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Oltre la Porta - Diocesi di San Severo

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Maria e <strong>la</strong> FaMiglia<br />

La famiglia sta attraversando un momento molto <strong>di</strong>fficile. Il nostro vecchio mondo<br />

è come un deserto, incrostato <strong>di</strong> peccati, schiavo del<strong>la</strong> paura del terrorismo, del<strong>la</strong><br />

guerra, del<strong>la</strong> delinquenza; ferito da tra<strong>di</strong>menti e faide familiari.<br />

L’umanità giace sotto una corazza d’in<strong>di</strong>fferenza ai valori, d’insensibilità gli uni nei<br />

confronti degli altri, <strong>di</strong> freddezza <strong>di</strong> rapporti interpersonali.<br />

Nei riguar<strong>di</strong> del<strong>la</strong> famiglia, poi, i sociologi par<strong>la</strong>no <strong>di</strong> “famiglie in frantumi”. I casi <strong>di</strong><br />

conflittualità hanno <strong>di</strong>verse motivazioni e, non raramente, terribili conseguenze: sposi che<br />

s’ignorano, si combattono, si separano; figli che vagano lontano dall’ambiente familiare<br />

per conflitti generazionali o perché non sopportano il clima irrespirabile che regna nel<strong>la</strong> casa. Al ruolo <strong>di</strong> genitori<br />

è affidato il <strong>di</strong>fficile compito <strong>di</strong> accompagnare i figli nel<strong>la</strong> loro crescita fisica, morale, sociale, culturale.<br />

Consentitemi <strong>di</strong> suggerire qualche idea al<strong>la</strong> comune riflessione, tenendo presente <strong>la</strong> situazione del<strong>la</strong> famiglia<br />

oggi e il ruolo <strong>di</strong> Maria <strong>di</strong> Nazaret nell’economia del<strong>la</strong> convivenza familiare.<br />

Vorrei intanto notare che sono passati circa 30 anni da quando il <strong>San</strong>to Padre Giovanni Paolo II ci donò <strong>la</strong><br />

lettera apostolica “Familiaris consortio”. Quanto cammino ha fatto l’umanità e <strong>la</strong> Chiesa… quante sorprese e<br />

delusioni… quante speranze… quanti motivi <strong>di</strong> gioia e <strong>di</strong> sofferenza! I bambini <strong>di</strong> allora sono <strong>di</strong>ventati adulti e<br />

molti sposi e genitori. Oggi, come e più <strong>di</strong> ieri, ci chie<strong>di</strong>amo: Che cosa sta succedendo al<strong>la</strong> famiglia? È in crisi?<br />

In frantumi? Di che cosa soffre? È ormai superata come istituzione? Si può riprendere, guarire? Non <strong>di</strong>temi che<br />

queste domande sono troppo negative e che il porsele è da moralisti.<br />

Non credo <strong>di</strong> esagerare se <strong>di</strong>co che, in quasi tutte le famiglie si vivono situazioni <strong>di</strong> <strong>di</strong>sagio e che, in molte<br />

<strong>di</strong> esse, il <strong>di</strong>alogo ha ormai ceduto il passo all’in<strong>di</strong>fferenze. Ricordo un’espressione molto usata da mia madre:<br />

“meglio <strong>la</strong> <strong>di</strong>scussione e forse anche <strong>la</strong> lite, che l’in<strong>di</strong>fferenza!”. D’altra parte, quanti <strong>di</strong> voi vengono a raccontarci il<br />

malessere familiare che state vivendo per motivazioni <strong>di</strong>verse: incompatibilità <strong>di</strong> carattere, ce<strong>di</strong>menti e tra<strong>di</strong>menti<br />

vari, problemi economici, incapacità <strong>di</strong> confronto generazionale, senso <strong>di</strong> frustrazione derivante da “mentalità<br />

sorpassata” <strong>di</strong> alcuni genitori o da insensibilità a qualsiasi richiamo, anche premuroso e affettuoso, dei figli.<br />

Devo <strong>di</strong>re che, in genere, sono i genitori a piangere e non raramente a <strong>di</strong>sperarsi per “<strong>la</strong> terribile tregua <strong>di</strong><br />

parole, <strong>di</strong> gesti, <strong>di</strong> sentimenti”, che caratterizza tante convivenze familiari. Proprio questa mattina, mentre entravo<br />

nel <strong>San</strong>tuario, una madre <strong>di</strong>sperata mi ha fermato perché voleva “vuotare il sacco” sulle <strong>di</strong>savventure del<strong>la</strong><br />

sua famiglia causate dai <strong>di</strong>fficili rapporti con <strong>la</strong> figlia ribelle, che sta incamminandosi per una strada pericolosa<br />

e senza via d’uscita. Ho cercato <strong>di</strong> trovare dentro <strong>di</strong> me una paro<strong>la</strong> d’incoraggiamento. È stato veramente molto<br />

<strong>di</strong>fficile (<strong>di</strong>nanzi a certe situazioni <strong>la</strong> paro<strong>la</strong> suona vuota). Quel<strong>la</strong> mamma mi ha ringraziato per averle de<strong>di</strong>cato<br />

del tempo e donato qualche consiglio. Sono però sicuro che<br />

nel suo cuore non risplendeva <strong>la</strong> speranza, ma continuava<br />

a persistere l’urlo inquietante <strong>di</strong> una domanda: “cosa posso<br />

fare <strong>di</strong> più?”<br />

Fortunatamente, ci sono anche tante famiglie con una<br />

storia positiva <strong>di</strong> valori, <strong>di</strong> amore, <strong>di</strong> comunione: ringraziamone<br />

Dio! Ma non fingiamo <strong>di</strong> ignorare che esiste oggi il<br />

problema-famiglia. Perciò vorrei, insieme a voi, dare uno<br />

sguardo affettuoso e preoccupato, ma anche fiducioso alle<br />

nostre famiglie e, soprattutto, ai rapporti interpersonali, che<br />

ne sono l’infrastruttura o, meglio ancora, le fondamenta,<br />

senza le quali non si può costruire l’e<strong>di</strong>ficio familiare, degno<br />

<strong>di</strong> tale nome.<br />

La famiglia <strong>di</strong> Nazaret<br />

Intanto invito a tenere presente l’icona del<strong>la</strong> famiglia <strong>di</strong><br />

Nazaret. A livello <strong>di</strong> fede, è una famiglia straor<strong>di</strong>naria, unica,<br />

irripetibile; ma normalissima dal punto <strong>di</strong> vista umano.<br />

Sicuramente i conterranei e contemporanei <strong>di</strong> Gesù, Maria<br />

e Giuseppe non avrebbero scommesso nul<strong>la</strong> sul<strong>la</strong> straor<strong>di</strong>-<br />

<strong>Oltre</strong> <strong>la</strong> <strong>Porta</strong> - Gennaio / Aprile 2012


narietà dell’avventura umana <strong>di</strong> quel piccolo ceppo familiare per nul<strong>la</strong> appariscente. I tre conducevano una vita<br />

<strong>di</strong>gnitosa ma povera. Nul<strong>la</strong> d’esterno giustificava il sospetto che si trattasse <strong>di</strong> prescelti <strong>di</strong> Jawè. La “Familiaris<br />

consortio” invita a guardare a questa famiglia come modello delle famiglie cristiane. Accogliamo l’invito e, al<strong>la</strong><br />

luce del<strong>la</strong> loro esperienza, ripensiamo ai vari aspetti del vissuto quoti<strong>di</strong>ano delle nostre famiglie.<br />

Un cenno anzitutto al rapporto tra gli sposi (genitori). Le statistiche sociologiche presentano un quadro<br />

al<strong>la</strong>rmante ed evidenziano gran<strong>di</strong> <strong>di</strong>fficoltà a livello <strong>di</strong> stima, accoglienza, gratuità <strong>di</strong> dono scambievole, impegno<br />

<strong>di</strong> crescere e maturare insieme. Gli sposi e, quin<strong>di</strong>, i genitori spesso non riescono a coniugare e comporre in<br />

armonia le <strong>di</strong>mensioni personali e coniugali. Esiste un ventaglio <strong>di</strong> situazioni che vanno dal minimo al massimo<br />

<strong>di</strong> tolleranza, con<strong>di</strong>visione e amore. Episo<strong>di</strong>, barzellette, notizie veico<strong>la</strong>no atteggiamenti, problemi, fenomeni <strong>di</strong><br />

natura e spessore <strong>di</strong>versi. Intanto cresce il numero <strong>di</strong> famiglie <strong>di</strong> fatto e <strong>di</strong> convivenze <strong>di</strong> natura <strong>di</strong>versa.<br />

Mentre i mass-me<strong>di</strong>a propongono modelli strani, negativi, sfavil<strong>la</strong>nti del<strong>la</strong> luce dell’effimero, canonizzati da<br />

rotocalchi e telenove<strong>la</strong>s, aggressivi o sdolcinati al limite del sopportabile; tante famiglie vivono il dramma <strong>di</strong> un’esistenza<br />

problematica e travagliata; oppure si impegnano coerentemente a dare un seguito degno al<strong>la</strong> scelta<br />

che le ha motivate. Esistono dunque ancora settori <strong>di</strong> persone ancorate ai valori… non stregate dai messaggi<br />

massme<strong>di</strong>ali… convinte che <strong>la</strong> vita è bel<strong>la</strong> nonostante… che il frutto è gustoso, se maturato nel sudore e nel<strong>la</strong><br />

fatica… che non esistono appro<strong>di</strong> sicuri per coloro che rifiutano i “pro et contra” del<strong>la</strong> “Familiaris consortio”. Sono<br />

un’eccezione? Sembrerebbe <strong>di</strong> sì, a guardare il confuso panorama mon<strong>di</strong>ale e scorgervi abusi su donne e minori,<br />

tra<strong>di</strong>menti, “morti bianche”.<br />

La Chiesa ripropone il valore cristiano del<strong>la</strong> famiglia, presentando come modello <strong>la</strong> Casa <strong>di</strong> Nazaret. Il <strong>San</strong>to<br />

Padre nel<strong>la</strong> NMI raccomanda: «un’attenzione speciale, poi, deve essere assicurata al<strong>la</strong> pastorale del<strong>la</strong> famiglia,<br />

tanto più necessaria in un momento storico come il presente, che sta registrando una crisi <strong>di</strong>ffusa e ra<strong>di</strong>cale <strong>di</strong><br />

questa fondamentale istituzione. Nel<strong>la</strong> visione cristiana del matrimonio, <strong>la</strong> re<strong>la</strong>zione tra un uomo e una donna<br />

- re<strong>la</strong>zione reciproca e totale, unica e in<strong>di</strong>ssolubile - risponde al <strong>di</strong>segno originario <strong>di</strong> Dio, offuscato nel<strong>la</strong> storia<br />

dal<strong>la</strong> “durezza del cuore”, ma che Cristo è venuto a restaurare nel suo splendore originario, sve<strong>la</strong>ndo ciò che<br />

Dio ha voluto fin dal principio (Mt 19,8). Nel matrimonio, elevato al<strong>la</strong> <strong>di</strong>gnità <strong>di</strong> sacramento, è espresso il grande<br />

mistero dell’amore sponsale <strong>di</strong> Cristo per <strong>la</strong> sua Chiesa (cfr Ef 5,32). Su questo punto <strong>la</strong> Chiesa non può cedere<br />

alle pressioni <strong>di</strong> certa cultura, anche se <strong>di</strong>ffusa e talvolta militante. Occorre piuttosto fare in modo che, attraverso<br />

un’educazione evangelica sempre più completa, le famiglie cristiane offrano un esempio convincente del<strong>la</strong> possibilità<br />

<strong>di</strong> un matrimonio vissuto in modo pienamente conforme al <strong>di</strong>segno <strong>di</strong> Dio<br />

e alle vere esigenze del<strong>la</strong> persona umana: <strong>di</strong> quel<strong>la</strong> dei coniugi, e soprattutto <strong>di</strong><br />

quel<strong>la</strong> più fragile dei figli. Le famiglie stesse devono essere sempre più consapevoli<br />

dell’attenzione dovuta ai figli e farsi soggetti attivi <strong>di</strong> un’efficace presenza<br />

ecclesiale e sociale a tute<strong>la</strong> dei loro <strong>di</strong>ritti» (47).<br />

Anche <strong>la</strong> CEI, negli Orientamenti Pastorali per il decennio, ricorda che “<strong>la</strong><br />

famiglia è il luogo privilegiato dell’esperienza dell’amore, nonché dell’esperienza<br />

e trasmissione del<strong>la</strong> fede” (Comunicare, 52).<br />

Guar<strong>di</strong>amo, con maggiore attenzione, al<strong>la</strong> famiglia <strong>di</strong> Nazaret. Essa conduce<br />

un’esistenza anonima in un borgo del<strong>la</strong> Palestina. La fedeltà al proprio dovere,<br />

l’accettazione delle <strong>di</strong>fficoltà quoti<strong>di</strong>ane, <strong>la</strong> <strong>di</strong>sponibilità al prossimo, <strong>la</strong> fiducia in<br />

Dio e nel<strong>la</strong> Sua provvidenza ne sono le note caratteristiche e quasi l’involucro<br />

ra<strong>di</strong>oso che nasconde il segreto del grande mistero: “Il figlio <strong>di</strong> Dio, Gesù Cristo.”<br />

(2 Cor 1,19). In questa famiglia Gesù restè per circa trent’anni, <strong>la</strong>vorando come<br />

umile carpentiere, in obbe<strong>di</strong>enza al<strong>la</strong> volontà del Padre. A Nazaret “il Creatore si<br />

è fatto creatura, il Tutto si è fatto frammento, l’Universale si è fatto partico<strong>la</strong>re. Ciò<br />

che è, si è fatto ciò che non è” (Gregorio Nazianzeno, Orazione, 45,9).<br />

Cristo, il Verbo eterno e incarnato è entrato nel tempo per solidarizzare con gli<br />

uomini, con<strong>di</strong>viderne interamente <strong>la</strong> storia, e liberarli da ogni forma <strong>di</strong> schiavitù.<br />

Egli con<strong>di</strong>vide <strong>la</strong> storia delle famiglie umane, con le sue gioie e dolori (morte <strong>di</strong><br />

Giuseppe e problemi vari): l’Eterno entra nel tempo.<br />

La figura <strong>di</strong> Maria<br />

Maria, figura luminosa <strong>di</strong> donna, <strong>di</strong> sposa e <strong>di</strong> madre. Come donna, ha saputo<br />

continua a pag. 15<br />

<strong>Oltre</strong> <strong>la</strong> <strong>Porta</strong> - Gennaio / Aprile 2012 3


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“Martiri” <strong>di</strong> oggi<br />

Dall’Agenzia Fides, l’elenco delle missionarie e dei missionari uccisi nell’anno 2011<br />

“I cristiani devono imparare ad offrire segni <strong>di</strong> speranza e a <strong>di</strong>venire fratelli universali, coltivando i gran<strong>di</strong><br />

ideali che trasformano <strong>la</strong> storia e, senza false illusioni o inutili paure, impegnarsi a rendere il pianeta <strong>la</strong> casa <strong>di</strong><br />

tutti i popoli. Desidero esprimere, con partico<strong>la</strong>re affetto, <strong>la</strong> mia riconoscenza ai missionari e alle missionarie, che<br />

testimoniano nei luoghi più lontani e <strong>di</strong>fficili, spesso anche con <strong>la</strong> vita, l’avvento del Regno <strong>di</strong> Dio. A loro, che rappresentano<br />

le avanguar<strong>di</strong>e dell’annuncio del Vangelo, va l’amicizia, <strong>la</strong> vicinanza e il sostegno <strong>di</strong> ogni credente. Dio,<br />

che ama chi dona con gioia li ricolmi <strong>di</strong> fervore spirituale e <strong>di</strong> profonda letizia”.<br />

Benedetto XVI<br />

Suor Jeanne Yegmane, congolese, Congregazione dell’Or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> <strong>San</strong>’Agostino, uccisa il 15 gennaio a Dungu (RD<br />

Congo)<br />

Suor Angelina, 37 anni, nata in Sud Sudan, Congregazione dell’Or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> <strong>San</strong>’Agostino, uccisa il 17 gennaio nel<br />

Sud Sudan<br />

Don Rafael Reátiga Rojas, 35 anni, colombiano, <strong>di</strong>ocesano, parroco del<strong>la</strong> Cattedrale “Jesucristo Nuestra Paz”,<br />

ucciso il 26 gennaio a Bogotà<br />

Don Richard Armando Piffano Laguado, 37 anni, colombiano, <strong>di</strong>ocesano 37 anni, parroco, ucciso il 26 gennaio<br />

a Bogotà<br />

Don Luis Carlos Orozco Cardona, 26 anni, colombiano, <strong>di</strong>ocesano, ucciso il 13 febbraio a Rionegro (Colombia)<br />

Don G. Ama<strong>la</strong>n, in<strong>di</strong>ano, <strong>di</strong>ocesano, ucciso il 16 febbraio a Pa<strong>la</strong>yamkottai (In<strong>di</strong>a)<br />

Don Marek Rybinski, 33 anni, po<strong>la</strong>cco, missionario salesiano, ucciso il 18 febbraio a Manouba (Tunisia)<br />

Don Romeu Drago, 56 anni, brasiliano, <strong>di</strong>ocesano, ucciso il 19 febbraio a Montes C<strong>la</strong>ros (Brasile)<br />

Don <strong>San</strong>tos Sánchez Hernández, 43 anni, messicano, <strong>di</strong>ocesano, ucciso nel<strong>la</strong> notte tra il 21 e il 22 febbraio a<br />

Mecapa<strong>la</strong> (Messico)<br />

Mons. Julio César Alvarez, 47 anni, nato in Paraguay, <strong>di</strong>ocesano, ucciso il 14 aprile a Vil<strong>la</strong>rricca (Paraguay)<br />

<strong>Oltre</strong> <strong>la</strong> <strong>Porta</strong> - Gennaio / Aprile 2012


Don Francisco Sánchez Durán, 60 anni, messicano, <strong>di</strong>ocesano, ucciso il 26 aprile a Città del Messico<br />

Padre Gustavo Garcia, 34 anni, colombiano, sacerdote Eu<strong>di</strong>sta, ucciso il 12 maggio a Bogotà<br />

Don Salvador Ruiz Enciso, messicano, <strong>di</strong>ocesano,ucciso il 22 maggio a Tijuana (Messico)<br />

Don Ricardo Muñoz Juárez, spagnolo, <strong>di</strong>ocesano, ucciso il 3 giugno a Cartagena (Spagna)<br />

Don Marco Antonio Duran Romero, 48 anni, messicano, <strong>di</strong>ocesano, ucciso il 2 luglio a Matamoros (Messico)<br />

Don Marlon Ernesto Pupiro García, 40 anni, nato in Nicaragua, <strong>di</strong>ocesano, il 23 agosto ucciso a Masaya (Nicargua)<br />

Don José Reinel Restrepo Idárraga, 36 anni, colombiano, <strong>di</strong>ocesano, ucciso il 1° settembre a Risaralda (Colombia)<br />

Don Gualberto Oviedo Arrieta, 34 anni, colombiano, <strong>di</strong>ocesano, ucciso il 12 settembre a Capurganá (Colombia)<br />

María Elizabeth Macías Castro, 39 anni, messicana, del Movimento Laico Sca<strong>la</strong>briniano uccisa il 24 settembre<br />

a Nuevo Laredo (Messico)<br />

Don Awuor Kisero, nato in Kenya,<strong>di</strong>ocesano, ucciso il 3 ottobre a Nairobi<br />

Luis Eduardo Garcia,colombiano, <strong>la</strong>ico, ucciso il 16 ottobre a Popayan(Colombia)<br />

Padre Fausto Tentorio, 59 anni, italiano, missionario del PIME, ucciso il 17 ottobre a Mindanao (Filippine). È<br />

stato ucciso <strong>la</strong> mattina davanti al<strong>la</strong> sua parrocchia, stava recandosi ad un incontro dei presbiteri quando è stato assalito<br />

da due uomini armati che gli hanno sparato a sangue freddo, al<strong>la</strong> testa e al<strong>la</strong> schiena. <strong>Porta</strong>to in ospedale, i me<strong>di</strong>ci ne<br />

hanno potuto solo constatare il decesso. Lavorava nell’aposto<strong>la</strong>to fra i tribali. Ha de<strong>di</strong>cato tutta <strong>la</strong> sua vita al servizio<br />

<strong>di</strong> alfabetizzazione e sviluppo degli in<strong>di</strong>geni detti lumads, in partico<strong>la</strong>re alle tribù dei manobo. Ha realizzato programmi<br />

<strong>di</strong> sco<strong>la</strong>rizzazione, costruito condutture idriche per dare acqua potabile ai vil<strong>la</strong>ggi e ai campi, ha attivato corsi <strong>di</strong><br />

formazione. Padre Tentorio, nelle Filippine dal 1978, operava nel<strong>la</strong> <strong>di</strong>ocesi <strong>di</strong> Kidapawan dal 1980.<br />

Suor Valsha John, in<strong>di</strong>ana, delle Suore del<strong>la</strong> Carità <strong>di</strong> Gesù e Maria, uccisa il 15 novembre a Pachwar<strong>la</strong> (In<strong>di</strong>a)<br />

Suor Lukrecija Mamic, croata, delle Ancelle del<strong>la</strong> Carità, uccisa il 27 Novembre a Kiremba(Burun<strong>di</strong>)<br />

Francesco Bazzani, 59 anni, volontario italiano, ucciso il 27 novembre a Kiremba(Burun<strong>di</strong>). Alcuni malviventi si<br />

sono introdotti nel<strong>la</strong> casa delle suore “Ancelle del<strong>la</strong> Carità” a Kiremba, nel<strong>la</strong> zona nord occidentale del Burun<strong>di</strong>, vicino<br />

al grande ospedale dove le religiose prestano il loro servizio. Suor Lukrecija è stata uccisa a sangue freddo, mentre il<br />

volontario è stato sequestrato dai ban<strong>di</strong>ti che, poco dopo, temendo uno scontro con <strong>la</strong> polizia, lo hanno fatto scendere<br />

dall’automobile e ucciso a sangue freddo.<br />

Rabindra Parichha, in<strong>di</strong>ano, <strong>la</strong>ico catechista, ucciso il 16 <strong>di</strong>cembre in Orissa (In<strong>di</strong>a)<br />

In totale, nel 2011 sono stati uccisi 26 operatori pastorali: 18 Sacerdoti (15 <strong>di</strong>ocesani; 1 SDB; 1 PIME; 1 Eu<strong>di</strong>sti);<br />

