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Il Trentino nascosto - Leonardi Giorgio

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Itea, però, hanno sempre negato. - Ma che amianto! - sbottavano. Ma<br />

noi non ci siamo fidati. E così il pavimento lo abbiamo cambiato da soli<br />

coi nostri soldi, senza che l’Itea si sia mai interessata o che ci abbia<br />

mai detto dove sistemare le piastrelle. Abbiamo dovuto arrangiarci<br />

anche in quello”. E le piastrelle ora sono tutte ordinate e ben tenute<br />

in soffitta. “È scandaloso -prosegue l’uomo - che in dieci anni siano<br />

venuti a controllare l’appartamento solo una volta, un anno fa, e che<br />

della questione dell’amianto se ne siano fregati”.<br />

AMIANTO NELLE CASE ITEA DI CLES.<br />

SI PUÒ INTERVENIRE PER LA BONIFICA?<br />

Una foto mostra una crepa nel muro di un appartamento della casa<br />

Itea di via Francesco de Negri a Cles. La breccia aperta lascia intravedere<br />

che i rivestimenti interni presentano tracce di amianto. Visto<br />

che con una legge recentemente approvata la Provincia ha messo a<br />

disposizione un importo di 3,5 milioni di euro in tre anni (500 mila per il<br />

2012 e 1,5 per il 2013 e il 2014) per finanziare fino al 70% gli interventi<br />

di privati che intendono bonificare dall’eternit le proprie strutture, il<br />

consigliere provinciale ha presentato un’interrogazione per chiedere<br />

alla Giunta "se anche l’Itea non possa procedere a seri e costanti controlli<br />

al fine di individuare quali appartamenti sono stati realizzati con<br />

l’utilizzo dell’eternit e procedere ad una loro bonifica". Considerato<br />

inoltre, che la presenza di amianto è stata scoperta dagli inquilini a<br />

causa di una spaccatura nel pavimento, si vuole sapere anche "se le<br />

manutenzioni vengono fatte periodicamente e con quale serietà".<br />

APPARTAMENTO ITEA, MANCA LA SICUREZZA<br />

TRENTO - «È da sette anni che continuiamo a sopportare questa situazione<br />

fuori da ogni civiltà - fa sapere Cristina Locatin - In questi<br />

anni ci saranno stati oltre trenta interventi da parte degli operai ma<br />

nulla è servito, visto che gli interventi hanno avuto come obiettivo solo<br />

quello di coprire». All’interno della casa vivono due persone con problemi<br />

di disabilità e il soffitto della cucina è disastrato, tanto da far temere<br />

anche per la sicurezza visto che le infiltrazioni dell’acqua vanno<br />

quasi a toccare l’impianto elettrico. «Prima di noi - ci racconta Loretta<br />

Ruatti Lazzeri, mamma di Ottavio - qui ha abitato per ben 35 anni una<br />

signora che per questi nostri problemi ha chiesto e ottenuto di esse-<br />

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