Il Trentino nascosto - Leonardi Giorgio

QUEI PELLEGRINAGGI LAICI FUORI REGIONE
Sono tantissimi i trentini che per un motivo o per l’altro (tempi
di attesa, qualità delle prestazioni professionali, ecc.) si recano
ogni giorno in Veneto o in Lombardia per ottenere una prestazione
sanitaria. A livello nazionale la mobilità interregionale
muove circa 3.300 milioni di euro. A presentare saldi a debito
sono, assieme al Trentino, il Piemonte, la Valle d’Aosta, la Liguria
e le regioni dell’Italia centro meridionale, mentre tra le
regioni a più elevato saldo a credito si segnalano Lombardia,
Emilia Romagna e Veneto. Il Trentino è debitore netto principalmente
nei confronti del Veneto che assorbe il 50 per cento
dei ricoveri e della Provincia autonoma di Bolzano; un altro 25
per cento di ricoveri sono assorbiti dalla Lombardia. Le prestazioni
sanitarie per le quali i pazienti trentini maggiormente
si rivolgono fuori provincia riguardano gli interventi sulle
articolazioni, sul cristallino, sull’infertilità e di chemioterapia.
In termini puramente quantitativi il maggior numero di prestazioni
specialistiche erogate nell’ambito della mobilità sanitaria
sia attiva che passiva riguardano visite specialistiche ed esami
del sangue. In termini finanziari, invece, la maggior parte delle
prestazioni specialistiche di mobilità passiva riguardano l’area
della risonanza magnetica. Un trentino su tre si reca, per
quest’esame diagnostico, fuori provincia.
Con l’interrogazione n. 3959 del 18 gennaio 2012, interrogo il
Presidente della Giunta provinciale per sapere: a quanto ammonta
la spesa sostenuta dalla Provincia autonoma di Trento
dal 2008 ad oggi per la mobilità interregionale delle prestazioni
sanitarie; il numero suddiviso in base annua dei pazienti che
si sono rivolti a strutture ospedaliere fuori provincia; se non si
ritiene che la mobilità interregionale delle prestazioni sanitarie
possa essere ridotta con un miglior servizio sanitario provin-
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