubblico dei chitarristi<br />
italiani interessati a questo tipo di approfondimento.<br />
I nostri corsi si rivolgono<br />
a persone che vantano già una certa conoscenza<br />
della chitarra e del suo repertorio,<br />
e richiedono un impegno abbastanza<br />
significativo in termini di tempo. Chi<br />
si iscrive versa un contributo economico –<br />
senza il quale non riusciremmo a sostenere le spese per<br />
l’ospitalità dei docenti– e si impegna a frequentare i seminari<br />
per tre giorni, sette ore al giorno”.<br />
di Massimiliano Antonioli<br />
Al di là dei numeri<br />
Il corso di formazione dedicato alla didattica per chitarra è<br />
giunto ormai alla sua terza edizione. È logico aspettarsi che<br />
Davide, che organizzava i seminari dell’<strong>Acoustic</strong> <strong>Guitar</strong> International<br />
Meeting ancora prima che venise istituito il corso attuale,<br />
abbia una percezione chiara dell’andamento di questa iniziativa.<br />
Gli chiediamo quindi se, al di là dei numeri, che sappiamo essere<br />
positivi, può parlarci di quello che è il suo riscontro. “Così<br />
su due piedi,” risponde Davide, “direi che il riscontro più bello<br />
l’abbiamo ottenuto nel vedere dipinte sui volti dei partecipanti<br />
la felicità e la soddisfazione. Stando ai commenti che abbiamo<br />
raccolto, tutti questi ragazzi –molti dei quali vengono dall’estero–<br />
tornano a casa con un ricco bagaglio di nuove<br />
informazioni; ma quello che li eccita di più è la<br />
possibilità, che qui hanno, di vedere i loro artisti<br />
di riferimento nella luce di un’angolazione inconsueta.<br />
Durante i tre giorni di corso, il docente<br />
e i ragazzi condividono gran parte del proprio<br />
tempo, spesso mangiano insieme... Gli stessi docenti<br />
ci hanno spesso ringraziato per quanto questa<br />
esperienza ha dato anche a loro”.<br />
Il rapporto con il palco<br />
Questo dato è particolarmente significativo. Sappiamo<br />
bene come l’insegnamento della musica, e di<br />
questa musica in particolare, risenta in Italia di un<br />
clima non del tutto favorevole. Chiediamo a Davide<br />
come i corsi da lui coordinati si pongano rispetto ai<br />
corsi di musica che si svolgono all’estero e rispetto a<br />
quanto si fa nelle scuole del nostro Paese.<br />
“Rispetto al panorama estero non saprei... anche perché<br />
i docenti che abbiamo avuto in passato non danno<br />
quasi mai lezioni individuali, alle quali preferiscono la formula<br />
del workshop, che poi è anche quella che usiamo noi. Nei con-<br />
fronti della situazione italiana direi invece che la differenza più<br />
grande sta nel rapporto con il palco. Di norma, nelle scuole di<br />
musica la lezione è organizzata intorno ad un problema tecnico<br />
o esecutivo... Qui a Sarzana c’è invece una grossa attenzione per<br />
ciò che avviene durante il concerto. La condivisione delle esperienze<br />
da parte dell’artista porta ad una serie di riflessioni intorno<br />
al modo di porsi sul palco... A questo occorre aggiungere<br />
poi la possibilità concreta di assistere ai concerti in cartellone,<br />
che sono sempre moltissimi e di altissimo livello qualitativo. A<br />
questo punto è quasi ovvio sottolineare che il lato spettacolare<br />
rappresenta una delle caratteristiche salienti, e quindi anche<br />
delle attrattive principali, dei nostri corsi”.<br />
Il rapporto con “il resto” del Meeting<br />
Il rapporto con il “resto” del Meeting, vale a dire la parte espositiva<br />
e il cartellone dei concerti, è il centro dell’ultima domanda.<br />
Visto che di concerti si è già parlato, chiediamo a Davide<br />
se si trova d’accordo con noi nell’affermare che l’alto spessore<br />
culturale ormai universalmente riconosciuto all’<strong>Acoustic</strong> International<br />
<strong>Guitar</strong> Meeting deve molto proprio ai corsi che lui<br />
coordina. “La domanda,” si schermisce Davide con un sorriso,<br />
“è un po’ imbarazzante. Non saprei proprio, sicuramente<br />
c’è del vero in quello che dici, ma penso che il valore fondamentale<br />
che ci muove sia il desiderio di diffondere il più<br />
possibile la cultura della chitarra acustica. Questa è la cosa<br />
più importante, questo è ciò per cui lavoriamo. Se proprio<br />
vuoi tornare all’espressione di prima, questa è proprio la nostra<br />
vocazione...”. u<br />
1
Chitarre personalizzate da MN <strong>Guitar</strong>s<br />
La passione per la liuteria ha radici lontane nella vicenda umana<br />
e professionale di Marcello Norero. Appassionato di chitarra e<br />
impegnato dal 2000 nella lavorazione del legno, il fondatore della<br />
MN <strong>Guitar</strong>s è sempre alla ricerca di nuove sperimentazioni.<br />
La sua produzione conta già chitarre classiche da studio e da concerto,<br />
acustiche, mini jumbo; nell’ultimo periodo, le sue energie<br />
sono state dedicate alla costruzione di due chitarre classiche solid<br />
body (thin line). Le essenze di riferimento sono acero, mogano,<br />
palissandro, abete, ebano, cedro; ma spesso Marcello studia<br />
alternative anche inconsuete insieme al committente per poter<br />
costruire la “chitarra su misura”.<br />
“Tutti i legni” –ci ha dichiarato Norero– “provengono<br />
