UN CALENDARIO pER AMICO - Comune di Umbertide
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2003<br />
Disegno <strong>di</strong> Fratta <strong>di</strong> Cipriano Piccolpasso,<br />
1565.<br />
Cipriano Piccolpasso, <strong>di</strong> Castel Durante<br />
(l’o<strong>di</strong>erna Urbania), <strong>di</strong>segnatore e car tografo,<br />
persona colta, autore <strong>di</strong> tre libri (1548)<br />
sull’arte del vasaio molto fiorente nella sua<br />
città (ceramiche durantine), fu per un certo<br />
tempo vice provve<strong>di</strong>tore delle for tezze <strong>di</strong> Perugia.<br />
In tale veste venne inviato, nel 1565,<br />
a visitare lo stato dei castelli <strong>di</strong>pen denti per<br />
constatarne le loro potenzialità militari. Arrivò<br />
quin<strong>di</strong> anche alla Fratta, verificò la situazione<br />
delle mura e della Rocca. E lasciò due<br />
<strong>di</strong>segni: uno del perimetro delle mura, un<br />
altro dell’intero paese visto da sud. La prima<br />
“fotografia” <strong>di</strong> Fratta. Considerata la grande<br />
precisione con la quale venivano eseguiti i<br />
<strong>di</strong>segni in quel l’epoca, è emozionante esaminare<br />
questa immagine cinquecentesca del<br />
paese: il ponte sul Tevere a tre archi con la<br />
torre; il bastione sud con la porta e il torrione<br />
<strong>di</strong> <strong>di</strong>fesa; le mura castellane, la Rocca,<br />
la Collegiata all’inizio della sua costruzione<br />
(alla prima cerchia <strong>di</strong> mura).<br />
Piccolpasso ha lasciato anche interessantissime<br />
notizie sul perimetro delle mura castellane,<br />
<strong>di</strong> circa settecento metri, sui confini e le<br />
<strong>di</strong>stanze tra Fratta e le ville e le città vici ne.<br />
Particolarmente bella è la descrizione del paese<br />
e della gente, dalla quale rimane favorevolmente<br />
colpito. Le parole che usa lasciano<br />
Che razza <strong>di</strong> insulti!<br />
Da alcuni atti notarili del Cinquecento veniamo<br />
a sapere quali fossero gli insulti più<br />
<strong>di</strong>ffusi tra le persone. Bécolo (o<strong>di</strong>erno becco),<br />
cornuto, furfantone, manigoldo, poltrone,<br />
puttana, sbrendolata, tristo, vac cha.<br />
Queste parole si trovano inserite in frasi<br />
come “…e (<strong>di</strong>sse) contro questa donna<br />
Cangiola le infrascritte parole ingiuriose:<br />
vaccha, puttana, poltrona e sbrendolata”.<br />
Oppure: “…e (<strong>di</strong>sse) che le sue donne<br />
sono triste e puttane”.<br />
Molti <strong>di</strong> questi insulti vengono lanciati, con<br />
lo stesso significato, anche al giorno d’oggi.<br />
LA FRATTA DI PICCOLPASSO<br />
CURIOSITÀ<br />
trasparire ammirazione per i tenaci e laboriosi<br />
frattigiani e fanno onore ai nostri antenati<br />
specialmente se confrontate con quelle riferite<br />
agli abitanti <strong>di</strong> altre città.<br />
Riportiamo fedelmente e con orgoglio la sua<br />
relazione su Fratta, solo ponendola in una lingua<br />
più scorrevole <strong>di</strong> quella cinquecentesca.<br />
“La Fratta ha circa ottanta famiglie. Questo<br />
è un luogo piccolo ma bello, dove è molto<br />
piacevole soggiornare ed ha una bella veduta.<br />
Ha il Tevere dalla parte <strong>di</strong> ponente, come<br />
un lago chia rissimo (ricor<strong>di</strong>amo che la <strong>di</strong>ga<br />
sotto il ponte innalzava notevolmente il livello<br />
dell’acqua Ndr), ma dannoso e <strong>di</strong> grande<br />
pericolo al luogo perché, se non si prendono<br />
provve<strong>di</strong>menti, in poco tempo, come ha già<br />
iniziato a fare, si porterà via il luogo intero<br />
(evidentemente si agì in tempo se ciò non è<br />
avvenuto! Ndr). Gli uomini <strong>di</strong> questo paese<br />
sono <strong>di</strong>ligenti, ingegnosi, sol leciti e avveduti<br />
perché, lavorando incessantemente il<br />
loro piccolo territorio, lo fanno fruttare come<br />
un’estesa campagna e un luogo gran<strong>di</strong>ssimo.<br />