4 Religiose (2 Or<strong>di</strong>ne S.Agostino; 1 Suore del<strong>la</strong> Carità <strong>di</strong> Gesù e Maria: 1 Ancelle del<strong>la</strong> Carità); 4 Laici.<br />

Gli operatori pastorali uccisi nel 2011 provenivano da: Africa 3 (1 R.D.Congo; 1 Sud Sudan; 1 Kenya); America 15<br />

(1 Brasile, 7 Colombia, 5 Messico, 1 Paraguay, 1 Nicaragua); Asia 3 (3 In<strong>di</strong>a); Europa 5 (2 Italia, 1 Spagna, 1 Croazia,<br />

1 Polonia).<br />

I luoghi delle uccisioni sono: Africa 6 (1 R.D.Congo; 1 Sud Sudan; 1 Tunisia, 1 Kenya, 2 Burun<strong>di</strong>); America 15 (1<br />

Brasile, 7 Colombia, 5 Messico, 1 Paraguay, 1 Nicaragua); Asia 4 (3 In<strong>di</strong>a, 1 Filippine); Europa 1 (1 Spagna).<br />

Il computo <strong>di</strong> Fides non riguarda solo i missionari ad gentes in senso stretto, ma tutti gli operatori pastorali morti<br />

in modo violento. Non usiamo <strong>di</strong> proposito il termine “martiri”, se non nel suo significato etimologico <strong>di</strong> “testimone”,<br />

per non entrare in merito al giu<strong>di</strong>zio che <strong>la</strong> Chiesa potrà eventualmente dare su alcuni <strong>di</strong> loro, e anche per <strong>la</strong> scarsità<br />

<strong>di</strong> notizie che, nel<strong>la</strong> maggior parte dei casi, si riescono a raccogliere sul<strong>la</strong> loro vita e perfino sulle circostanze del<strong>la</strong><br />

loro morte. A questo riguardo registriamo <strong>la</strong> riconosciuta vali<strong>di</strong>tà del processo <strong>di</strong>ocesano svolto per <strong>la</strong> beatificazione<br />

<strong>di</strong> 15 martiri, fra missionari e catechisti <strong>la</strong>ici, uccisi in Laos “in o<strong>di</strong>o al<strong>la</strong> fede cristiana” tra il 1954 e il 1970: si tratta<br />

<strong>di</strong> 5 Missionari Ob<strong>la</strong>ti <strong>di</strong> Maria Immaco<strong>la</strong>ta (OMI), 5 membri del<strong>la</strong> Società per le Missioni Estere <strong>di</strong> Parigi (MEP) e<br />

5 catechisti <strong>la</strong>ici <strong>la</strong>otiani.<br />

Agli elenchi provvisori sti<strong>la</strong>ti annualmente dall’Agenzia Fides, deve sempre essere aggiunta <strong>la</strong> lunga lista dei tanti <strong>di</strong><br />

cui forse non si avrà mai notizia, o ad<strong>di</strong>rittura <strong>di</strong> cui non si conoscerà il nome, che in ogni angolo del pianeta soffrono<br />

e pagano con <strong>la</strong> vita <strong>la</strong> loro fede in Cristo. Si tratta <strong>di</strong> quel<strong>la</strong> “nube <strong>di</strong> militi ignoti del<strong>la</strong> grande causa <strong>di</strong> Dio” - secondo<br />

l’espressione <strong>di</strong> Papa Giovanni Paolo II - che va dal Ministro pakistano per le minoranze, Shahbaz Bhatti, primo<br />

cattolico a ricoprire tale incarico, impegnato per <strong>la</strong> pacifica convivenza fra le comunità religiose del suo Paese, ucciso<br />

il 3 marzo, al giovane nigeriano che svolgeva ad Abuja, presso <strong>la</strong> chiesa <strong>di</strong> <strong>San</strong>ta Teresa, il servizio <strong>di</strong> vigi<strong>la</strong>nza per<br />

proteggere i luoghi <strong>di</strong> culto nel giorno <strong>di</strong> Natale, ucciso da un attentato insieme ad altre 35 persone.<br />

<strong>Oltre</strong> <strong>la</strong> <strong>Porta</strong> - Gennaio / Aprile 2012 5


6<br />

L’inchiesta: Viaggio in <strong>di</strong>ocesi<br />

Un viaggio al<strong>la</strong> scoperta del<strong>la</strong> nostra <strong>di</strong>ocesi:<br />

Le parrocchie sorelle <strong>di</strong> Wansokou e Cotiakou<br />

Don Francesco chiude per l’ultima volta <strong>la</strong> porta del<strong>la</strong> missione <strong>di</strong><br />

Wansokou e saluta il nuovo parroco Dieudonnè Tchansi<br />

il volto dell’investimento<br />

Il passaggio <strong>di</strong> consegna del<strong>la</strong> missione <strong>di</strong> Wansokou, <strong>la</strong> nuova missione <strong>di</strong> Cotiakou con <strong>la</strong><br />

parrocchia dell’Assunta ed il rientro a <strong>San</strong> <strong>Severo</strong> <strong>di</strong> don Francesco de Vita<br />

<strong>di</strong> don Francesco de Vita<br />

Il 1° Ottobre 2011, festa <strong>di</strong> <strong>San</strong>ta<br />

Teresa del Bambino Gesù,<br />

segna un momento molto<br />

importante nel<strong>la</strong> storia del<strong>la</strong> cooperazione<br />

missionaria tra <strong>la</strong> Chiesa <strong>di</strong> Natitingou,<br />

in Benin, e <strong>la</strong> Chiesa <strong>di</strong> <strong>San</strong><br />

<strong>Severo</strong>. La parrocchia <strong>di</strong> Wansokou,<br />

dopo 12 anni, è stata consegnata al clero<br />

<strong>di</strong>ocesano <strong>di</strong> Natitingou. Durante <strong>la</strong><br />

celebrazione eucaristica ho consegnato<br />

le chiavi del<strong>la</strong> chiesa parrocchiale<br />

al nuovo parroco Dieudonnè Tchansi.<br />

É stato un momento <strong>di</strong> grande<br />

commozione e <strong>di</strong> ringraziamento per<br />

tutto quello che il Signore ha operato<br />

in questi anni attraverso <strong>la</strong> vita e l’operato<br />

dei missionari Fidei donum del<strong>la</strong><br />

<strong>Oltre</strong> <strong>la</strong> <strong>Porta</strong> - Gennaio / Aprile 2012<br />

<strong>di</strong>ocesi <strong>di</strong> <strong>San</strong> <strong>Severo</strong>.<br />

Questa consegna testimonia <strong>la</strong><br />

<strong>di</strong>mensione missionaria del<strong>la</strong> nostra<br />

Chiesa <strong>di</strong>ocesana, dono del Signore,<br />

per noi e per <strong>la</strong> Chiesa <strong>di</strong> Natitingou.<br />

Accompagnando <strong>la</strong> comunità <strong>di</strong><br />

Wansokou, in tutti questi anni, siamo<br />

cresciuti insieme nel<strong>la</strong> fede, nell’amore<br />

e nel<strong>la</strong> progressiva scoperta del<strong>la</strong><br />

natura missionaria del<strong>la</strong> Chiesa.<br />

La parrocchia <strong>di</strong> Wansokou è stato<br />

un dono che abbiamo accolto, un dono<br />

che ci fatto scoprire tutta <strong>la</strong> ricchezza<br />

<strong>di</strong> annunciare il Vangelo, <strong>la</strong> Bel<strong>la</strong><br />

Notizia per l’uomo che cerca Dio, <strong>la</strong><br />

vita, <strong>la</strong> speranza, l’amore, <strong>la</strong> libertà,<br />

<strong>la</strong> giustizia, <strong>la</strong> pace….<br />

La nuova missione in costruzione a Cotiakou<br />

Tutta questa ricchezza non potevamo<br />

conservar<strong>la</strong> in una cassaforte:<br />

bisognava fare un investimento. Dove<br />

investire?<br />

Lo Spirito <strong>San</strong>to ha mostrato al<strong>la</strong><br />

nostra Chiesa <strong>di</strong> <strong>San</strong> <strong>Severo</strong> un nuovo<br />

orizzonte dove investire, nel continuare<br />

a farsi dono del<strong>la</strong> fede: Cotiakou.<br />

Il 9 Ottobre 2011 alle 9 <strong>di</strong> mattina<br />

ho celebrato <strong>la</strong> prima messa da parroco<br />

a Cotiakou e il 14 Dicembre, con<br />

don Leonardo <strong>di</strong> Ianni, siamo andati<br />

ad abitare in una casa provvisoria,<br />

per cominciare ad essere presenti e<br />

seguire i <strong>la</strong>vori per <strong>la</strong> nuova missione.<br />

La parrocchia è de<strong>di</strong>cata all’Assunta.<br />

Il primo Novembre 2011 sono arri


vate tre suore da Bobo (Burkina Faso)<br />

del<strong>la</strong> Congregazione dell’Annunciazione.<br />

Le suore si interessano del<strong>la</strong> scuo<strong>la</strong><br />

elementare, del<strong>la</strong> formazione delle donne,<br />

del<strong>la</strong> scuo<strong>la</strong> <strong>di</strong> taglio e cucito per le<br />

ragazze e col<strong>la</strong>borano per <strong>la</strong> catechesi.<br />

Cotiakou è un territorio <strong>di</strong> prima<br />

evangelizzazione. È <strong>la</strong> cul<strong>la</strong> del<strong>la</strong> tra<strong>di</strong>zione<br />

dei waama. Nel vil<strong>la</strong>ggio <strong>di</strong> Tora<br />

si conserva il loro più grande feticcio.<br />

Sono pochi i cristiani presenti<br />

nei <strong>di</strong>versi vil<strong>la</strong>ggi che formano <strong>la</strong><br />

parrocchia.<br />

Nel<strong>la</strong> visita ai vil<strong>la</strong>ggi, incontrando<br />

<strong>la</strong> gente chiedevo: “Cosa vi aspettate da<br />

ho consegnato a don Angelo le chiavi<br />

del<strong>la</strong> chiesa parrocchiale come segno<br />

dell’inizio del suo ministero <strong>di</strong> parroco.<br />

Grazie a don Angelo per <strong>la</strong> sua<br />

<strong>di</strong>sponibilità a sostituirmi perché continui<br />

l’investimento del<strong>la</strong> ricchezza<br />

del<strong>la</strong> missione a Cotiakou.<br />

Grazie a tutti coloro che mi hanno<br />

sostenuto e accompagnato con <strong>la</strong><br />

preghiera durante <strong>la</strong> mia permanenza<br />

nel<strong>la</strong> <strong>di</strong>ocesi <strong>di</strong> Natitingou.<br />

Grazie al<strong>la</strong> Chiesa <strong>di</strong> Natitingou<br />

per avermi accolto, per il cammino<br />

con<strong>di</strong>viso.<br />

Grazie a don Leonardo <strong>di</strong> Ianni,<br />

Don Angelo e don Francesco in visita ad un vil<strong>la</strong>ggio del<strong>la</strong> nuova parrocchia <strong>di</strong> Cotiakou<br />

noi? Cosa chiedete?” Ovunque <strong>la</strong> gente<br />

rispondeva: “Vogliamo conoscere <strong>la</strong><br />

Paro<strong>la</strong> <strong>di</strong> Dio, vogliamo una cappel<strong>la</strong>”.<br />

Abbiamo cominciato a muovere<br />

i primi passi proponendo qualche<br />

iniziativa e rendendoci presenti tra <strong>la</strong><br />

gente perché <strong>la</strong> missione è “stare con<br />

loro” per con<strong>di</strong>videre il quoti<strong>di</strong>ano e<br />

insieme accogliere <strong>la</strong> Bel<strong>la</strong> Notizia.<br />

In ogni vil<strong>la</strong>ggio sono stati in<strong>di</strong>viduati<br />

degli animatori con i quali è<br />

iniziato un cammino <strong>di</strong> formazione<br />

quin<strong>di</strong>cinale, che si tiene il giovedì<br />

a Tora.<br />

Il 15 Gennaio 2012 è arrivato a Cotiakou<br />

don Angelo Valente, che dal<strong>la</strong><br />

Domenica <strong>di</strong> Pasqua è il nuovo parroco.<br />

All’inizio del<strong>la</strong> celebrazione eucaristica<br />

Il passaggio <strong>di</strong> consegna delle chiavi del<strong>la</strong> missione <strong>di</strong><br />

Cotiakou da don Francesco a don Angelo<br />

con il quale ho con<strong>di</strong>viso parte del mio<br />

percorso <strong>di</strong> aposto<strong>la</strong>to a Wansokou ed<br />

a Cotiakou.<br />

Grazie al<strong>la</strong> Chiesa <strong>di</strong> <strong>San</strong> <strong>Severo</strong><br />

che mi ha inviato come prete fidei donum<br />

al<strong>la</strong> Chiesa <strong>di</strong> Natitingou e oggi<br />

mi riaccoglie.<br />

A tutti voi chiedo <strong>di</strong> continuare ad<br />

accompagnarmi e a sostenermi con <strong>la</strong><br />

preghiera perché possa continuare a<br />

servire <strong>la</strong> Chiesa, annunciando <strong>la</strong> Bel<strong>la</strong><br />

Notizia, con lo stile del<strong>la</strong> missione.<br />

Don Francesco e don Leonardo <strong>di</strong> Ianni dopo <strong>la</strong> prima Messa celebrata a Cotiakou<br />

<strong>Oltre</strong> <strong>la</strong> <strong>Porta</strong> - Gennaio / Aprile 2012 7


8<br />

un anno “particoLare”<br />

Indetto da Papa Benedetto XVI, nel 50° anniversario<br />

dell’apertura del Concilio Vaticano II, un anno speciale per <strong>la</strong><br />

riscoperta del<strong>la</strong> fede <strong>di</strong> Franco Lozupone<br />

Avrà inizio l’11 ottobre<br />

2012 e terminerà il 24<br />

novembre 2013, nel<strong>la</strong> solennità<br />

<strong>di</strong> Cristo Re l’Anno del<strong>la</strong> Fede,<br />

con il quale il Papa intende mettere al<br />

centro dell’attenzione ecclesiale ciò<br />

che fin dall’inizio del suo pontificato<br />

gli sta più a cuore: l’incontro con Gesù<br />

Cristo e <strong>la</strong> bellezza del<strong>la</strong> fede in Lui.<br />

Per incarico del Pontefice, <strong>la</strong> Congregazione<br />

per <strong>la</strong> Dottrina del<strong>la</strong> Fede<br />

ha redatto una Nota con in<strong>di</strong>cazioni<br />

pastorali per l’Anno del<strong>la</strong> Fede, che<br />

vuole contribuire ad una rinnovata<br />

conversione al Signore Gesù e al<strong>la</strong><br />

riscoperta del<strong>la</strong> fede, affinché tutti i<br />

membri del<strong>la</strong> Chiesa siano testimoni<br />

cre<strong>di</strong>bili e gioiosi del Signore risorto,<br />

capaci <strong>di</strong> in<strong>di</strong>care alle tante persone<br />

in ricerca <strong>la</strong> porta del<strong>la</strong> fede.<br />

L’inizio dell’Anno del<strong>la</strong> Fede coincide<br />

con il ricordo riconoscente <strong>di</strong> due<br />

gran<strong>di</strong> eventi che hanno segnato il volto<br />

del<strong>la</strong> Chiesa ai nostri giorni: il 50° dell’apertura<br />

del Concilio Vaticano II, voluto<br />

dal beato Giovanni XXIII (11 ottobre<br />

1962), e il 20° anniversario del<strong>la</strong> promulgazione<br />

del Catechismo del<strong>la</strong> Chiesa<br />

Cattolica, offerto al<strong>la</strong> Chiesa dal beato<br />

Giovanni Paolo II (11 ottobre 1992).<br />

La Chiesa, nell’insegnamento del<br />

Concilio Vaticano II, tra le tantissime<br />

questioni affrontate e ra<strong>di</strong>calmente<br />

rinnovate riportandole all’origine del<strong>la</strong><br />

<strong>Oltre</strong> <strong>la</strong> <strong>Porta</strong> - Gennaio / Aprile 2012<br />

tra<strong>di</strong>zione apostolica e del<strong>la</strong> Paro<strong>la</strong> <strong>di</strong><br />

Dio, a partire dal<strong>la</strong> luce che promana da<br />

Cristo, ha voluto approfon<strong>di</strong>re l’intima<br />

natura del<strong>la</strong> Chiesa e i suoi rapporti con<br />

il mondo contemporaneo. Dopo il Concilio<br />

infatti, <strong>la</strong> Chiesa si è impegnata<br />

nel<strong>la</strong> ricezione e nell’applicazione del<br />

suo ricco insegnamento, in continuità<br />

con <strong>la</strong> tra<strong>di</strong>zione, sotto <strong>la</strong> guida sicura<br />

del magistero del successore <strong>di</strong> Pietro.<br />

E proprio Benedetto XVI si è reso promotore<br />

dell’applicazione del Concilio,<br />

promuovendo il rinnovamento del<strong>la</strong><br />

Chiesa nel<strong>la</strong> continuità. Peraltro, tutti<br />

i pontefici, per favorire l’applicazioni<br />

delle costituzioni e dei decreti conciliari,<br />

hanno più volte convocato i sino<strong>di</strong><br />

dei vescovi, proponendo al<strong>la</strong> Chiesa<br />

orientamenti chiari attraverso le esortazioni<br />

apostoliche post-sinodali. E proprio<br />

nell’ottobre del 2012 si celebrerà il<br />

Sinodo sull’importante tema: <strong>la</strong> nuova<br />

evangelizzazione per <strong>la</strong> trasmissione<br />

del<strong>la</strong> fede cristiana.<br />

L’Anno del<strong>la</strong> fede sarà pertanto<br />

un’occasione privilegiata per promuovere<br />

<strong>la</strong> conoscenza e <strong>la</strong> <strong>di</strong>ffusione dei<br />

contenuti del Concilio Vaticano II e<br />

del Catechismo del<strong>la</strong> Chiesa cattolica<br />

che lo riassume.<br />

Le in<strong>di</strong>cazioni pastorali dell’Anno<br />

mirano a favorire l’incontro con<br />

Cristo attraverso autentici testimoni<br />

del<strong>la</strong> fede, per <strong>la</strong> conoscenza sempre<br />

maggiore dei suoi contenuti.<br />

La Nota artico<strong>la</strong> le sue proposte in<br />

quattro livelli: 1) Chiesa Universale;<br />

2) Conferenze Episcopali; 3) <strong>Diocesi</strong><br />

e 4) Parrocchie, Comunità, Associazioni,<br />

Movimenti.<br />

Anche <strong>la</strong> nostra <strong>Diocesi</strong>, accogliendo<br />

<strong>la</strong> Nota, e con le in<strong>di</strong>cazioni che<br />

verranno offerte al<strong>la</strong> Comunità <strong>di</strong>ocesana<br />

dal nostro Vescovo, si appresta a<br />

re<strong>di</strong>gere un programma per favorire<br />

una sempre migliore attuazione del<br />

Concilio, affinché tutte <strong>la</strong> <strong>Diocesi</strong>, le<br />

parrocchie, le associazioni, i movimenti,<br />

gli oratori, le comunità religiose e le<br />

famiglie, con l’impegno <strong>di</strong> tutti i fedeli,<br />

<strong>la</strong>ici, religiosi e or<strong>di</strong>nati, siano caratterizzate<br />

dal<strong>la</strong> comunione, dal<strong>la</strong> col<strong>la</strong>borazione<br />

e dal<strong>la</strong> corresponsabilità.<br />

Abbonato è… meglio<br />

<strong>Oltre</strong> <strong>la</strong> <strong>Porta</strong> si propone come strumento<br />

dell’intera <strong>di</strong>ocesi <strong>di</strong> <strong>San</strong> <strong>Severo</strong>, per <strong>la</strong><br />

comunicazione e l’evangelizzazione<br />

“dentro e fuori” <strong>la</strong> porta del<strong>la</strong> Chiesa e del<strong>la</strong> casa.<br />

È necessario, però, il tuo contributo ed il tuo sostegno, anche economico.<br />

Non ti chie<strong>di</strong>amo un’offerta, ma <strong>di</strong> abbonarti al Giornale del<strong>la</strong> tua <strong>Diocesi</strong>,<br />

<strong>di</strong> sostenerlo anche trovando nuovi abbonati.<br />

L’abbonamento ad <strong>Oltre</strong> <strong>la</strong> <strong>Porta</strong>, per un intero anno, è <strong>di</strong> 11,00 euro,<br />

che puoi versare in parrocchia o <strong>di</strong>rettamente sul<br />

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<strong>Oltre</strong> <strong>la</strong> <strong>Porta</strong> - mensile <strong>di</strong>ocesano.<br />

Fatti e fai un regalo utile, che dura un intero anno:<br />

l’abbonamento ad <strong>Oltre</strong> <strong>la</strong> <strong>Porta</strong>


Lezioni <strong>di</strong> dottrina sociaLe<br />

Tante ed interessate le partecipazioni al corso sul pensiero sociale del<strong>la</strong> Chiesa<br />