da una falegnameria specializzata nella fornitura<br />
di materiali per la produzione di strumenti musicali.<br />
E in ogni caso, al di là del lato estetico, che è certamente<br />
molto importante, io do la priorità assoluta<br />
alle caratteristiche tecniche. La scelta dei materiali<br />
e la progettazione della struttura interna sono fondamentali<br />
per la ricerca di un ottimo equilibrio del<br />
suono, inoltre ci sono altri accorgimenti di trasmissione -come il ponticello- ed estetici<br />
(spessore e raggio della tastiera, forma del corpo, disegno della paletta...) che contribuiscono<br />
alla creazione di uno strumento di qualità”. u<br />
MN GUITARS<br />
www.mnguitars.com<br />
Concerto per gli studenti della Val di Magra<br />
saletta 9<br />
Sabato alle ore 11.30 l’appuntamento<br />
per tutti è con il concerto degli studenti<br />
della Val di Magra, il momento<br />
culminante del progetto pilota di<br />
educazione alla chitarra acustica.<br />
Organizzato dall’Associazione Culturale Armadillo Club e realizzato all’interno del<br />
Progetto Musica della Fondazione Cassa di Risparmio della Spezia, il progetto ha coinvolto<br />
gli studenti delle scuole elementari<br />
e medie della provincia di La Spezia con<br />
un intenso programma di avvicinamento<br />
al mondo della chitarra acustica. u<br />
1<br />
WILDER DAVOLI<br />
www.wilderdavoli.it<br />
Alla scoperta dell ’universo Wilder Davoli<br />
C’è davvero da perdersi nello spazio<br />
sempre ricco di strumenti di gran pregio<br />
di Wilder Davoli. La serie delle “meraviglie”<br />
si apre quest’anno con una BT-60:<br />
una chitarra baritono custom firmata dal<br />
liutaio canadese Larrivée e prodotta solo<br />
in due esemplari. Con la sua voce potente<br />
e profonda, come ci ha svelato Willy Davoli,<br />
“sembra una chitarra, ma suona come<br />
un pianoforte a coda!”.<br />
Particolarmente interessanti, fra le novità,<br />
anche gli ibridi prodotti dalla statunitense<br />
Gold Tone, di cui Wilder Davoli ha<br />
da poco avviato la distribuzione in Italia.<br />
Sono il Mando-banjo, il Do-jo (Dobro +<br />
Banjo), il Banjitar (corpo con banjo e manico<br />
da chitarra) e il Banjolele (corpo da<br />
banjo e manico da ukulele). A questi<br />
strumenti si affiancano i più classici<br />
mandolini, banjo, le chitarre weissenborn,<br />
gli ukulele e le chitarre<br />
resofoniche roundneck e squareneck.<br />
Queste ultime, in particolare,<br />
sono progettate da Paul<br />
E. Beard e, nonostante il<br />
prezzo contenuto, possono<br />
offrire grandi soddisfazioni,<br />
al pari di parecchi<br />
strumenti di<br />
marchi più blasonati.<br />
Davvero curiose<br />
sono poi le chitarre<br />
proposte dal liu-<br />
taio svizzero Brunner:<br />
si tratta di acustiche “da<br />
viaggio” che possono essere<br />
montate e smontate<br />
nel giro di 30 secondi<br />
e che, grazie ad un meccanismo<br />
“quasi ad orologeria”, si ripiegano<br />
su se stesse fino ad occupare pochissimo<br />
spazio.<br />
Nel campo degli accessori, infine, la novità<br />
più evidente è rappresentata dalla<br />
nuova distribuzione delle corde a marchio<br />
Cleartone. Prodotte negli USA e<br />
adottate, fra gli altri, dal<br />
liutaio Larrivée –che<br />
ha deciso di montarle<br />
su tutti i propri strumenti–<br />
e dal chitarrista<br />
Tommy Emmanuel, le<br />
corde Cleartone sono<br />
particolarmente brillanti<br />
e offrono una potenza sonora decisamente<br />
inconsueta.<br />
Da non dimenticare, infine, la gamma di<br />
plettri in resina sintetica<br />
a marchio Wegen<br />
dedicata ai chitarristi<br />
manouche e quindi<br />
particolarmente interessante<br />
alla luce del programma di quest’anno<br />
del Meeting. E, nel campo dell’elettronica,<br />
i nuovi pre-amplificatori per<br />
chitarra acustica con accordatore cromatico<br />
incorporato della finlandese B-<br />
Band. u<br />
salette 10-11
L’anima tonda<br />
delle corde del Doge<br />
Non tutti sanno che<br />
il nome Dogal deriva<br />
dall’aggettivo dogale,<br />
che significa letteralmente<br />
relativo al Doge.<br />
Il riferimento storico,<br />
che rimanda alla gloriosa<br />
tradizione musicale della Serenissima, è<br />
d’obbligo quando si parla della Dogal Strings,<br />
l’azienda di Cannaregio –il sestiere di<br />
Venezia che va dalla laguna al Canal Grande–<br />
che vanta ormai più di cinquant’anni di<br />
esperienza nella produzione artigianale di<br />
corde per strumenti musicali.<br />
Fra le numerose linee di corde che Dogal<br />
porta a Sarzana, un posto di primo piano<br />
spetta senz’altro alle Dogal Live Round<br />
Core. Sono corde realizzate a mano con un<br />
avvolgimento in lega di bronzo fosforoso<br />
che si sviluppa su di un’anima di acciaio al<br />
carbonio dalla sezione tonda. Proprio la presenza<br />
dell’anima tonda è la caratteristica distintiva<br />
delle Live Round Core. Sviluppata<br />
interamente da Dogal, questa soluzione<br />
può essere ottenuta solo attraverso l’uso di<br />
macchine artigianali, e permette di raggiungere<br />
prestazioni molto elevate. A differenza<br />
di quanto accade alle corde con anima esagonale,<br />
che sviluppano una tensione di oltre<br />
