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Il Trentino nascosto - Leonardi Giorgio

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1) l’attività degli “utenti familiari esperti” rientra nell’area del Servizio di<br />

salute mentale dedicata a quello che è stato definito “empowerment”<br />

e “fare assieme”. <strong>Il</strong> percorso di formazione degli utenti familiari esperti,<br />

ancorché alla base vi sia una motivazione personale adeguatamente<br />

valutata dall’équipe del Servizio di salute mentale, prevede diversi<br />

momenti di approfondimento e di affiancamento volti ad accompagnare<br />

e sostenere la persona;<br />

2) la valorizzazione dell’esperienza è alla base della figura degli UFE: la<br />

formazione è quindi continua, secondo un percorso specifico definito<br />

con l’utente. Occasioni formative significative diventano pertanto gli<br />

incontri mensili con gli operatori e coordinatori al fine di approfondire<br />

temi di comune interesse, finalizzati a ottimizzare la presenza degli<br />

UFE; nell’area di lavoro in cui si trovano inseriti. Si fa presente inoltre<br />

che le occasioni formative e di coordinamento organizzate dal Servizio<br />

di salute mentale sono estese agli UFE;<br />

3) gli utenti familiari esperti prestano la propria attività attraverso regolari<br />

contratti di lavoro stipulati con l’associazione La Panchina. Tale<br />

associazione collabora con l’Azienda provinciale per i servizi sanitari<br />

in tema di riabilitazione, sviluppo e rafforzamento delle competenze<br />

(empowerment);<br />

4) l’Associazione La Panchina risponde, secondo quanto previsto dalle<br />

disposizioni vigenti, dei comportamenti tenuti dal personale che<br />

svolge l’attività di “utente familiare esperto” in qualità di collaboratori<br />

e soci, ferma restando la responsabilità personale prevista dalla normativa;<br />

5) ogni qualvolta un utente familiare esperto entra in contatto con un<br />

paziente o un familiare del Servizio di salute mentale di Trento, viene<br />

informato del ruolo svolto e degli obblighi a cui deve attenersi.<br />

La risposta dell’Assessore è generica, insufficiente e inefficace.<br />

Pur essendo vero che il metodo ha ricevuto attenzione da varie<br />

istituzioni ma non c’è alcuna evidenza scientifica pubblicata su<br />

riviste accreditate o inserita in linee guida internazionali. Inoltre<br />

non si tratta semplicemente di “peer supporter” o di aiuto<br />

tra pari in quanto sussiste per gli UFE un rapporto di lavoro<br />

con contratti monetari definiti, che come si deduce dalla risposta<br />

dell’Assessore, di ben massimo 800.000,00 euro anno.<br />

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