Il Trentino nascosto - Leonardi Giorgio

mente e “forzatamente diversi”, rispetto alla politica nazionale,
non ha senso, ed è una visione antistorica.
Il Padre fondatore dell’Autonomia trentina è stato Alcide Degasperi,
che ha sempre militato in un partito nazionale: la Democrazia
Cristiana. Ed in Trentino l’Autonomia è sempre stata
governata, dal dopoguerra fino alla metà degli anni ’90, da partiti
aventi una matrice nazionale, ma con un forte radicamento
territoriale. Lo stesso movimento autonomista trentino, nelle
sue varie evoluzioni dal dopoguerra ad oggi, ha avuto un ruolo
minoritario, ed ha governato direttamente solo per una legislatura
dal ’94 al ’98.
È solo dal 1998 in poi che si afferma una visione politica trentina
per cui la politica in Trentino deve muoversi su un piano diverso,
quasi parallelo, rispetto alla politica nazionale.
È con Lorenzo Dellai che si è realizzato un primo partito di raccolta
territoriale, sia pur ispirato ad una matrice di natura democristiana,
che poi ha voltato in parte le spalle alle proprie origini
per guardare ad alleanze di sinistra pur di gestire il potere.
Anche se guardiamo l’esperienza delle altre regioni autonome
troviamo un forte legame alla politica nazionale, con presenza
di movimenti o partiti autonomisti territoriali ma sempre minoritari.
In questi anni, sul “sistema” Trentino, sulla nostra Autonomia
speciale si sono concentrate le maggiori critiche e questo si è
maggiormente evidenziato da quando il Trentino si è “isolato”
dalla politica nazionale, attraverso una maggiore affermazione
di partiti territoriali. Questo dimostra che non è affatto vero che
l’Autonomia trentina si rafforza se siamo politicamente “staccati”
da Roma, ma anzi si indebolisce. L’Autonomia si costruisce e
rafforza attraverso un buon governo locale, ma anche attraverso
relazioni nazionali che rendano edotti tutti i soggetti istituzionali
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