<strong>di</strong> Severino Carlucci<br />

Si è conclusa con pieno successo<br />

<strong>di</strong> partecipazione <strong>la</strong> seconda<br />

e<strong>di</strong>zione del “Corso sul pensiero<br />

sociale delle Chiesa” organizzato<br />

dal<strong>la</strong> nostra <strong>Diocesi</strong>. La sod<strong>di</strong>sfazione tra<br />

gli organizzatori è doppia in quanto tra<br />

i circa 50 partecipanti al corso vi erano<br />

molti giovani che hanno manifestato un<br />

partico<strong>la</strong>re interesse per le tematiche<br />

trattate. Il progetto, fortemente voluto dal<br />

nostro vescovo mons. Lucio Renna, ha<br />

visto coinvolti <strong>di</strong>versi organismi ecclesiali:<br />

l’Ufficio Diocesano <strong>di</strong> Pastorale<br />

Sociale e del Lavoro, l’Ufficio Catechistico,<br />

l’Azione Cattolica Diocesana, il<br />

Mieac, l’Agesci e le Acli.<br />

L’e<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> quest’anno è stata<br />

in<strong>di</strong>rizzata a tutti gli operatori pastorale<br />

che svolgono catechesi agli adulti<br />

proprio per far veico<strong>la</strong>re il messaggio<br />

del<strong>la</strong> Dottrina Sociale del<strong>la</strong> Chiesa nel<br />

mondo più vitale del<strong>la</strong> nostra società.<br />

Le lezioni si sono svolte nei mesi<br />

<strong>di</strong> marzo e aprile seguendo un serrato<br />

calendario.<br />

Mercoledì 7 marzo c’è stata<br />

<strong>la</strong> lezione propedeutica <strong>di</strong> tutto il<br />

corso, tenuta dal Direttore <strong>di</strong>ocesano<br />

<strong>di</strong> Pastorale Sociale del Lavoro,<br />

il dott. Severino Carlucci,<br />

che ha introdotto al “Pensiero<br />

Sociale del<strong>la</strong> Chiesa con i suoi<br />

Principi e fondamenti.”<br />

Mercoledì 14 marzo, il re<strong>la</strong>tore<br />

Don Antonio Mastantuono ha<br />

bril<strong>la</strong>ntemente spiegato, con grande<br />

capacità <strong>di</strong> sintesi, un secolo <strong>di</strong> eventi<br />

che hanno inciso profondamente nel<strong>la</strong><br />

storia degli uomini, al<strong>la</strong> luce delle<br />

“Encicliche sociali dal<strong>la</strong> Rerum Novarum<br />

al<strong>la</strong> Caritas in Veritate.”<br />

Mercoledì 21 marzo l’Ing. Matteo<br />

Maselli ha re<strong>la</strong>zionato su un aspetto<br />

molto importate e che investe ciascuno <strong>di</strong><br />

noi quando svolgiamo un’attività, sottolineando<br />

l’importanza del<strong>la</strong> testimonianza<br />

coerente ai valori che professiamo anche<br />

in quegli ambiti che ci tengono occupati<br />

per buona parte del<strong>la</strong> giornata e che ci<br />

re<strong>la</strong>zionano con gli altri ha par<strong>la</strong>to <strong>di</strong><br />

“Etica nelle professioni e il <strong>la</strong>voro nel<br />

Pensiero Sociale del<strong>la</strong> Chiesa”.<br />

Mercoledì 28 marzo il prof. Lellio<br />

Pagliara, <strong>di</strong>rettore <strong>di</strong> Pastorale<br />

Sociale del Lavoro del<strong>la</strong> <strong>Diocesi</strong> <strong>di</strong><br />

Foggia e del<strong>la</strong> scuo<strong>la</strong> <strong>di</strong> formazione<br />

socio-politica del<strong>la</strong> <strong>Diocesi</strong> <strong>di</strong> Foggia,<br />

ha mirabilmente condotto una lezione<br />

sul<strong>la</strong> consapevolezza <strong>di</strong> ogni buon<br />

credente a rendersi parte attiva nel<strong>la</strong> società<br />

per <strong>la</strong> costruzione del bene<br />

comune, suscitando una grande<br />

partecipazione al <strong>di</strong>battito finale<br />

sul tema “Citta<strong>di</strong>ni e società:<br />

etica, politica e bene comune.”<br />

Mercoledì 18 aprile è stata<br />

<strong>la</strong> volta del dott. Matteo Montedoro,<br />

esperto <strong>di</strong> economia e<br />

<strong>di</strong> finanza, che partendo dal<strong>la</strong><br />

situazione <strong>di</strong> crisi che stiamo attraversando<br />

ha fatto comprendere ai presenti<br />

come anche il mercato, l’economia e<br />

<strong>la</strong> finanza non sono <strong>di</strong> per sé dannosi,<br />

ma come tutte le cose, possono essere<br />

utili o dannose in base al’utilizzo che<br />

l’uomo fa <strong>di</strong> esse. Pertanto occorre dare<br />

una concreta testimonianza cristiana<br />

anche in quegli ambiti, il tema trattato<br />

è stato “Finanza e mercati: l’economia<br />

del<strong>la</strong> salvezza per <strong>la</strong> salvezza”.<br />

Nel<strong>la</strong> stessa data vi è stata <strong>la</strong> partecipazione<br />

del nostro Vescovo, Mons.<br />

Lucio Renna, che ha salutato e invitato<br />

i partecipanti a proseguire nel<strong>la</strong> loro<br />

missione <strong>di</strong> educatori facendosi trasmettitori<br />

del Pensiero sociale del<strong>la</strong> Chiesa.<br />

A tutti i partecipanti sarà consegnato<br />

un attestato <strong>di</strong> partecipazione.<br />

<strong>Oltre</strong> <strong>la</strong> <strong>Porta</strong> - Gennaio / Aprile 2012 9


10<br />

a scuoLa <strong>di</strong> poLitica<br />

Il ruolo dei cattolici all’impegno politico in una lezione “partico<strong>la</strong>re” del presidente<br />

nazionale <strong>di</strong> Azione Cattolica<br />

<strong>di</strong> Roberto Russo<br />

Nel<strong>la</strong> vicina <strong>Diocesi</strong> <strong>di</strong><br />

Foggia-Bovino si è conclusa,<br />

lo scorso 16 aprile,<br />

<strong>la</strong> terza e<strong>di</strong>zione del<strong>la</strong> scuo<strong>la</strong> <strong>di</strong><br />

formazione all’impegno sociale e<br />

politico. Tale esperienza, in cantiere<br />

anche nel<strong>la</strong> nostra <strong>Diocesi</strong>, ha visto<br />

come ospite del convegno finale, il<br />

Presidente Nazionale <strong>di</strong> Azione Cattolica,<br />

il Prof. Franco Miano, che<br />

ha re<strong>la</strong>zionato sul tema “Il ruolo dei<br />

cattolici all’impegno politico: quale<br />

impegno per <strong>la</strong> società civile, l’associazionismo<br />

e i movimenti”.<br />

Dopo il saluto iniziale dell’Arcivescovo<br />

<strong>di</strong> Foggia, Mons. Pio Tamburrino,<br />

che ha evidenziato come<br />

l’AC sia una riserva <strong>di</strong> giovinezza per<br />

tutta <strong>la</strong> Chiesa, invitando i giovani ad<br />

entrare nell’agorà del<strong>la</strong> politica per<br />

fare esperienza e per impararne l’arte<br />

e non i trucchi, è stato il Prof. Lelio<br />

Pagliara, <strong>di</strong>rettore del<strong>la</strong> Scuo<strong>la</strong>, a<br />

<strong>Oltre</strong> <strong>la</strong> <strong>Porta</strong> - Gennaio / Aprile 2012<br />

riba<strong>di</strong>re come in<br />

politica si possa<br />

dare il proprio<br />

contributo non<br />

per forza attraverso<br />

un partito,<br />

ma con il proprio<br />

pensiero.<br />

La re<strong>la</strong>zione<br />

del Prof. Miano,<br />

che ha ricordato<br />

ai presenti che<br />

erano riuniti per qualcosa che gli<br />

stava a cuore, ha avuto in premessa<br />

<strong>la</strong> richiesta <strong>di</strong> considerare al<strong>la</strong> ra<strong>di</strong>ce<br />

dell’impegno politico per un cristiano<br />

<strong>la</strong> speranza e l’amore. La speranza<br />

infatti “non è <strong>la</strong> virtù delle persone<br />

illuse, ma <strong>la</strong> trama su cui si regge <strong>la</strong><br />

vita”. E da cristiani non<br />

possiamo non essere<br />

portatori <strong>di</strong> speranza<br />

per <strong>la</strong>vorare al miglioramento<br />

del<strong>la</strong> situazione<br />

attuale. L’amore<br />

poi deve essere <strong>la</strong> base<br />

dell’impegno politico,<br />

perché “solo se riesco<br />

a vedere nei volti che<br />

incontro i volti delle<br />

persone che amo, riuscirò a non curare<br />

solo gli interessi personali, ma quelli<br />

del<strong>la</strong> comunità”<br />

Miano poi ha chiarito che per un<br />

cristiano è essenziale guardare ad alcuni<br />

fattori, come <strong>la</strong> formazione<br />

globale. Non ci si può preoccupare<br />

solo del<strong>la</strong> formazione<br />

spirituale perché rischia <strong>di</strong> non<br />

essere tale se manca una formazione<br />

al sociale e al politico. Solo<br />

un vero cammino <strong>di</strong> fede genera<br />

un impegno. Altro fattore è <strong>la</strong><br />

citta<strong>di</strong>nanza: siamo chiamati ad<br />

essere citta<strong>di</strong>ni degni del Vangelo,<br />

a rispondere con <strong>la</strong> coerenza<br />

delle nostre azioni al<strong>la</strong> Verità in<br />

cui cre<strong>di</strong>amo. Ancora: un cristiano è<br />

fortemente legato al suo territorio, e<br />

l’esperienza dell’AC, legata ai Vescovi<br />

e al Papa è <strong>di</strong> grande insegnamento.<br />

Dal territorio nascono le istanze che<br />

un politico deve considerare nel suo<br />

impegno, senza però <strong>di</strong>menticare ciò<br />

che succede sul<strong>la</strong> Terra, coniugando<br />

quin<strong>di</strong> le proprie scelte al<strong>la</strong> luce delle<br />

situazioni che riguardano l’intera<br />

umanità. Un altro fattore infatti è<br />

quello delle re<strong>la</strong>zioni, in quanto non<br />

siamo persone che vivono singo<strong>la</strong>rmente<br />

ma in comunità. E dal<strong>la</strong> vita <strong>di</strong><br />

comunità dobbiamo riscoprire il dono<br />

del<strong>la</strong> Comunione, per far sì che i valori<br />

che curiamo nel piccolo possano<br />

tenersi anche con l’aiuto degli altri<br />

ed acquisire maggior forza. Infine <strong>la</strong><br />

responsabilità per un cristiano che si<br />

impegni in politica è fondamentale,<br />

perché aiuta a rimettere al centro <strong>la</strong><br />

persona e il bene comune, fini ultimi <strong>di</strong><br />

ogni politico, come ci insegna anche <strong>la</strong><br />

Dottrina Sociale del<strong>la</strong> Chiesa.<br />

Infine Miano ha sollecitato tutti<br />

a ristabilire un clima <strong>di</strong> fiducia, per<br />

evitare facili derive o peggio ancora un<br />

<strong>di</strong>simpegno. Quello che occorre è invece<br />

<strong>la</strong> consapevolezza <strong>di</strong> essere chiamati<br />

a <strong>di</strong>ventare santi, come ci testimonia il<br />

nuovo Beato Giuseppe Toniolo.<br />

In alto, da sx.: Lelio Pagliara, mons. Pio<br />

Tamburrino e Franco Miano.<br />

Di <strong>la</strong>to, l’intervento del Presidente del<strong>la</strong> Provincia<br />

<strong>di</strong> Foggia, Antonio Pepe


don doMenico<br />

A 20 anni dal<strong>la</strong> sua morte, un ricordo <strong>di</strong> Don Domenico Lombar<strong>di</strong>: Uomo con noi,<br />

Maestro in mezzo a noi, Sacerdote per noi!<br />

<strong>di</strong> Roberto Russo*<br />

le nostre anime, amandole per “salvarle<br />

a tutti costi” come lui stesso <strong>di</strong>sse nel suo<br />

primo giorno da parroco a Lesina.<br />

Don Domenico è stato il maestro <strong>di</strong><br />

vita che ciascuno desidera incontrare<br />

sul<strong>la</strong> sua strada, perché ha avuto sempre<br />

e per tutti una paro<strong>la</strong> buona da rega<strong>la</strong>re.<br />

La realizzazione del libro con i suoi<br />

scritti ha sicuramente richiesto tempo<br />

e sacrifici, in cui sono stati coinvolti i<br />

soci dell’Azione Cattolica e i membri<br />

del Comitato Feste Patronali 2012.<br />

Ma tutto il tempo de<strong>di</strong>cato al<strong>la</strong> lettura<br />

e al<strong>la</strong> trascrizione dei suoi <strong>di</strong>scorsi e<br />

gli sforzi per conservarne <strong>la</strong> versione<br />

originale, sono stati sicuramente ripa-<br />

Era doveroso, nel giorno del<br />

ventennale del<strong>la</strong> morte <strong>di</strong><br />

don Domenico Lombar<strong>di</strong>,<br />

stringerci come comunità a pregare<br />

insieme nel suo ricordo. Amatissimo<br />

parroco <strong>di</strong> Lesina per 40 lunghi anni,<br />

ha voluto essere Padre e Pastore <strong>di</strong><br />

tutti i suoi figli.<br />

L’Azione Cattolica e il Comitato<br />

Feste Patronali hanno inteso per<br />

questo motivo ricordarlo in modo so-<br />

lenne, non solo con <strong>la</strong> celebrazione <strong>di</strong><br />

una S. Messa lo scorso 20 Aprile, ma<br />

anche con <strong>la</strong> pubblicazione <strong>di</strong> un libro<br />

con i suoi scritti, che sarà presentato<br />

durante i festeggiamenti del <strong>San</strong>to<br />

Patrono il prossimo maggio.<br />

Don Domenico è stato un Uomo,<br />

che ha voluto con<strong>di</strong>videre <strong>la</strong> vita delle<br />

persone che incontrava, interessandosi<br />

proprio come un Padre fa con i propri<br />

figli: educandoli, accompagnandoli,<br />

riprendendoli.<br />

È stato non un semplice sacerdote, ma<br />

Il Sacerdote, che per 40 anni ha guidato<br />

gati dal<strong>la</strong> gioia <strong>di</strong> aver contribuito ad<br />

onorare una figura maestosa del nostro<br />

paese. Abbiamo il dovere <strong>di</strong> tenere<br />

vivo il ricordo del<strong>la</strong> persona <strong>di</strong> don<br />

Domenico, perché <strong>la</strong> sua testimonianza<br />

può aiutarci a vincere ogni tentazione<br />

<strong>di</strong> appiattimento. Inoltre le parole del<br />

libro hanno una forte portata educativa,<br />

in un tempo in cui questo tema è molto<br />

<strong>di</strong>battuto. Lavoriamo per ri<strong>la</strong>nciare<br />

il nostro paese e <strong>la</strong> nostra comunità,<br />

perché da lui sono stati amati così tanto<br />

da renderlo Uomo con noi, Maestro in<br />

mezzo a noi, Sacerdote per noi!<br />

*Presidente AC Lesina<br />

<strong>Oltre</strong> <strong>la</strong> <strong>Porta</strong> - Gennaio / Aprile 2012


12<br />

accogLienza o<br />

ospitaLità?<br />

Responsabili, educatori ed animatori<br />

dell’AC <strong>di</strong>ocesana in una giornata <strong>di</strong><br />

formazione<br />

<strong>di</strong> Gabriele Camillo<br />

Seconda tappa <strong>di</strong> formazione a<br />

Torremaggiore per il settore<br />

giovani <strong>di</strong> Azione Cattolica e<br />

dell’Azione Cattolica Ragazzi, ospitati<br />

da don Renato Borrelli<br />

e dai giovani del<strong>la</strong> parrocchia<br />

Gesù Divino<br />

Lavoratore, presso l’Oratorio<br />

<strong>San</strong> Domenico<br />

Savio. Protagonisti i<br />

responsabili, gli educatori<br />

e gli animatori<br />

dei gruppi giovani,<br />

giovanissimi e <strong>di</strong> ACR<br />

delle nostre parrocchie,<br />

che per una giornata si<br />

sono fermati a riflettere<br />

sull’accoglienza.<br />

Ma perché questo<br />

tema? Come equipe<br />

<strong>di</strong>ocesana si è voluto<br />

riflettere su come testimoniare<br />

Cristo oggi,<br />

e come l’accoglienza<br />

<strong>di</strong>venta fondamentale<br />

nell’evangelizzazione<br />

e nel<strong>la</strong> apertura all’altro<br />

dei nostri gruppi.<br />

Molte volte, anche<br />

con un pizzico <strong>di</strong> superiorità,<br />

pensiamo che<br />

accogliere significhi<br />

invitare persone da noi<br />

perché possano trovare<br />

ciò che loro ancora non<br />

hanno. Invece l’accoglienza<br />

può <strong>di</strong>ventare<br />

risposta ad una chiamata<br />

se ci <strong>la</strong>sciamo accogliere dalle<br />

persone che accompagniamo. È <strong>la</strong><br />

prospettiva del Vangelo, e l’esempio<br />

<strong>di</strong> Gesù con Zaccheo che non accoglie<br />

ma che chiede ospitalità. È proprio<br />

dal brano <strong>di</strong> Zaccheo che è iniziata<br />

<strong>la</strong> giornata <strong>di</strong> formazione, aiutati<br />

nel<strong>la</strong> riflessione dal<strong>la</strong> catechesi <strong>di</strong><br />

don Salvatore Ricci, responsabile<br />

dell’Ufficio <strong>di</strong> Pastorale Giovanile<br />

del<strong>la</strong> nostra <strong>Diocesi</strong> ed Educatore<br />

al Seminario Regionale <strong>di</strong> Molfetta.<br />

Don Salvatore ci ha aiutati a capire<br />

che l’accoglienza è tendere dall’attesa<br />

all’andare, da un movimento passivo<br />

ad uno attivo, che porta a muoversi<br />

a cercare, ma a non invadere <strong>la</strong> vita<br />

dell’altro. C’è bisogno sempre che<br />

l’altro <strong>di</strong>a il suo “benvenuto”. Accogliere<br />

<strong>di</strong>venta quin<strong>di</strong> “farsi accogliere”,<br />

ma per fare questo c’è bisogno <strong>di</strong><br />

un elemento fondamentale: <strong>la</strong> fiducia.<br />

Un elemento importante nel<strong>la</strong> nostra<br />

testimonianza, c’è bisogno <strong>di</strong> essere<br />

cre<strong>di</strong>bili per avere fiducia, per sentirsi<br />

<strong>di</strong>re “<strong>di</strong> te mi fido”. Parole che hanno<br />

colpito a fondo nel nostro servizio <strong>di</strong><br />

educatori e responsabili, perché se non<br />

si stabilisce un rapporto <strong>di</strong> reciproca<br />

fiducia, i ragazzi non ci apriranno mail<br />

<strong>la</strong> loro vita.<br />

Dopo <strong>la</strong> catechesi <strong>la</strong> mattinata è<br />

terminata con <strong>la</strong> Messa nel<strong>la</strong> chiesa <strong>di</strong><br />

Gesù Divino Lavoratore, celebrata da<br />

don Antonio <strong>di</strong> Domenico, assistente<br />

ACR e assistente unitario dell’AC.<br />

Nel pomeriggio ci si è <strong>di</strong>visi in<br />

gruppi in base all’età, nei quali si è<br />

messo in qualche modo in “pratica” <strong>la</strong><br />

nostra capacità <strong>di</strong> accogliere. Infatti,<br />

attraverso dei giochi <strong>di</strong> ruolo, in alcuni<br />

gruppi si è simu<strong>la</strong>to un vero e proprio<br />

processo con tanto <strong>di</strong> giu<strong>di</strong>ce, linea <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>fesa e <strong>di</strong> accusa, dove l’imputato era<br />

proprio l’accoglienza. In altri <strong>la</strong>boratori<br />

si è chiesto ai gruppi <strong>di</strong> “immaginare”<br />

<strong>di</strong> essere membri <strong>di</strong> un comitato citta<strong>di</strong>no<br />

che è stato istituito per affrontare<br />

una grave emergenza sociale: <strong>la</strong> presenza<br />

<strong>di</strong> un campo Rom nel<strong>la</strong> periferia<br />

del<strong>la</strong> città; ognuno aveva un ruolo,<br />

dal sindaco, al parroco del paese, al<br />

rappresentante<br />

dei rom, al<br />

rappresentante<br />

del comitato


contro i rom, al me<strong>di</strong>atore culturale….<br />

Attraverso questi due <strong>la</strong>boratori si<br />

è permesso ai gruppi <strong>di</strong> approfon<strong>di</strong>re il<br />

significato del termine “accoglienza”,<br />

e in un certo modo <strong>di</strong> approcciarsi al<strong>la</strong><br />

<strong>di</strong>versità, al <strong>di</strong>alogo, all’apertura al<br />

mondo, in quanto con le proprie scelte<br />

si può contribuire a rendere il mondo<br />

<strong>di</strong> oggi un posto più “accogliente”<br />

per tutti.<br />

Al termine <strong>di</strong> ogni <strong>la</strong>boratorio,<br />

ogni gruppo si è cimentato a preparare<br />

una rappresentazione silenziosa<br />

sull’accoglienza. In questo modo al<br />

termine del<strong>la</strong> giornata, dopo esserci<br />

fatti guidare dalle parole del Vangelo<br />

e dalle riflessioni <strong>di</strong> don Salvatore e <strong>di</strong><br />

don Antonio, e dopo aver approfon<strong>di</strong>to<br />

nei <strong>la</strong>boratori il tema, tutti i gruppi<br />

hanno potuto mostrare agli altri come<br />

pensavano l’accoglienza. Molto belle<br />

e significative sono stati i risultati dei<br />

vari gruppi, dove lo stringersi attorno<br />

a chi era da solo o il far sentire qualcuno<br />

accolto tra gli altri, e rappresentare<br />

l’accoglienza attorno al<strong>la</strong> croce <strong>di</strong><br />

Cristo, hanno fatto arricchire ancora<br />

<strong>di</strong> più questa giornata.<br />

Come tutte le giornate si termina<br />

con i saluti e con l’augurio <strong>di</strong> un buon<br />

cammino nelle proprie realtà. Ora,<br />

infatti, sta a noi responsabili, educatori,<br />

animatori e giovani sperimentare<br />

l’accoglienza, così come l’ha mostrata<br />

a noi Gesù, sia nei nostri gruppi, che<br />

con i nostri ragazzi, ma soprattutto<br />

nel<strong>la</strong> nostra vita.<br />

cibo per i poVeri<br />

Su iniziativa del<strong>la</strong> Caritas <strong>di</strong>ocesana una raccolta alimentare<br />

per i poveri<br />

<strong>di</strong> Mario Boco<strong>la</strong><br />

Il “Gruppo Madre Teresa<br />

<strong>di</strong> Calcutta” del<strong>la</strong> Caritas<br />

Diocesana <strong>di</strong> <strong>San</strong> <strong>Severo</strong><br />

si è fatto promotore <strong>di</strong> una raccolta<br />

<strong>di</strong> prodotti alimentari per <strong>la</strong> “Casa<br />

Accoglienza Mafalda d’Errico”<br />

con l’obiettivo <strong>di</strong> offrire un aiuto<br />

concreto alle persone che vivono<br />

in stato <strong>di</strong> in<strong>di</strong>genza.<br />

La raccolta dei generi alimentari<br />

si è svolta il 17 <strong>di</strong>cembre<br />

2011 presso lo “Shopping Center<br />

Leclerc” <strong>di</strong> via Zannotti in <strong>San</strong><br />

<strong>Severo</strong>.<br />

Questi i generi <strong>di</strong> prima necessità<br />

che sono stati raccolti e donati<br />

al<strong>la</strong> Caritas locale: 235 Kg. <strong>di</strong><br />

pasta, 90 bottiglie <strong>di</strong> passata <strong>di</strong><br />

pomodoro, 350 pz. <strong>di</strong> scato<strong>la</strong>me<br />

(legumi, tonno, carne, pe<strong>la</strong>ti), 5<br />

Kg. <strong>di</strong> legumi secchi, 205 lt. <strong>di</strong><br />

<strong>la</strong>tte, 38 pz. <strong>di</strong> omogeneizzati per<br />

bambini, 18 confezioni <strong>di</strong> succhi<br />

<strong>di</strong> frutta, 6 panettoni, 2 lt. <strong>di</strong> olio<br />

d’oliva, 50 Kg. <strong>di</strong> farina, 30 Kg.<br />

<strong>di</strong> zucchero, 40 Kg. <strong>di</strong> biscotti, 6<br />

confezioni <strong>di</strong> pasta per bambini,<br />

1 dentifricio, 5 confezioni <strong>di</strong> pancarré,<br />

1 Kg <strong>di</strong> caffè.<br />

Lo slogan che ha accompagna-<br />

Don Andrea Pupil<strong>la</strong><br />

to questo evento è stato “Colma<br />

lo spread dell’in<strong>di</strong>fferenza, vinci <strong>la</strong> crisi con <strong>la</strong> con<strong>di</strong>visione”.<br />