60 kg, le Round Core hanno una percentuale<br />
di carbonio molto superiore alla norma e<br />
sviluppano una tensione inferiore ai 50 kg<br />
(circa 8 kg. per corda). Il carico ridotto permette<br />
alla tavola armonica di vibrare più facilmente;<br />
e la sonorità complessiva risulta<br />
più uniforme e ricca di armonici, mentre la<br />
“vita” media delle corde è notevolmente al-<br />
DOGAL STRINGS<br />
www.dogalstrings.it<br />
saletta 24<br />
Markbass F1<br />
arriva d ’estate<br />
L’arrivo sul mercato della testata F1,<br />
previsto per l’estate 2007, non rappresenta<br />
solo un momento importante per<br />
la commercializzazione di un nuovo<br />
prodotto Markbass: secondo l’azienda<br />
chietina si tratta addirittura di un nuovo<br />
capitolo di una storia che segna il successo<br />
del marchio in Italia e nel mondo.<br />
La F1 è pronta a raccogliere l’eredità<br />
della Little Mark II, che a due anni<br />
dall’introduzione è diventata uno standard<br />
per le sue caratteristiche di leggerezza,<br />
dimensioni, potenza e suono.<br />
La nuova testata F1 ha dimensioni dimezzate<br />
rispetto alla Little Mark II<br />
e pesa solo 2,1 Kg. In un unico spazio<br />
rack 500W@4ohm di potenza<br />
(300W@8ohm) preamp solid state e finale<br />
digitale, 4 bande di eq, filtri VLE e<br />
VPF per personalizzare il proprio suono,<br />
uscita XLR bilanciata e loop effetti.<br />
La F1 è il frutto di un’avanzata tecnologia<br />
state-of-the-art: potenza, chiarezza<br />
e risposta super-veloce con perfetta<br />
riproduzione nei dettagli dello stile esecutivo.<br />
Può essere montata a rack, ha in dotazione<br />
la propria bag, e viste le dimensioni<br />
e il peso, può tranquillamente essere<br />
inserita nella tasca posteriore della<br />
custodia morbida dello strumento. u<br />
MARKACOUSTIC PARSEK<br />
www.markbass.it saletta 14<br />
1
...passeggiando fra gli stand<br />
Dal mondo, con amore<br />
Potrebbero bastare queste poche parole per descrivere l’attività di<br />
Narada suoni del mondo, un’azienda che nasce dall’amore per la musica.<br />
Come ci ha svelato Carlos Santa Maria, il fondatore italo-argentino<br />
di Narada: “L’amore per la musica ci ha portato alla ricerca<br />
di fonti sonore che ci ofrissero spazi sempre piu vasti nell’universo<br />
del suono. Questa ricerca si è allargata al punto di spingerci a viaggiare<br />
per vari Paesi del mondo e sta coinvolgendo molti artisti che,<br />
insieme a noi, condividono questo interesse”.<br />
Oggi, Narada organizza incontri e corsi per riscoprire, conoscere e<br />
sperimentare questo importante canale di espressione. E, oltre ai concerti che<br />
vedono protagonisti grandi musicisti provenienti da ogni angolo del pianeta,<br />
propone un ricco catalogo di strumenti d’importazione e di percussioni di<br />
produzione propria.<br />
Oud, bouzuki, mandole, sitar, santur, charango, tabla... il panorama è vasto,<br />
come vasto è l’orizzonte che si schiude a chi frequenta il laboratorio di liuteria<br />
e l’esposizione di Narada Suoni del mondo a Capolona, in provincia di Arezzo.<br />
Come dice Carlos Santa Maria, Buona Musica!!! u<br />
NARADA SUONI DEL MONDO<br />
www.naradasuoni.com<br />
0<br />
saletta 17<br />
Un ampli... resofonico<br />
È il modello JAM 400 Custom Reso-<strong>Acoustic</strong><br />
“Bob Brozman signature” presentato da SR Technology<br />
in occasione dell’ultima MusikMesse,<br />
che si è svolta a Francoforte alla fine dello scorso<br />
mese di marzo. Il nuovo combo, che mantiene<br />
la struttura del JAM 400, è stato sviluppato dagli<br />
ingegneri della SR Technology in collaborazione<br />
con Bob Brozman; l’obiettivo era quello di<br />
dare vita all’amplificatore ideale per il chitarrista<br />
acustico, e stando alle parole di Bob la sfida è stata<br />
ampiamente vinta.<br />
“Ho scelto di lavorare al progetto di questo amplificatore”<br />
–scrive Brozman nella lettera di presentazione<br />
del JAM 400 Custom Reso<strong>Acoustic</strong>– “con gli straordinari ingegneri della SR<br />
Technology, che sono specializzati nella costruzione di sistemi PA di grosse dimensioni, per<br />
il semplice fatto che i musicisti acustici professionisti hanno bisogno che il loro suono abbia<br />
una qualità pari a quella dei grandi impianti. Il progenitore dei cosiddetti amplificatori<br />
per chitarre acustiche è l’ampli per chitarra elettrica, che è stato costruito con lo scopo dichiarato<br />
di lavorare in una gamma ristretta di frequenze. Il progenitore dell’amplificatore JAM<br />
400 Reso-<strong>Acoustic</strong> è... l’AMPLIFICATORE, che è stato progettato per garantire un suono<br />
pulito, dettagliato, capace di offrire una fedeltà assoluta su tutta la gamma delle frequenze.<br />
Devo confessare che, quando l’abbiamo acceso per la prima volta, sono rimasto strabiliato<br />
dalla potenza e dal dettaglio offerti da questo sistema compatto... e quindi posso dire di<br />
ritenermi molto soddisfatto del risultato raggiunto. I tagli di equalizzazione che ho incluso<br />
nel Reso-<strong>Acoustic</strong> nascono dall’esperienza accumulata nei concerti tenuti nelle situazioni<br />
