Il Trentino nascosto - Leonardi Giorgio

zione di procedure uniche, la semplificazione burocratica si dovrebbe
attuare un sistema virtuoso di rilancio economico. Si potrebbe
pensare di occupare aree produttive a disposizione della
provincia promuovendo iniziative di marketing, volte a favorire
l’insediamento di nuove attività produttive.
Parallelamente occorre programmare un lavoro di ordine culturale
anche nelle scuole, nel limite delle competenze provinciali.
Potenziare la formazione professionale, per creare sempre più
tecnici e lavoratori specializzati e professionali atti a garantire
manodopera di qualità.
Si deve anche agire sul sistema dell’energia al fine di trasformare
realmente in risorsa le nostre centrali di produzione di energia
elettrica, per garantire una riduzione dei costi e quindi incentivare
la nascita o l’insediamento di nuove attività.
Si deve lavorare assieme per costruire un modello sociale condiviso
dove i flussi immigratori siano decisi e pianificati in relazione
alla ricettività sociale che può garantire il territorio, la
solidarietà internazionale deve essere gestita con trasparenza ed
efficacia e soprattutto mirata ad “evitare” i flussi immigratori.
Evitando le speculazioni cui abbiamo assistito fino ad oggi, che
hanno alimentato un sottobosco poco chiaro di relazioni con la
cooperazione internazionale o associazioni vicine politicamente
alla maggioranza politica della giunta provinciale.
LIBERTÀ, CONFRONTO E PROPOSTA
Ritengo che un grande sforzo debba essere prodotto per riavvicinare
i trentini alla gestione della cosa pubblica: questa deve essere
la vera sfida per il rilancio di un progetto autonomista nuovo,
una stagione dell’Autonomia non solo fatta di storia e rimpianto,
di sfilate in costume, ma un’Autonomia fatta di vera partecipazione
nella vita democratica e nei processi decisionali.
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