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1 INDICE - Philip P. Willan

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era avvenuta con una “messa in scena” tale da far sembrare che Calvi si fosse<br />

ucciso.<br />

Almeno su questo punto, e cioè sulla sussistenza del fatto, è legittimo<br />

attribuire alle loro deposizioni un sicuro valore probatorio, a conferma di tutti<br />

gli altri elementi sopra elencati.<br />

Da ultimo, deve appena accennarsi al fatto che non è in alcun modo risultato<br />

che Calvi fosse affetto da patologie o disturbi di natura psichica che potessero<br />

rappresentare fattori determinanti di un comportamento suicida.<br />

A tale riguardo, è da ritenere del tutto fuori luogo il richiamo all’episodio<br />

avvenuto il 9 luglio 1981 presso il carcere di Lodi, allorché Calvi, mentre era in<br />

stato di detenzione, ingerì un certo quantitativo di farmaci e si provocò un<br />

taglio ad un polso.<br />

Questo argomento è stato sfruttato dal consulente prof. Fiori a sostegno<br />

della tesi del suicidio (per dimostrare la propensione di Calvi in tal senso), ma<br />

in sede di discussione gli stessi difensori degli imputati hanno rinunciato a<br />

riproporlo.<br />

Dalle risultanze dell’istruttoria dibattimentale, infatti, è emerso con certezza<br />

che si trattò di una simulazione e non di un vero tentativo di suicidio.<br />

Leone Calvi, all’epoca primario neurologo dell’Ospedale di Lecco, ha riferito di<br />

essersi recato il 20 luglio 1981 (cioè il giorno successivo a quello in cui era<br />

accaduto il fatto) a far visita al fratello presso l’Ospedale di Lodi (ove lo stesso<br />

era stato trasportato) e di aver avuto così modo di parlare con lui e di prendere<br />

visione della documentazione sanitaria.<br />

In tale occasione Roberto gli disse chiaramente di aver compiuto quel gesto,<br />

simulando, al solo scopo di uscire di prigione e di ottenere il ricovero in<br />

ospedale.<br />

La ferita al polso era stata procurata da un rasoio da burba del tipo “usa e<br />

getta” ed era costituita da un taglietto della lunghezza di appena due<br />

centimetri, assolutamente superficiale, dato che interessava soltanto<br />

l’epidermide e non arrivava a ledere i muscoli né tanto meno le vene, tanto è<br />

vero che gli venne applicato solo un punto di sutura, per motivi puramente<br />

estetici.<br />

Le medicine ingerite erano semplici tranquillanti non pericolosi, assunti in<br />

quantità non letale, tanto che Roberto (come risultava dalla documentazione<br />

esaminata) non ebbe una perdita di coscienza e al momento del ricovero era in<br />

grado di rispondere alle domande che gli venivano rivolte. I mezzi usati,<br />

quindi, non erano assolutamente idonei per causare la morte.<br />

In senso pienamente concorde hanno deposto il fratello Lorenzo, i figli Anna<br />

e Carlo, la moglie Clara ed i cognati Edoardo e Luciano Canetti; e sulla<br />

attendibilità delle loro dichiarazioni non possono che ripetersi le considerazioni<br />

già esposte.<br />

II) La posizione di Flavio Carboni.<br />

1) Il dissesto del Banco Ambrosiano.<br />

Nel procedimento penale svoltosi a Milano e conclusosi con la condanna di<br />

Flavio Carboni e di diverse altre persone per il reato di bancarotta fraudolenta,<br />

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