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Avis<br />

Notizie<br />

2<br />

La comunicazione<br />

in Avis Regionale<br />

Intervista a Renzo Angeli<br />

Partiamo ovviamente dalle<br />

strategie comunicative di<br />

Avis Regionale per il 20<strong>08</strong>. Prima<br />

però ti chiedo di fare un passo indietro:<br />

in che modo sono modificate<br />

le strategie comunicative di<br />

Avis Regionale nel tempo?<br />

La comunicazione ha subìto senza<br />

dubbio profonde modifiche. Abbiamo<br />

cominciato a pensare in maniera<br />

strutturata alla comunicazione per la<br />

raccolta di sangue in Emilia-Romagna<br />

a partire dal 2001, quando fu<br />

ideata la campagna “Si può dare di<br />

più” con testimonial Gianni Morandi.<br />

A quell’epoca erano già state fatte<br />

delle campagne per la raccolta durante<br />

l’estate, con un target di riferimento<br />

quindi specifico, poiché ci si<br />

rivolgeva ai donatori per invitarli a non<br />

trascurare il loro impegno anche nel<br />

periodo estivo, ma senza dubbio<br />

quello fu il momento in cui si costituì<br />

un sistema, che vide coinvolta l’associazione<br />

assieme alle istituzioni, con il<br />

vantaggio dunque di poter disporre di<br />

investimenti finanziari più cospicui<br />

per campagne di comunicazione che<br />

sarebbero diventate da allora in poi<br />

un momento imprescindibile di dialogo<br />

con i cittadini. Una campagna con<br />

un testimonial “trasversale” come<br />

Morandi, adatto al pubblico di ogni<br />

età, voleva essere un messaggio a<br />

tutta la popolazione sulla necessità di<br />

un gesto come la donazione che da<br />

chiunque poteva essere fatto.<br />

Oggi siamo arrivati alla logica di una<br />

comunicazione diretta a target mirati.<br />

Lo testimonia l’attenzione al mondo<br />

giovanile per quel che riguarda<br />

Avis Nazionale o, per Avis Regionale,<br />

una fascia di popolazione più<br />

ampia, sensibile alle tematiche sulle<br />

quali come Avis Regionale quest’anno<br />

punteremo.<br />

Quali sono le linee che avete scelto<br />

di seguire per il 20<strong>08</strong>? Quale il<br />

target di riferimento ed il messaggio<br />

che occorre far passare?<br />

Il ragionamento che è stato condotto<br />

a livello regionale è stato quello di<br />

un mutamento di prospettiva nei<br />

confronti della visione dell’associa-<br />

<strong>AVIS</strong> Regionale<br />

zione. Non più, o non soltanto si<br />

vuole puntare ad incentivare l’atto<br />

della donazione. In qualche modo<br />

abbiamo scelto di sbarazzarci almeno<br />

in parte dell’immagine, per così<br />

dire, ingessata, dell’Associazione. È<br />

un punto di vista fortemente innovativo<br />

rispetto al passato: l’idea è quella<br />

di promuovere l’immagine di Avis<br />

come una realtà che cresce col tempo,<br />

che si modifica, che si plasma<br />

sul territorio e sulla base di quelle<br />

che sono le necessità della popolazione<br />

che su quel territorio vive.<br />

Oggi credo che in qualche modo si<br />

stia scalfendo quella superficie di<br />

egoismo che ha caratterizzato il modello<br />

di società degli ultimi anni. Abbiamo<br />

dalla nostra parte, mi pare e<br />

mi auguro sia una percezione giusta,<br />

la diffusa sensazione che si stia intaccando<br />

un po’ quella cortina di ferro<br />

di egoismo che ha caratterizzato<br />

negli ultimi anni la nostra società. Si<br />

comincia ad avere la necessità di recuperare<br />

valori quali il senso di appartenenza<br />

a una collettività, il piacere<br />

della condivisione, della famiglia,<br />

della solidarietà. Avis vuole inserirsi<br />

proprio in questa necessità<br />

diffusa di recupero di questi principi,<br />

proponendosi come la “casa” di<br />

chiunque voglia aderire a un certo<br />

universo valoriale. Non soltanto dunque<br />

donazione, ma spazio da abitare,<br />

da vivere, nel quale sentirsi accolti<br />

come si può esserlo in un ambiente<br />

familiare, quotidiano, vicino.<br />

C’è una grande attenzione anche<br />

nei confronti delle nuove tecnologie.<br />

In questo senso va anche la<br />

decisione di trasformare la<br />

“newsletter” in un giornale elettronico,<br />

che sarebbe un unicum<br />

nel panorama avisino italiano.<br />

Internet diventa un mezzo sempre più<br />

importante e presente nella vita di<br />

ciascuno, in special modo di quella<br />

popolazione giovanile nei confronti<br />

della quale l’attenzione è sempre crescente.<br />

La trasformazione della<br />

newsletter regionale, che già dà spazio<br />

alle varie realtà provinciali raccogliendone<br />

iniziative, programmi,<br />

eventi, in giornale elettronico va nella<br />

direzione di consentirne un utilizzo<br />

più snello e pratico. Invece di scaricare<br />

interamente il documento l’utente<br />

potrà selezionare gli argomenti di proprio<br />

interesse con un clic del mouse,<br />

e soprattutto potranno trovare spazio<br />

aree tematiche di varia natura, nelle<br />

quali le diverse categorie di “navigatori”<br />

possano soddisfare i propri interessi,<br />

siano essi donatori, o insegnanti<br />

che hanno necessità di arricchire la<br />

propria offerta formativa, operatori<br />

sanitari che vogliano reperire note<br />

tecniche su argomenti riguardanti il<br />

tema della raccolta, e così via. Si tratta<br />

dunque di un progetto ambizioso.<br />

A proposito di ciò che dicevi sull’indipendenza<br />

delle singole realtà avisine,<br />

la frammentarietà della comunicazione<br />

è un pregio o un difetto?<br />

Essendo una federazione di associazioni<br />

ognuna può autogestirsi; però<br />

logica, opportunità e ottimizzazione<br />

delle risorse e degli uomini vorrebbero<br />

che ci fosse una comunicazione,<br />

definiamola così, a “cascata”. Avis<br />

Nazionale dovrebbe fare campagne<br />

di carattere istituzionale, per divulgare<br />

il “marchio”. La struttura regionale<br />

dovrebbe soffermarsi sulla valutazione<br />

del territorio per essere di supporto<br />

alle realtà locali. La comunicazione<br />

più mirata al donatore si fa in casa,<br />

quindi la struttura locale è quella che<br />

dovrebbe fare una comunicazione di<br />

tipo più diretto.<br />

L’eccessiva frammentazione della<br />

comunicazione comporta uno spreco<br />

di risorse senza che si ottenga<br />

nessun tipo di risultato. Bisognerebbe<br />

che riuscissimo tutti a comprendere<br />

che essendo una rete dovremmo<br />

lavorare come tale, a costo di<br />

sacrificare qualche autonomia.

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