Il Trentino nascosto - Leonardi Giorgio

Consente di eliminare i rischi di una lunga decompressione subacquea
in casi di pericolo o di situazioni estreme. Il metodo,
tuttavia, ha trovato negli ultimi anni una vasta applicazione per
avvelenamenti, ustioni, congelamenti, cancrene ed ulcere croniche
di diversa derivazione ma anche per la Sindrome di Menière
(patologia che colpisce l’orecchio interno) e sordità.
Questo apparato medico di grande importanza per la salute dei
cittadini non è ancora stato installato nella Provincia Autonoma
di Trento costringendo gli abitanti della Provincia malati delle
suddette patologie a sottoporsi a Ossigenoterapia Iperbarica in
centri extraprovinciali. Ciò porta non solo a un disagio per il
malato ma anche a trasferimenti continui non sempre compiuti
da veicoli di soccorso attrezzati.
Il 17 aprile 2009 procedo a interrogare (n. 334) sul perché in
Trentino ancora non si disponga di un dispositivo simile e se i
tempi non siano ormai maturi per procedere in tal senso.
«Nel 2003 furono raccolte oltre tremila firme sotto forma di
petizione popolare per chiedere al Servizio Sanitario Provinciale
di fare in modo di dotarsi di camera Iperbarica e relativi
servizi. La risposta scritta e data dall’ex Assessore alla Salute
dott. Mario Magnani al Difensore Civico all’epoca dott. Fabio
Bortolotti fu motivata convergendo prevalentemente su spiegazioni
di carattere economico sottolineando che "l’investimento
necessario per l’acquisizione e l’installazione di camere iperbariche
varia da Euro 300 mila a Euro 1.500.000 (IVA esclusa)
e che l’utilizzo in sicurezza e correttezza dell’apparecchiatura
richiede specifiche competenze mediche e tecniche garantibili
solamente da equipe esperte e dedicate. Verificata inoltre la distribuzione
delle camere OTI in Italia (circa una installazione
per milione di abitanti) ritengo sia evidente l’insussistenza, nel
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