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Pinè Sover Notizie<br />
Cultura e Tra<strong>di</strong>zioni<br />
Don<br />
Giuseppe<br />
Tarter, l’arte<br />
tra poesia<br />
e immagine<br />
Nel quarantesimo<br />
anno dalla morte<br />
il <strong>Comune</strong> <strong>di</strong><br />
Baselga “riscopre”<br />
la produzione<br />
dell’artista<br />
Quando si accenna a don Tarter,<br />
molte persone raccontano subito<br />
qualche aneddoto o qualche ricordo<br />
legato alla sua figura. Segno che la<br />
sua personalità eclettica e originale<br />
ha lasciato memorie significative,<br />
non solo a Pinè, ma anche negli altri<br />
paesi del Trentino dove svolse la sua<br />
missione.<br />
Quest’anno, ricorrendo il quarantesimo<br />
anno dalla morte e il centenario<br />
del suo primo incarico a Pinè, il<br />
<strong>Comune</strong> <strong>di</strong> Baselga <strong>di</strong> Pinè ha voluto<br />
approfon<strong>di</strong>re la conoscenza <strong>di</strong> questo<br />
artista, proponendo due aspetti<br />
poco noti della sua vena artistica: le<br />
poesie in italiano e in <strong>di</strong>aletto e le<br />
riprese fotografiche.<br />
Viene così pubblicato il testo delle<br />
“Poesie” <strong>di</strong> don Tarter, raccolte e<br />
catalogate da don Giovanni Avi e<br />
pregevolmente commentate dallo<br />
stesso, per la parte in italiano, e dal<br />
professor Elio Fox per la parte in <strong>di</strong>aletto.<br />
A corredo delle poesie vengono<br />
aggiunti alcuni bozzetti in bianco<br />
e nero, a ricordare la passione per<br />
la pittura dell’autore. Ci sono anche<br />
alcune fotografie che ripercorrono<br />
alcuni momenti della sua vita e che<br />
contribuiscono alla definizione della<br />
sua personalità.<br />
La vena poetica <strong>di</strong> don Tarter si inserisce<br />
nel filone popolaresco della<br />
cosiddetta “poesia <strong>di</strong>scorsiva”<br />
dell’800 roveretano, che don Tarter<br />
sicuramente conosceva.<br />
La funzione principale <strong>di</strong> questa<br />
produzione non era letteraria, bensì<br />
civica e sociale, <strong>di</strong> esempio, <strong>di</strong> monito,<br />
<strong>di</strong> insegnamento morale per il<br />
lettore. Il valore, più che nella forma<br />
poetica, è infatti nel contenuto:<br />
dalle poesie emerge uno spaccato<br />
della vita quoti<strong>di</strong>ana del tempo, dei<br />
ritmi, delle ricorrenze, delle usanze,<br />
delle incombenze e delle preoccupazioni<br />
della popolazione delle<br />
nostre valli, filtrate dall’occhio attento,<br />
ironico e pensieroso insieme,<br />
del nostro autore.<br />
Alcune poesie risultano più intimiste:<br />
in esse si può intravedere la<br />
profonda sensibilità e spiritualità<br />
del poeta, le sue inquietu<strong>di</strong>ni e le<br />
sue malinconie. Si possono intuire<br />
aspetti profon<strong>di</strong> della sua personalità,<br />
insospettati per chi lo conosceva<br />
superficialmente, visto che don Tarter<br />
si presentava agli altri con animo<br />
sempre allegro e pronto alla battuta.<br />
L’intento <strong>di</strong> questa pubblicazione<br />
è quin<strong>di</strong> quello <strong>di</strong> far conoscere in<br />
maniera più completa la complessa<br />
figura <strong>di</strong> don Tarter, <strong>di</strong>ffondendone<br />
la poco conosciuta produzione poetica.<br />
Accanto alle poesie abbiamo voluto<br />
percorrere un altro filone interessante<br />
e ricco <strong>di</strong> spunti: abbiamo recuperato,<br />
grazie alla generosità <strong>di</strong> alcune<br />
persone e alla grande <strong>di</strong>sponibilità<br />
del fotografo Giovanni Fedrizzi, un<br />
buon numero <strong>di</strong> fotografie scattate<br />
da don Tarter tra la fine degli anni<br />
’50 e l’inizio degli anni ’70.<br />
Una parte <strong>di</strong> questo materiale è stata<br />
utilizzata per l’allestimento <strong>di</strong> una<br />
mostra in via Roma a Baselga <strong>di</strong><br />
Pinè. La stessa è stata riproposta nel<br />
corso dell’autunno nella canonica<br />
48<br />
<strong>di</strong> Sternigo, a cura <strong>di</strong> alcuni volontari<br />
del paese.<br />
Le foto scelte sono interessanti perché<br />
documentano un periodo che,<br />
nelle vicende e nella storia pinetana,<br />
ha segnato il passaggio da un<br />
mondo conta<strong>di</strong>no arcaico a una<br />
realtà più <strong>di</strong>namica che cominciava<br />
a risentire degli influssi del cambiamento<br />
economico e sociale negli<br />
anni del “boom”.<br />
Le foto non vogliono essere un semplice<br />
resoconto <strong>di</strong>dascalico sul tema<br />
“come eravamo”, bensì un’occasione<br />
per riflettere sull’attualità, sulle<br />
sue luci e sulle sue ombre, cogliendo<br />
in nuce alcune fasi fondamentali<br />
delle trasformazioni che ci hanno<br />
portato fino al presente.<br />
L’occhio creativo, libero e in<strong>di</strong>pendente<br />
<strong>di</strong> don Tarter coglieva gli<br />
aspetti che potevano incuriosire una<br />
persona nata sul finire dell’Ottocento<br />
e per questo testimone privilegiato<br />
del cambiamento in atto. Le<br />
sue foto narrano <strong>di</strong> un mondo che<br />
cambia rapidamente, in cui il nuovo<br />
coesiste sincreticamente con l’arcaico,<br />
ma l’impressione è che l’autore<br />
apprezzi questi mutamenti.<br />
Alcun scatti ritraggono scorci <strong>di</strong><br />
un’epoca che sta scomparendo,<br />
per esempio la lavandaia sulle rive<br />
del lago, le pecore e le mucche al<br />
pascolo, i fili del telegrafo, altri testimoniano<br />
l’avvento della “modernità”:<br />
la motorizzazione, i nuovi riti<br />
del turismo e del tempo libero, la<br />
scolarizzazione <strong>di</strong> massa, l’emancipazione<br />
femminile.<br />
Il suo sguardo sul mondo appare<br />
quanto mai fuori da schemi preconfezionati,<br />
infatti l’autore fermava<br />
sulla pellicola quello che piaceva a<br />
lui, quello che gli interessava e che<br />
lo incuriosiva, quello che voleva e<br />
desiderava ricordare. Proprio per<br />
questo alcune foto sono oggi documenti<br />
unici.<br />
I suoi luoghi preferiti sono Sternigo,<br />
la Serraia e il lungolago; i soggetti<br />
sono bambini, fiori, animali.