Il Trentino nascosto - Leonardi Giorgio

vazione oggettiva" del rapporto di lavoro che necessita dell’applicazione
delle regole del pubblico concorso (come la Corte
Costituzionale vuole).
Ne conseguirebbe che gli atti non sono negoziali ma pubblicistici
e quindi, a fronte di posizioni giuridiche di interesse legittimo,
la giurisdizione spetterebbe al G.A. (giudice amministrativo)
Il dibattito è, ad oggi, ancora aperto. La particolarità
di questi ultimi è che sembrano essere in aperta contraddizione
con una nutrita serie di sentenze sia del Consiglio di Stato
sia della Corte Costituzionale, sia della Corte di Cassazione,
le quali bocciano i concorsi interni con totale riserva di posti
e obbligano di fatto le varie amministrazioni al concorso pubblico,
quale normale e privilegiato strumento di assunzione di
personale, affermando che il passaggio di area è assimilabile a
nuova assunzione.
Per quanto riguarda detti concorsi si è invece assistito a concorsi
talmente riservati da renderli accessibili addirittura al solo
personale appartenente a questo o a quel determinato Dipartimento
con il risultato di avere concorsi con un solo concorrente
e con dei bandi che fotografavano di fatto gli aspiranti.
S’interroga il Presidente della Giunta Provinciale e l’Assessore
competente per sapere:
1) Se è vero che comunque sono stati previsti contrattualmente
dei passaggi con concorsi interni, ma solo per alcune figure professionali
e non per tutte, e quali sono i concorsi previsti e per
quali figure professionali.
2) Quanti e quali concorsi sono stati banditi dalla PAT negli
anni scorsi per passaggi di area da B a C e da C a D, e, per
ognuno di questi concorsi, quanti sono stati i partecipanti,
quanti i vincitori, quanti gli idonei successivamente inquadrati.
3) Come si intende considerare la corposa giurisprudenza esistente
dal 1999 (quindi prima dei concorsi interni) fino ai nostri
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