più diverse in anni e anni di tour. È davvero meraviglioso, oggi, poter disporre di un amplificatore<br />
in grado di enfatizzare le frequenze buone e di risolvere qualsiasi problema di feed-<br />
back con le curve di equalizzazione incorporate. Il JAM 400 Reso-<strong>Acoustic</strong> è diventato il<br />
mio amplificatore di fiducia... e penso lo sarà anche per voi”.<br />
JAM 400 Reso-<strong>Acoustic</strong> eroga una potenza di 400 Watt ed è dotato<br />
di tre canali dedicati all’amplificazione di chitarre resofoniche e<br />
di tre canali per le chitarre acustiche in legno. Ciascun canale è<br />
equalizzato in modo specifico per dare la possibilità a chi suona<br />
di scegliere le impostazioni ottimali in relazione al tipo di strumento<br />
suonato, al tipo di ambiente e ai valori di feedback.<br />
La dotazione del JAM 400 Reso-<strong>Acoustic</strong> è completata da tre<br />
canali dedicati al suono proveniente dai pickup e da una unità effetti<br />
integrata di alta qualità. u<br />
SR TECHNOLOGY (official sound of <strong>Acoustic</strong> <strong>Guitar</strong> International Meeting)<br />
www.sr-tech.net<br />
salette 19-20
I titoli giusti<br />
Sono davvero tantissimi i titoli dedicati al mondo della chitarra<br />
che Carisch ha inserito di recente nel proprio catalogo. La scelta,<br />
fra l’altro, non riguarda un genere musicale né un tipo di strumento<br />
specifico, ma si apre a ventaglio su di una serie di opportunità<br />
che trovano nei chitarristi acustici i fruitori naturali di<br />
queste proposte editoriali.<br />
Fra i volumi presenti nello spazio Carisch dell’<strong>Acoustic</strong> <strong>Guitar</strong><br />
International Meeting segnaliamo innanzitutto l’agile Standards<br />
for fingerstyle guitar curato da Davide Mastrangelo. In poco più<br />
di trenta pagine, il libro propone una scelta di standard celeberrimi<br />
(come Summertime, Tequila, Blue Moon) “vestiti” in stile fingerstyle grazie agli arrangiamenti<br />
di Mastrangelo. Lo scopo è quello di avvicinare al fingerstyle chi non l’ha mai<br />
affrontato, e in questo senso il libro<br />
si dimostra particolarmente efficace<br />
anche sotto il profilo strettamente<br />
didattico, perché contribuisce ad<br />
“aprire la mente” a chi ha sempre<br />
frequentato partiture e generi tradizionali.<br />
La serie editoriale prosegue con i<br />
due volumi Berklee Basic <strong>Guitar</strong>, con<br />
i quali arriva in Italia l’autorevolissima<br />
esperienza didattica del più<br />
famoso college musicale del pianeta.<br />
Curati da William Leavitt, i due volumi sono estremamente sintetici e concreti: con<br />
un’impostazione tipicamente anglosassone, puntano a dare all’allievo una serie di strumenti<br />
tecnici con cui costruire una tecnica di base piuttosto solida.<br />
Completano l’offerta i due testi fondamentali sul fingerpicking firmati da Giovanni Unterberger<br />
(Antologia di Fingerpicking e Metodo per Chitarra Ragtime & Fingerpicking) e i<br />
quattro “episodi” della fortunata serie curata da Antonio Ongarello e dedicata alla lettura<br />
del vasto repertorio degli standard jazz. Caratterizzati da un andamento progressivo, sono<br />
utili sia nella didattica che per la formazione di un repertorio personale. u<br />
Martin protagonista<br />
Le Martin <strong>Guitar</strong>s, il cui profilo riempie<br />
di sé l’<strong>Acoustic</strong> <strong>Guitar</strong> International Meeting,<br />
sono presenti a Sarzana sia sul palco<br />
che in un’ampia area dedicata a prove e dimostrazioni<br />
all’interno degli spazi suggestivi<br />
della Fortezza Firmafede.<br />
Da segnalare le presenze<br />
di Paolo Giordano,<br />
uno dei maggiori<br />
chitarristi italiani (e<br />
non solo) di fingerpicking,<br />
che per tutta la<br />
durata del Festival è<br />
presente nello spazio<br />
Martin/EKO per dimostrazioni<br />
e incon-<br />
EKO<br />
www.eko.it<br />
1<br />
...passeggiando fra gli stand<br />
tri con i chitarristi-visitatori, e di Max Varini,<br />
endorser Martin e PRS, che Domenica<br />
20 maggio alle 16 tiene, come gradito ospite,<br />
un importante seminario sull’arrangiamento,<br />
sempre presso la sala Martin/EKO.<br />
Da segnalare il fatto che Max Varini suona<br />
una chitarra Custom Martin Signature<br />
costruita appositamente su sue specifiche.<br />
Nella foto qui a destra,<br />
il modello hd28, con piano<br />
armonico in abete sitka,<br />
fondo e fasce in<br />
palissandro indiano<br />
massello, tastiera<br />
in ebano.<br />
u<br />
saletta 18<br />
Chitarre Classiche<br />
e Romantiche<br />
costruzione, riparazione, restauro<br />
Via per Olle 13/b<br />
17024 Finale Ligure (Savona)<br />
Tel. +39 019 696158<br />
Cell. +39 347 4146893<br />
www.zontiniguitars.com<br />
zontini@zontiniguitars.com
...passeggiando fra gli stand<br />
I 5 modelli di Colombo<br />
Simone Colombo deve la<br />
sua formazione alla Civica<br />
Scuola di Liuteria di Milano,<br />
opera da cinque anni e<br />
ha la sua sede a Lentate Sul<br />
Seveso, in provincia di Milano.<br />
Appassionato di liuteria<br />
da sempre, ha anche<br />
realizzato una traduzione<br />
del libro Making an archtop<br />
guitar di Robert Benedetto<br />
(Reissue Editions 1996), da<br />
