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Avis<br />

Notizie<br />

6<br />

Imola<br />

Nel 2007 l’incontro de “I sabati di<br />

ScienzaE”, organizzato in collaborazione<br />

con l’<strong>AVIS</strong> di Imola, è stato<br />

dedicato ad un tema di frontiera<br />

nella ricerca biomedica: le nanotecnologie.<br />

Nello stile di ScienzaE, associazione<br />

che dal 2005 si dedica alla divulgazione<br />

della cultura scientifica e<br />

tecnologica ai cittadini, il tema è<br />

stato affrontato in maniera semplice<br />

e piacevole per tutti. Dalle dimensioni<br />

minuscole sta nascendo un<br />

potenziale enorme in questi anni,<br />

ed è importante esserne a conoscenza<br />

per gli importanti risvolti che<br />

avrà nella tecnologia, nell’economia<br />

e nella vita di tutti.<br />

Questa recentissima area di ricerca<br />

si fonda su intuizioni pronunciate da<br />

Richard Faynman, premio Nobel<br />

della fisica e considerato il padre<br />

delle nanotecnologie, nel celebre<br />

discorso del 1959 “There’s plenty of<br />

room at the bottom“. Egli disse “voglio<br />

parlare della manipolazione e<br />

del controllo delle cose su piccola<br />

scala … per quanto ne so i principi<br />

della fisica non impediscono di manipolare<br />

le cose atomo per atomo”.<br />

A coniare il termine “nanotecnologia”<br />

fu molti anni dopo, nel 1975,<br />

Eric Drexler, il quale definì così la<br />

“sua” scienza: “una tecnologia a livello<br />

molecolare che ci potrà permettere<br />

di porre ogni atomo dove<br />

vogliamo che esso stia. Chiamiamo<br />

questa capacità nanotecnologia,<br />

perché funziona sulla scala del nanometro,<br />

1 miliardesimo di metro“.<br />

Con i termini nanoscienze e nanotecnologie,<br />

perciò, si indicano la capacità<br />

di studiare, assemblare, manipolare<br />

e caratterizzare la materia a<br />

livello di dimensioni comprese tra<br />

100 ed 1 nanometri, cioè significa<br />

operare a livello molecolare dal momento<br />

che 1 nanometro (nm) è un<br />

milionesimo di millimetro e corri-<br />

Associazioni in rete<br />

Associazione ScienzaE:<br />

le nanotecnologie alla portata di tutti<br />

Paola La Manna e Silvia Grandi, ScienzaE<br />

sponde all’incirca a 10 volte la grandezza<br />

dell’atomo dell’idrogeno. Secondo<br />

alcune stime il mercato dei<br />

prodotti nanotecnologici varrà 1miliardo<br />

di euro nel 2015 ma le nanotecnologie<br />

possono offrire risultati<br />

superiori a quelli del semplice successo<br />

economico. Operare a livello<br />

di nanoscala può consentire di individuare<br />

soluzioni a problemi globali<br />

di notevole entità, tra cui il cambiamento<br />

climatico e le malattie.<br />

Nel campo biomedico si potranno<br />

correggere mutazioni del DNA e si<br />

potranno distruggere cellule cancerogene.<br />

Nasceranno biosensori,<br />

biomateriali e nuove generazioni di<br />

biochip destinati al trattamento delle<br />

affezioni potenzialmente fatali, tra<br />

cui il cancro, appunto, e le cardiopatie.<br />

Questi dispositivi bioingegnerizzati,<br />

che si presenteranno sotto<br />

forma di impianti corporei, somministreranno<br />

farmaci intelligenti o<br />

erogheranno nuove cellule destinate<br />

a riparare il tessuto danneggiato.<br />

Nanopillole capaci di scovare fra<br />

milioni di cellule sane quelle ammalate,<br />

tramite un radar molecolare<br />

che intercetta specifici recettori<br />

proteici presenti sulla cellula tumorale,<br />

e di distruggerle. Nanorobot<br />

che veicolano atomi radioattivi che,<br />

una volta penetrati nella cellula tumorale,<br />

liberano particelle ad elevato<br />

potere distruttivo, ma anche nanochirurghi,<br />

superprecisi, in grado<br />

di intervenire con un raggio laser su<br />

una singola cellula. Non e’ più fantascienza<br />

ma ciò che si sta sperimentando<br />

nei laboratori di tutto il<br />

mondo. La sfida al cancro, in futuro,<br />

passerà anche attraverso le nanotecnologie.<br />

Piccolissimi nanocomputer,<br />

che si spostano muovendo<br />

dei piccoli filamenti di Dna, sapranno<br />

diagnosticare il tumore leggendo<br />

l’RNA delle cellule, evidenziandone<br />

i difetti e distruggendole in maniera<br />

elettiva. Le particelle hanno le dimensioni<br />

di qualche centinaia di nanometri,<br />

cioe’ molto piu’ piccole di<br />

un batterio, visto che un nanometro<br />

e’ la milionesima parte di un millimetro.<br />

Poter costruire nuovi materiali<br />

lavorando su scala nanometrica,<br />

rende possibile operare su singole<br />

molecole o atomi, trattandoli<br />

come se fossero mattoni distinti. Un<br />

gioco d’interessi economici giganteschi<br />

che va oltre la medicina, e gira<br />

intorno a materiali che non esistono<br />

in natura, con proprietà e resistenze<br />

meccaniche eccezionali,<br />

che vanno al di là delle classiche informazioni<br />

che provengono dalla<br />

biologia, fisica e chimica. Le nanoscienze,<br />

infatti, rappresentano il<br />

punto di incontro di una pluralità di<br />

discipline differenti che comprendono<br />

la fisica quantistica, la biologia<br />

molecolare, la genetica, la chimica<br />

dei materiali e altre ancora.<br />

Si aprono quindi grandi opportunità<br />

se si sapranno trasformare le competenze<br />

scientifiche in nuovi prodotti e<br />

servizi che rispondano a precisi bisogni<br />

medici. La sfida vede l’Italia non<br />

svantaggiata in termini di conoscenze<br />

mediche e nanotecnologiche, ma<br />

è necessario assicurare il lavoro interdisciplinare<br />

– e coinvolgere da subito<br />

imprenditori, investitori, esperti<br />

di mercato ed istituzioni di supporto.<br />

Anche nel territorio locale sono attivi<br />

gruppi di ricerca che interessano gli<br />

studi nanotecnologici e il seminario<br />

de “I Sabati di ScienzaE” è stata<br />

un’occasione unica di presentazione<br />

al pubblico. Il primo, presentato dalla<br />

Dr.ssa Maria Letizia Focarete si chiama<br />

“SCAFELMED” acronimo che indica<br />

lo studio di sistemi polimerici<br />

nanostrutturati da elettrofilatura per<br />

applicazioni biomediche”. Il secondo<br />

è “RECEPTRONICS” un progetto europeo<br />

volto alla ricerca di sensori biomolecolari<br />

che uniscano ricettori

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