Leggende popolari.pdf - Io sono,noi siamo ... la nostra città!
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Sono qui riunite diverse leggende <strong>popo<strong>la</strong>ri</strong> albanesi, rumene e di Fossacesia.<br />
Elemento caratterizzante è <strong>la</strong> presenza di un monastero che fa da sfondo ad alcune vicende:<br />
San Giovanni in Venere nel<strong>la</strong> leggenda di Pizzocchele, Curtea de Arges in quel<strong>la</strong> rumena.<br />
Quest’ultima storia ha anche una variante albanese, in cui il monastero è sostituito da un<br />
castello (Shkodra).<br />
Seguono, infine, altre due leggende albanesi: quel<strong>la</strong> dei sette fratelli e quel<strong>la</strong> dell’eroe<br />
nazionale albanese, Skanderbeg.<br />
Le ricerche <strong>sono</strong> state condotte partendo dai ricordi personali e dalle narrazioni di genitori o<br />
nonni (memoria orale)raccolte nei questionari, integrate da ricerche su internet per le<br />
immagini e qualche partico<strong>la</strong>re delle storie.<br />
Alcune di queste hanno poi dato vita a dei podcast.<br />
Gruppo di <strong>la</strong>voro:<br />
Federica Luciani (Scuo<strong>la</strong> sec. primo grado Fossacesia)<br />
Marta Ozuni (Scuo<strong>la</strong> sec. primo grado Fossacesia)<br />
Danie<strong>la</strong> Tosuni (Istituto Statale d’Arte Lanciano)<br />
Renato Tusha (Scuo<strong>la</strong> sec. primo grado Mozzagrogna)<br />
Catalina Verzaru (Scuo<strong>la</strong> sec. primo grado Fossacesia)<br />
Anastasia Zuccarino (Scuo<strong>la</strong> sec. primo grado Fossacesia)
Nei pressi dell’Abbazia di San Giovanni in<br />
Venere, a sinistra del sentiero che conduce al<br />
mare, c’è un piccolo promontorio dal<strong>la</strong> cima<br />
aguzza, detto «Pizzocchele». Secondo <strong>la</strong><br />
leggenda popo<strong>la</strong>re lì è nascosto un tesoro<br />
custodito dal demonio; perciò nessuno può<br />
toccarlo.<br />
Si racconta, infatti, che in una notte di<br />
tempesta un pescatore, detto zì Minghe di<br />
Cuchilone, uomo anziano ma forte e robusto,<br />
si avviò al<strong>la</strong> spiaggetta di Marina picco<strong>la</strong> per<br />
tirare in secco <strong>la</strong> barca. Mentre passava nelle<br />
vicinanze del promontorio, all’improvviso<br />
una civetta gli girò intorno gridando:<br />
«Chiucchiuvì! Chiucchiuvì!<br />
E subito dopo, tra <strong>la</strong>mpi e tuoni, seguì una voce: «Cuchilò! Accanto a te sto! <strong>Io</strong> <strong>sono</strong> il<br />
demonio e voglio farti diventare ricco, ma in cambio devi darmi <strong>la</strong> tua anima!».<br />
Il vecchio, molto spaventato, corse più veloce del vento verso casa.<br />
Nessuno perciò, ancora oggi, osa avvicinarsi al tesoro di Pizzocchele!
Il monastero di Curtea de Arges<br />
in Albania, citato nel<strong>la</strong> leggenda qui di<br />
fianco.<br />
Nel XVI secolo, Il duca Negru Voda ordinò ai più<br />
esperti architetti di costruire un monastero. Il<br />
mastro Manole ed i suoi aiutanti iniziarono i<br />
<strong>la</strong>vori, solo che quello che veniva costruito di<br />
giorno, <strong>la</strong> notte crol<strong>la</strong>va. Dopo che questo si era<br />
ripetuto per un po’ di tempo, tutti iniziarono a<br />
pensare che ci fosse una maledizione. Una notte<br />
apparve in sogno a Manole Dio, che gli disse di<br />
non potere costruire il Monastero, a meno che<br />
non avesse murato viva <strong>la</strong> prima donna che fosse<br />
arrivata dopo il sorgere del sole. Manole si<br />
svegliò spaventato, non facendo paro<strong>la</strong> a<br />
nessuno di questo e sperando che non fosse <strong>la</strong><br />
moglie ad arrivare per prima. Iniziarono i <strong>la</strong>vori,<br />
il sole era già sorto ed era arrivata l’ora di<br />
co<strong>la</strong>zione. Manole <strong>la</strong>vorava e guardava <strong>la</strong> strada ,<br />
quando vide da lontano <strong>la</strong> sua amata Anna<br />
arrivare verso di lui.<br />
Allora si mise a pregare Dio di fare qualcosa per<br />
impedire il suo arrivo. Di colpo il cielo si annerì<br />
e si scatenò un temporale mai visto; gli alberi<br />
caddero a terra, l’acqua cascava a diluvio, però<br />
Anna non si scoraggiò e continuò ad avanzare<br />
verso Manole, che era disperato.