alcuni considerata la “Bibbia”<br />
dei processi costruttivi.<br />
La sua produzione standard è incentrata su due tipologie di<br />
strumenti: una small body (la L00, di derivazione Gibson)<br />
e una OM (la LC, modello originale). La particolarità estetica<br />
che più contraddistingue le chitarre di Liuteria Colombo<br />
è la forma della paletta, caratterizza dall’asola centrale e<br />
dal logo inciso al laser.<br />
Le chitarre di Liuteria Colombo sono disponibili in 5 modelli,<br />
diversificati in base alle essenze utilizzate nella realizzazione<br />
e al tipo di finitura, ma vengono realizzate con legni<br />
di grande pregio, scelti con cura e lavorati “a regola d’arte”.<br />
I piani armonici dei vari modelli sono in abete della Val di<br />
Fiemme (nella foto il modello CLEME), in mogano kaya o<br />
in cedro canadese.<br />
Esiste anche una produzione<br />
“custom” su<br />
specifiche del cliente, e<br />
c’è una particolare predisposizione<br />
anche al<br />
restauro di strumenti<br />
vintage, un aspetto importante<br />
delle capacità<br />
operative di Simone<br />
Colombo. u<br />
LIUTERIA COLOMBO<br />
www.liuteriacolombo.it<br />
saletta 4<br />
L’Utopia di Branduardi<br />
Tutta nuova la gamma Lakewood<br />
Con la caratteristica paletta tagliata a spigolo<br />
vivo, una scelta che sembra conferire<br />
autorevolezza allo strumento, la serie Premium<br />
della casa tedesca è stata interamente<br />
rinnovata nel mese di Aprile. Composta<br />
da 8 modelli (nella foto il modello M45 con<br />
la rosetta e i bordi impreziositi da raffinate<br />
finiture in madreperla), questa serie rappresenta<br />
il top di gamma dell’offerta Lakewood,<br />
che completa la sua proposta ai musicisti con<br />
altre due serie: Deluxe (11 modelli) e Natural (15 modelli).<br />
La scelta costruttiva della casa tedesca si basa sulle intuizioni<br />
del fondatore, il liutaio Martin Seeliger, che, dopo<br />
aver riparato e restaurato migliaia di chitarre come tecnico<br />
specializzato in liuteria, ha voluto fare propria l’emozio-<br />
ARAMINI STRUMENTI MUSICALI<br />
www.aramini.net<br />
Non stiamo parlando di una nuova fatica<br />
discografica del menestrello della<br />
musica italiana, ma di un particolarissimo<br />
strumento che Utopia Custom Shop<br />
ha realizzato per lui lo scorso anno.<br />
Si tratta di una stupenda Harp <strong>Guitar</strong><br />
che è stata realizzata su sue specifiche,<br />
per accompagnare l’artista nel lungo tour<br />
europeo iniziato nel 2006. Angelo Branduardi<br />
è infatti sempre alla ricerca di sonorità<br />
specifiche, nuove e antiche allo<br />
stesso tempo, capaci di accompagnarlo<br />
nella riproduzione di atmosfere magiche<br />
e irreali, ma concrete e coinvolgenti. Po-<br />
THE UTOPIA CUSTOM SHOP<br />
www.utopiacustomshop.it<br />
listrumentista di rango e autore raffinato,<br />
sa anche valorizzare la ricerca italiana<br />
nel campo della liuteria, dove si saldano<br />
il classico e le tecnologie più avanzate, la<br />
tradizione e uno sguardo sul futuro.<br />
Lo strumento è una chitarra-arpa classica<br />
con sette bordoni di basso più cinque<br />
di cantino. Realizzata con una tavola<br />
in abete della Val di Fiemme, ha<br />
fondo e fasce in acero marezzato. La<br />
meccanica è interamente Waverly ed<br />
è equipaggiata con pick up L.R Baggs.<br />
Nella foto, Branduardi “on stage” e una<br />
seconda arpa-chitarra Utopia. u<br />
saletta 36<br />
ne di costruire qualcosa di nuovo, capace<br />
di “muovere le corde interne” dei musicisti.<br />
È per questo che nel 1986 è nata la<br />
Lakewood, che da allora, in oltre vent’anni<br />
di storia, ha saputo costruirsi una solida<br />
reputazione di fabbrica di strumenti “che<br />
hanno un’anima”.<br />
Oggi sono moltissimi i musicisti che utilizzano<br />
gli strumenti Lakewood, e l’elenco<br />
potrebbe essere davvero lungo. Basti citare<br />
Thom Yorke dei Radiohead o Jade Gallagher (UK), Tim<br />
Spark o Christopher Jones (USA), Mike Broznan (Nuova<br />
Zelanda) o Kazumi Watanabe (Giappone)... Tra gli italiani<br />
è senz’altro da segnalare Giovanni Palombo, che suona una<br />
Lakewood M 32 CP. u<br />
saletta 25
Se vi imbattete in strumenti<br />
che ospitano un pallino sulla<br />
paletta non vi potete sbagliare:<br />
sono le chitarre Liuton.<br />
Costruite da Marco Tonoli a<br />
Barbarano di Salò, in provincia<br />
di Brescia, sono originali<br />
nella voce, nella forma e nei<br />
materiali. Del resto, il pallino è<br />
molto più che un segno distintivo.<br />
“Dalle mie parti”, racconta<br />
Marco, “si dice che per fare<br />
qualcosa di particolare serve<br />
il... bernoccolo, cioè il pallino”.<br />
E particolari le chitarre Liuton<br />
lo sono per davvero, perché<br />
fanno della ricerca del nuovo<br />
e dell’esclusivo la loro bandiera.<br />
Iniziato alla lavorazione<br />
del legno dal nonno –artigiano<br />
dell’olivo– e perfezionatosi alla<br />
scuola di liuteria di Cremona,<br />
Marco racconta così l’inizio<br />
della propria attività: “Verso<br />
la fine degli anni Ottanta, in<br />
seguito alla costruzione di una<br />
chitarra classica con cui mi ero<br />
sbizzarrito nei primi intarsi<br />