«Nonostante il <strong>di</strong>fficile momento <strong>di</strong> molte famiglie a causa del<strong>la</strong> crisi<br />

economica, rispetto agli anni scorsi - ha detto don Andrea Pupil<strong>la</strong>, Direttore<br />

del<strong>la</strong> Caritas Diocesana <strong>di</strong> <strong>San</strong> <strong>Severo</strong> - <strong>la</strong> raccolta alimentare è stata veramente<br />

straor<strong>di</strong>naria. Infatti <strong>la</strong> gente ha <strong>di</strong>mostrato che proprio nei momenti<br />

<strong>di</strong>fficili non è <strong>la</strong> paura e l’in<strong>di</strong>vidualismo a vincere, ma <strong>la</strong> con<strong>di</strong>visione».<br />

Si ringrazia <strong>la</strong> <strong>di</strong>rezione del centro commerciale “Leclerc”, l’Azione<br />

Cattolica <strong>di</strong>ocesana, il gruppo scout “Assoraider” del<strong>la</strong> parrocchia Croce<br />

<strong>San</strong>ta, docenti e alunni del Liceo pedagogico “E. Pestalozzi” <strong>di</strong> <strong>San</strong> <strong>Severo</strong>,<br />

del II° e V° circolo <strong>di</strong> <strong>San</strong> <strong>Severo</strong>.<br />

<strong>Oltre</strong> <strong>la</strong> <strong>Porta</strong> - Gennaio / Aprile 2012 13


14<br />

La Missione anche a… pranzo<br />

Ancora una volta, da Apricena compagni <strong>di</strong> cammino per i primi passi silenziosi<br />

del<strong>la</strong> missione in Benin: ora per Cotiakou<br />

<strong>di</strong> Mariolina Ren<strong>di</strong>na<br />

La missione, che tutti “stiamo<br />

costruendo”, vuole con<br />

il Vangelo al<strong>la</strong> mano, fare<br />

passi silenziosi e visibili. Le opere<br />

non quelle materiali si vedono e gli<br />

occhi par<strong>la</strong>no, le lettere dei primi passi<br />

<strong>di</strong> Cotiakou che i nostri sacerdoti ci<br />

mandano, sono eloquenti….<br />

Abbiamo, tutti, un solo compito continuare<br />

a sostenere <strong>la</strong> missione ad extra<br />

del<strong>la</strong> nostra Chiesa Diocesana, anche<br />

perché i nostri sacerdoti fidei donum,<br />

don Angelo Valente e don Leonardo<br />

<strong>di</strong> Ianni, sono “operai sensibili nel<strong>la</strong><br />

vigna del Signore”, o meglio “operai<br />

<strong>Oltre</strong> <strong>la</strong> <strong>Porta</strong> - Gennaio / Aprile 2012<br />

che sudano nei campi <strong>di</strong> ignam”.<br />

Anche quest’anno, <strong>la</strong> parrocchia<br />

<strong>di</strong> Apricena dei SS. Martino e Lucia<br />

si è adoperata perché non mancassero<br />

le opportune sollecitazioni per dare il<br />

contributo al<strong>la</strong> costruenda missione.<br />

Tra le altre iniziative,<br />

ancora una volta, ci<br />

siamo attivati perché l’uscita<br />

“fuori porta” si potesse<br />

concretizzare. Così,<br />

siamo partiti <strong>la</strong> mattina<br />

del 25 aprile con quattro<br />

pullman al<strong>la</strong> volta del<br />

santuario del<strong>la</strong> Madonna<br />

del Canneto (Roccavivara<br />

- CB) per ammirare <strong>la</strong><br />

stupenda<br />

chiesa e<br />

gli scavi <strong>di</strong> ville romani<br />

annessi. Abbiamo insieme,<br />

poi, consumato<br />

il pranzo a <strong>San</strong> Felice<br />

del Molise, godendoci<br />

il sospirato primo sole <strong>di</strong><br />

questa nuova stagione,<br />

assieme al verde delle<br />

colline molisane, inco-<br />

raggiati nell’iniziativa dalle parole <strong>di</strong><br />

nostri gra<strong>di</strong>ti ospiti, don Francesco de<br />

Vita, don Leonardo <strong>di</strong> Mauro e don<br />

Leonardo <strong>di</strong> Ianni.<br />

Le iniziative <strong>di</strong> quest’anno come<br />

quelle dell’anno passato finanzieranno<br />

l’impianto fotovoltaico che assicurerà<br />

l’energia elettrica al<strong>la</strong> costruenda<br />

missione. Un gruppo <strong>di</strong> operai tra elettricisti<br />

e muratori, del<strong>la</strong> parrocchia,<br />

com’è stato già fatto per <strong>la</strong> missione<br />

<strong>di</strong> Wansokou, andrà a Cotiakou appena<br />

<strong>la</strong> costruzione sarà terminata, per<br />

montare i pannelli e realizzare l’intero<br />

impianto.<br />

Due momenti del pranzo “pro Cotiakou”


accettare <strong>la</strong> problematicità <strong>di</strong> un’esistenza, nobilitando<strong>la</strong><br />

con <strong>la</strong> sua tenerezza e straor<strong>di</strong>naria <strong>di</strong>sponibilità. Il genio<br />

femminile trova in Lei l’espressione massima. Come sposa,<br />

dopo <strong>la</strong> grande prova del dubbio <strong>di</strong> Giuseppe, uomo<br />

retto e giusto, seppe realizzare con Lui un rapporto qualificante,<br />

con<strong>di</strong>videndone ansie, preoccupazioni, attese,<br />

delusioni, senza far pesare sul povero artigiano le ristrettezze<br />

<strong>di</strong> una storia grama. El<strong>la</strong> conduce una vita or<strong>di</strong>naria,<br />

ricca <strong>di</strong> sollecitu<strong>di</strong>ne familiare e <strong>di</strong> <strong>la</strong>voro casalingo.<br />

Pur conoscendo l’origine <strong>di</strong>vina del suo Figlio, si è rapportata<br />

a Lui come tutte le mamme: lo ha visto crescere<br />

sotto il suo sguardo e con le sue cure e premure materne.<br />

Nessuno, come Lei, ha saputo con<strong>di</strong>videre il sì detto dal<br />

Verbo al Padre, nel<strong>la</strong> costante <strong>di</strong>sponibilità e attenzione<br />

totale al<strong>la</strong> voce <strong>di</strong> Dio. Immersa nel<strong>la</strong> luce del mistero, ha<br />

continuato a sentirsi ed essere una delle tante figlie <strong>di</strong> Eva,<br />

realizzando col suo sposo un intenso rapporto <strong>di</strong> amore.<br />

Giuseppe<br />

Il Vangelo non ci <strong>di</strong>ce molto su Giuseppe, sposo <strong>di</strong><br />

Maria e padre putativo <strong>di</strong> Gesù. Anche per lui il segreto<br />

del<strong>la</strong> serenità e del<strong>la</strong> gioia nel<strong>la</strong> vita <strong>di</strong> Nazaret è stato l’amore che lo legava al Dio dei Padri, a Maria e a Gesù.<br />

Comune, quasi banale, <strong>la</strong> sua vita <strong>di</strong> carpentiere: onesto e coscienzioso <strong>la</strong>voro, preghiera, momenti d’onesto<br />

svago. Nel Tropario del<strong>la</strong> liturgia bizantina troviamo questa bellissima preghiera: “Annunzia, o Giuseppe, al <strong>di</strong>vino<br />

progenitore le meraviglie: hai visto una Vergine partorire, hai inneggiato con i pastori, hai adorato con i Magi, da<br />

un angelo sei stato istruito. Prega Dio <strong>di</strong> salvare le nostre anime”.<br />

Questi sono i tre personaggi del<strong>la</strong> famiglia <strong>di</strong> Nazaret, consacrata e votata all’amore. Famiglia voluta, animata<br />

e guidata dal progetto <strong>di</strong> Dio. Quello che maggiormente entusiasma, in essa, non è tanto l’avventura straor<strong>di</strong>naria<br />

che vivono i personaggi, quanto i rapporti semplici, umanissimi, intensi vissuti da loro. Infatti, dai rapporti<br />

interpersonali tra gli sposi <strong>di</strong>pende lo stile <strong>di</strong> vita familiare.<br />

Se i genitori non vanno d’accordo tra <strong>di</strong> loro, ma stanno continuamente a litigare per cose futili o importanti; se<br />

non hanno capacità <strong>di</strong> confronto e valutazione; se ad ogni passo rinfacciano al partner <strong>la</strong> via scelta; se non hanno<br />

identità <strong>di</strong> vedute circa l’impegno formativo dei figli, coi quali non riescono a realizzare un approccio adeguato,<br />

le conseguenze negative non tardano a verificarsi.<br />

Ad esempio, non si può ignorare che i rapporti tra genitori e figli <strong>di</strong>ventano sempre più complicati, vuoi per i<br />

conflitti generazionali, vuoi per le conseguenze <strong>di</strong> situazioni <strong>di</strong> rottura, <strong>di</strong>vorzi e nascita <strong>di</strong> nuove famiglie da una<br />

famiglia preesistente. Il documento CEI suggerisce: «Partiamo dai giovani, nei quali va riconosciuto “un talento<br />

che il Signore ci ha messo nelle mani perché lo facciano fruttificare» (n. 51).<br />

Giovani<br />

Il mondo giovanile richiede una partico<strong>la</strong>rissima<br />

attenzione. Infatti sta mutando il concetto stesso<br />

<strong>di</strong> gioventù, i cui confini anagrafici si al<strong>la</strong>rgano a<br />

<strong>di</strong>smisura. I sociologi par<strong>la</strong>no <strong>di</strong> gioventù espansa<br />

o <strong>di</strong> adultescenti. Dicono che i giovani non vogliono<br />

crescere; amano restare sul<strong>la</strong> soglia dell’età adulta<br />

(stand-by); hanno le ali per spiccare il volo, ma non<br />

le sanno usare. Cresciuti manovrando telecoman<strong>di</strong>,<br />

video, televideo, p<strong>la</strong>y-station, CD-Rom, navigano<br />

nell’oceano virtuale, e vivono negli spazi in<strong>di</strong>cati<br />

come “vil<strong>la</strong>ggio globale”. Ma, nonostante questi<br />

nuovi orizzonti, dai rilievi statistici emergono alcuni<br />

importanti elementi, che, mentre sottolineano le<br />

<strong>Oltre</strong> <strong>la</strong> <strong>Porta</strong> - Gennaio / Aprile 2012 15


16<br />

caratteristiche del<strong>la</strong> generazione<br />

“tecnocratica”, ridanno spessore<br />

umano al<strong>la</strong> gioventù e ne in<strong>di</strong>cano<br />

i motivi più profon<strong>di</strong> del loro<br />

malessere:<br />

I giovani sono assetati d’amore<br />

(rifiutano i surrogati… e <strong>la</strong> famiglia<br />

deve essere “locus amoris”).<br />

I giovani soffrono <strong>di</strong> solitu<strong>di</strong>ne,<br />

che tentano <strong>di</strong> eliminare col chiasso,<br />

con <strong>la</strong> musica assordante, con<br />

<strong>la</strong> frequentazione <strong>di</strong> <strong>di</strong>scoteche,<br />

etc.<br />

I giovani <strong>di</strong>mostrano incertezza<br />

nei rapporti con gli altri, nel<strong>la</strong> preparazione<br />

culturale, nel<strong>la</strong> scelta<br />

professionale.<br />

I giovani sono scontenti <strong>di</strong> se<br />

stessi, dei genitori, degli altri e si sfogano criticando tutto e tutti.<br />

I giovani sono accusati <strong>di</strong> assenteismo e <strong>di</strong> <strong>di</strong>simpegno, ma non si vedono molte possibilità <strong>di</strong> <strong>la</strong>voro per loro.<br />

I giovani sono attratti dalle cose semplici e genuine… sognano una vita meno problematica… una più estesa<br />

e profonda fraternità.<br />

I giovani avvertono il vuoto spirituale e si rifugiano nelle evasioni <strong>di</strong> ogni genere.<br />

I giovani sono al<strong>la</strong> ricerca del significato del<strong>la</strong> propria vita e spesso <strong>la</strong> identificano con una passeggiata senza<br />

scopo e senza meta.<br />

I giovani si meravigliano degli anziani contenti per <strong>la</strong> posizione socio-economica raggiunta solo col <strong>la</strong>voro.<br />

I giovani si sentono impotenti ed emarginati <strong>di</strong>nanzi ai problemi che travagliano l’umanità (fame nel mondo,<br />

prostituzione, droga…), molti <strong>di</strong> loro sono sensibili al mondo dei <strong>di</strong>versamente abili e si danno al volontariato.<br />

I giovani avvertono <strong>la</strong> necessità <strong>di</strong> esprimersi e <strong>di</strong> associarsi a dei gruppi.<br />

I giovani ammirano le persone autentiche e coerenti. Vivono una crisi <strong>di</strong> fede e molti, in materia <strong>di</strong> moralità,<br />

sono qualunquisti.<br />

Da questo frettoloso elenco emerge una verità <strong>di</strong> fondo: i genitori devono essere compagni dei figli nell’avventura<br />

del<strong>la</strong> vita. L’avventura non è un optional, una scelta, uno svago… ma fa parte essenziale del<strong>la</strong> natura<br />

umana. La ricerca del nuovo, del <strong>di</strong>verso, dell’improbabile, del sicuro, del vero… questa è l’avventura del<strong>la</strong> vita. I<br />

figli non possono viver<strong>la</strong> da soli: andrebbero fuori strada, intraprenderebbero un percorso tortuoso e alienante. Si<br />

deve dunque superare <strong>la</strong> logica del “fai da te”. Anche se il rapporto genitori-figli è oggi <strong>di</strong>ventato partico<strong>la</strong>rmente<br />

<strong>di</strong>fficile, non può essere sostituito da nient’altro. I genitori non possono delegare ad altri <strong>la</strong> loro responsabilità<br />

<strong>di</strong> accompagnare i figli nel cammino del<strong>la</strong> vita. È un’avventura da vivere insieme: l’esser soli o in balìa <strong>di</strong> fattori<br />

<strong>di</strong>versi <strong>di</strong>venta rischioso e pericoloso.<br />

“Come e cosa posso fare - mi domandava un papà non molti giorni fa - se mio figlio non sembra voler ascoltare<br />

altri se non coloro che, per <strong>la</strong> strada o attraverso i mass-me<strong>di</strong>a, lo alletta con irraggiungibili chimere o ad<strong>di</strong>rittura<br />

con proposte <strong>di</strong> modelli negativi? Che cosa si può <strong>di</strong>re a un giovane stregato dai messaggi deleteri che giungono<br />

persino attraverso canzoni, che sono veri e propri inni a tutto ciò che è <strong>di</strong>svalore? A mio figlio non interessa<br />

nul<strong>la</strong> <strong>di</strong> quanto io e mia moglie possiamo <strong>di</strong>re, raccomandare, suggerire. Ci evita. Ci snobba. A volte abbiamo<br />

l’impressione che neppure ci sopporti”. Cosa rispondere? Sono domande terribili, drammatiche, che ci devono<br />

mettere in crisi. Ci devono far riflettere e col<strong>la</strong>borare tutti uniti a favore dei nostri giovani, che ci sembrano sempre<br />

più lontani, in<strong>di</strong>fferenti, altri da come noi li vorremmo.<br />

La col<strong>la</strong>borazione <strong>di</strong> tutti gli operatori socio-ecclesiali (genitori, parroci, formatori, assistenti sociali…) è un<br />

obbligo. Al<strong>la</strong> base <strong>di</strong> tutto è e rimane <strong>la</strong> vita <strong>di</strong> famiglia, da riscoprire nelle sue coor<strong>di</strong>nate essenziali: nessuno e<br />

niente può sostituir<strong>la</strong>. Il rapporto genitori-figli deve fondarsi sul <strong>di</strong>alogo, arte <strong>di</strong>fficile, paziente, che richiede tempi<br />

lunghi e <strong>di</strong>sponibilità ad accogliere, con rispetto, le ansie, le gioie, le sofferenze, in una paro<strong>la</strong>, i problemi dell’in-<br />

<strong>Oltre</strong> <strong>la</strong> <strong>Porta</strong> - Gennaio / Aprile 2012


terlocutore, con lo scopo <strong>di</strong> aiutarlo a collocarsi nel<strong>la</strong> storia, portatore del<strong>la</strong> sua personalità, unica e irrepetibile.<br />

«Nelle famiglie è necessario il <strong>di</strong>alogo tra genitori e figli - leggo nel Piano Pastorale del<strong>la</strong> mia <strong>Diocesi</strong> - Se<br />

ne creino le opportunità e le possibilità (ad es. meno televisione e più occasioni per strare insieme); il papà, <strong>la</strong><br />

mamma de<strong>di</strong>chino tempo a par<strong>la</strong>re, ma ancora e molto <strong>di</strong> più ad ascoltare il figlio, <strong>la</strong> figlia. Con rispetto reciproco<br />

si mettano in comunicazione i mon<strong>di</strong> interiori dei singoli genitori e dei singoli figli. Certamente ciò importa da parte<br />

dei genitori comportamenti che meritano <strong>la</strong> fiducia dei figli e il non essere <strong>di</strong>missionari dei loro compiti educativi<br />

e genitoriali. Solo con un <strong>di</strong>alogo continuo - subito rial<strong>la</strong>cciato dopo eventuale e preve<strong>di</strong>bili momenti <strong>di</strong> crisi - <strong>la</strong><br />

famiglia può compiere <strong>la</strong> sua opera primaria e insostituibile nell’aiutare i propri giovani e gli amici dei propri figli.<br />

Ciò avviene quando i singoli membri del<strong>la</strong> famiglia, mettendo se stessi in <strong>di</strong>scussione, si sforzano <strong>di</strong> migliorarsi<br />

ogni giorno sul piano umano e cristiano, senza <strong>la</strong>sciarsi andare». (p 39 s.).<br />

A questo punto ci chie<strong>di</strong>amo se <strong>la</strong> famiglia <strong>di</strong> Nazaret abbia vissuto questi problemi e come li abbia superati.<br />

Intanto l’evangelista riferisce che Gesù “cresceva in sapienza, età, grazia, <strong>di</strong>nanzi a Dio e <strong>di</strong>nanzi agli uomini”.<br />

Queste parole fanno pensare che il clima <strong>di</strong> vita familiare era adatto al<strong>la</strong> crescita armoniosa del<strong>la</strong> sua personalità.<br />

Generalmente si pensa <strong>di</strong> preservare <strong>la</strong> famiglia <strong>di</strong> Nazaret dai <strong>di</strong>sagi propri d’ogni collettività familiare. Gesù,<br />

Giuseppe e Maria conducevano, al contrario, un’esistenza simile a quel<strong>la</strong> delle altre famiglie. Anzi vanno equiparati<br />

a coloro che dovevano combattere quoti<strong>di</strong>anamente con problemi <strong>di</strong> varia natura. Riuscivano certamente<br />

a superarli, perché uniti nel<strong>la</strong> fede, nell’amore, nel reciproco rispetto e nel<strong>la</strong> piena con<strong>di</strong>visione <strong>di</strong> gioie e dolori.<br />

«Chi sa a quante porte ha bussato (Maria) chiedendo qualche giornata <strong>di</strong> <strong>la</strong>voro per il suo Gesù, nel<strong>la</strong> stagione<br />

dei frantoi. Chi sa quanti meriggi ha malinconicamente consumato a rivoltare il pastrano già logoro <strong>di</strong> Giuseppe, e<br />

ricavarne un mantello perché suo figlio non sfigurasse tra i compagni <strong>di</strong> Nazaret… Come tutte le madri, ha spiato<br />

lei pure, tra timori e speranze, nelle pieghe tumultuose dell’adolescenza <strong>di</strong> suo figlio. Come tutte le donne, ha<br />

provato pure lei <strong>la</strong> sofferenza <strong>di</strong> non sentirsi compresa, neppure dai due più gran<strong>di</strong> amori che avesse sul<strong>la</strong> terra.<br />

E avrà temuto <strong>di</strong> deluderli. O <strong>di</strong> non essere all’altezza del ruolo. E, dopo aver stemperato nelle <strong>la</strong>crime il travaglio<br />

<strong>di</strong> una solitu<strong>di</strong>ne immensa, avrà ritrovato finalmente nel<strong>la</strong> preghiera, fatta insieme, il gau<strong>di</strong>o <strong>di</strong> una comunione<br />

sovrumana» (Idem). Questa considerazione ci fa sentire <strong>la</strong> famiglia <strong>di</strong> Nazaret vicina alle nostre famiglie. Nonostante<br />

i problemi inevitabili a ogni avventura umana, nel foco<strong>la</strong>re nazaretano c’era armonia e si coltivavano “dei<br />

sentimenti <strong>di</strong> tenera compassione, <strong>di</strong> bontà, <strong>di</strong> umiltà, <strong>di</strong> dolcezza e <strong>di</strong> pazienza”(Col 3,12). La presenza <strong>di</strong> Dio e<br />

del suo amore <strong>di</strong>ventava incoraggiamento e forza <strong>di</strong> andare avanti.<br />

