Il Trentino nascosto - Leonardi Giorgio

dettano le modalità didattiche; per non parlare di esperti e consulenti
esterni di vario genere la cui professionalità è tutta da
dimostrare.
Ormai gli studenti (termine forse eccessivo vista l’attuale situazione)
sono considerati a tutti gli effetti dei clienti dell’”azienda
scuola” e come tali vanno assecondati nelle loro esigenze. Non
a caso, basta leggere i quotidiani locali, tutti gli istituti fanno
a gara per inventarsi iniziative a favore dei loro studenti, con
fondati dubbi per quanto concerne la coerenza riguardo una
seria e rigorosa formazione ed istruzione. Il fatto che i dirigenti
scolastici, sempre più distanti dalla loro funzione originaria
consistente nel preservare una didattica di alto livello perché
impegnati a far quadrare i bilanci e farsi belli davanti al politico
di turno, richiedano per ogni istituto una singola programmazione
sia didattica che delle attività extracorsuali, la dice lunga
come si possa “giocare” in piena anarchia gestionale, perdendo
di vista il vero obiettivo.
I docenti sono in gran parte ostaggi di questa situazione e spesso
si rivelano disorientati; ormai non è più possibile avere rispetto
dagli allievi i quali sono tutelati dalla dirigenza. Se una volta si
sospendeva da scuola chi infrangeva le regole, ora la colpa è del
docente che non si sa rapportare con i ragazzi! Non è chiaro il
motivo per il quale non si fa più selezione. Forse perché un dirigente
è tanto più bravo quanti sono i suoi studenti promossi. Un
dato è certo: così facendo i migliori saranno sempre penalizzati
e si continueranno ad inserire nella società e nel mondo del lavoro
soggetti mediocri sotto tutti i punti di vista, abituati a non
lottare per ottenere dei benefici ma con la convinzione che tutto
si riconduca al sistema delle conoscenze o delle appartenenze
politiche giuste. Si crea così un circolo vizioso che porta allo
scadimento generale di un servizio, quello scolastico, di vitale
importanza per la nazione.
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