Il Trentino nascosto - Leonardi Giorgio

tamente censurabili (e facendoci capire quanto ci considerano
sciocchi per come siamo accondiscendenti nei loro confronti!).
La formazione professionale trentina, ma in particolare alcuni
centri, come il C.F.P. Veronesi di Rovereto, rispecchiano perfettamente
la situazione descritta sopra.
La Provincia Autonoma di Trento supporta con svariati milioni
di euro, in forza ad un contratto di servizio, i centri di formazione
professionale presenti sul territorio: ENAIP, Università
Popolare Trentina, C.F.P. Veronesi, Canossiane, Opera Barelli
e Artigianelli. Alcuni di questi enti, a loro volta, sono associati
ad Assoform Trentina, struttura dotata di sede, consiglio di amministrazione,
direttore e personale. Non si capisce come mai
la P.A.T., che già “appalta” la formazione professionale agli enti
privati, consenta questo ulteriore spreco la cui utilità è tutta da
dimostrare. Sembrerebbe il gioco delle scatole cinesi.
In questi quattro anni la mia attività di Consigliere provinciale
si è occupata delle problematiche precedentemente descritte,
con particolare attenzione al C.F.P. Veronesi di Rovereto, sul
quale ho presentato ben 23 interrogazioni, alcune delle quali
firmate dal collega Mauro Delladio.
A conferma che il quadriennio appena trascorso non sia stato
dei migliori per il Veronesi è dimostrato dalle condanne inflitte
dal Tribunale ai due precedenti dirigenti scolastici per illeciti
riguardanti la gestione dei finanziamenti del Fondo Sociale Europeo
e per false iscrizioni.
In data 21 maggio 2009, con l’interrogazione n. 427, vengono
chiesti, tra l’altro, i titoli di studio dei docenti del Veronesi e di
tutti i dirigenti scolastici della formazione professionale convenzionata.
Questo perché risulterebbe che al Veronesi stesso,
ma anche presso altri enti, alcuni docenti insegnano discipline
senza possedere il titolo di studio previsto. Ovviamente risposta
incompleta e fuorviante da parte dell’assessore Dalmaso la
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