Maria e Giuseppe si sentivano inondare l’animo <strong>di</strong> quelle cose che comprendevano. Quello che restava oscuro,<br />

come ad esempio <strong>la</strong> scomparsa del do<strong>di</strong>cenne Gesù, e molte delle sue parole, tutto conservavano nel cuore,<br />

me<strong>di</strong>tando riflettendo.<br />

«Non è così che devono vivere coloro che si sono uniti nel nome del Signore? Se volete che nel<strong>la</strong> vostra famiglia<br />

sbocci l’ideale… <strong>la</strong>sciate che Cristo viva in mezzo a voi e in voi. Di ciò che vi sembra chiaro, felice, fecondo nelle<br />

vostre vite, sappiate meravigliarvi: ce ne sono che non lo fanno! Quello che non capite bene, e che costituisce <strong>la</strong><br />

sofferenza <strong>di</strong> tante famiglie - l’accordo tra voi del<strong>la</strong> cui conquista ignoravate <strong>la</strong> fatica, le settimane e i mesi durante<br />

i quali i vostri legami sembrano allentarsi, <strong>la</strong><br />

specie <strong>di</strong> eclisse del vostro amore che si nasconde<br />

come Gesù fra i dottori - conservatelo<br />

nel vostro cuore, non per accumu<strong>la</strong>re motivi <strong>di</strong><br />

amarezza ma per permettere al<strong>la</strong> sofferenza<br />

e alle energie <strong>di</strong>vine del vostro sacramento <strong>di</strong><br />

cambiare il cuore egoista. L’amore, l’amore<br />

benedetto da Dio e vissuto secondo Dio, non<br />

ci abbandona più: caso mai lo si allontana.<br />

E voi non lo avete allontanato. Lasciate a<br />

Dio <strong>di</strong> purificarlo, <strong>di</strong> spogliarlo, come purifica<br />

e spoglia <strong>la</strong> fede <strong>di</strong> coloro che lo cercano. Il<br />

terzo giorno l’amore risusciterà, nell’amore <strong>di</strong><br />

Gesù» (A.M. Carrè).<br />

Ai figli vorrei raccomandare con Sir. 3,2-<br />

6.12-14: onore, rispetto, obbe<strong>di</strong>enza e aiuto<br />

<strong>Oltre</strong> <strong>la</strong> <strong>Porta</strong> - Gennaio / Aprile 2012 17


18<br />

servizievole, dolcezza nei mo<strong>di</strong>. Sono valori per mezzo dei quali ogni figlio è e fa famiglia. Per i genitori, con Mt<br />

2,13-15.19-23, sottolineo <strong>la</strong> cura dei figli, l’obbe<strong>di</strong>enza a Dio che li rende partecipi del<strong>la</strong> Sua autorità, <strong>la</strong> prudenza,<br />

<strong>la</strong> pazienza, <strong>la</strong> testimonianza. Agli uni e agli altri, l’invito <strong>di</strong> Paolo: “Tutto ciò che fate o <strong>di</strong>te, fatelo nel nome <strong>di</strong><br />

Gesù”(Col 3,17).<br />

Carissimi, <strong>la</strong> vostra sia una famiglia santa, sull’esempio del<strong>la</strong> famiglia <strong>di</strong> Nazaret, perché voi, genitori, avete il<br />

dovere <strong>di</strong> consegnare ai figli <strong>la</strong> vostra fede vissuta. Spesso <strong>la</strong> <strong>di</strong>fficoltà dei figli a crescere <strong>di</strong>pende dall’incapacità<br />

dei genitori a testimoniare <strong>la</strong> propria maturità umana e <strong>la</strong> fede.<br />

Quando in una famiglia circo<strong>la</strong> l’amore, le <strong>di</strong>fferenze <strong>di</strong>ventano ricchezza e ci si dona senza misurare. Ognuno<br />

svolge il suo ruolo nell’insieme del progetto <strong>di</strong> Dio e ciascuno porta nel cuore l’altro. La famiglia deve <strong>di</strong>ventare,<br />

ogni giorno <strong>di</strong> più, <strong>la</strong>boratorio <strong>di</strong> fede, nel cercare Dio, fare <strong>la</strong> Sua volontà, pregare insieme, crescere nel<strong>la</strong> fraternità,<br />

nel<strong>la</strong> solidarietà, nel<strong>la</strong> fiducia verso <strong>la</strong> Provvidenza, nel con<strong>di</strong>videre le gioie e le prove.<br />

La famiglia inoltre deve anche essere un <strong>la</strong>boratorio <strong>di</strong> socialità per incidere sul<strong>la</strong> vita del popolo e, nel possibile,<br />

migliorar<strong>la</strong>. Sappiate perciò, sorelle e fratelli carissimi nel Signore, superare ogni egoismo e debolezza.<br />

È necessario avere il cuore aperto agli altri, ad esempio, col<strong>la</strong>borando attivamente nel<strong>la</strong> comunità parrocchiale,<br />

donando un po’ del vostro tempo al volontariato, accompagnando i vostri figli agli incontri <strong>di</strong> catechismo, col<strong>la</strong>borando<br />

con gli insegnanti a scuo<strong>la</strong>, riscoprendo <strong>la</strong> gioia <strong>di</strong> pregare insieme in famiglia, trovando tempo per par<strong>la</strong>re<br />

coi figli, anche <strong>di</strong> sciocchezze se necessario, comunque facendo sentire loro <strong>la</strong> vostra presenza.<br />

La famiglia non può rimanere chiusa in se stessa, ma deve aprirsi agli altri e creare comunità vive per rivitalizzare<br />

il tessuto del<strong>la</strong> società. Realizzare <strong>la</strong> vocazione del<strong>la</strong> famiglia cristiana significa, dunque, essere attenti e<br />

sensibili al<strong>la</strong> storia delle famiglie del territorio; vivere dentro le crisi e le gioie del<strong>la</strong> nostra società con <strong>la</strong> speranza<br />

in Cristo, Verbo <strong>di</strong> Dio, che ha voluto piantare <strong>la</strong> sua tenda in mezzo a noi per con<strong>di</strong>videre le nostre storie e liberarle<br />

dalle angustie dell’inautenticità; saper leggere nel<strong>la</strong> attuale situazione le coor<strong>di</strong>nate del Regno e vivere,<br />

non secondo <strong>la</strong> mentalità <strong>di</strong> questo secolo, ma secondo <strong>la</strong> <strong>di</strong>mensione del Vangelo.<br />

In conclusione, vorrei affidare a Maria, Madre delle mamme, dei papà e dei loro figli, tutte le famiglie del<strong>la</strong><br />

nostra Chiesa locale e del mondo intero:<br />

Maria, madre dolcissima,<br />

e maestra incomparabile <strong>di</strong> vita,<br />

ottieni dal Signore pace, serenità e gioia<br />

alle care famiglie del<strong>la</strong> nostra <strong>San</strong> <strong>Severo</strong><br />

e del mondo intero.<br />

Dona il tuo consiglio ai genitori,<br />

perché sappiano accompagnare i figli<br />

nell’avventura del<strong>la</strong> vita.<br />

Ne siano amici, garanti, complici nel bene,<br />

sicché i nostri giovani<br />

non restino avvinghiati nel<strong>la</strong> spirale<br />

del<strong>la</strong> spettaco<strong>la</strong>rità, dell’insolito e dell’effimero;<br />

ma, usando saggiamente il radar dello spirito,<br />

ritrovino <strong>la</strong> giusta <strong>di</strong>rezione <strong>di</strong> marcia,<br />

verso quei valori<br />

che danno senso e autenticità all’esistenza.<br />

Maria, ministra <strong>di</strong> tutte le grazie,<br />

dolcissima madre del soccorso,<br />

trasfon<strong>di</strong> nei genitori <strong>di</strong> oggi<br />

un briciolo del<strong>la</strong> tua pazienza e del<strong>la</strong> tua umiltà<br />

perché non si scoraggino<br />

nel delicato e prezioso ministero <strong>di</strong> formatori.<br />

<strong>Oltre</strong> <strong>la</strong> <strong>Porta</strong> - Gennaio / Aprile 2012<br />

Lucio M. Renna


teMpo <strong>di</strong> restauri<br />

A Lesina, nuovo look per <strong>la</strong> chiesa e ritrovata freschezza per <strong>la</strong> statua dell’Annunziata<br />

Il 26 Marzo 2012, <strong>la</strong> popo<strong>la</strong>zione<br />

<strong>di</strong> Lesina ha accolto con<br />

gioia e devozione il simu<strong>la</strong>cro<br />

del<strong>la</strong> protettrice, Maria SS. Annunziata,<br />

tornato dai <strong>la</strong>vori <strong>di</strong> restauro conservativo<br />

a cura dello scultore Pasquale<br />

D’Imperio a <strong>San</strong> <strong>Severo</strong>. I <strong>la</strong>vori <strong>di</strong><br />

restauro, voluti dal Comitato Feste e<br />

possibili grazie alle offerte dei lesinesi,<br />

hanno ridato luce ai colori pastello delle<br />

vesti e hanno conferito un delicato<br />

colore rosato alle<br />

guance dell’Ancil<strong>la</strong><br />

restituendole<br />

l’aspetto <strong>di</strong> madre<br />

celeste. Durante <strong>la</strong><br />

celebrazione del<strong>la</strong><br />

Messa, officiata<br />

da S. E. Mons.<br />

Lucio Renna si è<br />

tenuto, inoltre, il<br />

rito del<strong>la</strong> de<strong>di</strong>cazione<br />

dell’Altare,<br />

dell’Ambone e del<br />

Fonte Battesimale,<br />

realizzati grazie al<strong>la</strong><br />

generosità del<strong>la</strong> concitta<strong>di</strong>na<br />

Maria Luisa d’Orio<br />

- Panunzio; gli arre<strong>di</strong> sono<br />

stati scolpiti, tutti in pietra <strong>di</strong><br />

Apricena, dall’artista sanseverese<br />

M. Carafa.<br />

L’altare è <strong>di</strong> forma quadrango<strong>la</strong>re;<br />

su tutte le facce<br />

è inserito un elemento in<br />

bronzo che serve ad assicu-<br />

rare <strong>la</strong> chiusura del<strong>la</strong> nicchia entro <strong>la</strong><br />

quale sono poste le reliquie dei santi.<br />

L’ambone, ricavato da un unico<br />

blocco, oltre ad accogliere i Sacri Testi<br />

racconta, con <strong>la</strong> sua iconografia ad<br />

altorilievo in bronzo, <strong>la</strong> resurrezione<br />

alle pie donne:“Perché cercate fra i<br />

morti colui che è vivo? Non è qui, è<br />

risuscitato”. La figura è seduta, orante,<br />

rivolta alle pie donne.<br />

Anche <strong>la</strong> sede è realizzata da un<br />

unico blocco. Gli ampi braccioli <strong>di</strong><br />

appoggio rendono <strong>la</strong> seduta preziosa e<br />

degna, senza eccessi. Lo schienale suggerisce<br />

che è una seduta unica e prima.<br />

Il fonte e il cero pasquale sono ricavati<br />

anch’essi da un unico blocco. La<br />

forma del<strong>la</strong> vasca fa riferimento al<strong>la</strong><br />

simbologia escatologica dell’ottagono.<br />

Sul margine del<strong>la</strong> vasca è collocata<br />

una scultura in bronzo raffigurante lo<br />

Spirito <strong>San</strong>to.<br />

Il Tabernacolo in posizione centrale,<br />

è composto da una cassa bron-<br />

zea, dorata internamente. La porta,<br />

iconografata con <strong>la</strong> rappresentazione<br />

cristologica del pellicano, è rappresentata<br />

con i tre piccoli, pronti in attesa<br />

del Cibo Salvifico. (R. R.)<br />

<strong>Oltre</strong> <strong>la</strong> <strong>Porta</strong> - Gennaio / Aprile 2012 19


20<br />

L’aMico<br />

perfetto<br />

La “favo<strong>la</strong>” vissuta dai volontari del<strong>la</strong><br />

Protezione Civile con <strong>la</strong> Misericor<strong>di</strong>a<br />

<strong>di</strong> Torremaggiore<br />

<strong>di</strong> Antonel<strong>la</strong> Mennel<strong>la</strong><br />

una volta un mondo<br />

in cui le Favole e<br />

C’era<br />

tutta <strong>la</strong> loro famiglia<br />

rischiavano <strong>di</strong> scomparire, <strong>di</strong> essere<br />

<strong>di</strong>menticate; proprio quando ogni<br />

speranza sembrava ormai <strong>di</strong>ssolversi,<br />

alcuni “umani” amici delle Favole<br />

crearono loro spazi dove potersi<br />

rifugiare. Gli “umani” in questione<br />

prendono il nome <strong>di</strong>: “Misericor<strong>di</strong>a”.<br />

L’associazione del<strong>la</strong> Misericor<strong>di</strong>a<br />

<strong>di</strong> Torremaggiore infatti è l’artefice<br />

<strong>di</strong> un’esperienza <strong>di</strong> vita meravigliosa<br />

che ha rappresentato per 12 ragazzi,<br />

tra i 18 e i 27 anni, <strong>la</strong> Favo<strong>la</strong> per<br />

eccellenza.<br />

Il servizio civile è stato per noi tutti<br />

un anno <strong>di</strong> gratificazione personale e<br />

<strong>di</strong> conoscenza <strong>di</strong> un mondo a noi estraneo<br />

ricco <strong>di</strong> sod<strong>di</strong>sfazione ed amore.<br />

Il nostro articolo porta il titolo:<br />

“L’amico perfetto”.<br />

L’amico perfetto è colui che ti<br />

tiene compagnia, che ti ascolta, che<br />

sei libero <strong>di</strong> trattare male ma che poi<br />

<strong>Oltre</strong> <strong>la</strong> <strong>Porta</strong> - Gennaio / Aprile 2012<br />

idee per iL LaVoro<br />

corri a cercare, che ti fa venire dubbi e<br />

domande, che t’appoggia e che quando<br />

va via ti fa soffrire. Purtroppo non<br />

tutti sono fortunati in egual modo e<br />

visto che <strong>la</strong> perfezione non appartiene<br />

al nostro mondo ci sentiamo onorati e<br />

lusingati per averne conosciuto “uno”<br />

così tanto ricco <strong>di</strong> perfezione da sembrare<br />

surreale.<br />

Ovviamente <strong>la</strong> nostra favo<strong>la</strong> è terminata<br />

a buon fine e ci ha insegnato<br />

una cosa molto importante: “L’amore<br />

è una cosa semplice e soprattutto non<br />

conosce <strong>la</strong> <strong>di</strong>versabilità”.<br />

Una iniziativa congiunta per <strong>la</strong> ricerca del <strong>la</strong>voro<br />

<strong>di</strong> don Dino d’Aloia<br />

Ufficio del<strong>la</strong> Pastorale Sociale e del Lavoro del<strong>la</strong> <strong>Diocesi</strong> <strong>di</strong> <strong>San</strong><br />

L’ <strong>Severo</strong>, <strong>di</strong>retto da Severino Carlucci, in col<strong>la</strong>borazione con <strong>la</strong><br />

Consulta <strong>di</strong> Pastorale Giovanile del<strong>la</strong> Parrocchia <strong>San</strong>ta Maria del<strong>la</strong> Strada <strong>di</strong><br />

Torremaggiore, guidata da don Dino d’Aloia, sta attuando un percorso dal titolo<br />

“Diventa impren<strong>di</strong>tore <strong>di</strong> te stesso”. Gli incontri si svolgono ogni sabato dalle<br />

17,00 alle 18,30 nei locali dell’Oratorio <strong>San</strong> Sabino in Torremaggiore e sono<br />

rivolti a tutti coloro che, giovani e non, in risposta al<strong>la</strong> crisi economica in atto<br />

e al<strong>la</strong> conseguente grave carenza <strong>di</strong> posti <strong>di</strong> <strong>la</strong>voro, vogliono reagire prendendo<br />

fiducia nei propri mezzi personali e cercando i mo<strong>di</strong> opportuni, anche in col<strong>la</strong>borazione<br />

con altri, per “inventarsi” e crearsi un posto <strong>di</strong> <strong>la</strong>voro, <strong>di</strong>ventando<br />

quin<strong>di</strong> impren<strong>di</strong>tori <strong>di</strong> se stessi. Il percorso attraverso momenti <strong>di</strong> spiritualità,<br />

confronto, con<strong>di</strong>visione, promuove <strong>la</strong> cultura del<strong>la</strong> cooperazione e aiuta i partecipanti<br />

a riscoprire i propri talenti e a trasformarli in progetto <strong>di</strong> impresa. Si<br />

spera così <strong>di</strong> mostrare che il <strong>la</strong>voro per sé e per gli altri non va necessariamente<br />

cercato presso aziende altrui o enti statali, a volte inseguendo illusorie promesse<br />

e raccomandazioni, ma anche “inventato” attraverso un <strong>la</strong>voro comune con <strong>la</strong><br />

guida <strong>di</strong> persone esperte e testimonianze pilota. Il percorso infatti attua in loco<br />

il progetto Policoro del<strong>la</strong> Conferenza Episcopale Italiana che ha aiutato tante<br />

aziende a nascere e ad avviarsi nel mondo del <strong>la</strong>voro.


Lezioni <strong>di</strong> protezione ciViLe<br />

Su iniziativa del<strong>la</strong> Misericor<strong>di</strong>a <strong>di</strong> Torremaggiore due appuntamenti <strong>di</strong> “protezione”<br />

Nei mesi <strong>di</strong> Febbraio,<br />

Marzo e Aprile, il Settore<br />

Protezione Civile<br />

del<strong>la</strong> Confraternita <strong>di</strong> Misericor<strong>di</strong>a<br />

<strong>di</strong> Torremaggiore, ha organizzato,<br />

nelle Scuole Elementari e Me<strong>di</strong>e <strong>di</strong><br />

Torremaggiore, dei corsi <strong>di</strong> Protezione<br />

Civile dal titolo “Protezione Civile in<br />

Famiglia”. L’iniziativa ha coinvolto<br />

gli alunni e i professori delle suddette<br />

scuole, che si sono <strong>la</strong>sciati “prendere”<br />

dal<strong>la</strong> voglia <strong>di</strong> conoscere un mondo <strong>di</strong><br />

cui avevano solo lontanamente sentito<br />

par<strong>la</strong>re. Durante i corsi si è par<strong>la</strong>to <strong>di</strong><br />

terremoti, alluvioni e incen<strong>di</strong>; i ragazzi,<br />

inoltre, si sono cimentati in esercitazioni<br />

pratiche riguardanti i soccorsi<br />

e l’estinzione <strong>di</strong> un incen<strong>di</strong>o. Sia nelle<br />

scuole Elementari che Me<strong>di</strong>e, sono<br />

stati proiettati dei cartoni animati del<br />

Dipartimento Nazionale <strong>di</strong> Protezione<br />

Civile, che hanno entusiasmato gli<br />

alunni, rendendo ancora più piacevoli<br />

gli incontri.<br />

L’intero progetto si è concluso il<br />

20 aprile, giorno in cui, presso <strong>la</strong> Sa<strong>la</strong><br />

<strong>di</strong> Luigi Schiavone<br />

del Trono del Castello<br />

Ducale <strong>di</strong> Torremaggiore,<br />

si è svolto il primo<br />

convegno citta<strong>di</strong>no<br />

<strong>di</strong> Protezione Civile,<br />

dal titolo “Protezione<br />

Civile - Emergenza e<br />

Reazione”, che ha visto<br />

re<strong>la</strong>zionare il dott.<br />

Oscar Corsico, Dirigente<br />

del<strong>la</strong> Provincia <strong>di</strong> Foggia, sulle<br />

recenti attività svolte dal<strong>la</strong> Provincia<br />

nel settore del<strong>la</strong> Protezione Civile; il<br />

dott. Maurizio Pignone, dell’Istituto<br />

Nazionale <strong>di</strong> Geofisica e Vulcanologia,<br />

sull’informazione e il monitoraggio<br />

dei terremoti; l’Architetto<br />

Alfredo de Biase del<strong>la</strong> Soprintendenza<br />

ai Beni Artistici e Ambientali,<br />

sul<strong>la</strong> salvaguar<strong>di</strong>a dei beni culturali in<br />

caso <strong>di</strong> ca<strong>la</strong>mità naturali; l’Ingegnere<br />

Angelo Farina dei Vigili del Fuoco,<br />

sul<strong>la</strong> pianificazione e <strong>la</strong> gestione delle<br />

emergenze; Paolo Diani dell’UGEM<br />

- Misericor<strong>di</strong>e d’Italia, sul ruolo del<br />

volontariato nel<strong>la</strong> Protezione Civile.<br />

Il convegno ha visto <strong>la</strong> partecipazione<br />

<strong>di</strong> molte autorità provinciali e <strong>di</strong><br />

numerose associazioni <strong>di</strong> volontariato<br />

provinciali.<br />

Il giorno successivo al convegno,<br />

l’Istituto Nazionale <strong>di</strong> Geofisica e<br />

Vulcanologia <strong>di</strong> Grottaminarda, ha<br />

incontrato, presso il Teatro Comunale,<br />

le quinte elementari delle due<br />

scuole citta<strong>di</strong>ne; durante tale incontro,<br />

gli alunni hanno approfon<strong>di</strong>to <strong>la</strong><br />

conoscenza dei terremoti e <strong>di</strong> come<br />

comportarsi nell’eventualità questi si<br />

dovessero verificare.<br />

Entrambe le iniziative, “Protezione<br />

Civile in Famiglia” e il convegno,<br />

sono state organizzate dal Settore<br />

Protezione Civile del<strong>la</strong> suddetta<br />

Confraternita <strong>di</strong> Misericor<strong>di</strong>a <strong>di</strong> Torremaggiore,<br />

<strong>di</strong>retto dall’Ingegnere<br />

Pietro Vocale, e dai responsabili <strong>di</strong><br />

settore Francesco Faienza, Luigi<br />

Schiavone e Nico<strong>la</strong> De <strong>San</strong>tis.<br />

Sul sito internet dell’Associazione,<br />

si possono trovare maggiori informazioni<br />

sull’iniziativa, che sicuramente<br />

verrà ripetuta il prossimo anno.<br />

<strong>Oltre</strong> <strong>la</strong> <strong>Porta</strong> - Gennaio / Aprile 2012 21


22<br />

un festiVaL “parrocchiaLe”<br />

Con lo slogan “dove c’è musica c’è vita” il CantaChieuti <strong>di</strong> quest’anno, organizzato<br />

come sempre dal<strong>la</strong> parrocchia <strong>di</strong> Lorena D’Ermes<br />