sulla tastiera, ho costruito al-<br />
LIUTON - ALMICI<br />
www.liuton.it<br />
Liuton: le chitarre col pallino<br />
cune chitarre elettriche su richiesta<br />
cominciando a progettare<br />
una forma personale che<br />
unisse all’originalità la praticità<br />
di utilizzo, la leggerezza ed alcune<br />
novità tecnologiche utili<br />
al chitarrista moderno. Già da<br />
allora, questi strumenti nascevano<br />
col pallino, che sarebbe<br />
diventato il mio simbolo sulla<br />
paletta”.<br />
Gli strumenti più particolari<br />
erano una elettrica-acustica<br />
che univa il suono dei pick-up<br />
a quello del ponte piezo; e una<br />
chitarra con tre sistemi (e uscite)<br />
separati: elettrica, acustica e<br />
midi. In seguito è stata la volta<br />
di un violino amplificato intrigante<br />
e stravagante, un modello<br />
a 5 corde con tavola in olivo<br />
e con una piccola cassa di mogano...<br />
e un violino a 4 corde<br />
senza cassa, in acero, ciliegio e<br />
legno di rosa di cui Marco si<br />
dice tuttora molto soddisfatto.<br />
“Era giunta l’ora,” prosegue il<br />
racconto, “di passare alla chitarra<br />
acustica. Così un pomeriggio<br />
ho provato a disegnare<br />
una forma fuori dai canoni,<br />
che fosse slanciata, inusuale<br />
ma molto riconoscibile in<br />
braccio all’artista, una chitarra<br />
particolare, d’impatto...<br />
una chitarra da palco. Così è<br />
nata la Tulip. L’ho proposta<br />
ad un chitarrista professionista<br />
della zona che ha accettato<br />
di attendere la nascita del<br />
primo strumento fatto su misura<br />
per lui e di sperimentarlo<br />
dal vivo. E la Tulip non mi<br />
ha deluso”.<br />
Nata per essere amplificata,<br />
questa chitarra ha espresso fin<br />
da subito un suono acustico<br />
potente e deciso, con accenti<br />
sorprendenti sui medi e sugli<br />
acuti. Oggi, allo strumento<br />
originale si sono affiancate<br />
altre “sorelle”, che si differenziano<br />
principalmente nei legni<br />
e nelle misure della cassa.<br />
Naturalmente, tutte condividono<br />
un dettaglio in comune:<br />
il famoso pallino. Che ora<br />
è un nuovo piccolo particolare<br />
nella liuteria italiana... u<br />
saletta 6<br />
Vent’anni nel segno dell ’arte<br />
La bottega di Alberto Bonafini vanta ormai vent’anni di attività. Diplomato<br />
all’istituto d’arte di Castelmassa, nella sezione dedicata alla lavorazione<br />
del legno, Alberto Bonafini ha studiato con il Maestro Lorenzo<br />
Frignani per poi sperimentare e studiare in collaborazione con Renzo<br />
Veronesi. “Ho dedicato la mia attenzione soprattutto alle chitarre acustiche<br />
in generale e a quelle jazz in particolare,” racconta Bonafini, “anche<br />
se mi sono lasciato tentare dalla costruzione di percussioni. Negli<br />
anni, ho collaborato con molti bravi musicisti, tra i quali mi piace menzionare<br />
Roberto Pellati, Sancez, drummer di Ligabue. E anche con il<br />
bravissimo Mario Zapparoli. E per quanto riguarda gli strumenti a corda<br />
con Cavicchi, Manzoli (stuly), Santimonie, Maltese”.<br />
Nella foto qui a fianco è ritratto il modello Spartan, in acero massello<br />
con tavola in abete italiano e manico in acero. La tastiera e la cordiera<br />
sono in ebano; mentre il ponte è realizzato in acero ed ebano, con diapason<br />
65,5. La soluzione è ripresa da un modello di Epaminonda Statopoulos<br />
(in arte Epiphone), i disegni da uno strumento del 1947. u<br />
ALBERTO BONAFINI<br />
www.albertobonafini.com<br />
4209-06_MA_<strong>Guitar</strong>_135x85_4c 20.03.2007 15:15 Uhr Seite 1<br />
MA 4209-06 · 4/07 c<br />
Phil Capone<br />
Exploring Jazz <strong>Guitar</strong><br />
Introduzione, tecnica ed<br />
improvvisazione dell’armonia Jazz.<br />
Con CD<br />
M-2201-2591-1 · ED 12945<br />
Per principianti chitarristi che<br />
vogliono imparare il jazz, questo<br />
libro contiene un'ampia e facile<br />
introduzione al mondo della chitarra<br />
jazz, e cd con dimostrazioni<br />
solo e live.<br />
Hugh Burns<br />
Discovering Rock <strong>Guitar</strong><br />
Suggerimenti, note, tecniche<br />
e suoni della chitarra Rock.<br />
Con CD<br />
M-2201-2536-2 · ED 12946<br />
Questo libro contiene una serie di<br />
dodici differenti stili di chitarra, dal<br />
pop degli anni '50 alla disco, funk,<br />
latin, reggae, sixties pop, glam e<br />
motown per migliorare le vostre<br />
performance, i suoni, apparecchiature<br />
e amplificatori con Cd demo.<br />
...passeggiando fra gli stand<br />
0425 849111<br />
saletta 34<br />
Schott <strong>Guitar</strong><br />
Toru Takemitsu<br />
12 Songs for <strong>Guitar</strong><br />
M-65001-135-8 · SJ 1095<br />
12 indimenticabili brani magistralmente<br />
arrangianti per chitarra da<br />
Toru Takemitsu:<br />
Summertime – A song of early spring–<br />
Michelle – Hey Jude – e altri<br />
Konrad Ragossnig<br />
Step by Step<br />
Le tecniche base della chitarra in<br />
60 studi romantici e classici.<br />
M-001-14614-2 · ED 20101<br />
per voi!<br />
Una selezione di studi per chitarra di<br />
Aguado, Cano, Carcassi, Coste<br />
Giuliano, Sor e altri per livello avanzato,<br />
con tablature e note informative<br />
su come usare gli studi.
