Il Trentino nascosto - Leonardi Giorgio

NON C’È VITA SU MART
Un Museo “Internazionale” che, dopo i clamori iniziali e le “favorevoli
critiche”, ha mostrato tutti i propri limiti. Soprattutto
a livello economico. Una struttura sovradimensionata, esagerata,
costosa, fuori da ogni logica di buon senso e di oculata amministrazione
del bene pubblico da parte della politica.
Bello poter vantare la presenza, sul nostro territorio trentino,
di un Museo Internazionale; bello – per noi politici e amministratori
– potersi vantare durante i viaggi nelle altre regioni
o all’estero. Ma quanto ci costa in termini di bilancio una
presenza tanto ingombrante? Siamo sicuri che il gioco dell’arte
contemporanea valga la candela?
Me lo chiedo un po’ da sempre. Ma in particolare me lo sono
chiesto con maggiore convinzione a partire dal primo luglio del
2010, quando ho interrogato (n. 1847) su quanti fossero effettivamente
i contributi concessi al Mart dalla Provincia autonoma
di Trento.
Il Museo d’arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto
è nato nel 1987 come ente autonomo della Provincia Autonoma
di Trento. Fino al 2002 la sua sede è stata a Palazzo delle Albere,
a Trento. L’idea di ampliare il museo, per raccogliere da
un lato l’arte del grande futurista trentino Fortunato Depero e
dall’altro l’eredità del Museo Provinciale d’Arte di Trento nasce
nel 1991.
“Il 15 dicembre del 2002 il Mart apre finalmente al grande pubblico
con una nuova sede a Rovereto. La Provincia autonoma di
Trento compare come sponsor nel sito internet del Mart.
s’interroga il Presidente della Giunta provinciale per sapere a
quanto ammontano i finanziamenti che la Provincia autonoma di
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