Chieuti, nonostante sia un<br />

piccolo centro, non si fa<br />

mancare niente in fatto <strong>di</strong><br />

eventi <strong>di</strong>lettantistici che coinvolgono<br />

tutta <strong>la</strong> popo<strong>la</strong>zione e fanno da amplificatore<br />

a serate all’insegna del puro<br />

<strong>di</strong>vertimento e del<strong>la</strong> coesione.<br />

Il “Cantachieuti”, promosso dal<strong>la</strong><br />

parrocchia <strong>di</strong> <strong>San</strong> Giorgio martire<br />

e quest’anno al<strong>la</strong> sua 9ª e<strong>di</strong>zione,<br />

si è svolto in un clima festoso ma<br />

all’insegna del<strong>la</strong> professionalità e<br />

dell’impegno <strong>di</strong> tutti coloro che hanno<br />

<strong>la</strong>vorato per <strong>la</strong> buona riuscita dell’evento.<br />

Un’impronta speciale e ricca<br />

<strong>di</strong> stile è stata data dal<strong>la</strong> nuova band<br />

musicale formata da Nico<strong>la</strong> Leone<br />

al<strong>la</strong> batteria, Luca La Caval<strong>la</strong> alle<br />

tastiere, Leonardo Biondelli al basso<br />

e <strong>San</strong>dro Argentino alle chitarre: professionalità,<br />

preparazione, passione e<br />

versatilità del<strong>la</strong> band hanno permesso<br />

<strong>di</strong> fare <strong>di</strong> ogni singolo pezzo un’opera<br />

d’arte, dando così ad ogni cantante <strong>la</strong><br />

possibilità <strong>di</strong> esprimersi al meglio. A<br />

dare il via alle serate ci hanno pensato<br />

Nino Licursi e Costantina Tavani:<br />

il primo con <strong>la</strong> sua coinvolgente simpatia<br />

e ironia, <strong>la</strong> seconda con <strong>la</strong> sua<br />

<strong>Oltre</strong> <strong>la</strong> <strong>Porta</strong> - Gennaio / Aprile 2012<br />

eleganza e bellezza. Come in ogni<br />

festival che si rispetti, anche <strong>la</strong> giuria,<br />

scelta con cura e attenzione, è stata <strong>di</strong><br />

alto livello. I giurati (Ange<strong>la</strong> dell’Aqui<strong>la</strong>,<br />

Lino D’Ermes, Fabiana Viceconte,<br />

Vito Favia, Nico<strong>la</strong> Bucci),<br />

gran<strong>di</strong> estimatori e fruitori <strong>di</strong> musica<br />

sono stati attenti e ocu<strong>la</strong>ti nel dare i<br />

loro voti e capitanati dal presidente,<br />

il prof. Pietro d’Amicis, che con <strong>la</strong><br />

sua competenza e professionalità ha<br />

fatto sì che gli artisti venissero giu<strong>di</strong>cati<br />

con correttezza e imparzialità. I<br />

venti artisti in gara (Gianluca Intini,<br />

Leonardo Meo<strong>la</strong>, Michele Busico,<br />

Alba Prioletti, Matteo e Antonio<br />

de Siro, Lucia Travaglini, Emilio<br />

Palma, Antonio Balice, Andrea<br />

Ulisse, Giusy de Lillis, Francesco<br />

Marinelli, Ivan de Pao<strong>la</strong>, Milena<br />

Gabrielli, Miche<strong>la</strong> Dambra, Antonio<br />

Selvaggi, Valentina Celozzi e<br />

Nino Iuso) nonostante <strong>la</strong> gara, hanno<br />

con<strong>di</strong>viso un’atmosfera goliar<strong>di</strong>ca e<br />

serena, esibendosi con bravura, preparazione<br />

e <strong>di</strong>sinvoltura, mettendosi<br />

in gioco all’insegna del piacere per<br />

<strong>la</strong> musica e per il puro <strong>di</strong>vertimento.<br />

Tutti questi ingre<strong>di</strong>enti, con<strong>di</strong>ti<br />

da organizzatori capaci (Giovanni<br />

Bucci, I<strong>la</strong>ria Petronzi, Michele e<br />

Giuseppe Di Lucia, Arturo Polce<br />

e Lorena D’Ermes), hanno fatto<br />

sì che l’evento fosse un festival <strong>di</strong><br />

qualità, non <strong>la</strong>sciando nul<strong>la</strong> al caso<br />

o all’improvvisazione, così che tutto<br />

(scenografia, coreografia, luci, riprese,<br />

regia) fosse d’eccellenza. La chicca <strong>di</strong><br />

questa e<strong>di</strong>zione è stata <strong>la</strong> partecipazione<br />

straor<strong>di</strong>naria nel<strong>la</strong> serata finale<br />

dei “Wake up gospel project”, gruppo<br />

pugliese che con <strong>la</strong> sua musica ha<br />

emozionato tutti i presenti.<br />

La paro<strong>la</strong> <strong>di</strong> Dio trasformata in<br />

musica per gioire e ringraziare il<br />

Signore per tutto quello che fa nel<strong>la</strong><br />

nostra vita. Quale messaggio più bello<br />

poteva uscire da questo festival?<br />

Come sempre dobbiamo ringraziare<br />

il nostro parroco don Antonio che da<br />

grande organizzatore riesce a far dare<br />

ad ognuno il meglio <strong>di</strong> sé e a creare<br />

un clima d’amore, <strong>di</strong> amicizia, <strong>di</strong> solidarietà<br />

e <strong>di</strong> con<strong>di</strong>visione. Infine un<br />

grazie <strong>di</strong> cuore a Gianluca Lame<strong>di</strong>ca<br />

e Paolo Iammarone, del<strong>la</strong> <strong>di</strong>tta “Iservice”,<br />

per le riprese au<strong>di</strong>o-video.<br />

Il parroco <strong>di</strong> Chieuti, don Antonio Soccio


La MaLattia Mi ha donato La fede<br />

La storia commovente <strong>di</strong> un giovane attore: dalle luci chiassose dello spettacolo<br />

al silenzio del<strong>la</strong> sofferenza che <strong>di</strong>venta preghiera.<br />

Fabio Salvatore Foto: Nico<strong>la</strong> Allegri<br />

Si chiama Fabio Salvatore. Ci<br />

siamo incontrati a Roma, pochi<br />

giorni prima che un’improvvisa<br />

nevicata mettesse in crisi <strong>la</strong><br />

capitale. Però, <strong>di</strong> quel<strong>la</strong> neve <strong>di</strong> cui si<br />

è tanto par<strong>la</strong>to, nell’aria c’erano tutti i<br />

segni. Tanti anni <strong>di</strong> <strong>la</strong>voro all’aperto, in<br />

mezzo ai cavalli, mi hanno insegnato a<br />

capire quando il vento porta con sé <strong>la</strong><br />

promessa del bianco. E quel giorno, il<br />

soffio <strong>di</strong> Febbraio era gelido e secco,<br />

tagliente come <strong>la</strong> <strong>la</strong>ma <strong>di</strong> un bisturi,<br />

e si infi<strong>la</strong>va sotto <strong>la</strong> sciarpa, sotto il<br />

maglione, se <strong>la</strong> rideva del<strong>la</strong> mia giacca<br />

pesante. La sentivo nel pa<strong>la</strong>to, <strong>la</strong> neve.<br />

Ma non ho fatto in tempo a veder<strong>la</strong><br />

perché ho <strong>la</strong>sciato Roma prima che<br />

cominciasse a scendere. L’ho vista in<br />

seguito, al telegiornale, insieme a tutte<br />

le polemiche che ha sollevato col suo<br />

arrivo inaspettato.<br />

Quel pomeriggio, in mezzo a tutto<br />

il freddo che annunciava <strong>la</strong> neve, avevo<br />

però il cuore caldo. Pulsava, anzi<br />

cantava. Perché avevo incontrato una<br />

persona speciale, una <strong>di</strong> quelle le cui<br />

parole restano, si fanno strada nell’anima<br />

e lì si costruiscono un nido.<br />

Fabio Salvatore è uno così. E <strong>la</strong> sua<br />

storia, <strong>di</strong> sofferenza e <strong>di</strong> speranza, è<br />

<strong>di</strong> quelle che fanno respirare meglio,<br />

<strong>di</strong> Roberto Allegri<br />

<strong>di</strong> quelle che ci fanno sentire meno<br />

soli a questo mondo. Una storia al<strong>la</strong><br />

quale ci si può appoggiare come ad un<br />

bastone saldo e seguitare il cammino<br />

più stabili <strong>di</strong> prima.<br />

«La ma<strong>la</strong>ttia ha cambiato <strong>la</strong> mia<br />

vita ma soprattutto mi ha rega<strong>la</strong>to <strong>la</strong><br />

fede. Quel<strong>la</strong> vera e profonda. Vivevo<br />

senza uno scopo, inseguendo solo il<br />

piacere. Poi ho incontrato il cancro e<br />

con <strong>la</strong> sofferenza ho incontrato anche<br />

Gesù», mi ha detto Fabio.<br />

Queste parole sarebbero accettabili<br />

se fossero pronunciate da una persona<br />

anziana, una persona che dopo<br />

una vita <strong>di</strong> sbagli si re<strong>di</strong>me in vista<br />

dell’ultimo passo. Invece, Fabio ha<br />

soltanto 36 anni e da tempo combatte<br />

contro <strong>la</strong> terribile ma<strong>la</strong>ttia. Che lo ha<br />

trasformato completamente.<br />

L’appuntamento era al “Centro Benedetto<br />

XVI”, sede romana <strong>di</strong> “Nuovi<br />

Orizzonti” una associazione religiosa<br />

<strong>la</strong>ica, fondata da Chiara Amirante,<br />

che sta affermandosi in campo internazionale,<br />

soprattutto tra i giovani, e che<br />

ha già avuto l’approvazione del<strong>la</strong> <strong>San</strong>ta<br />

Sede. Il “Centro” si trova in una villetta<br />

da poco restaurata, proprio accanto<br />

all’ingresso del Parco <strong>di</strong> Monte Mario.<br />

È stato proprio Fabio a venirmi incontro,<br />

avvolto in una sciarpa e col berretto<br />

<strong>di</strong> <strong>la</strong>na calcato fino sugli occhi. Un<br />

ragazzo esile, minuto e coi lineamenti<br />

affi<strong>la</strong>ti, ma col fuoco nello sguardo.<br />

E un sorriso <strong>di</strong> quelli che “spostano”,<br />

che hanno <strong>la</strong> forza <strong>di</strong> una spinta. Mi<br />

ha abbracciato, come prima cosa. E io,<br />

che sono molto attento a questo tipo <strong>di</strong><br />

cose rimanendo sempre un po’ “orso”<br />

nei contatti con <strong>la</strong> gente, sono rimasto<br />

colpito. Non c’era affettazione in quel<br />

gesto, solo tanta spontaneità. È stato un<br />

abbraccio che mi ha scaldato.<br />

Ero lì a Roma, mandato dal mio<br />

giornale, per raccogliere <strong>la</strong> testimo-<br />

nianza <strong>di</strong> Fabio in vista dell’uscita del<br />

suo libro intito<strong>la</strong>to “A braccia aperte<br />

tra le nuvole”, pubblicato da Piemme.<br />

Un libro pieno <strong>di</strong> quei “segni” e <strong>di</strong><br />

quelle “coincidenze” inspiegabili e<br />

partico<strong>la</strong>ri che caratterizzano le conversioni.<br />

Quelle vere. Un libro che<br />

ha da subito incontrato l’affetto del<br />

pubblico tanto che, a poche settimane<br />

dal<strong>la</strong> sua uscita, sta sca<strong>la</strong>ndo in fretta<br />

le c<strong>la</strong>ssifiche delle ven<strong>di</strong>te.<br />

Nelle sue pagine, Fabio racconta<br />

<strong>la</strong> sua storia con <strong>di</strong>sarmante onestà.<br />

A cuore aperto e senza nascondere<br />

niente. E <strong>la</strong> sua vicenda pare davvero<br />

uscire da un romanzo tanto è ricca <strong>di</strong><br />

colpi <strong>di</strong> scena, imprevisti e tanta, tanta<br />

spiritualità. Una storia che ha <strong>la</strong> forza<br />

<strong>di</strong> spingere a pensare, che fa chiudere<br />

gli occhi e rivolgere l’attenzione verso<br />

quel “qualcosa”, quel “qualcuno” che<br />

sta <strong>la</strong>ssù e che continua a tenderci <strong>la</strong><br />

mano. E che troppo spesso non riusciamo<br />

a vedere.<br />

Fabio Salvatore era <strong>la</strong>nciato verso<br />

una lucente carriera artistica. Allievo<br />

<strong>di</strong> Enzo Garinei e Giorgio Albertazzi,<br />

recitava in teatro, appariva in<br />

televisione, era l’idolo delle ragazze<br />

nelle <strong>di</strong>scoteche. Ma poi, improvviso,<br />

il cambiamento totale, al punto <strong>di</strong> decidere<br />

<strong>di</strong> <strong>la</strong>sciare <strong>la</strong> carriera artistica e <strong>la</strong><br />

vita mondana per de<strong>di</strong>care totalmente<br />

<strong>la</strong> propria esistenza agli altri. Mi sono<br />

fatto raccontare da lui i perché, i sentimenti<br />

e le emozioni e riporto tutto qui,<br />

adesso. Ma senza aggiungere le mie<br />

domande, come si fa negli articoli per<br />

i giornali. Voglio <strong>la</strong>sciare che siano le<br />

parole <strong>di</strong> Fabio a spiegare, senza interruzioni,<br />

tutto quello che è successo.<br />

Ecco il suo racconto.<br />

«Quando avevo vent’anni facevo<br />

il vocalist nelle <strong>di</strong>scoteche e nell’ambiente<br />

ero molto apprezzato. Giravo<br />

l’Italia, ogni sera in un locale <strong>di</strong>verso.<br />

<strong>Oltre</strong> <strong>la</strong> <strong>Porta</strong> - Gennaio / Aprile 2012 23


Foto: Nico<strong>la</strong> Allegri<br />

24<br />

Fabio Salvatori e Roberto Allegri<br />

Ero ammirato e conteso dalle ragazze<br />

e scoprii in fretta che mi piaceva molto<br />

il gioco del sesso. Avevo una ragazza<br />

<strong>di</strong>versa ogni sera, senza trasporto,<br />

senza emozione però. Solo <strong>la</strong> ricerca<br />

<strong>di</strong> un piacere che non mi dava sod<strong>di</strong>sfazione.<br />

È che non ero felice, sentivo<br />

che mi mancava qualcosa.<br />

Una sera, dopo l’ennesimo incontro<br />

<strong>di</strong> sesso con una ragazza appena<br />

conosciuta, camminando per strada<br />

ho trovato a terra una medaglietta<br />

del<strong>la</strong> Madonna con <strong>la</strong> scritta “MIR”.<br />

Allora non sapevo che era l’immagine<br />

del<strong>la</strong> Madonna <strong>di</strong> Medjugorje e<br />

che quel<strong>la</strong> scritta in croato significa<br />

“pace”. Me <strong>la</strong> sono ugualmente<br />

messa in tasca, seguendo un impulso<br />

che forse era un suggerimento, e da<br />

quel momento non me ne sono più<br />

separato. Ecco<strong>la</strong>, l’ho sempre con me,<br />

insieme ad un rosario, dono <strong>di</strong> un ragazzo<br />

detenuto in un carcere minorile.<br />

A quel tempo non sapevo pregare.<br />

Ero un cristiano <strong>di</strong>stratto, incostante,<br />

opportunista. Mi capitava <strong>di</strong> rivolgermi<br />

a Dio nel bisogno e senza mai <strong>di</strong>re<br />

grazie. Insomma, Dio non occupava<br />

i miei pensieri eppure, dentro <strong>di</strong> me,<br />

avvertivo che quel senso <strong>di</strong> infelicità,<br />

<strong>di</strong> <strong>di</strong>sagio, poteva essere alleviato soltanto<br />

pregando. Così mi sono rivolto<br />

al<strong>la</strong> Madonnina del<strong>la</strong> medaglietta<br />

<strong>di</strong>cendole: “So che sto sbagliando.<br />

Voglio cambiare. Donami <strong>la</strong> capacità<br />

<strong>di</strong> amare”. La risposta a quel<strong>la</strong> mia<br />

preghiera non si fece attendere.<br />

<strong>Oltre</strong> <strong>la</strong> <strong>Porta</strong> - Gennaio / Aprile 2012<br />

Quello stesso anno conobbi<br />

Rossana. Lei mi fece<br />

incontrare l’amore vero,<br />

puro, totale. Capii cos’era<br />

il battito del cuore, le emozioni,<br />

<strong>la</strong> carezza, il bacio.<br />

Cose che <strong>di</strong>amo per scontato<br />

ma che scontate non sono.<br />

Rossana era uno tsunami <strong>di</strong><br />

emozioni. E adesso penso<br />

che sia stata anche una<br />

sorgente <strong>di</strong> forza e <strong>di</strong> amore<br />

che doveva prepararmi per<br />

quello che sarebbe accaduto.<br />

Infatti, pochi mesi dopo avere incontrato<br />

l’amore, scoprii anche <strong>di</strong> avere un<br />

cancro al<strong>la</strong> tiroide. Avevo solo 22 anni.<br />

Era il settembre del 1998.<br />

La mia prima reazione fu <strong>di</strong> negare<br />

l’evidenza. No, non era possibile che<br />

fossi ma<strong>la</strong>to, mi <strong>di</strong>cevo. Io recitavo<br />

in teatro, ero seguito da pubblico e<br />

critici. La ma<strong>la</strong>ttia non era nei miei<br />

piani. Facevo finta che il cancro non<br />

ci fosse. Ma peggioravo, ero afono,<br />

perdevo peso.<br />

In quel periodo, feci un viaggio<br />

in Marocco. Entrai in contatto con<br />

una grande povertà, vi<strong>di</strong> tanta gente<br />

sofferente chiedere l’elemosina<br />

per poter mangiare. Allora accadde<br />

qualcosa dentro <strong>di</strong> me, qualcosa che<br />

mi cambiò. Avvertivo tutta quel<strong>la</strong><br />

sofferenza, sofferenza dell’anima,<br />

e <strong>la</strong> mettevo a confronto con <strong>la</strong> mia<br />

situazione. Anche io provavo dolore,<br />

nel mio intimo e nel corpo perché<br />

ero ma<strong>la</strong>to. Ero dunque come quel<strong>la</strong><br />

gente, ero simile a loro. Ero vero,<br />

non facevo più parte <strong>di</strong> un mondo<br />

rarefatto, <strong>di</strong> apparenza. Venni travolto<br />

dalle domande. Mi chiedevo il perché<br />

del<strong>la</strong> sofferenza, del<strong>la</strong> solitu<strong>di</strong>ne. Non<br />

mi ero mai chiesto questo tipo <strong>di</strong> cose<br />

prima <strong>di</strong> allora. Ed erano domande<br />

che stavano iniziando a trasformarmi.<br />

Così, ca<strong>la</strong>i <strong>la</strong> maschera e ammisi a me<br />

stesso e al<strong>la</strong> mia famiglia, <strong>la</strong> mia con<strong>di</strong>zione.<br />

Nel giro <strong>di</strong> poche settimane<br />

mi ritrovai in ospedale, sottoposto ad<br />

un intervento <strong>di</strong> cinque ore che fermò,<br />

sia pure parzialmente, <strong>la</strong> ma<strong>la</strong>ttia.<br />

Io e Rossana decidemmo allora <strong>di</strong><br />

partire per il Portogallo al<strong>la</strong> ricerca<br />

dei luoghi <strong>di</strong> Pessoa, autore che amavo<br />

e <strong>di</strong> cui avevo portato in scena alcune<br />

opere. Rossana mi chiese: “Perché non<br />

an<strong>di</strong>amo anche a Fatima?”. Le risposi<br />

che non avevo alcuna voglia <strong>di</strong> perdere<br />

tempo in un santuario.<br />

A Lisbona però cominciai a stare<br />

molto male, anche perché il nostro<br />

bagaglio era andato perduto e dentro<br />

c’erano tutte le mie me<strong>di</strong>cine. Una<br />

notte, febbricitante, tremante <strong>di</strong> freddo,<br />

vi<strong>di</strong>, nel dormiveglia, una grande<br />

luce. Sentii molto caldo e mi apparve<br />

un amico carissimo che avevo perduto<br />

a 17 anni per un incidente stradale. Mi<br />

svegliai <strong>di</strong> soprassalto e, guardando<br />

sul como<strong>di</strong>no, vi<strong>di</strong> <strong>la</strong> medaglietta<br />

del<strong>la</strong> Madonna. “Strano”, <strong>di</strong>ssi a me<br />

stesso “ero sicuro <strong>di</strong> aver<strong>la</strong> <strong>la</strong>sciata<br />

nel<strong>la</strong> tasca dei pantaloni”.<br />

Scesi nel bar dell’albergo per bere<br />

una camomil<strong>la</strong> e lì trovai un gruppo<br />

<strong>di</strong> spagnoli. Stavano cantando, erano<br />

allegri, pieni <strong>di</strong> vita. Chiesi al barista<br />

che cosa stessero facendo. “Pregano<br />

cantando, <strong>la</strong> Madonna <strong>di</strong> Fatima”, mi<br />

rispose. Fu come se avessi ricevuto un<br />

pugno in pieno petto. Corsi in camera<br />

e svegliai Rossana. “Dobbiamo andare<br />

a Fatima!” le <strong>di</strong>ssi.<br />

Partimmo imme<strong>di</strong>atamente. Per<br />

tutto il viaggio rimasi in silenzio.<br />

Ma nel momento in cui misi piede a<br />

Fatima, mi sentii trasformato. C’era<br />

tutta quel<strong>la</strong> gente che, in ginocchio, si<br />

muoveva verso il santuario. Persone<br />

ferite, ma<strong>la</strong>te, mamme coi bambini in<br />

braccio, anziani smarriti, paralitici<br />

in carrozzel<strong>la</strong>. Uomini e donne che<br />

piangevano, che pregavano. Percepii<br />

una immensa sofferenza, ovunque.<br />

Ma anche una grande fede, potente,<br />

reale. Mi sentivo uguale e partecipe<br />

a quel<strong>la</strong> moltitu<strong>di</strong>ne perché anch’io<br />

avevo sperimentato il dolore fisico ma<br />

soprattutto avevo sperimentato quello<br />

dell’anima. Rimasi due ore immobile<br />

davanti al<strong>la</strong> statua del<strong>la</strong> Madonna, in


contemp<strong>la</strong>zione. All’improvviso sentii<br />

dentro <strong>di</strong> me una voce che mi <strong>di</strong>ceva:<br />

“Sono qui. Sono qui per accoglierti, figlio<br />

mio!” Scoppiai in <strong>la</strong>crime e piansi<br />

a lungo come non mi era mai capitato.<br />

Tornati in albergo: ad attenderci c’erano<br />

i bagagli con le me<strong>di</strong>cine.<br />

Da quel momento, ho abbracciato<br />

<strong>la</strong> fede con il desiderio <strong>di</strong> viver<strong>la</strong> in<br />

