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NO.08<br />
Il SAPERE DEI PIACERI 美食风向标<br />
La cucina veneziana<br />
È risaputo che Venezia, per secoli, è stata<br />
l’autentico crocevia degli scambi tra oriente<br />
ed occidente, ragion per cui presenta nella sua<br />
tradizione culinaria una varietà di piatti legata alla<br />
diversa provenienza degli ingredienti. Ecco quindi<br />
che vediamo giungere a tavola il baccalà dalle<br />
rotte del Baltico, le spezie preziose dalle carovane<br />
dell’Asia ma anche le verdure fresche dalle isole<br />
dell’estuario, il pesce dalla laguna e la selvaggina<br />
cacciata in barena.<br />
Già verso il 1000, Venezia diffonde in tutte le<br />
regioni usi e abitudini alimentari dei popoli con i<br />
quali intratteneva rapporti d’affari. Ancora oggi,<br />
l’uso delle spezie è la caratteristica fondamentale<br />
della cucina veneta, che unifica la molteplicità<br />
delle tradizioni gastronomiche legate al territorio.<br />
La cucina veneziana, fatta di ingredienti poveri,<br />
diventa addirittura raffinata con l’utilizzo delle<br />
spezie. Ritroviamo infatti un impiego quotidiano<br />
di molti prodotti di origine orientale, nella<br />
fattispecie di spezie quali zenzero, cannella, noce<br />
moscata, cardamomo, zucchero, etc. Il loro utilizzo<br />
secondo le caratteristiche tipicamente orientali<br />
divenne quasi esagerato nei secoli tardo medievali,<br />
continuando poi per tutto il Rinascimento e<br />
arrivando, anche se a dosi più ridotte, fino ai giorni<br />
nostri, più consistente che in altre cucine regionali.<br />
I pellegrini che da ogni parte d’Europa giungevano<br />
a Venezia per imbarcarsi verso la Terra Santa,<br />
restavano stupefatti dalla quantità e dalla varietà<br />
di mercanzie che si potevano trovare in questa<br />
città d’acqua. Dalle loro cronache traspare<br />
l’ammirazione per il buon governo che garantiva<br />
una così grande prosperità. Documenti storici<br />
ci informano che nel quindicesimo secolo nei<br />
magazzini veneziani venivano annualmente<br />
scaricate dalle navi provenienti dai porti orientali<br />
circa cinquemila tonnellate di spezie. Il largo<br />
utilizzo di spezie nella cucina di sei secoli fa ci<br />
viene presentato in una ricetta del Trecento di<br />
un cuoco anonimo, giunta ai giorni nostri con il<br />
nome di “pollo allo zenzero” e dove la quantità di<br />
spezie usate è di ben settecentocinquanta grammi.<br />
Tra i prodotti di origine orientale il riso è quello<br />
che più caratterizza la cucina veneziana. Arrivato<br />
dal mondo arabo, durante il medioevo era uno<br />
degli alimenti più cari ed era venduto molto<br />
spesso nelle “spezierie” ad uso medicinale;<br />
come alimento veniva ridotto quasi a farina ed<br />
utilizzato per rendere più dense le minestre.<br />
È nel Cinquecento che il riso diventa il re delle<br />
tavole dei veneziani ed entra a far parte della<br />
gastronomia veneziana: la più celebre delle minestre<br />
veneziane è “risi e bisi”, il piatto della festa più<br />
importante di Venezia, la festa di San Marco.<br />
La cucina tradizionale veneziana è fondamentalmente,<br />
una cucina semplice, perché semplici erano e<br />
sono gli elementi base, i metodi di preparazione<br />
ed i tempi di cottura, ma al tempo stesso è anche<br />
una cucina complessa perché si potrebbe dire<br />
che ha seguito gli avvenimenti della sua storia<br />
millenaria. Famosi e noti restano i banchetti offerti<br />
dalla Serenissima in occasione dell’arrivo in<br />
città di principi ed ambasciatori stranieri e delle<br />
feste più importanti, durante le quali sono rimasti<br />
proverbiali l’uso del “piron “ (forchetta) portato<br />
da Bisanzio ed i famosi “trionfi di zucchero”,<br />
(alimento allora sconosciuto all’Europa che usava<br />
solo miele, e che Venezia importava dalla Turchia,<br />
avendone il monopolio e che impose sui mercati).<br />
Ovviamente, essendo Venezia una città sull’acqua, ha<br />
sempre sfruttato con fantasia tutte le sue risorse ittiche,<br />
sbizzarrendosi con portate di pesce di tutti i tipi.<br />
A Venezia, pesce e frutti di mare pescati giornalmente,<br />