...passeggiando fra gli stand<br />
A confronto con la Storia<br />
Lo studio delle chitarre storiche, e di quelle romantiche in particolare, è stato sempre<br />
al centro dell’interesse di Fabio Zontini, il liutaio di Finale Ligure specializzato nella<br />
costruzione e nella riparazione di chitarre classiche. Milanese di nascita, Fabio ha frequentato<br />
i corsi della Civica Scuola di Liuteria del capoluogo lombardo, dove ha conseguito<br />
nel 1996 il titolo di Maestro Liutaio Restauratore.<br />
Da allora, Zontini si è perfezionato accostandosi agli strumenti originali di Hermann<br />
Hauser e Pietro Gallinotti, di cui ha approfondito le tecniche di costruzione. Specializzato<br />
nella riproduzione di chitarre romantiche (Antonio Rovetta, Luis Panormo, Joseph<br />
Marconcini, Carlo Godone), Fabio Zontini promuove l’interesse dei musicisti nei<br />
confronti di questi strumenti, di fatto i più adatti ad affrontare il repertorio ottocentesco.<br />
I suoi strumenti sono stati acquistati dalla Civica Scuola di Musica di Milano, dal conservatorio<br />
di Novara e da vari chitarristi professionisti ed insegnanti di conservatorio.<br />
Socio ALI (Liutai Professionisti Italiani), è spesso invitato a tenere conferenze e lezioni<br />
nell’ambito di festival chitarristici in Italia e all’estero.<br />
Uno degli strumenti più particolari da lui costruiti è la copia della celebre Papier-Maché,<br />
la “chitarra di cartone” di Antonio Torres. Lo strumento originale, realizzato a Siviglia<br />
nel 1862, rappresenta uno dei momenti più affascinanti e misteriosi della storia<br />
della liuteria. Come lo stesso Zontini ci ha raccontato, “Il liutaio spagnolo non ha lasciato<br />
documenti scritti sul senso di questo singolare esperimento e ha tenuto con sé<br />
lo strumento fino alla morte, avvenuta trent’anni dopo, nel 1892. Dopodichè lo strumento,<br />
passato per le mani di Tarrega e Llobet, è giunto<br />
agli eredi che nel 1953 lo hanno donato al Museu<br />
de la Musica di Barcellona. Vari studiosi, liutai e musicisti<br />
sono concordi nel pensare che le motivazioni che<br />
spinsero De Torres a costruire questo particolare strumento<br />
furono probabilmente volte a dimostrare, più a<br />
se stesso che non ad altri, l’importanza che la tavola armonica<br />
ha rispetto agli altri elementi che costituiscono<br />
la chitarra”. u<br />
FABIO ZONTINI<br />
www.zontiniguitars.com<br />
saletta 1<br />
Qui a sinistra, Fabio Zontini al lavoro e un particolare della<br />
copia della chitarra di cartone.<br />
A destra, dall’alto: due particolari dei modelli prodotti da<br />
Zontini, la Papier-Maché originale e un dettaglio dell’interno.<br />
Le foto della chitarra di cartone di Antonio Torres sono<br />
gentilmente concesse dalla Civica scuola di liuteria di Milano e<br />
dai liutai Mirko Migliorini e Roberto Pozzi.<br />
Acustiche Mannedesign<br />
C’è quasi un disegno politico, o quantomeno<br />
una dichiarazione positiva d’intenti,<br />
all’origine della nuova linea di chitarre<br />
acustiche Mannedesign. Prodotte in<br />
Oriente da una liuteria locale di indiscussa<br />
abilità, le nuove acustiche nascono da<br />
disegni italiani e rispettano in tutti i processi<br />
produttivi il principio della Harmonic<br />
Globalization.<br />
Come Andrea Ballarin ci ha spiegato, “il concetto è semplice:<br />
pensiamo che la globalizzazione rappresenti anche una<br />
opportunità positiva. Per questo rispettiamo in ogni fase del<br />
processo il principio del fair price, in base al quale riusciamo<br />
a riconoscere agli artigiani locali un giusto compenso per il<br />
loro lavoro; allo stesso tempo siamo in grado di proporre al<br />
mercato una gamma di strumenti di fascia alta ad un prezzo<br />
estremamente contenuto.”<br />
La linea Mannedesign si compone di cinque modelli: Dreadnought,<br />
Grand concert, Orchestra, Medium jumbo e Auditorium.<br />
Il piano armonico è realizzato in massello<br />
di abete Sitka, le fasce e il fondo in massello (legni<br />
solidi) di East Indian Rosewood. La tastiera è in<br />
ebano e il manico, un pezzo unico, in mogano fissato<br />
con il sistema bolt-on. La selletta al ponte e il<br />
capotasto sono in osso, mentre gli altri dettagli prevedono<br />
una attaccatura manico-paletta a diamante<br />
e incatenature scalloped.<br />
Progettati per offrire cinque atmosfere sonore profondamente<br />
diverse, i cinque modelli garantiscono<br />
a chiunque la possibilità di trovare<br />
lo strumento adatto alla propria musica e al<br />
proprio gusto. Senza contare che, su ordinazione,<br />
è possibile customizzare ciascuno<br />
strumento attraverso procedimenti come<br />
il cutway, l’applicazione di intarsiature, la<br />
scelta e il montaggio di pick-up specifici,<br />
l’impiego di essenze engelmann o la realizzazione<br />
di strumenti mancini. u<br />
MANNE GUITARS<br />
www.manne.com<br />
saletta 7
Il valore del dettaglio<br />
Almo Ambrosini ha un’offerta tutta particolare:<br />
oltre agli strumenti di liuteria, sono disponibili<br />
semilavorati per liuteria classica, rigorosamente<br />
realizzati in abete rosso della Val di Fiemme, ivi<br />
comprese casse di risonanza in pezzo unico o in<br />
due pezzi, kit per strumenti completi e per parti<br />
e via discorrendo. I manici e i kit per manici<br />
sono invece disponibili in acero. u<br />
LE PIANAIE LIUTERIA<br />
www.iliutai.it<br />
saletta 23<br />
80 anni di una tradizione che guarda al futuro<br />
...passeggiando fra gli stand<br />
È all’inizio degli anni 30 che Olindo Lenzotti comincia, in un piccolo negozietto del centro di Modena,<br />
la sua attività di vendita, noleggio, riparazione e accordatura di pianoforti. Sono quindi quasi ottant’anni<br />
che, a Modena e non solo, il nome Lenzotti è sinonimo di musica. Nel corso di quasi un secolo<br />
l’azienda ha visto avvicendarsi tre generazioni. L’attuale gestione è infatti affidata ai nipoti del fondatore:<br />
Antonella, Marco e Roberto, che hanno appena ricevuto la leva del comando dal padre<br />