pieno. Avevo capito che Gesù era sì<br />

una presenza celeste ma anche terrena<br />

e lo si poteva incontrare per <strong>la</strong><br />

strada, tra <strong>la</strong> gente che sta male. In<br />

mezzo alle persone che hanno bisogno<br />

come io avevo bisogno <strong>di</strong> loro perché<br />

ogni volta che aiuti qualcuno, aiuti te<br />

stesso. Avevo capito che <strong>la</strong> fede era<br />

anche un deserto <strong>di</strong> <strong>la</strong>crime e sudore<br />

e in quel deserto avevo cominciato a<br />

camminare e camminare. Insomma,<br />

ero una persona <strong>di</strong>versa ma le prove<br />

per me non erano finite.<br />

Nel 2007, finì <strong>la</strong> mia storia d’amore<br />

con Rossana. Eravamo cresciuti, io ero<br />

molto cambiato. Nello stesso periodo,<br />

il cancro si ripresentò agguerrito più <strong>di</strong><br />

prima. E mio padre morì in un incidente<br />

stradale, ucciso da un giovane che<br />

guidava ubriaco. Mi sentii <strong>di</strong>strutto.<br />

La <strong>di</strong>sperazione più totale stava per<br />

travolgermi, ma reagii ricorrendo al<strong>la</strong><br />

fede che ormai era parte del<strong>la</strong> mia vita.<br />

Presi in mano il rosario e, guardandomi<br />

allo specchio, <strong>di</strong>ssi: “Sia fatta <strong>la</strong> tua<br />

volontà, Signore. Mi affido totalmente<br />

a te e a tua Madre”. In quel preciso<br />

momento il mio essere fu colmato da<br />

una sensazione <strong>di</strong> profondo benessere<br />

e capii che era l’amore <strong>di</strong> Gesù. Una<br />

presenza forte, viva, reale. Ed iniziò <strong>la</strong><br />

mia nuova vita.<br />

La ma<strong>la</strong>ttia non mi ha più abbandonato.<br />

C’è ancora. Mi accompagna ogni<br />

giorno e io <strong>la</strong> tengo sotto controllo con<br />

i farmaci. Il simbolo del<strong>la</strong> croce è <strong>di</strong>ventato<br />

il simbolo del<strong>la</strong> mia vita perché<br />

ci sono giorni in cui mi sento davvero<br />

come un uomo crocefisso. Però è una<br />

croce che porto con amore e <strong>di</strong>gnità<br />

perché ho capito che il cancro è stato<br />

l’occasione per cambiare, per incontrare<br />

Gesù. Cristo mi ha fatto capire<br />

che <strong>la</strong> sofferenza va offerta. E così ho<br />

fatto. Allora <strong>la</strong> redenzione e il perdono<br />

sono entrati nel<strong>la</strong> mia esistenza. Ho<br />

perdonato il cancro. Anzi, ho finito con<br />

il ringraziare <strong>la</strong> ma<strong>la</strong>ttia in quanto mi<br />

ha donato una nuova vita.<br />

Un giorno, mentre ero in ospedale<br />

per una terapia, ho conosciuto Emanuele,<br />

un ragazzo anche lui ma<strong>la</strong>to.<br />

Mi ha detto <strong>di</strong> essere un tossico<strong>di</strong>pendente<br />

e che voleva cambiare <strong>la</strong> sua<br />

vita. Siamo <strong>di</strong>ventati amici e usciti<br />

dall’ospedale mi ha chiesto <strong>di</strong> accompagnarlo<br />

in una comunità <strong>di</strong> recupero.<br />

La comunità era “Nuovi Orizzonti”,<br />

quel<strong>la</strong> fondata da Chiara Amirante.<br />

Ho accompagnato il mio amico, ma<br />

da quel posto non me ne sono più an-<br />

Rinnova o sottoscRivi il tuo<br />

abbonamento ad <strong>Oltre</strong> <strong>la</strong> POrta,<br />

il GioRnale del<strong>la</strong><br />

<strong>di</strong>ocesi <strong>di</strong> san seveRo<br />

dato. A “Nuovi Orizzonti” ho trovato<br />

le risposte a tutte le mie domande. Ho<br />

abbracciato gli ideali <strong>di</strong> quel<strong>la</strong> Comunità.<br />

Mi sono messo al servizio degli<br />

altri, ho iniziato a <strong>di</strong>ffondere il Vangelo<br />

per <strong>la</strong> strada. Ho <strong>la</strong>sciato il teatro, ho<br />

abbandonato tutto il mondo apparentemente<br />

dorato che prima mi affascinava,<br />

per seguire gli ideali <strong>di</strong> “Nuovi<br />

Orizzonti”. E il prossimo maggio, nel<br />

giorno <strong>di</strong> Pentecoste, farò solenne promessa<br />

<strong>di</strong> povertà, castità, obbe<strong>di</strong>enza e<br />

gioia, <strong>di</strong>ventando un membro effettivo<br />

<strong>di</strong> quel<strong>la</strong> Associazione».<br />

<strong>Oltre</strong> <strong>la</strong> <strong>Porta</strong> - Gennaio / Aprile 2012 25


26<br />

peLLegrinaggio gioVani<br />

Dopo <strong>la</strong> pausa natalizia, è tempo<br />

<strong>di</strong> riprese, <strong>di</strong> progetti e <strong>di</strong><br />

programmi a breve e lungo termine.<br />

Come gruppo parrocchiale giovanile,<br />

insieme al nostro parroco, don<br />

Giovanni Pistillo, stiamo organizzando<br />

un “pellegrinaggio giovane”,<br />

in uno dei più gran<strong>di</strong> santuari mariani:<br />

Lourdes!<br />

Tale pellegrinaggio si caratterizza<br />

per <strong>la</strong> presenza esclusiva <strong>di</strong> giovani.<br />

Sarebbe davvero bello vedere assieme<br />

tanti giovani e giovanissimi del<strong>la</strong><br />

stessa <strong>di</strong>ocesi uniti nel cammino verso<br />

il luogo in cui <strong>la</strong> Vergine <strong>San</strong>ta ha<br />

incontrato <strong>la</strong> giovane Bernadette.<br />

Il viaggio si svolgerà nel<strong>la</strong> settimana<br />

a cavallo tra luglio e agosto<br />

(con partenza nel tardo pomeriggio<br />

<strong>Oltre</strong> <strong>la</strong> <strong>Porta</strong> - Gennaio / Aprile 2012<br />

<strong>di</strong> domenica 29 luglio e rientro <strong>la</strong><br />

sera del 4 agosto), il costo è <strong>di</strong> 490,00<br />

€ con soggiorno esclusivamente in<br />

ottimi alberghi a tre stelle nel centro<br />

<strong>di</strong> Lourdes (4 notti) e non fuori mano<br />

o in periferia e 1 notte nei pressi <strong>di</strong><br />

<strong>San</strong> Remo.<br />

Qualunque giovane o gruppo sia<br />

interessato a questo modo “<strong>di</strong>verso”<br />

per spendere le proprie vacanze può<br />

contattare il nostro parroco don Giovanni<br />

Pistillo oppure contattare via<br />

e-mail Angelo (angelofuria13@libero.it)<br />

o Francesco (lefrancesco83@<br />

libero.it).<br />

Don Giovanni ed i<br />

responsabili parrocchiali <strong>di</strong><br />

Pastorale Giovanile.<br />

La bibLioteca<br />

deLL’arci<strong>di</strong>ocesi<br />

La Biblioteca Diocesana <strong>di</strong> Foggia<br />

è sita nei locali dell’Arcivescovado,<br />

Via Oberdan 13 ed osserva il seguente<br />

orario: da lunedì a venerdì ore 09.00-<br />

12.00 - martedì e giovedì: 16.30-19.00<br />

Nel mese <strong>di</strong> Luglio: dal lunedì al<br />

venerdì ore 9.00 - 13.00; resta chiusa<br />

durante il mese <strong>di</strong> agosto. Per contatti:<br />

tel. 0881-766219 - cell. 329 9625954 -<br />

fax Curia Arcivescovile 0881 723271: email:<br />

biblioteca<strong>di</strong>ocesifoggia@virgilio.it<br />

Il <strong>di</strong>rettore del<strong>la</strong> biblioteca è il: Prof.<br />

Padre Mario Vil<strong>la</strong>ni OFM; <strong>la</strong> bibliotecaria:<br />

Dott.ssa Donatel<strong>la</strong> Di Biccari;<br />

Catalogatore: Rag. Carlo Porciatti.<br />

La Biblioteca è specializzata nei settori:<br />

Sacra Scrittura, Patrologia, Storia del<strong>la</strong><br />

Teologia, Teologia fondamentale, Teologia<br />

dogmatica, Teologia Morale, Teologia Spirituale<br />

e mistica, Teologia sacramentaria,<br />

Teologia pastorale, Ecclesiologia, Liturgia,<br />

Cristologia, Mariologia, Missiologia,<br />

Agiografia, Ecumenismo, Diritto Canonico,<br />

Catechetica, Storia del<strong>la</strong> chiesa e del<br />

Cristianesimo, Storia delle Religioni, Arte,<br />

Filosofia, Scienze del<strong>la</strong> religione, Storia<br />

locale, Psicologia, Sociologia, Letteratura<br />

italiana e straniera, Storia e Geografia,<br />

Scienze, Bibliografia, gran<strong>di</strong> opere <strong>di</strong>sciplinari<br />

e generali, opere fondamentali per<br />

<strong>la</strong> consultazione, lo stu<strong>di</strong>o e <strong>la</strong> ricerca.<br />

La Biblioteca Diocesana <strong>di</strong> Foggia ha<br />

un patrimonio <strong>di</strong> circa 60.000 libri, 150<br />

riviste <strong>di</strong> cui 60 in abbonamento, 2 incunaboli,<br />

70 cinquecentine, 100 materiale<br />

au<strong>di</strong>ovisivo, 300 e<strong>di</strong>zioni rare; i libri sono<br />

<strong>di</strong>sposti su 950 metri lineari con un impianto<br />

a vo<strong>la</strong>no. Il materiale catalogato è<br />

consultabile sull’Opac Sebina del Polo <strong>di</strong><br />

Foggia all’in<strong>di</strong>rizzo internet: http://www.<br />

bibliotecaprovinciale.foggia.it


“curiosità” Liturgiche a cura <strong>di</strong> don Luigi Rubino<br />

Rubino<br />

Gesti ed oggetti del<strong>la</strong> liturgia presentati, brevemente, ai lettori <strong>di</strong> <strong>Oltre</strong> <strong>la</strong> <strong>Porta</strong><br />

Luigi<br />

gli elementi naturali nel<strong>la</strong> liturgia: l’oLio (prima parte) don<br />

il frumento e il<br />

vino sono considerati<br />

L’olio,<br />

elementi importanti nel<br />

popolo <strong>di</strong> Israele e spesso in<strong>di</strong>cano il<br />

rapporto tra Dio e il popolo stesso.<br />

L’olio, nel<strong>la</strong> Bibbia è in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> benessere,<br />

ricchezza, prosperità, speciale<br />

bene<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> Dio, fino a <strong>di</strong>ventare<br />

simbolo del<strong>la</strong> felicità futura. Questo<br />

significato trova risonanza sulle <strong>la</strong>bbra<br />

<strong>di</strong> Giobbe quando, ricordando il tempo<br />

del benessere, <strong>di</strong>ceva: Mi <strong>la</strong>vavo i<br />

pie<strong>di</strong> nel <strong>la</strong>tte e <strong>la</strong> roccia mi versava<br />

ruscelli <strong>di</strong> olio (Gb 29,6). I molteplici<br />

riferimenti all’olio nel<strong>la</strong> Scrittura<br />

scaturiscono dalle sue ricche proprietà<br />

naturali riconosciute in maniera ampia<br />

da <strong>di</strong>versi popoli e culture; proprietà<br />

alimentari e curative.<br />

Esso veniva utilizzato come emolliente<br />

per <strong>la</strong> pelle ed esprimeva <strong>la</strong><br />

gioiosa letizia del<strong>la</strong> persona che si<br />

ungeva specialmente nelle festività;<br />

ma era usato pure come eccipiente per<br />

il profumo con cui veniva onorato un<br />

ospite; aveva un impiego <strong>di</strong> privilegio<br />

nell’antica cosmesi e si prestava molto<br />

bene a in<strong>di</strong>care salute e benessere.<br />

Per <strong>la</strong> sua capacità <strong>di</strong> donare tonicità<br />

e forza, gli atleti lo spalmavano<br />

sui muscoli per poter affrontare meglio<br />

un avversario e vincerlo. Inoltre<br />

aveva pure un uso terapeutico: infatti<br />

veniva usato per lenire<br />

le ferite, le contusioni.<br />

Si dava all’olio uno<br />

speciale valore me<strong>di</strong>camentoso<br />

tanto che i<br />

me<strong>di</strong>ci, molto spesso,<br />

praticavano l’unzione<br />

per dare sollievo al<br />

ma<strong>la</strong>to e curare svariate<br />

ma<strong>la</strong>ttie. Ma l’olio era<br />

impiegato anche come<br />

fonte <strong>di</strong> luce: infatti le<br />

antiche <strong>la</strong>mpade venivano<br />

alimentate proprio<br />

con questo elemento.<br />

Nel<strong>la</strong> Scrittura spesso viene citato<br />

l’olio, soprattutto con valore simbolico<br />

e, tutte le volte che compare, richiama<br />

qualcuno dei significati sopra<br />

elencati. E all’olio è legato spesso<br />

il gesto dell’unzione che riveste un<br />

significato molto importante.<br />

È il segno del<strong>la</strong> elezione e del<strong>la</strong><br />

consacrazione dei re, dei profeti e dei<br />

sacerdoti; Mosè ungerà Aronne e i<br />

suoi figli come sacerdoti (cfr Es 29,7);<br />

il profeta Samuele ungerà Davide<br />

quale re (cfr 1Sam 16,12); Elia ungerà<br />

Eliseo come profeta d’Israele (cfr 1Re<br />

19,16). E <strong>di</strong> esempi del genere ce ne<br />

sono tanti. Ma il segno dell’unzione<br />

richiama anche <strong>la</strong> forza <strong>di</strong> Dio che<br />

investe il suo consacrato.<br />

Così prega il salmista: Tu mi doni<br />

<strong>la</strong> forza <strong>di</strong> un bufalo, mi cospargi<br />

<strong>di</strong> olio splendente (Sal 92,11). Non<br />

è escluso neppure il richiamo al<strong>la</strong><br />

guarigione tanto che Gesù inviando i<br />

<strong>di</strong>scepoli per <strong>la</strong> missione <strong>di</strong>rà loro <strong>di</strong><br />

ungere i ma<strong>la</strong>ti per poterli guarire (cfr<br />

Mc 6, 12); e lo stesso farà l’apostolo<br />

Giacomo nel dare le in<strong>di</strong>cazioni che<br />

fanno da fondamento al Sacramento<br />

dell’Unzione degli infermi (cfr Gc 5,<br />

14). Significativo è che lo stesso Gesù<br />

si identifica ed è in<strong>di</strong>cato come Cristo,<br />

cioè unto del Signore; <strong>la</strong> sua unzione<br />

non è materiale ma nello Spirito: come<br />

l’olio penetra e impregna <strong>di</strong> sé ogni realtà<br />

che tocca, così <strong>la</strong> persona <strong>di</strong> Gesù<br />

è impregnata dello Spirito, <strong>di</strong> cui l’olio<br />

ne è un simbolo. Neppure S. Paolo,<br />

nelle sue lettere, fa a meno <strong>di</strong> citare<br />

l’unzione: Ci ha conferito l’unzione,<br />

ci ha impresso il sigillo dello Spirito<br />

(2Cor 21,22); anche lui sicuramente<br />

fa riferimento al<strong>la</strong> prassi sacramentale<br />

presente già nel<strong>la</strong> comunità dove attraverso<br />

l’unzione con l’olio si faceva<br />

riferimento allo Spirito.<br />

La presenza dell’olio è possibile<br />

veder<strong>la</strong> ancora oggi nel<strong>la</strong> prassi<br />

del<strong>la</strong> Chiesa in molte celebrazioni<br />

sacramentali poiché questo elemento<br />

naturale è talmente ricco <strong>di</strong> significati<br />

- come abbiamo visto - che attraverso<br />

<strong>di</strong> esso è possibile rimandare a varie<br />

realtà. L’unzione con l’olio è prevista<br />

nel Battesimo, nel<strong>la</strong> Confermazione,<br />

nell’Or<strong>di</strong>nazione presbiterale ed episcopale,<br />

nel Sacramento dell’Unzione<br />

degli infermi. Anche nel Rito del<strong>la</strong><br />

De<strong>di</strong>cazione <strong>di</strong> una nuova Chiesa o<br />

del<strong>la</strong> consacrazione dell’altare, è previsto<br />

il gesto dell’unzione con l’olio<br />

del Crisma.<br />

L’olio <strong>di</strong> oliva, nel<strong>la</strong> sua caratterizzazione<br />

<strong>di</strong> olio dei Catecumeni, del<br />

Crisma e degli Infermi, viene consacrato<br />

dal vescovo durante <strong>la</strong> Messa<br />

detta Crismale che <strong>di</strong> solito viene<br />

celebrata il Giovedì santo mattina.<br />

<strong>Oltre</strong> <strong>la</strong> <strong>Porta</strong> - Gennaio / Aprile 2012 27


28<br />

per un pensiero aperto<br />

Al Mat <strong>di</strong> <strong>San</strong> <strong>Severo</strong> un incontro sull’interculturalità come percorso praticabile<br />

per gettare le basi per una pacifica convivenza e tolleranza fra i popoli<br />

Dopo l’incontro con Giuliana<br />

Sgrena, che ha<br />

visto già impegnati, in<br />

un progetto comune, l’Arciragazzi<br />

provinciale, il Liceo “Pestalozzi” ed<br />

il Museo dell’Alto Tavoliere, nel<strong>la</strong><br />

sa<strong>la</strong> del MAT, si è svolto l’incontro<strong>di</strong>battito<br />

sul tema: Interculturalità:<br />

riflessioni critiche, esperienze, processi<br />

educativi.<br />

Re<strong>la</strong>tore il dott. Paolo Balzamo,<br />

dell’Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Bari,<br />

esperto in “Dinamiche Formative ed<br />

Educazione al<strong>la</strong> Politica”.<br />

Coor<strong>di</strong>natrice dell’incontro è stata<br />

<strong>la</strong> prof. Concetta Pacentra, docente<br />

<strong>di</strong> Storia e Filosofia del Pestalozzi.<br />

Dopo i saluti del<strong>la</strong> <strong>di</strong>rigente sco<strong>la</strong>stica<br />

del Liceo Polivalente “Pestalozzi”<br />

prof. Isabel<strong>la</strong> de Finis e del<strong>la</strong> <strong>di</strong>rettrice<br />

del Museo dell’Alto Tavoliere, dott.<br />

Elena Antonacci, il dott. Balzamo<br />

ha sviluppato ampiamente il tema<br />

dell’incontro, evidenziandone <strong>la</strong> gran-<br />

<strong>Oltre</strong> <strong>la</strong> <strong>Porta</strong> - Gennaio / Aprile 2012<br />

<strong>di</strong> Concetta Pacentra<br />

de portata educativa, soprattutto<br />

nel<strong>la</strong> nostra società, fortemente<br />

globalizzata, multietnica, multiculturale.<br />

È stato sottolineato<br />

come i flussi migratori continui,<br />

se da un <strong>la</strong>to interpel<strong>la</strong>no il mondo<br />

politico, dall’altro interpel<strong>la</strong>no sul<br />

piano sociale ed educativo tutti gli<br />

adulti, in partico<strong>la</strong>re <strong>la</strong> scuo<strong>la</strong> e le<br />

altre agenzie educative. Anche i<br />

frequenti episo<strong>di</strong> <strong>di</strong> intolleranza,<br />

presenti nel<strong>la</strong> cronaca quoti<strong>di</strong>ana,<br />

pongono <strong>la</strong> necessità, a livello<br />

educativo, <strong>di</strong> sensibilizzare le<br />

nuove generazioni all’accettazione<br />

delle <strong>di</strong>fferenze, degli atteggiamenti,<br />

dei punti <strong>di</strong> vista dell’altro:<br />

che questo sia straniero, <strong>di</strong> altra<br />

religione, o che semplicemente <strong>la</strong><br />

pensi in modo <strong>di</strong>verso da noi, ha<br />

poca importanza.<br />

È emerso che mai, come in questo<br />

momento, occorre aiutare i giovani a<br />

formarsi un “pensiero aperto”, capace<br />

cioè <strong>di</strong> decentrarsi, <strong>di</strong> rispettare <strong>la</strong> specificità<br />

del<strong>la</strong> propria cultura ma nello<br />

stesso tempo <strong>di</strong> scoprire e comprendere<br />

<strong>la</strong> specificità e <strong>la</strong> ricchezza delle altre<br />

culture. È un problema <strong>di</strong> educazione<br />

ma soprattutto è un problema <strong>di</strong> Etica,<br />

più che <strong>di</strong> strategie operative, <strong>di</strong> etica<br />

del rispetto dell’Altro, <strong>di</strong> un’etica che<br />

riconosce <strong>la</strong> <strong>di</strong>gnità umana come il<br />

primo e il più importante valore unificante,<br />

come il valore irrinunciabile<br />

comune a tutte le culture, le razze, a<br />

tutti gli esseri umani.<br />

Di qui l’esigenza, comunemente<br />

sentita dall’Arciragazzi, dal Liceo”<br />

Pestalozzi” e dal MAT, <strong>di</strong> par<strong>la</strong>re <strong>di</strong><br />

Interculturalità che non è solo un<br />

neologismo, una nuova paro<strong>la</strong>, ma<br />

un vero e proprio nuovo progetto <strong>di</strong><br />

interazione all’interno delle nostre<br />

società multiculturali.<br />

Molto interessante è stata <strong>la</strong> testimonianza<br />

<strong>di</strong> Ange<strong>la</strong> Martino, <strong>di</strong> <strong>San</strong><br />

<strong>Severo</strong>, che nel<strong>la</strong> sua famiglia vive<br />

una originale esperienza <strong>di</strong> interazione<br />

umana e culturale; infatti ospita, per<br />

l’intero anno sco<strong>la</strong>stico Leo, un ragazzo<br />

del Cile inserito in un progetto <strong>di</strong><br />

intercultura. Tale progetto, sostenuto<br />

dal Ministero del<strong>la</strong> Pubblica Istruzione<br />

e da una forma <strong>di</strong> cooperazione<br />

internazionale, offre a giovani che<br />

ne fanno richiesta, <strong>di</strong> frequentare un<br />

anno sco<strong>la</strong>stico all’estero ospitati da<br />

famiglie che si mettono gratuitamente<br />

a <strong>di</strong>sposizione.<br />

Leo frequenta <strong>la</strong> IV A del Liceo<br />

Linguistico del Pestalozzi e <strong>la</strong> interculturalità<br />

nel<strong>la</strong> sua c<strong>la</strong>sse e nel suo<br />

Liceo è uno stile <strong>di</strong> interazione vissuta<br />

nel<strong>la</strong> quoti<strong>di</strong>anità che aiuta tutti a<br />

confrontarsi e a conoscersi per vivere,<br />

in “orizzonti al<strong>la</strong>rgati”, una magnifica<br />

esperienza <strong>di</strong> amicizia.<br />

Piacevolissimo è stato il brano <strong>di</strong><br />

musica cilena suonato da Leo e da<br />

un suo amico <strong>di</strong> <strong>San</strong> <strong>Severo</strong>, al<strong>la</strong> fine<br />

del<strong>la</strong> serata.<br />

Se il futuro è nelle mani <strong>di</strong> questi<br />

giovani, l’interculturalità sarà l’unico<br />

percorso praticabile per gettare le basi<br />

per una pacifica convivenza e tolleranza<br />

fra i popoli.


