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Il Trentino nascosto - Leonardi Giorgio

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secondo dopoguerra in poi è una storia liberale in politica e liberista<br />

in economia.<br />

Io credo profondamente che l’Italia possa migliorare solo attraverso<br />

l’apporto libero di tante persone tutte diverse l’una dall’altra.<br />

Si cerca di sminuire la visione ideologica della politica, che<br />

invece a mio avviso va rafforzata, non come scontro, ma come<br />

affermazione di valori diversi, l’affermare: “sono tutti uguali”<br />

non è qualunquismo, bensì una pericolosa generalizzazione.<br />

Esistono delle profonde differenze di visione della politica tra<br />

chi ha una storia liberale come la mia e chi invece proviene da<br />

una visione della politica di sinistra. La principale differenza sta<br />

nel rapporto tra individuo e Stato. Per me lo Stato deve essere<br />

a servizio dell’individuo, ma è l’individuo – nella sua articolazione<br />

privata, del lavoro, della volontà di costruire una famiglia,<br />

d’appartenere ad una collettività – che deve essere al centro<br />

dell’attenzione. Lo Stato ed anche il sistema dell’amministrazione<br />

periferica devono essere al servizio dell’individuo-cittadino,<br />

devono sostenerlo nella sua voglia di intraprendere a tutti i livelli,<br />

non solo economico, ma anche sociale, famigliare. La politica<br />

deve essere in grado di creare “le condizioni” affinché l’individuo<br />

possa esprimersi all’interno di una collettività nel modo più<br />

libero possibile.<br />

La vera ricchezza di una comunità locale e nazionale è il capitale<br />

umano che ogni singolo individuo è in grado di apportare<br />

alla comunità stessa; questo è il vero valore di una comunità, la<br />

capacita di accrescere il capitale umano deve essere uno degli<br />

obiettivi della politica, perché il capitale umano è quello che poi<br />

si traduce in azioni positive e che genera crescita economica ma<br />

anche culturale.<br />

Ciò che ha fatto grande l’Italia degli anni ’50 e ’60 del secolo<br />

scorso – cioè l’Italia del boom economico – è stata la possibilità<br />

che hanno avuto tanti “io” di potersi esprimersi liberamente,<br />

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