Franco. Ovviamente questi avvicendamenti hanno fatto sì che il negozio, oltre al mantenimento<br />
della tradizione, abbia sempre avuto un particolare attenzione all’attualità proponendo<br />
tutte le novità che il mercato della musica suonata offre. Sempre attento alla<br />
diffusione della “cultura del suonare”, Lenzotti promuove vari eventi che culminano nel<br />
concertone del 21 giugno (la Giornata Europea della Musica) con oltre trenta artisti tra<br />
band e solisti. Il concerto prevede sempre, in chiusura, un headliner set con nomi di rilievo<br />
nazionale: Ricky Portera, Ridillo, Dirotta su Cuba. La partecipazione ad eventi come<br />
<strong>Acoustic</strong> <strong>Guitar</strong> International Meeting di Sarzana è un altro aspetto del modo di lavorare<br />
di Lenzotti, che raggiunge la splendida vallata del Magra per il piacere di proporre strumenti<br />
che creano emozione. Quando il lavoro è la conseguenza di una passione trasmessa<br />
nel tempo ed è parte del sangue che<br />
LENZOTTI<br />
scorre nelle vene, gioia e fatica si fondono<br />
in un unico sentimento: la soddisfazione. u www.lenzotti.com saletta 30<br />
5
...passeggiando fra gli stand<br />
Il fascino discreto dell ’eccellenza<br />
I liutai lombardi Mirko Migliorini e Roberto<br />
Pozzi si sono diplomati presso la Civica Scuola<br />
di Liuteria di Milano e, dopo aver frequentato<br />
importanti laboratori di liuteria, hanno deciso di<br />
iniziare a costruire strumenti originali seguendo<br />
una filosofia inedita.<br />
I loro strumenti sono stati subito apprezzati dai<br />
professionisti, che ne riconoscono immediatamente<br />
le qualità, la cura costruttiva e lo stile raffinato. Le prime chitarre Migliorini &<br />
Pozzi risalgono al 2002 e sono state costruite nel laboratorio di liuteria aperto a Lecco.<br />
Qui, la produzione non supera mai le 15 chitarre l’anno. “È una scelta che ci permette di<br />
dedicare la massima cura possibile alle nostre creazioni” ci hanno dichiarato i due liutai.<br />
Che hanno aggiunto: “Il nostro obiettivo è quello di produrre chitarre di altissima qualità,<br />
sia dal punto di vista acustico che estetico. La chitarra Migliorini & Pozzi è lo strumento<br />
ideale per il chitarrista che cerca l’eleganza, la raffinatezza, l’armonia acustica e<br />
che, pur restando fedele alla migliore tradizione, desidera una chitarra dall’inconfondibile<br />
stile moderno”.<br />
Tutti i modelli sono stati progettati e disegnati da<br />
Migliorini & Pozzi. A fare da tratto comune c’è un<br />
progetto originale, personale, che tiene conto della<br />
tradizione di strumenti storici importanti e adotta<br />
uno stile proprio, elegante e armonioso. Piccole<br />
sfumature inconfondibili donano alle chitarre Migliorini<br />
& Pozzi un tocco di raffinatezza ed unicità.<br />
Per realizzarle sono necessari tanto tempo, una<br />
grandissima cura e una attenta selezione dei migliori materiali disponibili sul mercato.<br />
Chiamati a descrivere le proprie creazioni, i liutai di Lecco hanno dichiarato: “Costruiamo<br />
un modello personale di chitarra Classica, frutto di un attento<br />
progetto che trae ispirazione dai più importanti liutai dell’Ottocento,<br />
del Novecento e contemporanei. Ad esso si affianca<br />
un modello altrettanto personale di chitarra Folk, che si rifà alle<br />
meravigliose OM degli anni ’30... è una chitarra elaborata con<br />
uno stile decisamente più moderno nelle linee e nel design. Infine<br />
proponiamo un modello di chitarra Jazz, tradizionale archtop<br />
nello stile e nella scelta dei materiali, in acero europeo e<br />
abete della Val di Fiemme”. u<br />
Migliorini Pozzi<br />
www.migliorinipozzi.com<br />
saletta 7<br />
Jacaranda per Gabor Lesko<br />
Jacaranda è orgogliosa di presentare<br />
il nuovo talento emergente<br />
Gabor Lesko, un chitarrista<br />
ecclettico, ma soprattutto<br />
un raffinato compositore<br />
di alchimie sonore...<br />
Gabor, dopo<br />
anni di prestigiosecoll<br />
a b o r a z i oni<br />
nell’ industry della<br />
pop italiana come arrangiatore<br />
e compositore<br />
di musiche orchestrali per<br />
immagini, esplora nuove sonorità<br />
nel suo terzo album, Colors, prossimamente<br />
in uscita con RAI Trade /<br />
Videoradio, con ospiti del calibro di Tony<br />
Levin, Vince Tempera ed altri...<br />
A Sarzana, durante l’<strong>Acoustic</strong> <strong>Guitar</strong> 10th<br />
International Meeting si potranno ascoltare<br />
alcune anteprime del nuovo lavoro di questo<br />
virtuoso chitarrista. Alchimie contrappuntistiche<br />
di chitarra a più voci, mosaici<br />
sonori ed una grande energia positiva.<br />
Jacaranda Lotus Gabor Lesko Signature<br />
Jacaranda ha dedicato a Gabor Lesko uno<br />
strumento signature, realizzando per lui una<br />
nuova chitarra acustica elettrificata con un<br />
particolare sistema di attacco del manico, il<br />
SideBolt TM , che dà una grande stabilità e che<br />
permette al manico di essere raggiungibile<br />
fino agli ultimi tasti con un action da chitarra<br />
elettrica. Altre particolarità sono il disegno<br />
originale della cassa, del ponticello e della rosetta<br />
traforata con il motivo del fiore di loto<br />
(Lotus, appunto). La Lotus monta una<br />
meccanica che permette di scordare<br />
il MI basso istantaneamente.<br />
Parlando dei legni utilizzati,<br />
si può sottolineare che<br />
la cassa è una hollowbody<br />
in mogano, la<br />
tavola armonica<br />
è in raffinato<br />
abete della<br />
Val di Fiemme<br />
(con un prezioso<br />
intarsio che riproduce<br />
il simbolo del Loto a<br />
formare la rosetta), mentre<br />
il manico ha una preziosa tastiera<br />
in ebano, ed in ebano è anche<br />
il ponticello. u<br />
JACARANDA<br />
www.jacaranda.it<br />
saletta 37
È ora di far esibire<br />
anche l’audio.<br />
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dall’innovativo diffusore L1 Cylindrical Radiator che consente ad ogni strumentista<br />
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