VoLti riVoLti<br />

Ad Apricena, un libro per sottolineare il rapporto dei<br />

fedeli del posto con “La Madonn”<br />

fede al<strong>la</strong> Vergine<br />

Incoronata viene tra- “La<br />

mandata <strong>di</strong> generazione<br />

in generazione, ed ancora oggi,<br />

a Lei si ricorre, processionando, nei<br />

momenti ca<strong>la</strong>mitosi, a Lei si chiede<br />

<strong>la</strong> pioggia e <strong>la</strong> si ottiene; a Lei si impetra<br />

il sereno e bello il sole splende<br />

nelle nostre campagne, a Lei si volge<br />

quando il morbo f<strong>la</strong>gel<strong>la</strong> il paese e si<br />

è liberati; a Lei in una paro<strong>la</strong>, i citta<strong>di</strong>ni<br />

tutti si affidano come ad ancora<br />

<strong>di</strong> salvezza, e sicuri riposano sotto il<br />

suo patrocinio”<br />

Così si esprime Nico<strong>la</strong> Pitta nel<strong>la</strong><br />

prima e<strong>di</strong>zione del libro su Apricena,<br />

per sottolineare <strong>la</strong> devozione che gli<br />

Apricenesi tutti nutrono verso “La<br />

Madonn”. Queste parole che ci giungono<br />

in una forma ormai superata<br />

ci propongono in modo sempre più<br />

attuale il rapporto degli Apricenesi<br />

con “La Madonn”; un rapporto mai<br />

scalfito dall’usura del tempo, sempre<br />

più sentito e manifestato nelle forme<br />

più spontanee. Le emozioni che Nico<strong>la</strong><br />

Pitta ci propone con le parole, oggi<br />

le riproviamo attraverso le immagini<br />

<strong>di</strong> Tonino Ren<strong>di</strong>na<br />

che possiamo ammirare sfogliando<br />

“Volti rivolti”, una preziosa ed emozionante<br />

raccolta <strong>di</strong> foto e preghiere<br />

che carpiscono i momenti più intimi<br />

e gli atteggiamenti più singo<strong>la</strong>ri degli<br />

Apricenesi al cospetto del<strong>la</strong> statua del<strong>la</strong><br />

Madonna durante le festose processioni<br />

in occasione del<strong>la</strong> festa in Suo onore.<br />

Anche nel<strong>la</strong> loro staticità, le immagini,<br />

gentilmente offerte da vari<br />

autori, ci permettono <strong>di</strong> leggere con<br />

emozione i sentimenti più genuini che<br />

attraverso gesti semplici e spontanei<br />

perpetuano <strong>la</strong> venerazione dei nostri<br />

avi per poter<strong>la</strong> a nostra volta trasmettere<br />

ai nostri figli. Un bacio raccolto<br />

da una mano che copre <strong>la</strong> bocca,<br />

un app<strong>la</strong>uso vigoroso, una <strong>la</strong>crima<br />

che affiora all’estremità dell’occhio,<br />

un cesto <strong>di</strong> petali <strong>di</strong> rose <strong>la</strong>nciato al<br />

Suo passaggio sporgendosi più del<br />

dovuto dal balcone per aggrapparsi<br />

al Suo misericor<strong>di</strong>oso manto, una<br />

bimba sollevata dall’anziano nonno,<br />

tra <strong>la</strong> calca festosa, per <strong>di</strong>re al<strong>la</strong> innocente<br />

creatura: “Saluta tua Madre”,<br />

<strong>la</strong> vecchietta che, incurante dei suoi<br />

acciacchi, si inginocchia al passaggio<br />

<strong>di</strong> Colei che è “…<br />

<strong>di</strong> speranza fontana<br />

vivace”, <strong>la</strong> giovane<br />

coppia che offre dei<br />

fiori a Colei che sa il<br />

motivo <strong>di</strong> quel gesto.<br />

Tutto questo, e<br />

non solo, ci raccontano<br />

le singole foto<br />

che, pur vio<strong>la</strong>ndo<br />

l’attimo più intimo<br />

del rapporto naturale,<br />

spontaneo e sentito<br />

con <strong>la</strong> nostra “Patrona”,<br />

quasi per miracolo,<br />

si rivolgono al<br />

lettore attento che fa<br />

suo quel messaggio <strong>di</strong> fede che unisce<br />

ed accomuna, e fa sua <strong>la</strong> venerazione e<br />

<strong>la</strong> gratitu<strong>di</strong>ne verso <strong>la</strong> Madre <strong>di</strong> Cristo.<br />

Le preghiere in vernacolo inserite<br />

nel testo sembrano accendere un faro<br />

per illuminare i partico<strong>la</strong>ri più nascosti<br />

delle foto e nel<strong>la</strong> loro essenzialità <strong>di</strong>alettale<br />

ci propongono un filo conduttore<br />

che possiamo racchiudere nel<strong>la</strong> espressione<br />

che caratterizza il popolo tutto <strong>di</strong><br />

Apricena: “A Madonn’ c’ pozza p’nza’”.<br />

La cadenza dei termini usati per<br />

descrivere <strong>la</strong> devozione, <strong>la</strong> venerazione<br />

e <strong>la</strong> fede verso l’Incoronata rendono<br />

palpabile il fremito del credente,<br />

ci offrono senza veli il rapporto tra <strong>la</strong><br />

Madre <strong>di</strong> Dio e suoi figli, rendendolo<br />

più semplice, anzi più “paesano”.<br />

Un altro aspetto che si coglie dal<strong>la</strong><br />

“lettura” <strong>di</strong> queste eloquenti immagini<br />

è <strong>la</strong> immutata devozione che <strong>la</strong> cronologia<br />

delle foto ci propone; <strong>la</strong> fede che<br />

attesta il gesto riprodotto in una foto<br />

degli anni trenta è identica a quel<strong>la</strong><br />

rappresentata in una foto degli anni<br />

ottanta e non si <strong>di</strong>scosta da quel<strong>la</strong> <strong>di</strong><br />

una foto recente. In questo noi Apricenesi<br />

siamo stati incorruttibili, abbiamo<br />

saputo recepire dai nostri genitori nel<br />

modo più autentico <strong>la</strong> fede che essi<br />

hanno ere<strong>di</strong>tato dai loro avi.<br />

<strong>Oltre</strong> <strong>la</strong> <strong>Porta</strong> - Gennaio / Aprile 2012 29


30<br />

<strong>Oltre</strong> <strong>la</strong> <strong>Porta</strong> - Gennaio / Aprile 2012<br />

AGENDA DEL VESCOVO<br />

MAGGIO<br />

2-4 ...... U<strong>di</strong>enze e incontri personali con fedeli e sacerdoti del<strong>la</strong> <strong>Diocesi</strong><br />

5.......... Torremaggiore: cresime presso parrocchia Gesù Divino Lavoratore<br />

6.......... <strong>San</strong> <strong>Severo</strong>: cresime presso l’Epicentro giovanile<br />

7.......... <strong>San</strong> <strong>Severo</strong>: collegio dei vicari e consultori<br />

8.......... <strong>San</strong> <strong>Severo</strong>: pontificale in onore <strong>di</strong> Maria SS. del Soccorso nel<strong>la</strong><br />

solennità liturgica<br />

9.......... <strong>San</strong> <strong>Severo</strong>: incontro con i docenti dell’ISSR<br />

10-18 .. <strong>San</strong> <strong>Severo</strong>: Cattedrale, novena in onore <strong>di</strong> Maria SS. del Soccorso<br />

19........ <strong>San</strong> <strong>Severo</strong>: pontificale in piazza per festa Maria SS. del Soccorso<br />

20........ <strong>San</strong> <strong>Severo</strong>: processione per festa Maria SS. del Soccorso<br />

............ Lesina: cresime presso parrocchia del<strong>la</strong> SS. Annunziata<br />

21-25 .. Roma: Conferenza Episcopale Italiana<br />

26........ <strong>San</strong> <strong>Severo</strong>: cresime parrocchia <strong>San</strong> Severino e veglia <strong>di</strong> Pentecoste<br />

27........ <strong>San</strong> <strong>Severo</strong>: cresime presso parrocchia Cattedrale<br />

............ Torremaggiore: cresime presso parrocchia Spirito <strong>San</strong>to<br />

28-30 .. U<strong>di</strong>enze e incontri personali con fedeli e sacerdoti del<strong>la</strong> <strong>Diocesi</strong><br />

31........ <strong>San</strong> <strong>Severo</strong>: santuario Soccorso, celebrazione a chiusura mese mariano<br />

OGNI LUNEDì E MERCOLEDì IL VESCOVO RICEVE IN UDIENZA I SACERDOTI DELLA DIOCESI<br />

Anniversari, Ricorrenze e compleanni in <strong>di</strong>ocesi <strong>Oltre</strong> <strong>la</strong> <strong>Porta</strong><br />

APRILE<br />

2 46º anniv. or<strong>di</strong>naz. sac. S. E. Mons. Renna<br />

3 20º anniv. morte don Pasquale Granatiero; Compl. don Roberto De Meo, 36 anni<br />

5 19º anniv. morte don Antonio Lame<strong>di</strong>ca<br />

6 Compl. don Matteo Pensato, 74 anni<br />

7 33º anniv. or<strong>di</strong>naz. e compl. don Carlo Gravino, 59 anni<br />

Compl. padre Giuseppe Di Con<strong>di</strong>o, 69 anni;<br />

13 11º anniv. morte mons. Adamo d’Adamo<br />

17 19º anniv. or<strong>di</strong>naz. don Antonio Soccio; 21º anniv. morte don Vincenzo Cota<br />

Compl. don Franco Manzari, 71 anni<br />

20 20º anniv. morte don Domenico Lombar<strong>di</strong><br />

23 Compl. don Nazareno Galullo, 43 anni<br />

24 15º anniv. morte don Ugo Matteoni<br />

MAGGIO<br />

4 16º anniv. morte don Vincenzo Chimisso<br />

9 41º anniv. or<strong>di</strong>naz. padre Nico<strong>la</strong> Andreo<strong>la</strong>; 28º anniv. morte don Francesco Fanelli<br />

10 25º anniv. morte don Nico<strong>la</strong> Giordano<br />

11 25º anniv. morte don Nico<strong>la</strong> Innelli; Compl. don Giuseppe D’Anello, 45 anni<br />

12 22º anniv. or<strong>di</strong>naz. mons. Giovanni Pistillo<br />

13 23º anniv. or<strong>di</strong>naz. e compl. don Giancarlo Borrelli, 47 anni<br />

Compl. don Francesco Armenti, 48 anni<br />

14 24º anniv. or<strong>di</strong>naz. padre Antonio Belpiede; 16º anniv. morte mons. Agostino Favil<strong>la</strong><br />

16 44º anniv. or<strong>di</strong>naz. padre Giuseppe Di Con<strong>di</strong>o<br />

17 Compl. don Leonardo Di Mauro, 48 anni<br />

23 Compl. Marco del<strong>la</strong> Malva, 25 anni<br />

21 24º anniv. or<strong>di</strong>naz. don Amedeo Cristino e don Leonardo Di Mauro<br />

18º anniv. or<strong>di</strong>naz. don Paolo Lombar<strong>di</strong><br />

22 8° anniv. morte don Giuseppe Tantaro<br />

26 16º anniv. morte mons. Michele Mezzina<br />

28 Compl. don Vincenzo Borrino, 66<br />

GIUGNO 2011<br />

12 Compl. don Pietro Fabbrizio, 45 anni<br />

14 25º anniv. or<strong>di</strong>naz. don Matteo Trinetta<br />

17 Compl. don Andrea Pupil<strong>la</strong>, 31 anni<br />

21 16º anniv. or<strong>di</strong>naz. don Nazareno Galullo<br />

24 18º anniv. or<strong>di</strong>naz. don Luca De Rosa; 13º anniv. or<strong>di</strong>naz. don Giro<strong>la</strong>mo Capita<br />

25 19º anniv. or<strong>di</strong>naz. don Dino D’Aloia<br />

26 20º anniv. or<strong>di</strong>naz. don Raffaele Verrilli, don Luigi Rubino, don Giuseppe Giuliani<br />

29 17º anniv. or<strong>di</strong>naz. don Matteo De Meo<br />

30 12º anniv. or<strong>di</strong>naz. don Roberto De Meo<br />

A tutti gli auguri e il ricordo <strong>di</strong> <strong>Oltre</strong> <strong>la</strong> <strong>Porta</strong><br />

GIUGNO<br />

2.......... Torremaggiore: pontificale per festa <strong>San</strong> Sabino<br />

............ <strong>San</strong> <strong>Severo</strong>: cresime presso parrocchia <strong>San</strong> Severino<br />

10........ Serracaprio<strong>la</strong>: cresime presso parrocchia <strong>San</strong>ta Maria in Sylvis<br />

............ <strong>San</strong> <strong>Severo</strong>: Messa del Corpus Domini e processione Eucaristica<br />

13........ <strong>San</strong> Paolo: cresime presso parrocchia <strong>San</strong>t’Antonio da Padova<br />

14........ <strong>San</strong> Paolo: cresime presso parrocchia <strong>San</strong>t’Antonio da Padova<br />

15........ Ritiro del clero<br />

............ <strong>San</strong> <strong>Severo</strong>: cresime presso parrocchia Sacro Cuore<br />

16........ Incontro con il car<strong>di</strong>nale Tarcisio Bertone<br />

............ <strong>San</strong> Nicandro: cresime presso parrocchia Maria SS. del Carmelo<br />

............ <strong>San</strong> Nicandro: cresime presso parrocchia <strong>San</strong>ta Maria del Borgo<br />

17........ <strong>San</strong> <strong>Severo</strong>: cresime presso parrocchia Sacro Cuore<br />

18........ <strong>San</strong> <strong>Severo</strong>: messa parrocchia del<strong>la</strong> Libera per settimana mariana<br />

22........ <strong>San</strong> <strong>Severo</strong>: convegno <strong>di</strong>ocesano<br />

27........ <strong>San</strong> <strong>Severo</strong>: arrivo coniugi Martin<br />

1-7 ...... Cittanova: esercizi spirituali<br />

Giornale - <strong>Diocesi</strong> S. <strong>Severo</strong><br />

Anno XII n. 1 - 2<br />

Gennaio / Aprile 2012<br />

Iscrizione Tribunale <strong>di</strong> Foggia n. 4 del 22/02/2001<br />

E<strong>di</strong>tore: <strong>Diocesi</strong> <strong>San</strong> <strong>Severo</strong> -<br />

www.<strong>di</strong>ocesisansevero.it<br />

Direttore responsabile: Antonio Guidone<br />

Direttore: Antonio Guidone<br />

Comitato <strong>di</strong> Redazione:<br />

Elvira de Felice, don Antonio <strong>di</strong> Domenico,<br />

Amelia Montanaro, Beniamino Pascale.<br />

Hanno col<strong>la</strong>borato a questo numero:<br />

Roberto Allegri, Mario Boco<strong>la</strong>, Gabriele Camillo,<br />

Severino Carlucci, don Dino d’Aloia, don Francesco<br />

de Vita, Lorena D’Ermes, Franco Lozupone,<br />

Antonel<strong>la</strong> Mennel<strong>la</strong>, Concetta Pacentra, don<br />

Giovanni Pistillo, Mariolina Ren<strong>di</strong>na, Tonino<br />

Ren<strong>di</strong>na, mons. Lucio Renna, don Luigi Rubino,<br />

Roberto Russo, Luigi Schiavone, Responsabili<br />

pastorale giovanile parrocchia Maria Ss. del<strong>la</strong> Libera,<br />

Ufficio Missionario Diocesano.<br />

Redazione: <strong>Oltre</strong> <strong>la</strong> <strong>Porta</strong> – c/o Centro Diocesano<br />

Sichem – Viale san Giovanni Bosco, 3 -<br />

71016 <strong>San</strong> <strong>Severo</strong> (Fg)<br />

tel. e fax: 0882 224193 - 0882 681467 -<br />

SMS 349 4920616 - e-mail: oltre<strong>la</strong>porta@libero.it<br />

Stampa: Centro Grafico -<br />

Via <strong>di</strong> <strong>San</strong> Giuliano - 71100 - Foggia -<br />

Tel.0881 728177 - Fax 0881 722719<br />

La col<strong>la</strong>borazione al giornale è gratuita. Articoli e<br />

foto, anche se non pubblicati, non si restituiscono. La<br />

redazione si riserva, a termini <strong>di</strong> legge, <strong>di</strong> sintetizzare<br />

gli articoli e le lettere quando ciò si renda necessario per<br />

esigenze tipografiche o <strong>di</strong> spazio e <strong>la</strong>scia agli autori delle<br />

lettere e degli interventi <strong>la</strong> responsabilità degli stessi.<br />

I dati personali sono trattati in base al<strong>la</strong> legge 196/03.<br />

Questo numero <strong>di</strong> “<strong>Oltre</strong> <strong>la</strong> <strong>Porta</strong>”, stampato in 1200<br />

copie, è stato chiuso in redazione il 30 Aprile 2012


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Giornata pro Infanzia<br />

Missionaria 2011<br />

Giornata Missionaria<br />

Mon<strong>di</strong>ale 2011<br />

Totale Abitanti<br />

Pro<br />

capite<br />

VEGLIA MISSIONARIA<br />

PARROCCHIE<br />

Apricena<br />

378,47<br />

S. Rosario 250 415 665 5.100 0,13<br />

S. Famiglia 0 200 200 4.200 0,05<br />

SS. Martino e Lucia<br />

Chieuti<br />

600 650 1250 4.500 0,28<br />

S. Giorgio Martire<br />

Lesina<br />

0 200 200 1.500 0,13<br />

SS. Annunziata<br />

Poggio Imperiale<br />

220 700 920 6.350 0,14<br />

S. P<strong>la</strong>cido<br />

Rignano<br />

0 100 100 2.900 0,03<br />

SS. Assunta<br />

<strong>San</strong>nicandro<br />

0 130 130 2.350 0,05<br />

S. M. del Borgo 0 0 0 4.100 0,00<br />

S. Biagio 0 1.000 1.000 5.500 0,18<br />

M. SS. delle Grazie 90 165 255 4.500 0,06<br />

Carmine<br />

<strong>San</strong> Paolo Civitate<br />

200 500 700 4.500 0,16<br />

S. Antonio 75 110 185 2.800 0,07<br />

S. Giovanni<br />

<strong>San</strong> <strong>Severo</strong><br />

0 700 700 3.400 0,21<br />

SS. Assunta 0 300 300 2.000 0,15<br />

S. Giovanni 0 50 50 1.250 0,04<br />

S. Severino 0 150 150 1.400 0,11<br />

S. Nico<strong>la</strong> 0 0 0 4.100 0,00<br />

Croce <strong>San</strong>ta 360 1.000 1.360 5.000 0,27<br />

M. SS. delle Grazie 0 200 200 6.000 0,03<br />

M. SS. del<strong>la</strong> Libera 125 460 585 4.050 0,14<br />

Cristo Re 0 200 200 5.000 0,04<br />

<strong>San</strong> Bernar<strong>di</strong>no 185 310 495 5.000 0,10<br />

Provvidenza 200 600 800 5.000 0,16<br />

Immaco<strong>la</strong>ta 100 800 900 5.000 0,18<br />

Sacro Cuore 0 170 170 3.000 0,06<br />

S. Giuseppe Artigiano 0 200 200 4.100 0,05<br />

Sacra Famiglia<br />

Serracaprio<strong>la</strong><br />

0 500 500 4.100 0,12<br />

S. M. in Silvis<br />

Torremaggiore<br />

50 650 700 4.500 0,16<br />

M. SS. Fontana 100 200 300 4.300 0,07<br />

<strong>San</strong>ta Maria 155 1.060 1.215 4.100 0,30<br />

<strong>San</strong> Nico<strong>la</strong> 0 400 400 2.000 0,20<br />

Gesù Divin Lavoratore 50 700 750 4.400 0,17<br />

Spirito <strong>San</strong>to<br />

RETTORIE<br />

<strong>San</strong> <strong>Severo</strong><br />

210 410 620 2.400 0,26<br />

M. SS. del Soccorso<br />

Apricena<br />

100 400 500<br />

S. M. delle Grazie<br />

Torremaggiore<br />

150 85 235<br />

Carmine 0 90<br />

Chiesa del Rito<br />

CASE RELIGIOSE<br />

0 30 30<br />

Sacramentine<br />

ALTRE<br />

200 650 850<br />

A.L.S.(A.C.S.BERN.) 50 50<br />

G.D.S.(A.C.S.BER.) 120 120<br />

TOTALE € 3.590 € 14.863,47 € 17.985 128.400 0,14<br />

<strong>Oltre</strong> <strong>la</strong> <strong>Porta</strong> - Gennaio / Aprile 2012 31


32<br />

<strong>Oltre</strong> <strong>la</strong> <strong>Porta</strong> - Gennaio / Aprile 2012

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