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1 INDICE - Philip P. Willan

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Kunz, Calvi (cui spettava, in definitiva, l’ultima parola) non aveva fatto<br />

opposizione e non si era detto contrario al cambiamento.<br />

Deve osservarsi, infine, che - anche se si desse per ammesso che sia stato<br />

Carboni, con il sostegno di Kunz, a convincere Calvi ad andare a Londra - ciò<br />

non basterebbe per dimostrare una preordinazione ed una macchinazione da<br />

parte dello stesso imputato.<br />

Sulla base delle concordi dichiarazioni rese da Kunz e dai testi Mc Donald e<br />

Clark, può ritenersi, infatti, accertato che solo la mattina del 15 giugno<br />

vennero concretamente prese le iniziative per prenotare l’aereo che avrebbe<br />

dovuto condurre Calvi e Vittor a Londra e per fissare l’appartamento presso il<br />

Chlelsea Cloister.<br />

E, sulla base delle concordi dichiarazioni rese da William, Alma e Odette<br />

Morris, deve ritenersi altrettanto certo che soltanto la sera del 16 giugno (dopo<br />

essersi fatto dare il numero da Laura Scanu Concas) Carboni si mise in<br />

contatto telefonico con costoro, per farsi aiutare nella ricerca di un nuovo<br />

alloggio.<br />

Considerare non attendibili tutte le suddette deposizioni, significherebbe<br />

accreditare l’assurda tesi, secondo cui Carboni, nell’attuazione del suo piano<br />

delittuoso, avrebbe usufruito della complicità di Kunz, di Mc Donald, di Clark e<br />

dei Morris.<br />

Una tesi del genere non può però essere considerata verosimile, perché non<br />

si riesce a comprendere in vista di quale concreto interesse tutte queste<br />

persone avrebbero dovuto dichiarare il falso per proteggere un uomo al quale<br />

non erano unite da legami tali da giustificare il rischio di essere accusate di<br />

correità in un delitto tanto grave.<br />

Deve anche rilevarsi che, secondo quanto hanno riferito Anna Pacetti ed<br />

Emilio Pellicani, i due biglietti aerei per il viaggio da Roma a Venezia, effettuato<br />

l’11 giugno da Calvi e dallo stesso Pellicani, vennero prenotati a nome di due<br />

impiegati dell’ufficio di Carboni.<br />

Se avesse effettivamente premeditato un piano per indurre Calvi a recarsi<br />

Londra, allo scopo di farlo uccidere, Carboni - secondo logica - avrebbe dovuto<br />

evitare di far utilizzare, per quella prenotazione, nominativi così facilmente<br />

associabili alla sua persona.<br />

Secondo la stessa logica, avrebbe dovuto evitare, una volta arrivato all’Hotel<br />

Hilton di Londra il 16 giugno, di far registrare a suo nome le due stanze<br />

occupate con Manuela e Michaela Kleinszig.<br />

Non è comprensibile, inoltre, per quale motivo avrebbe dovuto coinvolgere<br />

nei vari spostamenti, compiuti da lui stesso e da Calvi, tante persone che<br />

avrebbero potuto eventualmente testimoniare a suo carico (Pellicani,<br />

Diotallevi, Vittor, gli amici di Vittor, le sorelle Kleinszig e il loro padre, Odette<br />

Morris e i suoi genitori).<br />

A questo riguardo, deve citarsi anche la testimonianza di Carlo Caracciolo, il<br />

quale ha riferito che, nei giorni successivi alla sua partenza dall’Italia, Carboni<br />

gli telefonò prima da Klagenfurt (dicendogli che Calvi era andato da Roma a<br />

Venezia con Pellicani) e poi da Londra (confidandogli che si trovava in quella<br />

città insieme a Calvi e precisando che aveva deciso di continuare ad aiutarlo,<br />

per consentirgli di risolvere i problemi del Banco Ambrosiano ed anche di<br />

sistemare così alcune pendenze finanziarie che aveva nei suoi confronti).<br />

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