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Avis<br />

28<br />

Notizie<br />

È opportuno<br />

che ci presentiamo,<br />

non essendo conosciuti da<br />

molti. Dunque, “Gli Amici di San<br />

Ruffillo” sono un gruppo di amici<br />

d’infanzia, della località San Ruffillo<br />

che allora era alle porte della città.<br />

Dopo la fine della seconda guerra<br />

mondiale, questo gruppo d’amici,<br />

anche se in parte non più residenti,<br />

aveva incominciato a ritrovarsi, a<br />

riunirsi una volta all’anno, per ricordare<br />

il periodo spensierato dell’infanzia<br />

e della prima gioventù,<br />

Condividere<br />

Pensiero per un amico<br />

Dante Bacchi e Luciano Nanni, circolo “Amici di San Ruffillo”<br />

fatto di giochi, scherzi ed anche …<br />

birichinate.<br />

Inizialmente gli amici erano solo uomini,<br />

poi, per la forza naturale delle<br />

cose, si aggregarono le mogli e le<br />

amiche sole. Insomma, il gruppo diventò<br />

numeroso, una vera e propria<br />

grossa famiglia della quale il dr. Antonio<br />

Zanini – ora, purtroppo, gravemente<br />

ammalato – poteva considerarsi<br />

il ‘padre’, l’animatore.<br />

Questo fino al 2005, 60° anniversario<br />

dall’inizio degli incontri, quando a<br />

Elleppi e Avis:<br />

il volley nel sangue<br />

Giovanni Lamanna, Direttore tecnico Settore Volley<br />

I ncontrai<br />

questo sport nei primi anni<br />

ottanta grazie al professore di<br />

ginnastica delle scuole medie. La pallavolo<br />

moderna è nata nel 1895 quando<br />

il professore di educazione fisica<br />

americano William G. Morgan organizzò<br />

un raduno di colleghi per presentare<br />

un nuovo sport che aveva nella<br />

mancanza di contatto fisico tra avversari<br />

la più grande innovazione.<br />

Questa caratteristica avrebbe avuto<br />

grande influsso sulla pratica dato<br />

che per vincere non sarebbe più stata<br />

sufficiente solo la forza, ma<br />

avrebbero pesato sempre di più agilità,<br />

destrezza, concentrazione e<br />

prontezza di riflessi.<br />

Di fatto, nonostante sia un gioco di<br />

squadra, agonisticamente intenso e<br />

molto emozionante, è sicuramente<br />

elencabile nell’olimpo degli sport<br />

non violenti, non solo a livello di praticanti<br />

ma anche di pubblico.<br />

La pallavolo (come tutti gli altri<br />

sport) ha il privilegio di essere praticata<br />

da atleti, ovvero persone giovani<br />

e integre fisicamente il che ne fa<br />

anche un potenziale enorme serbatoio<br />

di donatori di sangue.<br />

Io venni in contatto con<br />

l’Avis già nei primi anni ‘90<br />

e il fatto che semplicemente<br />

donando un po’ del proprio<br />

sangue si potesse aiutare<br />

qualcuno a superare<br />

un momento difficile a causa di una<br />

malattia, un intervento operatorio o<br />

un incidente, mi ha sempre affascinato.<br />

Già allora provai a diventare<br />

donatore, ma non fu possibile e per<br />

tanti (troppi...) anni accantonai con<br />

dispiacere questa idea. Da quasi tre<br />

anni sono rientrato nel “giro” ed ho<br />

potuto iniziare a donare.<br />

Della questione donazioni di sangue<br />

si parla troppo poco, e quando affermo<br />

ciò, non mi riferisco a telegiornali<br />

o quotidiani (che comunque<br />

potrebbero fare di più) ma proprio ai<br />

rapporti che abbiamo con le persone<br />

che frequentiamo, in special modo<br />

noi donatori che del problema<br />

conosciamo l’esatta estensione.<br />

Quanti di noi negli ultimi 6 mesi hanno<br />

tirato fuori l’argomento in una<br />

conversazione con parenti amici e<br />

conoscenti? Solo nell’ambiente della<br />

pallavolo bolognese, ho scoperto<br />

causa del venir meno di tanti amici e<br />

dell’indisponibilità del caro dottore,<br />

il Circolo ha dovuto cessare.<br />

Ora, all’atto della chiusura dei conti<br />

(infatti, durante le riunioni conviviali,<br />

si raccoglievano offerte a scopo benefico),<br />

si è deciso all’unanimità di<br />

devolvere il cosiddetto “avanzo di<br />

cassa” all’Avis di Bologna per l’erigenda<br />

nuova Casa dei Donatori:<br />

crediamo che questo sia un buon<br />

modo per onorare un sodalizio che<br />

ci ha lasciato tanti bei ricordi.<br />

in modo del tutto casuale, su gente<br />

che conosco e frequento da anni,<br />

che da anni dona sangue senza che<br />

l’argomento sia venuto fuori una sola<br />

volta in decine di occasioni di<br />

conversazione.<br />

Quanti di noi si prendono la briga di<br />

aggiornarsi con le ultime statistiche relative<br />

alla raccolta e all’utilizzo del sangue,<br />

se non altro nella propria città o<br />

regione? Io per primo alzo la mano, in<br />

quanto ho scoperto solo recentemente,<br />

da un solerte dirigente avisino, che<br />

Bologna (e dico la civilissima Bologna)<br />

non è autosufficiente. Gli ospedali cittadini,<br />

ed il rinomato ed eccellente<br />

centro trapianti, richiamano pazienti da<br />

tutta la nazione e contribuiscono a migliorare<br />

la qualità della vita di migliaia<br />

di cittadini, generando una grandissima<br />

richiesta di unità di sangue che<br />

purtroppo non è sufficientemente coperta<br />

dalle donazioni “locali”!

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