Qui si lavora benissimo nel costruire archibugi<br />
e armi d’asta. Le mura, pur antiche, sono <strong>di</strong><br />
materiale solido e robu stissime, ma dappertutto,<br />
sopra <strong>di</strong> esse, ci sono case. La Rocca è<br />
cinta <strong>di</strong> grosse mura e ha una torre alta circa<br />
cento pie<strong>di</strong>. Non hanno bestiami né pascoli.<br />
Qui non vi sono armi <strong>di</strong> alcuna sorta”.<br />
La <strong>di</strong>ga sul Tevere. Ancora oggi si possono<br />
vedere i resti dei pali <strong>di</strong> legno.<br />
Il “mostaccione”<br />
In una sentenza giu<strong>di</strong>ziale troviamo il<br />
termi ne “mostaccione” usato per in<strong>di</strong>care<br />
uno schiaffo (più precisamente un violento<br />
man rovescio), che è poi il significato o<strong>di</strong>erno,<br />
in <strong>di</strong>aletto umbertidese, del termine.<br />
Il giu<strong>di</strong> ce scrive che: “…gli dette in faccia<br />
uno schiaffo o, come si <strong>di</strong>ce volgarmente,<br />
un mostaccione” (de<strong>di</strong>t in eius facie alapa<br />
sive vulgo <strong>di</strong>citur un mostaccione).<br />
Almeno per quanto riguarda gli schiaffi, il<br />
<strong>di</strong>aletto è immutato da cinque secoli.<br />
La descrizione accurata<br />
della Fratta cinquecentesca,<br />
la sua prima immagine <strong>di</strong>segnata dal cartografo<br />
Cipriano Piccolpasso. Compaiono anche i mestieri dei<br />
tessitori e degli archibugieri, le tante chiese del piccolo borgo,<br />
le fiere e i mercati, i conventi e le confraternite, i bottegai.<br />
Nel 1521 Fratta si dà nuovi statuti. Il 14 settembre 1556 avviene il miracolo<br />
della Madonnna della Regghia che induce la comunità civile e religiosa<br />
a costruire una grande chiesa ottagonale.<br />
BRICIOLE<br />
La <strong>di</strong>ga sul Tevere<br />
La “chiusa” del Tevere era una <strong>di</strong>ga a circa ottanta<br />
metri a valle del ponte e sbarrava il corso dell’acqua<br />
da un argi ne all’altro con <strong>di</strong>verso andamento<br />
(la metà ovest era per pen<strong>di</strong>colare alla sponda, la<br />
metà est era obliqua). Era stata voluta dal comune<br />
sia per ragioni <strong>di</strong> or<strong>di</strong>ne civile (l’acqua azionava il<br />
mulino <strong>di</strong> Sant’ Erasmo, le ruote dei fabbri nel Borgo<br />
Inferiore, serviva la “gualchiera” e i lava toi pubblici),<br />
sia militare. Quest’ultimo motivo è da ricer carsi nel<br />
fatto che il ponte sul Tevere, nel Cinquecento, era<br />
ancora tronco nel suo termine ovest (torre con ponte<br />
levatoio) e doveva essere circondato dall’acqua del<br />
fiume, profonda, allo scopo <strong>di</strong> impe<strong>di</strong>re ad eventuali<br />
nemici <strong>di</strong> occuparlo.<br />
SOPRANNOMI<br />
Boromeo, Bracaccio, Brecola, Brella, Bricca, Broncone,<br />
Bruga, Brugnola, Bruscia, Bura, Busotti.<br />
NOMI DI UOMINI<br />
Abbon<strong>di</strong>o, Andreano, Andreulo, Arcolano, Arno,<br />
Barnabeio.<br />
NOMI DI DONNE<br />
Anastasia, Andrea, Anibale, Armillina.<br />
FAMIGLIE<br />
Biagioli. La troviamo nominata nell’anno 1582<br />
(“Biagioli della Fratta”).<br />
Bourbon. Nella secon da metà del secolo il marchese<br />
Ludovico Bourbon <strong>di</strong> Sorbello ha una casa<br />
in Fratta, che abita. Nel 1515 Giuliana, figlia <strong>di</strong><br />
Tancre<strong>di</strong> dei marche si Bourbon <strong>di</strong> Monte Santa<br />
Maria e <strong>di</strong> Sor bello, fa re<strong>di</strong>gere un inventario dei<br />
beni <strong>di</strong> Andrea degli Ubal<strong>di</strong>, suo marito.<br />
LA PASSEGGIATA DEL MESE<br />
Partendo da piazza Matteotti, dove è situato il palazzo comunale, uscendo su via Guidalotti, si<br />
arriva alla Rocca, fortezza costruita nel 1385.<br />
Proseguendo per via Alberti e scendendo la “Piaggiola” fino a piazza Marconi, ci si immette nella<br />
via Cavour e si sale fino alla chiesa <strong>di</strong> Santa Maria della Pietà.