giungono ai mercati locali di primo mattino. <strong>No</strong>n<br />
ci si può meravigliare quindi che il pesce sia la<br />
base della cucina veneziana. Ciò che potrebbe<br />
invece stupire è che, nonostante la varietà e la<br />
qualità del pescato, i veneziani abbiano adottato<br />
con entusiasmo il merluzzo essiccato per il quale<br />
sono state create molte ricette. Altre tipiche ricette<br />
veneziane di pesce sono le conosciute “seppie col<br />
nero” e le “sarde in saor”: questo piatto agrodolce,<br />
arrivato da Costantinopoli, mescola il pesce<br />
alla cipolla, all’uva passa, ai pinoli ed all’aceto.<br />
Il pesce, del resto, per una città di mare è<br />
ovviamente la base dell’ alimentazione; tuttavia la<br />
mensa dei veneziani non disdegna la cacciagione.<br />
La selvaggina cacciata in laguna veniva cotta<br />
allo spiedo e farcita di odori, cosa tutt’ora in uso:<br />
i piccoli uccelli (come le quagliette) vengono<br />
infilati in spiedini alternati con pezzi di carne di<br />
maiale, di pancetta o lardo e accompagnati da<br />
tenera polenta: da qui la famosa “polenta e osei”.<br />
La polenta era in uso già ai popoli mediterranei<br />
e agli antichi romani e i suoi ingredienti erano<br />
le fave macinate ed il farro; ma la polenta vera e<br />
propria si ebbe con il mais importato dall’America,<br />
che venne poi coltivato su larga scala nel Veneto.<br />
In contrasto forse con l’idea diffusa degli italiani<br />
come mangiatori di pasta e spaghetti, a Venezia<br />
l’unica pasta tradizionale sono i bigoli, la cui<br />
preparazione era tradizionalmente affidata agli<br />
uomini, vista la durezza dell’impasto.<br />
Tra i primi piatti caratteristici, c’è la “pasta<br />
e fasioi” (pasta e fagioli), piatto contadino<br />
diffusissimo e molto apprezzato a Venezia.<br />
Tra i secondi piatti più tipici e noti al mondo,<br />
c’è il famoso “fegato alla veneziana”. I romani<br />
lo cucinavano con i fichi per addolcire il<br />
retrogusto amarognolo della carne, i veneziani<br />
hanno adottato invece la cottura con le cipolle.<br />
Altro piatto di carne importante è l’anatra, servita sulla<br />
base di diverse ricette, come ad esempio la celebre<br />
“anatra ripiena” o il “petto d’anatra in agrodolce”.<br />
La rivoluzione culinaria apportata dai veneziani<br />
si ebbe anche nell’uso delle pietanze associate<br />
alla frutta ed alla verdura, molte delle quali<br />
provenivano inizialmente dal medioriente, come<br />
il cavolfiore, gli spinaci ed i carciofi e la cui<br />
produzione poi, come anche ad i giorni nostri,<br />
era fornita dall’abbondante e varia coltivazione<br />
delle isole della laguna. Accanto ai secondi piatti,<br />
i contorni di verdure come i famosi “fondi di<br />
carciofo”, le “patate alla veneziana”, i “fasioi in<br />
salsa” o il “radicchio alla trevigiana” ravvivano la<br />
tavola veneziana in un’armonia di colori e sapori.<br />
La cucina veneziana si rivela come un’arte culinaria<br />
aperta alle innovazioni della Mittel-Europa e<br />
sensibile alle raffinate abitudini francesi, che arrivano<br />
nel Veneto attraverso i cuochi stranieri stipendiati<br />
da molte famiglie nobili veneziane. Ricordiamo ad<br />
esempio l’introduzione dello zucchero, elemento<br />
primario nei dolci veneti dell’epoca, in sostituzione<br />
del miele di antica data, l’olio di oliva e il burro, al<br />
posto dello strutto, del lardo e del grasso di oca.<br />
Importantissimo fu appunto tutto il settore<br />
dolciario che deve necessariamente tener conto<br />
dell’ambiente cosmopolita veneziano. Infatti dal<br />
Cinquecento compare il caffè importato dalla<br />
Turchia e molto più tardi, nel Settecento, la<br />
cioccolata e l’uso di dolci austriaci quali i chiffel,<br />
i krapfen, lo strudel, etc. Tra i dolci veneziani non<br />
si può dimenticare la frutta caramellata, i biscotti<br />
(quali i famosissimi “baicoli“), le “fugasse”<br />
(focacce), le “fritole” (frittelle), i “galani”, e tanto<br />
altro ancora; il tutto veniva sempre annaffiato da vini<br />
pregiati orientali come il vino di Cipro, i passiti e la<br />
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