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ne dell’agricoltore c’è il legame con<br />

il territorio che il pastore non ha. La<br />

realtà trentina è una realtà <strong>di</strong> eccellenza<br />

nel panorama nazionale. Qui<br />

le montagne non sono abbandonate.<br />

Il Trentino recepisce una tra<strong>di</strong>zione<br />

dove la foresta ha un peso maggiore,<br />

in Alto A<strong>di</strong>ge è <strong>di</strong>verso: appartiene <strong>di</strong><br />

più alla tra<strong>di</strong>zione tirolese dove il bosco<br />

è privato”.<br />

Il Protocollo Agricoltura<br />

della Convenzione delle Alpi<br />

Un ruolo fondamentale per il settore<br />

agricolo riconosciuto anche dalla<br />

Convenzione delle Alpi. Il suo Protocollo<br />

dell’Agricoltura, riconoscere<br />

infatti molteplici funzioni dell’agricoltura<br />

<strong>di</strong> montagna, come il mantenimento<br />

degli inse<strong>di</strong>amenti alpini,<br />

attraverso la produzione <strong>di</strong> qualità,<br />

turismo, ed un agricoltura in funzione<br />

del turismo. “L’interesse per la montagna<br />

sta aumentando con giovani<br />

famiglie che tornano a vivere in mon-<br />

tagna – ha concluso Annibale Salsa -<br />

a questo ritorno si deve accompagnare,<br />

però, “la mano politica” perché<br />

la montagna ha bisogno <strong>di</strong> realismo<br />

non <strong>di</strong> una visione romantica. I ritorni<br />

spontanei sono destinati al fallimento<br />

perchè la vita in montagna è dura.<br />

La montagna, nel bene e nel male, è<br />

quella che si presta <strong>di</strong> più a visioni<br />

retoriche”.<br />

Nelle Dolomiti la<br />

tutela delle comunità locali<br />

Gli interventi della mattina si sono<br />

conclusi con la relazione <strong>di</strong> Viviana<br />

Ferrario che ha evidenziato come il<br />

paesaggio alpino ha avuto delle trasformazioni<br />

<strong>di</strong> lunga durata e <strong>di</strong> breve<br />

come, per esempio la sparizione<br />

dei seminativi (<strong>di</strong> versante) in tutte le<br />

Alpi, soprattutto nelle Dolomiti. “Il<br />

paesaggio delle Dolomiti è un esempio<br />

molto bello <strong>di</strong> paesaggio plurale<br />

– ha sottolineato Viviana Ferrario - le<br />

modalità <strong>di</strong> gestione della montagna<br />

9<br />

Numero 2 Dicembre 2012<br />

sono <strong>di</strong>verse, ma nello stesso tempo<br />

manca una visione politica unitaria.<br />

E’ importante che una strategia territoriale<br />

venga con<strong>di</strong>visa da tutti i soggetti.<br />

Nel loro insieme le Dolomiti<br />

raccontano <strong>di</strong> un luogo dove prevale<br />

il prato dove, in qualche caso, predomina<br />

un approccio industriale, in<br />

altre, invece, un approccio più rurale.<br />

Dietro ai paesaggi che si trasformano<br />

prevalgono delle <strong>di</strong>namiche <strong>di</strong>verse,<br />

ma che richiedono attenzione<br />

elle comunità locali”.<br />

Nel pomeriggio sono state presentate<br />

alcune esperienze illustrate da Barbara<br />

Stoinschek (EURAC Research<br />

Insitute for Alpine Environment), da<br />

Tiziano Tempesta (Università <strong>di</strong> Padova),<br />

da Stefano Lunar<strong>di</strong> (Atelier Pojet<br />

Stu<strong>di</strong>o associato), da Furio Sembianti<br />

(Servizio urbanistica e tutela del paesaggio<br />

della Provincia autonoma <strong>di</strong><br />

Trento).<br />

Daniele Ferrari

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