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Il Trentino nascosto - Leonardi Giorgio

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vocazione professionale. È indispensabile quindi che le varie<br />

figure siano si collaboranti ma autonome nelle loro decisioni<br />

e che non siano condizionate da fattori di perturbazione qualunque<br />

essi siano. Ora la monetizzazione nel rapporto tra UFE<br />

e Amministrazione sanitaria è esattamente un forte fattore di<br />

perturbazione di una normale dialettica istituzionale. Infatti<br />

la condizione di subordinazione di un rapporto di lavoro renda<br />

sempre problematico il complicato equilibrio nella tensione<br />

tra la difesa del posto di lavoro e la salvaguardia della libertà<br />

di espressione. Soprattutto il familiare, se non il paziente,<br />

onde evitare di trovarsi un giorno in questa posizione scomoda,<br />

dovrebbe rifiutare un posto a pagamento all’interno di un<br />

sevizio di salute mentale. Non si esclude con questo, è ovvio,<br />

che la collaborazione avvenga attraverso un rapporto di volontariato<br />

in quanto il volontario può disporre di se molto di più<br />

di una persona che viene invece pagata per una prestazione.<br />

Quindi ci troviamo ancora una volta di fronte ad una situazione<br />

di gestione di denaro pubblico orientato verso la creazione<br />

di un sistema, non basato sulla trasparenza ma sulla gestione<br />

ad personam, volto a creare un sistema omertoso con relazioni<br />

ambigue e che mette in difficoltà i rapporti tra persone ed<br />

in discussione anche la validità di un pubblico servizio come<br />

è quello della Salute. Infatti quanto ci si rivolge ad un servizio<br />

pubblico che si occupa di Salute, ci si aspetta di raffrontarsi<br />

con personale qualificato, con una formazione professionale<br />

adeguata, non con persone che hanno una formazione “esperienziale”.<br />

Speriamo che un domani l’Assessore Rossi non ritenga<br />

sufficiente essere famigliare di una persona operata per<br />

potere essere esperienzialmente riconosciuto come chirurgo.<br />

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