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NMST-6-10_Settembre2010.pdf - International Adoption

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namast<br />

questo lasso di tempo il bambino avrà modo di<br />

namaste<br />

namaste<br />

sentirsi tranquillo e a suo agio nel nuovo contesto<br />

familiare, di percepirsi accolto e amato, così che<br />

possa costruirsi quella base emotiva sicura che gli<br />

permetterà di affrontare le nuove sfide e i nuovi<br />

impegni con sicurezza e fiducia in se stesso.<br />

E’ inoltre auspicabile che la famiglia adottiva possa<br />

confidare nella collaborazione dei Servizi Sociali e<br />

dell’istituzione scolastica, con i quali programmare<br />

un inserimento graduale e flessibile, in cui tener<br />

conto, al di là delle esigenze burocratiche e delle<br />

procedure standard, delle reali necessità del<br />

bambino, nel condiviso obiettivo di tutelare il suo<br />

benessere. Questo può voler dire che i genitori<br />

possono informarsi preventivamente su quale sia<br />

il contesto scolastico che maggiormente risponde<br />

alle proprie esigenze, sia in termini di disponibilità<br />

e sensibilità dei singoli operatori (insegnanti e<br />

dirigenti scolastici) relativamente alle tematiche<br />

dell’adozione e delle diversità, sia in termini<br />

di un più generale progetto complessivo della<br />

scuola relativamente alla gestione educativa delle<br />

differenze. Può essere utile chiedere consiglio agli<br />

assistenti sociali su quali scuole meglio accolgono<br />

la realtà adottiva, prendere contatto con i docenti<br />

e con i dirigenti scolastici, negoziare con loro<br />

rispetto alla classe e ai tempi dell’inserimento,<br />

e più in generale dimostrarsi disponibili ad<br />

una stretta collaborazione scuola-famiglia,<br />

condizione imprescindibile perchè la scuola possa<br />

rappresentare un ambiente di crescita positivo e<br />

sereno per il bambino.<br />

Relativamente alla classe in cui inserire il minore,<br />

in accordo con l’istituzione scolastica sarebbe utile<br />

valutare i bisogni del bambino e scegliere quella<br />

classe che comporti un impegno cognitivo ed<br />

emotivo sostenibile e non troppo esigente: le sue<br />

energie psichiche infatti sono già così fortemente<br />

coinvolte nel compito di creare una relazione di<br />

attaccamento con i nuovi genitori, imparare una<br />

nuova lingua, comprendere le norme relazionali<br />

del nuovo contesto sociale, che non sarebbe<br />

opportuno caricarlo di un impegno gravoso<br />

anche sul versante scolastico. Soprattutto dunque<br />

quando la classe anagraficamente corretta per un<br />

bambino è caratterizzata da un passaggio di livello<br />

dal punto di vista della didattica e dello sforzo<br />

cognitivo che richiede (ad esempio la prima o<br />

la terza elementare, o la prima media), potrebbe<br />

essere opportuno inserire il bambino in una classe<br />

inferiore, affinchè egli abbia un anno di tempo<br />

per ambientarsi nel contesto scolastico e possa<br />

affrontare gli apprendimenti più impegnativi solo<br />

ad avvenuta integrazione. Questi accorgimenti<br />

intendono proteggere l’autostima del bambino, che<br />

inevitabilmente misura se stesso anche attraverso<br />

il successo o l’insuccesso scolastico, rafforzando<br />

o sminuendo l’immagine che egli ha di sè, già<br />

profondamente ferita dall’esperienza dolorosa<br />

dell’abbandono; proteggono però anche i genitori,<br />

che dal rendimento scolastico del figlio e dal<br />

successo del suo inserimento nel contesto della<br />

classe spesso tendono a ricavare un feedback delle<br />

loro capacità come genitori adottivi e del risultato<br />

del processo adottivo, a volta sovrainvestendo<br />

l’ambito scolastico.<br />

Se invece si riesce a tenere nella mente la storia<br />

del bambino, da quale contesto arriva e quali sono<br />

i compiti faticosi che egli è chiamato ad affrontare<br />

nel primo periodo post-adottivo, è possibile<br />

anche tollerare le sue eventuali difficoltà iniziali,<br />

dimostrando accoglienza e accettazione non<br />

condizionate dai risultati scolastici, e supportando<br />

il bambino laddove ci siano delle difficoltà di<br />

apprendimento che persistano oltre il primo<br />

periodo, approfondendone le cause e cercando le<br />

soluzioni più adeguate.<br />

Un inserimento scolastico che tenga conto del<br />

vissuto del bambino, delle sue necessità e delle sue<br />

risorse, getta le basi per la creazione di un clima<br />

positivo e fecondo in cui il bambino adottivo possa<br />

sentirsi accolto, considerato, aiutato e valorizzato,<br />

e in cui il contesto familiare e quello scolastico<br />

condividano un progetto educativo che metta al<br />

centro del proprio agire il benessere e la crescita<br />

personale e sociale del bambino.

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