Il monastero di Curtea de Arges<br />
in Albania, citato nel<strong>la</strong> leggenda qui di<br />
fianco.<br />
Una volta arrivata, lui con il cuore spezzato <strong>la</strong><br />
prese per mano e le disse di mettersi vicino al<br />
muro perchè voleva giocare un po’ in mezzo ai<br />
mattoni insieme a lei. Così incominciò a<br />
murar<strong>la</strong> dai piedi in su. Lei rideva pensando a<br />
tutto questo come un gioco, ma quando il<br />
muro le arrivò al grembo capi che tutto questo<br />
non era un gioco e disse a Manole che il suo<br />
muro <strong>la</strong> stringeva e il suo bambino che portava<br />
in grembo piangeva; allora Manole più turbato<br />
che mai perché non sapeva del<strong>la</strong> gravidanza<br />
del<strong>la</strong> moglie in un attimo fini il muro. Dopo<br />
due anni circa, il monastero fu costruito. Però<br />
non avendo una sca<strong>la</strong> abbastanza alta per<br />
scendere, Manole e gli altri fecero delle ali con<br />
le tavolette e cercarono di vo<strong>la</strong>re, solo che non<br />
andò a buon fine e morirono tutti. Dove cadde<br />
ognuno di loro uscì una sorgente d’acqua, <strong>la</strong><br />
più famosa delle quali è quel<strong>la</strong> di mastro<br />
Manole.<br />
Nonostante il tempo passato, sul muro destro<br />
del monastero si vedono ancora scritte le<br />
parole che Anna disse a suo marito prima di<br />
essere murata.
Tanti secoli fa in Albania c’erano tre fratelli i<br />
quali stavano costruendo un castello nei pressi di<br />
Shkodra. Ogni notte , però , gli spiriti<br />
distruggevano tutto il <strong>la</strong>voro fatto da loro durante<br />
<strong>la</strong> mattina. Sconcertati si rivolsero a una divinità<br />
con l’aiuto del<strong>la</strong> quale compresero che l’unico<br />
modo per fermare questi spiriti fosse fare un<br />
sacrificio umano. Allora i fratelli decisero che<br />
avrebbero murata viva <strong>la</strong> prima delle mogli che<br />
sarebbe venuta a portare il pranzo. I tre fecero un<br />
patto, ossia di non raccontare niente alle mogli ,<br />
ma i due fratelli più grandi non lo rispettarono ,<br />
avvisandole di non avvicinarsi al castello. Il<br />
fratello più piccolo, invece, non raccontò niente.<br />
Verso l’ora di pranzo quindi arrivò <strong>la</strong> moglie del<br />
fratello più piccolo e successivamente i tre <strong>la</strong><br />
murarono viva. Dal momento che <strong>la</strong> donna aveva<br />
un bambino appena nato , <strong>la</strong>sciarono una fessura<br />
nel muro per consentirle di al<strong>la</strong>ttare il figlio.<br />
Questo castello è una delle mete più visitate in<br />
Albania. Ancora oggi <strong>la</strong> tradizione tramanda che<br />
“pianga <strong>la</strong>crime di <strong>la</strong>tte” per ricordare<br />
l’avvenimento drammatico. Il castello del<strong>la</strong> leggenda di Shkodra.
Tanto tempo fa in Albania c’erano sette<br />
fratelli e una sorel<strong>la</strong> , <strong>la</strong> quale si sposo<br />
fuori paese. Il più piccolo dei fratelli le<br />
promise che quando lei avesse voglia di<br />
tornare ,lui <strong>la</strong> sarebbe andata a prendere,<br />
sfortunatamente tutti e sette i fratelli ,<br />
morirono a causa di una guerra , e <strong>la</strong><br />
sorel<strong>la</strong> non fu informata dell’accaduto .<br />
Un giorno <strong>la</strong> ragazza decise di tornare<br />
al<strong>la</strong> sua casa d’origine, allora il fratello<br />
più piccolo <strong>la</strong> accompagnò a casa sua,<br />
ma giunti al cancello del<strong>la</strong> sua abitazione,<br />
il fratello sparì. Quando i vicini videro<br />
<strong>la</strong> ragazza , le diedero <strong>la</strong> brutta notizia<br />
che riguardava i fratelli. Lei però non ci<br />
credette perché era convinta che il<br />
fratello l’aveva accompagnata a casa.<br />
LA MORALE è che per gli albanesi ogni<br />
promessa va mantenuta, anche dopo <strong>la</strong><br />
morte.
Skanderbeg era un giovane<br />
generale considerato eroe<br />
da tutto il paese. Lui<br />
possedeva una spada con<br />
cui affrontò <strong>la</strong> guerra<br />
contro i turchi. Questa<br />
spada era talmente pesante<br />
che cinque uomini insieme<br />
non riuscivano a<br />
tener<strong>la</strong>,ma lui tentò con<br />
essa di combattere una<br />
guerra contro i turchi e<br />
purtroppo non ci riuscì.